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Gay & Bisex

Ancora in sauna


di svuotocazzi
03.12.2018    |    16.157    |    16 9.4
"Te lo fai anche buttare al culo o quello di prima ti è bastato?” Sorridendogli, mi sollevo e mi giro..."
Come avrete capito, mi piace molto andare in sauna. Appena ho un po’ di tempo libero non ci penso su due volte e vado a farci un giro, in cerca di maschi vogliosi. Sarà che di gente se ne trova sempre, sarà la possibilità di rilassarsi tra saune secche e bagni turchi, ma è un ambiente che mi fa sentire bene.
Ci sono stato anche qualche pomeriggio fa. Ero libero da impegni e, stando a casa, mi sentivo piuttosto infreddolito a causa del clima ormai quasi invernale. Niente di meglio che andare a scaldarsi in sauna.
Arrivo verso le tre, mi cambio e scendo a farmi una doccia. A una prima occhiata noto che c’è un discreto movimento: qualcuno lo conosco (almeno di vista), molte sono facce nuove.
Finisco di lavarmi e mi asciugo per bene. Mi sistemo l’asciugamano in vita e faccio un giro un po’ in tutti gli spazi della sauna. Di gente effettivamente ce n’è, ma non molta è di mio interesse. Rimedio un paio di cazzi da spompinare nel buio della dark e li svuoto con gusto, bevendo il loro seme caldo. Il sapore di sborra che ho in bocca mi accende la voglia di farmi aprire il culo, ma per un po’ di tempo non trovo nessuno che voglia sbattermelo dentro.
Un po’ deluso dalla situazione, decido di prendermela con calma. Mi sdraio nell’idromassaggio e ci resto a lungo, addormentandomi anche per un po’. Passo ancora del tempo tra il bagno turco e la doccia fredda, per rilassare completamente i miei muscoli. Salgo al bar e bevo un succo di frutta. Tra una cosa e l’altra il tempo passa e sono quasi le sei. La gente inizia in effetti a diminuire, ma oggi ho deciso di restare fino a tardi e sono convinto di riuscire a rimediare ancora qualcosa.
Torno di nuovo nella zona dei camerini e incrocio un ragazzo con cui ho scopato già qualche volta qui dentro. È sempre molto socievole e ci mettiamo a parlare. Gli chiedo se ha già concluso qualcosa oggi.
“No, guarda: uno prima mi ha fatto solo un mezzo bocchino, ma niente di che! E fra un po’ devo pure andare”.
Si capisce che è un po’ sconfortato dal tono di voce. Mentre parla, oltretutto, si sistema più volte l’asciugamano all’altezza del pacco. Gli sorrido e con una mano prendo ad accarezzargli il bozzo che si intravede lì in basso. Lui non si ritrae, ma anzi si lascia sfuggire un leggero gemito.
Gli apro l’asciugamano, liberandogli il cazzo che appare già barzotto. Lo afferro con la mano e lo accarezzo lentamente, sentendolo indurirsi sotto il mio tocco. Lui mi sussurra di abbassarmi e rapido mi inginocchio. Prendo subito a succhiarlo con forza, facendomelo entrare fino alla radice.
Non ci vuole molto perché sia completamente duro. La cappella mi sbatte in gola con forza, ma né io né lui abbiamo voglia di concludere così. Mi stacco e ammiro il suo cazzo lucido della mia saliva. Lui subito mi fa alzare e mi spinge dentro il camerino più vicino.
“Mettiti a pecora” mi ordina, con una voce segnata dall’eccitazione.
Obbedisco e mi sistemo a novanta, inarcando la schiena e mettendo in mostra il mio culo. Lo sento chiudere la porta alle mie spalle e sistemarsi dietro di me. Con le mani mi separa le natiche e subito la sua lingua si appoggia sul mio buco. Ricordavo benissimo dalle volte scorse quanto amasse lavorare di lingua, ma questa volta è più vigoroso, eccitato dalla voglia che ha accumulato nelle ore precedenti. Lo lascio fare e mi rilasso, sistemandomi sui gomiti e schiudendo la mia rosellina che gli si offre completamente aperta.
Mugugna qualcosa senza smettere di leccare e inizia a infilare alcune dita dentro di me, per allargarmi. Prima due, poi tre e alla fine anche quattro, senza procurarmi alcun dolore, ma solo tanto piacere. Capisce che sono ormai pronto e, poco prima che glielo chieda io, si solleva un po’ e appoggia la cappella alla mia mucosa.
Sprofonda rapido dentro di me ed entrambi gemiamo soddisfatti.
“Montami con forza” gli chiedo.
“Sei proprio una vacca”.
In risposta prendo a muovere il culo, scopandomi col suo cazzo. Mi lascia fare per un po’, ma poi decide di riprendere in mano la situazione. Mi afferra i fianchi con le mani e prende a sbattermi con forza. Era proprio quello che volevo: farmi slabbrare il culo da un toro infoiato.
È una scopata forte e decisa e per una decina di minuti continuo a subire i suoi colpi, lasciandomi andare a vari gemiti che si uniscono ai suoi. Quindi rallenta di un po’ il ritmo e compie degli affondi più netti e profondi, tenendosi saldo alle mie spalle.
Il suo cazzo ha dei sussulti e lui inizia ad ansimare con forza. Non manca molto ormai. Riprende a sbattermi come prima e in pochi colpi si lascia andare a un’abbondante sborrata che mi riempie per bene il culo. Finisce di svuotarsi e, dopo avermi accarezzato la schiena, estrae la sua mazza dal mio corpo. Un po’ di sborra mi gocciola dal culo e subito corro a raccoglierla con un dito, portandomelo alla bocca.
“Ehi porcello, devo andare purtroppo. Grazie e complimenti come al solito!”.
Le sue parole e lo scorrere della porta che ha aperto mi riportano alla realtà. Lo ringrazio anch’io e lentamente mi sistemo, riprendendo asciugamano e ciabatte. Un po’ indolenzito scendo al piano inferiore a farmi una doccia per rinfrescarmi.
Mentre finisco di lavarmi il mio scopatore si affaccia a salutarmi ancora una volta e poi scappa verso gli spogliatoi. Rimango a lungo sotto il getto caldo per scrollarmi di dosso il torpore della scopata appena conclusa. Senza coprirmi con l’asciugamano, entro nel bagno turco e mi dirigo nella parte più buia.
Rimango in piedi, sulla parete accanto all’ingresso, e noto un certo movimento attorno a me. I miei occhi si abituano lentamente alla poca luce e riconosco i profili di tre figure, tutte in piedi come me, e intente a toccarsi a vicenda nelle parti basse. Cercano di coinvolgermi nel loro gruppetto, ma non sono interessato e allontano le loro mani.
Nel giro di pochi minuti i tre decidono di uscire, uno dopo l’altro, vinti dal caldo o forse per approfondire l’incontro in un più comodo camerino. Io resto fermo nella mia posizione, accarezzandomi il corpo per disperdere un po’ della condensa che ci si deposita sopra.
Pensavo di essere rimasto da solo, dato il silenzio quasi totale, ma sento a un certo punto un colpo di tosse provenire dall’angolo più nascosto. Provo a guardare con maggiore attenzione e riconosco il profilo di una persona, seduta su una panca neanche troppo lontana da me. Mi avvicino di un paio di passi, fino a trovarmi esattamente di fronte a lui. Da quello che vedo adesso, mi stavo perdendo proprio un bel bocconcino. Nella penombra individuo chiaramente le forme di un corpo giovane, dalla pelle liscia e ambrata, interrotta da qualche macchia più scura (dei piccoli tatuaggi, probabilmente).
Fa lui la prima mossa, scendendo dalla panca più alta a quella più bassa. Ora posso vederlo abbastanza chiaramente. È un ragazzo molto giovane (direi sui vent’anni) che avevo già sbirciato più volte nel pomeriggio. È decisamente carino e con un corpo tonico e ben definito da non so quale sport.
Pensavo di non interessargli per nulla e invece adesso me lo ritrovo a poca distanza, completamente nudo e con le mani in movimento all’altezza del pisello, segno che si sta eccitando a dovere. In effetti non passa molto che, fissandomi con decisione, sventola il suo bel cazzo davanti a me, invitandomi ad avvicinarmi. Non me lo faccio ripetere e mi inginocchio subito davanti a lui. Gli afferro il bastone (una bella mazza sui venti centimetri) e subito mi afferra la testa, spingendomi a succhiarlo. Apro la bocca e lo faccio entrare, molto lentamente e fino a sentire i suoi peli contro le mie labbra.
“Minchia che pompinara!” esclama con forza, rivelando un marcato accento siciliano che mi accende come la peggiore delle puttane.
Lo succhio con forza, stringendogli la cappella con la glottide. Lo faccio entrare e uscire dalla mia bocca con velocità crescente, massaggiandogli anche le palle che sento dure e gonfie, chiaro segno che oggi non ha ancora concluso nulla.
“È tutto il pomeriggio che ti vedo girare per la sauna e prima ti ho sentito godere con quell’altro dentro il camerino! Sei proprio una troia vogliosa di cazzo!”.
Hai capito? Mi aveva notato fin dall’inizio e io non avevo capito nulla.
“Potevi avvicinarti prima. Ti avrei svuotato volentieri” Gli faccio, mentre gli sego lentamente la mazza.
“C’era troppa gente e non mi andava, ma non ti preoccupare che adesso ci divertiamo. Te lo fai anche buttare al culo o quello di prima ti è bastato?”
Sorridendogli, mi sollevo e mi giro. Gli afferro il cazzo e lo punto verso il mio buco, facendolo affondare del tutto dentro di me. È più lungo del precedente, ma sicuramente meno spesso.
“Che troione! Fatti sbattere meglio, dai!”. Dicendo questo, mi afferra in vita e con la forza del suo corpo mi fa alzare sistemandomi a novanta contro il muro. È riuscito a non uscire da me e appena siamo entrambi in piedi inizia a scoparmi con forza. È deciso il ragazzetto, proprio non me l’aspettavo! Mi regala delle sensazioni incredibili.
“Dammi il cazzo, dammelo!” gli dico.
“Ti apro il culo, puttanazza!” risponde, sempre con quel suo accento siculo per me irresistibile. E col suo piglio deciso, mi spinge ancora contro il muro, portando una mano al mio fianco e l’altra a stringermi un capezzolo.
Mi faccio scopare a lungo, ricevendo alle volte insulti eccitanti dal mio giovane torello. Non so quanto tempo restiamo dentro al bagno turco, ma nessuno entra a disturbarci e il ragazzo è libero di sfogarsi nel mio buco.
Il caldo inizia a farsi insopportabile, non credo di poter resistere ancora a lungo qui dentro. Con una mano vado a toccargli i coglioni che continuano a sbattermi contro il culo.
Al mio tocco ha un sussulto.
“Massaggiameli che sborro, dai!” mi sussurra con la voce rotta dall’emozione e ansimante per lo sforzo.
Glieli maneggio con curo, accarezzandoli a lungo. Sono ancora più sodi di prima e il suo cazzo prende a pulsare dentro il mio retto. Per stimolarlo ancora di più, infilo un dito dentro di me, muovendolo a contatto col suo minchione. È la goccia che lo fa traboccare.
Si piega su di me e mi sussurra all’orecchio: “Sei pronto?”.
Senza rispondergli, giro la testa verso di lui e gli infilo la lingua in bocca. Ricambia il bacio e allo stesso tempo prende a fiottarmi sborra nel culo. È tanta e la sento colare sul dito che ho ancora dentro. Lo estraggo subito e lo porto alle nostre bocche, scambiandomi con lui il sapore del suo seme. La cosa lo eccita e il suo cazzo ha ancora un paio di sussulti. Molto delicatamente mi tira all’indietro e, sempre reggendomi, si siede sulla panchina senza uscire dal mio corpo. Tra un bacio e l’altro mi ringrazia della scopata, mentre dal mio buco inizia a fuoriuscire lo sperma che mi ha donato.
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