Gay & Bisex

NAJA 3


di maledesire
10.05.2018    |    12.412    |    13 9.3
"Così mentre ripetevo quel gioco mi dedicai a sniffare e leccare una delle sue ascelle..."
Lo stratagemma era stato utile per rinfrescarci. Rientrai mentre i miei due tori riprendevano a sistemare il giardino.
Rientrai e corsi nel bagno a piano terra. Sentivo la sborra uscire dal mio culo. Mi bruciava e così mi misi a gambe aperte per vedere come era ridotto il mio buco tramite uno specchio.
Lo vidi ancora aperto, spinsi un po’ e della sborra cadde sullo specchio. Vedere il mio culo pulsante e colante sborra mi eccitò. Così sempre guardando tramite lo specchio mi infilai prima il medio poi l’indice e rimasi sbalordito vedendo che anche l’anulare si infilava senza problemi. Feci un po’ dentro e fuori e il mio cazzo tornò dritto come un palo. Feci uscire le dita umide di sborra e le portai alla bocca succhiandole. Poi leccai anche lo specchio gustando la sborra di Ivan ma mista agli umori del mio culo non potevo fare un confronto con il sapore di quella di Michele che avevo bevuto per due volte.
Ero appena stato usato da due maschi e riempito della loro sborra. Sentirmi un loro oggetto e percepire il loro contemporaneo godimento era stato una situazione pazzesca che mi aveva fatto impazzire dal godimento.
Poi il loro odore di maschio mi rendeva bocca e culo insaziabili di cazzo.
Dio cosa mi stava capitando? Ero diventato una troietta come mi appellavano loro? Mi era piaciuto e non vedevo l’ora di rimanere solo in casa nuovamente.
Mio padre invece tardava ad andarsene in quel pomeriggio di caldo infernale. Poi verso ora di pranzo finalmente l’auto arrivò. E lui uscì di casa per rientrare qlc minuto dopo dicendomi al volo che aveva chiesto ai due soldati di riposare e mangiare un boccone dentro casa con me ma che i due si erano proposti di fari compagnia a cena dopo una doccia.
Risposi che non avevo bisogno di compagnia ma che ormai per quella sera avrei condiviso con loro la cena.
Mi fece le mille solite raccomandazioni pregandomi di integrarmi in quella caserma e io lo rassicurai dicendo che avrei fatto in modo di unirmi a loro il più possibile. Mai parole furono più veritiere!!
Tornai dentro casa e trovai Ivan completamente nudo mentre si smanettava lentamente il cazzo teso; era seduto su una panc appoggiata al muro davanti alla finestra spalancata che dava nel retro della casa.
“Troietta lo sai che mi fai impazzire? Guarda come mi fai stare sempre col cazzo eretto”.
Era una visione da sogno. Tutto di lui mi faceva morire: la barba incolta, quei pettorali gonfi, quella tartaruga, quel pelo che contornava i pettorali e scendeva dritto verso quel cazzo da favola, quelle grosse palle colme di succo, quelle gambe pelose e muscolose.
Mi avvicinai a lui.
“Vedi come grondo di sudore. Non vedo l’ora di farmi una doccia ma prima ho pensato alla mia troietta che può gustarlo e ripulirmi in ogni punto. Vuoi che sia il tuo padrone?”.
“Non desidero altro mio Signore!”.
“Fammi vedere come adori il tuo padrone”.
Feci due passi indietro, mi spogliai, mi stesi a terra e strisciando mi avvicinai al suo piede sx.
“Brava troietta. Una giornata di nike senza calzini per te”.
Infatti il piede era caldo e sudato e l’odore era forte ma per fargli vedere come lo desideravo con la lingua scesi dal dorso del piede alle dita. Le presi in bocca una alla volta e le succhiai. Lo sentivo gemere segno che apprezzava.
Poi lentamente cominciai a risalire lungo la gamba, spostandomi un po’ a dx e sx nei punti di maggior sudore. Era proprio fradicio. Così accelerai il percorso arrivando alle palle dove il forte miscuglio di odori mi provocò una forte erezione; così affondai naso e lingua nel solco della gamba inebriandomi di profumi di sudore, piscio, sborra e umori del mio culo. Leccavo e succhiavo le palle cercando di infilarle entrambe in bocca. Ma quei grossi coglioni erano già nuovamente gonfi di sborra.
“Dio quanto troia sei guarda cosa mi fai!”
Mi prese per i capelli e mi tirò indietro la testa. Mi fece ammirare il suo cazzo completamente teso, le vene gonfie e la cappella rossa. Mi diede qlc colpo sul viso con il suo cazzo poi mi spinse su di esso senza pietà fino a oltre la metà. Mi mancava il respiro, non ero pronto. Lo sentivo spingere nelle tonsille. Avevo sforzi di vomito e cercai di ritrarmi ma lui mi spinse ancora più giù la testa e avanzando con il bacino fece entrare altri cm. Diventai rosso, non riuscivo più a respirare e quando cominciai a colare da naso e bocca finalmente mi liberò la presa tirandomi forte i capelli.
“Devi arrivare ad annusare i peli in fretta. Ti conviene. Ma ti farò allenare non ti preoccupare. “
Mentre riprendevo fiato si passò una mano su torace e sotto le ascelle poi me la strusciò su tutto il viso.
Sapeva che era la mia droga.
“Ora Sali sopra di me. Ti impali da solo fino alle palle poi cominci a cavalcare il mio cazzo mentre con la lingua ripulisci le ascelle bagnate.”
Salii sopra la panca e mi misi sopra di lui a gambe aperte. Lui mi prese le palle e cominciò a stritolarle, poi ci diede due colpi forti con la mano aperta.
“Non venire subito troietta!”.
Il dolore mi fece scendere l’erezione. Rimasi un po’ fermo e lui mi guardava sorridendo.
Poi scesi a gambe aperte. Con una mano mi appoggiai alla sua spalla mentre con l’altra presi in mano il suo grosso cazzo.
Era durissimo. Non riuscivo quasi a circondarlo. Lo tenni fermo mentre scendevo su di lui.
La cappella fece un po’ fatica ma poi scivolò dentro facendomi sospirare. Poi lentamente cominciai a scendere.
Lo sentivo aprirmi e farsi strada dentro di me dilatandomi e facendomi gemere. Arrivato al suo viso mi avvicinai a lui. Lui mi sputò addosso e con un colpo di reni lo affondò completamente.
Diedi un piccolo urlo di dolore poi scesi con lui. Era completamente dentro di me e poggiavo sulle sue cosce.
Mi sentivo completamente pieno, piacere e dolore entrambi intensi ma io stavo in paradiso.
Mi guardò sorridendo mentre con una mano mi stringeva il collo. Con il braccio teso mi alzò un po’ e cominciò una serie di affondi di bacino.
Mi faceva impazzire dal piacere.
Mollò la presa e mise la mani dietro la testa.
Mi avvicinai al suo viso. Leccai le gocce di sudore che scendevano lungo il viso. Poi mi appoggiai con le mani alle sue spalle e cominciai lentamente a salire scorrendo lungo il suo cazzone. Poi quando sentivo che la cappella era al limite per uscire ricominciai a scendere lentamente. Volevo sentirlo tutto per bene, scorrere dentro di me e aprirsi la strada.
Feci così 4/5 volte poi quando stavo per scendere lui con un colpo di reni me lo piantò tutto dentro.
Fu piacevolmente dolorosamente intenso. Così mentre ripetevo quel gioco mi dedicai a sniffare e leccare una delle sue ascelle. Il suo odore mi aiutava a dilatarmi per il suo successivo affondo.
“Dio come sei troia. La mia troia. Ti piace talmente il mio cazzo che farai tutto quello che desidero”.
“Ohhhh siiiii”.
“Ti piace anche il cazzone di Red . La sua sborra. Ti piace avere entrambi i nostri cazzi dentro di te. Ne vuoi sempre di più. Due cazzi dentro di te vero?”
Col viso umido del suo sudore e la mia mente persa nel suo intenso profumo risposi “oooohhh siiiiii”.
In quel momento un corpo tutto sudato si appoggiò sulla mia schiena strusciandosi su di essa.
“Ciao troietta. Sono fradicio per te e ho un altro regalo. Appena tolti e caldi per te i miei boxer. Sono quasi da strizzare per questa merda di afa”.
Mi strinse il collo e mi strusciò su tutto il viso i suoi boxer super odorosi mentre io con la lingua fuori sniffavo come un cocainomane.
Anche il suo odore era forte e mi elettrizzava. Il mio cazzo si gonfiò proprio mentre sentii anche il suo cazzo farsi strada e spingere sul mio culo già pieno di Ivan.
Miche le spremette i suoi boxer umidi sul mio naso tanto che sentii alcune gocce uscirne e arrivarmi alle labbra. Con la lingua le presi, il mio culo si dilatò leggermente e Michele con un colpo affondò più di metà facendomi gridare dal dolore.
Allora si chinò di peso su di me infilandomi i suoi boxer in bocca e bloccando le mie urla stringendomi anche il collo con il suo forte braccio.
Le lacrime mi sgorgavano dagli occhi chiusi mentre il dolore mi penetrava il cervello. Le mie urla erano ormai solo rantoli mentre Michele mi penetrava a fondo. Sentivo il mio ano tirare, il mio interno dilatarsi, Potevo percepire lo strusciarsi del suo cazzo sulle mie pareti.
Poi pian piano il sapore dei suoi boxer che mi riempiva la gola, l’odore intenso dei miei due tori mi portarono lentamente dal dolore al piacere estremo.
Delle voci in giardino mi fecero aprire gli occhi e vidi arrivare di corsa due soldati in mimetica. Rimasero di stucco alla visione di quanto si trovarono davanti.
Michele continuava a scoparmi a fondo nonostante i due intrusi che lentamente si avvicinarono alla finestra.
Mi fissavano e li riconobbi come gli autisti che ci avevano accompagnato quando arrivai con mio padre.
Tirarono fuori i loro cazzi che in pochi secondi divennero turgidi osservando il figlio del comandante prendere due cazzi in culo con la bocca piena di un paio di boxer.
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