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Gay & Bisex

Negozio in centro


di svuotocazzi
21.07.2023    |    21.257    |    23 9.8
"Ti chiamo io appena puoi uscire!”..."
Nonostante il caldo, stamattina sono in città per fare due passi e svolgere alcune commissioni. Mi fermo in un bar a bere un tè freddo e apro Grindr, per dare un’occhiata. Più o meno c’è la solita gente connessa a quest’ora, tra cui “cercosesso”: è un tipo di 35 anni a cui ho già scritto un paio di volte, ma mi ha sempre risposto in maniera un po’ svogliata ed evasiva. Oggi invece è lui a inviarmi un tap e a scrivermi un saluto.
“Ehi ciao, che combini?” gli rispondo.
“Nulla, al lavoro come al solito” mi fa.
“Palle piene?” chiedo.
“Eh sì, oggi particolarmente”.
Mi invia un paio di sue foto intime e si capisce che il ragazzo è ben messo.
“Dici che ci sta qua dentro?” gli scrivo, allegando qualche foto del mio culo.
“Oh beh, ce lo facciamo stare. Non ti preoccupare”.
Gli chiedo anche una foto del viso, ma è un po’ restio, proprio come le altre volte… Come sapete, non mi dispiacciono gli incontri in anonimo, ma oggi vorrei vedere con chi parlo.
“Non la mando subito – risponde – Sai, sono impegnato e non mi va di farmi vedere”.
Un po’ scocciato e di getto, gli dico: “Senti, a me interessano solo il cazzo e la sborra, non se sei impegnato o sposato!”.
Questi modi bruschi lo convincono e, nel giro di due minuti, mi manda le foto richieste e mi chiede se per le 12.30 posso raggiungerlo.
“Sì, non ci sono problemi. Da te in negozio?”
“Ma sì, tanto a quell’ora e in questo periodo non viene mai nessuno!”.
Restiamo d’accordo per risentirci a quell’ora. Pago la mia consumazione al bar, esco e riprendo i miei giri. Mi è passato per la testa che da qui alle 12.30 questo possa cambiare idea e invece, con grande sorpresa, mi riscrive puntuale: “Allora ti aspetto qua!”. E mi allega la posizione del negozio in cui lavora, centralissimo.
Il tempo di arrivare e gli scrivo di essere fuori.
“Entra pure, sono da solo!”.
Entro in questo negozio d’abbigliamento femminile, mi ristoro un istante con l’aria condizionata ed eccolo che appare tutto sorridente. Nero di capelli, barbetta curata e tutto vestito di nero: quasi meglio che in foto, direi.
“Eh ma non serviva che ti vestivi così elegante” gli faccio, con tono canzonatorio.
Sorride e risponde a tono: “Tranquillo che i vestiti ci servono poco”.
Apre la grande porta che conduce al magazzino e mi dice di sistemarmi, che lui torna subito. È un grande ambiente semibuio, con tanti scaffali di abiti e scatoloni. Mi spoglio velocemente e mi sistemo in ginocchio ad aspettarlo, stando un po’ riparato dalla porta. Passano due minuti e rientra.
“Hai chiuso il negozio?” gli chiedo.
“No, ma da qui sento se entra qualcuno” e nel dirlo mi si avvicina, sbottonandosi i pantaloni.
Gli tocco il cazzo sotto gli slip e lo sento ingrossarsi. Non resisto troppo, gli abbasso le mutande e lo faccio uscire. Lo osservo rapido e me lo infilo in bocca già barzotto, prendendo a ciucciarlo lentamente.
“Ohhh” geme, mentre si solleva un po’ la maglia e mi si sistema davanti per facilitarmi il lavoro.
Aumento il ritmo della pompa, mentre il pisello si indurisce nella mia bocca. Quando è perfettamente in tiro, lo faccio uscire e lo ammiro lucido della mia saliva. Lo annuso e sa di pulito, gli lecco l’asta per tutta la sua lunghezza e poi passo alle palle, succhiandole una alla volta. Risalgo l’asta, mordicchiandogliela lentamente, e torno alla cappella: me lo lascio scivolare dentro, finché non mi sbatte in fondo alla gola. Mi fermo e stringo i muscoli della glottide, massaggiandogli il glande.
“Porca troia, che professionista!” sbotta nel silenzio del magazzino.
Riprendo a pomparlo a fondo, sollevo lo sguardo e lo vedo concentrato a fissarmi. Mi afferra la testa e inizia a dettare lui il ritmo al bocchino, chiedendomi di stringere ancora quando arriva in fondo. Non chiedo di meglio e assecondo subito questo maschietto voglioso. Allungo anche le mani a toccargli i fianchi, il sedere e il petto, trovando un fisico non muscoloso, ma quasi completamente liscio e ben definito.
“Ti piace la troia?” gli sussurro, dopo dieci minuti buoni di pompa.
“Eh sì! E se ti giri te lo dimostro meglio!” mi fa, con un sorrisetto beffardo.
Eseguo la richiesta. Mi volto e mi sistemo a pecora a terra, piegando completamente la schiena e tirando un paio di volte di popper. Lo sento abbassarsi i pantaloni, inginocchiarsi alle mie spalle, sputarsi sul cazzo e premere contro la mia mucosa.
“Pronto?”.
“Tu pensa a spingere” ribatto.
Mi soddisfa subito e con un colpo deciso mi sprofonda dentro. Entra tutto in un colpo ed emette un ringhio gutturale a esprimere il suo godimento. Mi afferra per i fianchi e parte subito a montarmi. Deve essere una situazione che eccita lui tanto quanto me.
Scopa davvero bene, con forza e determinazione. Sollevo un po’ la schiena, spingendo in fuori il culo e lui gradisce molto. “Mmm, che troietta!” mi sussurra all’orecchio, prendendo anche a leccarmi un po’ il collo. Sento le sue palle sbattermi sulla pelle ed è una sensazione che mi eccita sempre molto. Riabbasso la schiena, continuando a sporgere il culo, per offrirmi completamente a lui. Anche lui è molto preso, tanto che le sue mani sono passate ad afferrarmi con decisione le natiche, facendomi anche un po’ male.
“Piano piano, che mi lasci i segni con quelle dita!” gli dico.
“Ops scusa, non mi ero accorto” fa lui, ansimando.
Quasi a scusarsi si stacca e si risolleva. Ma un torello di questo tipo va solo premiato. Mi volto verso di lui, rimettendomi in ginocchio e gli ingoio di nuovo il cazzo.
“Ohhh sì, prendilo tutto” mi fa, mi riafferra la testa e spinge.
Continuo per un po’, poi mi ferma: “Shh, buono un attimo”. E si mette ad ascoltare i rumori dal negozio.
“Che palle, è entrato qualcuno! Tu resta qua che torno!”.
“Non posso uscire tutto nudo?” gli faccio.
Ancora ridendo, si rinfila la mazza nei pantaloni, si sistema la maglia e torna in negozio.
Io resto un po’ in ginocchio e lo sento parlottare con una signora. La cosa va avanti per qualche minuto e io mi risollevo, facendomi un po’ di aria con dei cartoncini presi su uno scaffale e controllando il cellulare.
Dopo una decina di minuti, rientra: “È entrata in camerino a provarsi i vestiti! Dai, che voglio sborrare”, mi sussurra deciso.
È proprio la sborra che volevo da quando sono arrivato, gli volto le spalle e mi appoggio al muro, piegandomi a novanta.
“Mmm, ottimo così!” ridacchia, mentre si riabbassa i pantaloni.
Mi punta subito al buco ed entra: è rimasto duro per tutto questo tempo, davvero un ottimo esemplare di maschio!
“Sfonda la cagna” gli faccio, mentre ha già ripreso a sbattermi. Ha un ritmo sempre più sostenuto e, nel giro di un minuto, lo sento ansimare con forza crescente.
“La vuoi?” mi dice con voce quasi spezzata.
“Sono qui per questo!”.
Mugulando di piacere, si pianta in fondo al mio intestino e inizia a sborrare. Un caldo intenso mi pervade dall’interno e mi lascio andare a un gemito di profondo piacere. Un’ultima pulsazione della sua mazza e mi esce dal culo.
Mi volto a guardarlo ed è tutto sorridente, col cazzone lucido ancora in erezione.
“Meglio adesso?” gli dico.
“Decisamente!” risponde, sorridendomi.
Si ripulisce rapido con un po’ di carta e torna a rendersi presentabile. “Sistemati con calma. Ti chiamo io appena puoi uscire!”.
Mi lascia da solo per alcuni minuti, mi rivesto e mi detergo dal sudore che mi copre la fronte. Viene a chiamarmi dopo poco: “Vieni che è di nuovo in camerino!”.
Quando sono in negozio, lo saluto sommessamente e faccio per uscire.
“Grazie, torni presto a trovarci!” fa lui con tono scherzoso e deciso. Mi strappa una risata ed esco dal negozio col culo pieno e soddisfatto.
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