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Gay & Bisex

Coming out


di maledesire
12.09.2022    |    9.748    |    5 9.9
"Ad un tratto il tipo sopra di me si alzò mentre anche il secondo smise di trapanarmi..."
Era la pazza estate dopo la maturità ed erano ormai le 6 quando altri amici ci riportarono nella villetta sulla spiaggia che i genitori del mio migliore amico possedevano ad Ibiza.
Trovammo due auto nel cortiletto e Luca pur se ubriaco fradicio diventò furioso informandomi che il coglione di suo fratello e i suoi amici erano evidentemente arrivati prima di quanto si erano accordati.
Cercai di calmarlo e accompagnarlo in camera mentre nella mia testa balenavano mille tentazioni e paure.
Con Luca eravamo migliori amici dalle medie ma a lui mi legava anche il fatto che da oltre due anni ero perso per suo fratello Dario. Un 25 enne bello come un dio greco, follemente stronzo e innamorato di sé stesso, lavorava come personal trainer ed era socio di una palestra insieme ad altri tre amici, tutti patiti dello sport in ogni tipologia, tutti sempre in perenne allenamento per esser uno più definito dell’altro e per questo sempre sudati, cosa che a me faceva impazzire ogni volta che li trovavo insieme in casa di Luca. Ognuno di loro era come una droga.
Se erano tutti assieme sarei riuscito a resistere alcuni gg insieme 24h? Già faticavo quando si stava insieme solo per poco tempo.
Mentre questi pensieri mi riempivano la testa con fatica riuscii a metterlo nel divano a piano terra e non ci pensai neppure di portarlo nelle camere al piano di sopra.
Rimasi a fissarlo per vedere se fosse tutto ok. Dio si stava facendo bello pure lui, non lo avevo mai guardato da quel lato ma i fumi dell’alcol avevano eliminato i miei blocchi mentali. Gli tolsi le sneakers e fui invaso dall’odore dei suoi calzini sudati. Erano umidi e glieli tolsi ma prima di gettarli li fissai e cominciai a sniffarli facendomi partire un’erezione.
Tornai in me e buttai tutto a terra poi andai nella lavanderia per prendere una bacinella da poggiare vicino a Luca, ma appena varcata la soglia fui investito da un mix di odori per me pericolosi, un mix di odore di sudore di maschio, piscio, cazzo, sborra e piedi.
Erano per me come una miccia per far scattare la mia indole di cagna affamata di cazzi. Oltretutto sentivo tonalità diverse per ciascun tipo, quindi appartenenti a maschi diversi.
Accesa la luce capii subito la causa, sparse a terra c’erano t-shirt, pantaloncini, mutande, calzettoni e scarpe. Mi sembrava di aver vinto alla lotteria per la felicità. Evidentemente Dario e i suoi amici si erano spogliati prima di fare la doccia e avevano gettato tutto a terra alla rinfusa prima di andare a letto dopo il lungo viaggio. Dovevano essere in 6 e quindi una tonnellata di materiale da sniffare per la mia gioia.
Sembravo in tranche, gli indumenti erano ancora umidi di sudore e iniziai a immergervi il naso o a strusciarmi sul viso ogni oggetto inebriandomi di quegli odori maschili soffermandomi sulla biancheria intima. Trovai un paio di slip molto umidi che sapevano fortemente di piscio e cazzo.
Tra l’alcool, le canne e quegli odori non capivo più nulla, mi era salita una enorme voglia di cazzo che mi sarei fatto usare seduta stante da una gang di negri.
Sopra un tavolino feci mucchietti di quegli indumenti suddivisi per tipo e mi misi a 90 affondando la faccia su di essi e spostandomi da un tipo all’altro per inebriarmi di quegli odori. Mi bagnai prima uno poi due dita con le quali mi sditalinavo il culo immaginando fosse un cazzo, con una mano mi aprivo la chiappa e con l’altra mi infilavo le dita. Ero talmente in tranche che non mi accorsi che qualcuno era entrato fino al momento in cui contemporaneamente venni preso per le braccia e bloccato per la testa schiacciata sul gruppo di slip.
Mi venne messo uno slip in testa per coprire occhi e naso e un altro mi venne inserito in bocca mentre due lunghe dita mi vennero infilate brutalmente in culo cominciando a stantuffarlo. Avevo un forte odore di cazzo e piscio che mi riempiva naso e bocca e quell’intrusione inaspettata dentro di me mi provocava dolore e godimento insieme.
Ero eccitato e spaventato mentre uno mi si mise davanti chinandosi su di me, schiacciando la mia faccia sul gruppo di indumenti sudati mentre il tipo alle spalle dopo esser passato a tre dita liberò il mio culo e iniziò a legarmi i polsi con un cordino.
Non riuscivo a muovermi schiacciato dal peso di quello davanti che mi prese per le chiappe allargandole. Non feci in tempo a pensare che qualcosa di umido si appoggiò al mio buco e cominciò ad entrare lento ma inesorabile dentro di me. Nonostante il lavoro di lubrificazione fatto da me e di dilatazione fatto dalle dita altrui
sentivo dolore mentre le pareti cedevano per far strada a quel grosso calibro, ma il forte odore di piscio e cazzo che emanavano gli slip che avevo in testa e in bocca solleticavano però la mia indole di cagna affamata facendomi così anche godere di quell’invasione di dimensioni mai provate.
Finalmente il bacino del mio violentatore toccò le mie chiappe, sentivo quel grosso palo solleticare la mia prostata in piaceri mai raggiunti. Restò fermo piantato in me muovendosi solo di qlc millimetro per farmi sentire completamente pieno, poi facendo presa sui miei polsi legati cominciò a fottermi come se volesse far entrare anche le palle.
Indietreggiava ogni volta di più per poi piantarmelo in fondo spingendo con il suo bacino, mi sembrava impossibile che fosse così lungo. Andò avanti alcuni minuti arrivando a uscire completamente ed entrare di botto dopo qualche secondo. Dalla mia bocca uscivano solo lievi gemiti in quanto schiacciato su quei vestiti e con quello slip che mi riempiva la bocca.
Ad un tratto il tipo sopra di me si alzò mentre anche il secondo smise di trapanarmi.
Poi venni preso per le gambe e le spalle e venni adagiato sulla schiena sopra quel tavolino. Mi vennero alzate le gambe e prese dal tipo alle spalle mentre di nuovo un cazzo si appoggiò roteando attorno al mio buco per poi affondare di nuovo.
Era di spessore maggiore e in quella posizione il mio urlo uscì come gemito più forte, mentre gli affondi spingevano la mia testa oltre al bordo del tavolo. Venni liberato dallo slip in bocca e feci appena in tempo a espirare che un secondo cazzo si infilò dritto in gola spingendo nelle tonsille e iniziando anche lui a fottermi come un coniglio. Sapeva di culo quindi evidentemente era il cazzo che mi aveva aperto per primo il culo.
Avevo due grossi pali che mi stavano scopando spingendo talmente a fondo che stavo impazzendo dal godimento gemendo come una vacca.
Venni senza nemmeno toccarmi con spasmi di godimento che pervasero il mio corpo e qualche secondo dopo entrambi i cazzi scaricarono numerosi e intensi spruzzi di sborra che potevo sentire non solo riempirmi le tonsille ma nettamente percepivo anche riempirmi le viscere.
Non mi ero mai sentito così pieno di cazzo e di sborra. Gola e culo mi dolevano e bruciavano ma i due tizi rimasero piantati dentro di me. Io rimasi fermo godendo del momento. Poi lentamente indietreggiarono rimanendo però dentro di me con le loro cappelle ancora grosse e pulsanti. Io ero senza più forze dopo quella cavalcata e pensavo pure loro stessero riprendendo fiato, ma mi sbagliavo.
Ad un tratto getti caldi di piscio iniziarono a sgorgare dentro di me contemporaneamente in gola e culo. Dovetti deglutire per respirare, ero allucinato e arrapato. Mai ero stato usato in tal modo, lo avevo sempre solo sognato e ora due sconosciuti mi avevano aperto il buco e riempito di sborra e piscio.
Finalmente i getti cessarono e venni fatto alzare ma ero talmente distrutto che le gambe cedettero e scivolai a terra mentre i due scapparono via prima che mi togliessi lo slip dalla testa.
Riuscii a liberarmi i polsi e mi misi nella tazza di corsa e con un forte getto buttai fuori piscio e sborra che mi aveva riempito il culo. Sentii le due macchine accendersi e andarsene.
E quindi rimasi seduto nel water chiedendomi chi fossero stati quei due, amici di Dario? Che cazzo avevo combinato?
Ributtai tutti gli indumenti a terra e mi fiondai in doccia. Ma più che sentirmi sporco mi sentivo appagato e una nuova erezione arrivò spingendomi a farmi una sega pensando a quanto mi era appena successo.
Alla porta si affacciò Cris, uno degli amici di Dario, per chiedermi se avessi incontrato i due autisti che li avevano portati alla villa e che aveva sentito andare via senza farsi pagare. Io negai e lui mi rispose che forse era bastato loro divertirsi con birra e canne e che l’indomani li avrebbe chiamati visto che assieme si erano divertiti un sacco.
Richiuse la porta lasciandomi sotto la doccia invaso dal panico.
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