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Una sorpresa al convegno


di svuotocazzi
13.02.2019    |    20.277    |    11 9.1
"Sono davvero rigide e già mi pregusto il sapore della sborra che contengono..."
Il convegno annuale quest’anno si tiene in un grande albergo di una piccola località costiera che, essendo bassa stagione, risulta piuttosto conveniente. Sono arrivato poco prima di pranzo e nel pomeriggio, dopo le relazioni d’inizio, ho tenuto anche la mia, riscontrando un buon interesse da parte degli altri presenti.
Attorno alle sei si conclude la giornata congressuale e fino alla cena ho tutto il tempo di riposarmi un po’. Rientro in camera, mi tolgo cravatta e vestito e mi butto sotto la doccia. In dieci minuti sono già lavato, asciugato e disteso sul letto con un asciugamano attorno alla vita.
Accendo la tv su un canale di musica e prendo il cellulare. Avrei proprio bisogno di scaricare un po’ la tensione accumulato nella giornata, ma considerato il posto dove siamo non credo ci sia nessuno nei paraggi. Accendo comunque Grindr per dare un’occhiata e in effetti non c’è molto qui attorno. Gente lontana qualche chilometro e io sono senza macchina. Oltretutto non ho nemmeno troppo tempo per aspettare che vengano da me, ma con un paio resto d’accordo di risentirci dopo cena e decidere il da farsi.
Dopo venti minuti buoni di “dialoghi” poco costruttivi, ecco che appare un nuovo profilo accanto al mio. Non indica la distanza, ma tentar non nuoce.
“Ciao”, gli scrivo.
“Ehi, ciao!”.
“Che combini?”.
“Niente di che al momento. Te?”.
“Nulla, sono sul letto in camera”.
Ci scambiamo qualche altro messaggio e gli chiedo dove si trova. È nel mio stesso albergo, mi dice. Quasi non ci posso credere.
“Anche tu qui per il convegno?”, chiedo.
“Eh sì, sto finendo di preparare la mia relazione per domani”.
“Io ho già fatto oggi, quindi adesso vacanza”.
“Beato te! Ma quindi siamo vicini…”, mi fa.
“Sembra proprio di sì! Isolati in culo al mondo!”.
“Proprio vero! Peccato, speravo di divertirmi un po’ in questi giorni!”.
“A chi lo dici!”.
“Beh, comunque sembri carino”, mi fa e mi invia alcune sue foto.
“Grazie, niente male neanche tu”.
È un bel ragazzo, moro, con un fisico nella norma. Forse un po’ più basso di me, ma ben proporzionato. Mi dice di essere pugliese e io gli confido di avere un ottimo ricordo dei suoi conterranei.
“Ah sì? – mi chiede – Hai già sperimentato?”.
“Sìsì e ne sono sempre uscito soddisfatto!”.
“Beh, potresti provare anche me, allora”.
Non me lo faccio ripetere due volte e gli chiedo in che stanza si trova. È davvero incredibile, è a poche porte dalla mia! Mi aspetta anche subito se ho voglia. Mi vesto rapidamente con le prime cose che trovo in valigia e in due minuti sono davanti alla sua camera.
Busso e mi apre subito. È a torso nudo e mi sorride, mentre mi fa accomodare. Chiude la porta e si avvicina a me, strusciando il suo pacco sul mio culo. È chiaro che entrambi non vogliamo perdere tempo. Mi giro e gli accarezzo la patta, sentendo crescere la sua eccitazione. Gli slaccio i pantaloni e glieli abbasso. Sotto gli slip si intravede un bel bastone, bello grosso alla base e lungo sui 18-20 centimetri. Lo libero subito dalle mutande e gli faccio i complimenti.
“Grazie”, mi sussurra e con una mano mi spinge verso il basso.
Cado rapido in ginocchio e mi faccio entrare questo bel cazzone in bocca. Inizio a succhiare a fondo, mentre lui impone un ritmo sostenuto alla pompa muovendo il suo bacino. È un cazzo che sa di pulito, con solo una punta di amaro, segno dell’eccitazione che sta provando. La cappella scorre rapida nella mia cavità orale, mentre spalanco le labbra per farlo entrare tutto dentro di me. Quando i suoi peli mi accarezzano le labbra, lui si lascia andare a un gemito profondo.
“Porca troia, che bocchinara! In pochi riescono a prenderlo tutto!”.
Rinvigorito da queste parole, lo succhio con ancora più forza di prima. È davvero sorpreso, tanto che lo sento tremare leggermente ogni volta che il suo cazzone arriva in fondo alla mia gola.
Mi stacco per riprendere aria e prendo a leccargli le palle lentamente. Sono davvero rigide e già mi pregusto il sapore della sborra che contengono.
Direi che i preliminari sono durati abbastanza. Ho voglia di farmi aprire il culo da questo toro inaspettato. Mi rialzo e mi tolgo i pochi vestiti che avevo addosso. Lo guardo mentre mi fissa con il volto rosso dall’eccitazione. Inumidisco una mano e me la porto al buco, bagnandomelo. Lentamente gli do le spalle e mi sistemo a pecora sul letto, facendo sporgere il culo verso di lui. Mi volto a guardarlo e gli faccio cenno di avvicinarsi.
Devo averlo sorpreso con la mia intraprendenza, ma non si perde d’animo e si muove verso di me. Sputa sul mio buco e subito ci appoggia la cappella. Rilasso lo sfintere e accompagno la spinta con cui si fa strada dentro di me. È un cazzo davvero grosso e accompagno il suo ingresso con vari gemiti che si legano al suo respiro affannato.
Arriva in fondo alla sua corsa e si pianta ben saldo dentro di me, per darmi il tempo di abituarmi alle sue dimensioni. Ma io ho solo voglia di farmi sfondare e non certo di essere trattato con gentilezza.
“Scopami”, gli dico.
“La puttana vuole il cazzo?” ribatte.
“Sì, aprimi il culo col tuo bastone!”.
Queste poche parole lo accendono e subito inizia la monta. Non mi ero sbagliato: è davvero un ottimo scopatore, pienamente all’altezza di tutti i pugliesi che mi sono fatto.
Si tiene con le mani ai miei fianchi e mi scopa con una velocità crescente. Lo sento scorrere caldo nel mio corpo, scuotendomi con i suoi colpi forti e decisi.
Mi afferra un capezzolo e inizia a lavorarmelo con le dita, mentre io porto una mano sul suo culo e gli detto il ritmo della scopata, facendogli capire quanta è la mia voglia di cazzo. Subisco le sue bordate per un buon quarto d’ora, quando lui decide di ritrarsi e di uscire da me.
“Che fai?” gli chiedo un po’ stizzito e mi giro a fissarlo.
“Non voglio venire subito!” mi fa, tenendosi il cazzo con una mano.
Quasi intenerito, mi volto e scivolo in basso, portando la mia bocca sulla sua cappella. Gliela lecco con delicatezza e la faccio scivolare nella mia bocca. È un pompino più lento di quello di prima, ma lui sembra gradirlo ugualmente da come si tiene alla mia testa. Dopo qualche minuto mi interrompe con un colpetto sulla nuca.
“Rimettiti come prima”.
Obbedisco e torno a pecora, mostrandogli il mio buco ancora aperto e umido. Fa poca fatica a sprofondare dentro di me e subito riprende a scoparmi con decisione. È un lento crescendo e i colpi con cui sbatte il mio culo crescono di velocità e intensità. Lo sento ingrossarsi e tendere le mie mucose interne che non si oppongono minimamente a questo intruso imponente.
“Ci sono quasi”, mi sussurra a un orecchio.
“Riempimi, toro”, gli rispondo.
Si sistema meglio sulle sue gambe e dà ancora qualche colpo. La sua cappella si gonfia ancora e lui si lascia andare a un grido roco che cerca di smorzare appoggiando la testa alla mia schiena. Inizia a fiottarmi sborra nel culo e distinguo chiaramente vari spruzzi che si infrangono con forza dentro di me. Era davvero pieno, non c’è dubbio.
Finito di sborrare, resta fermo dentro di me. Sento il suo respiro forte contro la nuca, mentre le sue mani mi accarezzano dolcemente i fianchi. Si risolleva lento ed esce da me, con il cazzo ormai barzotto che io mi affretto a ripulire, sentendo il sapore dolce del suo sperma.
“Grazie, ci voleva proprio!”, mi fa.
“Grazie a te”, gli rispondo e mi sollevo.
Ci scambiamo due parole mentre mi rivesto. Ci salutiamo con la promessa di ripetere l'esperienza nei prossimi due giorni e io torno nella mia camera con il culo pieno e soddisfatto. Questo convegno mi ha riservato una sorpresa davvero inaspettata.
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