Gay & Bisex

NAJA


di maledesire
28.04.2018    |    22.580    |    11 8.7
"Mani dietro la schiena e muoviti”..."
Da pochi gg mi ero trasferito per l’ennesima volta assieme ai mio padre. Lui era comandante dell’esercito e questo comportava per me rifarmi una vita ogni due tre anni in caserme sparse per il mondo.
Io avevo all’epoca 17 anni. Ero alto 180 un po’ magrolino ma definito grazie alla mia passione per i pesi che praticavo in casa. Ero gay. D’altra parte vivendo sempre all’interno di caserme e circondato sempre da soldati che altro potevo essere? Ma ancora poche esperienze. Sempre gente più grande di me e poi il terrore di mio padre..
Una mattina mi svegliai per il rumore della falciatrice. Cazzo mi ero dimenticato sarebbero venuti due soldati a sistemare il giardino. Guardai fuori dalla finestra e rimasi bloccato. Un esemplare di maschio perfetto: moro abbronzato e con fisico da urlo. Pettorali sviluppati e tartaruga perfetta con una leggera peluria nera che affascinava, tutto gocciolante di sudore. Presi il binocolo e lo squadrai cm x cm.
Quel corpo statuario mi aveva stregato. Avrei fatto qualsiasi cosa per leccarlo da capo a piedi e assaporarne sudore e odori. Era il maschio ideale dei mie sogni erotici lì davanti ai mei occhi. Si chinò per sistemare la falciatrice e i suoi pantaloncini scesero mostrando il solco delle chiappe. Quanto avrei pagato a infilarci la lingua …Non riuscivo a distogliere lo sguardo mentre la mia mano scese verso il mio cazzo. Bastarono poche manate per spruzzare sulla finestra. Mi svegliai dal torpore terrorizzato ma per fortuna lui non si girò dalla mia parte. Pulii alla svelta e scesi giù per la colazione.
Mentre andavo in cucina le risate all’esterno mi incuriosirono e dalla finestra notai che il mio bell’adone moro stava ridendo insieme con un'altra maschio che dai dorsali sembrava da 10 e lode nonostante i capelli rossi. Se la ridevano guardando al cellulare.
Il mio cazzo stava tornando in erezione e così mi recai in cucina per togliermi da quella vista.
Mi stavo preparando una limonata quando suonò il campanello.
Andai ad aprire e mi trovai il mio sogno erotico davanti a me in tutto il suo splendore e sudore.
“Ciao, scusa oggi si muore di caldo e ho finito già la scorta d’acqua. Posso usufruire del bagno perché sto scoppiando e così mi riempio nuovamente la bottiglia?. Scusa la tenuta ma è veramente infernale e nonostante la doccia di stamattina sono già tremendamente sudato e puzzolente”.
Rimasi qlc secondo in più del dovuto imbambolato davanti a quel dio greco che mi sovrastava di almeno 10 cm fino a quando lui si schiarì la gola riportandomi alla realtà.
“Ah ah scusa. Tentavo di capire cos’era sta puzza. Ah ah !! Pure io sto morendo e puzzo anche se non al tuo livello eh eh. Accomodati. Mi stavo preparando una granita e così ne preparo di più. Ho un bel po’ di ghiaccio pronto”.
Gli indicai dove era il bagno e mi diressi spedito in cucina. Quel corpo sudato e il suo forte odore mi aveva provocato una forte erezione e quindi mi misi con foga a spremere limoni.
Non mi accorsi di lui che mi prese da dietro cingendomi un braccio introno al collo.
“Ciao troietta sei ancora in calore sento. Il mio amico ha fatto un bel video della tua sborrata alla finestra mentre mi guardavi. Sono curioso di vedere quanto sborri mentre ti sfondo il culo con il mio cazzone. Lo senti?? “.
Non riuscivo a rispondere. La sua stretta al collo mi impediva quasi il respiro mentre la sua mano sinistra mi stringeva il cazzo che si induriva ancor più per la situazione e per la pressione sul culo da parte del suo cazzo che mi sembrava un barattolo di schiuma da barba.
“Ora sei nostro se non vuoi che il video arrivi al paparino. Comportati bene e ci divertiremo tutti vedrai. Ora in ginocchio e bevi ogni goccia. Abbiamo 4 gg liberi senza paparino da domani. Non vedo l’ora. Ora fammi vedere bene come sei cagna desiderosa del mio cazzo che poi se sono soddisfatto ti faccio bere anche il mio succo proteico chissà che sviluppi meglio questi pettorali”. Quindi mi strinse un capezzolo e il collo poi mi liberò appoggiandosi al bancone.
Restai voltato a riprendere fiato. Terrorizzato dalla situazione e del fatto che mio padre venisse a scoprire qlc.
Allora mi prese per i capelli mi girò la testa e la spinse verso l’altro suo braccio alzato strofinando il mio viso sulla sua ascella pelosa umida e odorosa.
“Lecca e annusa troietta”.
Quel forte odore mi pompò il cazzo che sembrava esplodere imprigionato nei boxer. Mi penetrava nelle radici e mi mandava fuori di testa. Sniffavo come i peggiori dei ninfomani mentre leccavo quei peli umidi.
“Ora scendi giù e apri la bocca”.
Mi misi in ginocchio ai suoi piedi arrivando giusto all’altezza della sua patta e rimasi a bocca aperta in attesa ad occhi chiusi.
“Troietta guardami bene dritto negli occhi con sguardo languido e voglioso”.
Aprii gli occhi nel momento il cui primo zampillo mi centrò l’occhio dx facendomelo bruciare e poi direzionandosi dritto in bocca.
“Ah ah ah scusa troietta non ho resistito. Ora chiudi e bevi il primo sorso”.
Mi riempì la bocca e con disgusto ingoiai tutto in un colpo. Mi vennero alcuni sforzi di vomito e lui attese che mi riprendessi prima di far ripartire il getto di piscio diretto nella mia bocca.
Non so come ma riusciva a controllarsi perfettamente e così fece per altre tre grosse sorsate. L’ultima la ingoiai senza sforzi di vomito.
“Aaahh ora va meglio. Ti piace la mia fanta personale vero troietta? Ora ho bisogno che con la tua bella lingua mi rinfreschi cazzo e palle togliendo via il sudore. Mani dietro la schiena e muoviti”.
Mi prese per i capelli e mi spinse la faccia sul suo cazzo barzotto. Mi fece strusciare il viso attorno a palle e lungo l’asta che si induriva mentre la mia lingua ci veniva spinta su e giù.
Il suo profumo di maschio mi perforava la testa. Annusavo come un cane mentre la mia lingua scorreva salendo dalle palle lungo l’asta. La situazione e il suo sudore intenso , il suo sapore e il suo odore mi fecero venire senza toccarmi proprio mentre un cellulare iniziò a squillare.
Solo in quel momento mi accorsi che l’altro ragazzo era sull’uscio della cucina intento a riprendere con il cellulare mentre si smanettava il cazzo che era coperto da un folto ciuffo di pelo rosso come i suoi capelli.
Era rimasto pure lui sorpreso dallo squillo ma rispose sempre smanettandosi il cazzo che aveva la cappella gonfia con le prime gocce di precum. “Cosa vuoi? Cazzo ok . grazie mille… Merda il padre ha chiesto l’auto e sta arrivando. Dobbiamo rimetterci al lavoro.”.
“Dai Red sei quasi alla fine senti che lingua ha questa troietta.”
Si avvicinò e il moro mi spinse verso quella cappella dove leccai le gocce di precum.
Un forte tirone ai capelli mi fece urlare e il rosso ne approfittò per infilarmi il suo cazzone in bocca. Mi prese per le orecchie e insieme al suo amico spingeva la mia testa su e giù spingendomi il cazzo fino in gola.
Gli sforzi mi fecero espellere muco da naso e gola ma il cazzo rimaneva piantato dentro di me. Finalmente tirò fuori quel grosso cazzo che mi sembrava impossibile fosse entrato tutto dentro di me. Mi diede un paio di colpi al viso con quel bastone nodoso e poi me lo infilò nuovamente a fondo. Sembrava volesse far entrare anche le palle. Nuovi sforzi mi assalirono mentre la cappella cominciò ad eruttare abbondanti spruzzi nelle mie tonsille. Parte mi uscì dal naso insieme a mio muco.
Finalmente venni liberato e scivolai sul pavimento semidistrutto mentre i due se la svignavano ridendo.
Ero lercio di muco, sborra e piscio e del loro sudore che mi pervadeva ancora le narici. Mi sentivo lo stomaco pieno di piscio e avevo la bocca impastata di sborra. I miei pantaloncini avevano una vistosa macchia per la mia personale sborrata.
Ripulii alla svelta il pavimento con lo scottex e spray, spalancai la finestra e corsi in doccia dopo aver nascosto miei vestiti sporchi sotto il letto.
Mi attardai sotto il getto fresco della doccia e dopo essermi asciugato mi diressi in camera per vestirmi. Sentii delle voci che ridevano con mio padre e scesi giù.
Rimasi paralizzato mentre vedevo mio padre con i due ragazzi di prima che se la ridevano in cucina.
“Oh ecco il mio ragazzo! Luca questi due sono Ivan e Michele. Sono due soldati della caserma che gentilmente stanno sistemando il giardino e a cui ho chiesto di tenerti sotto controllo nei prossimi giorni mentre sono via. Devo partire per una missione al posto di un altro comandante che ha la moglie in ospedale. Ho chiesto loro anche per sistemare la doccia della mia camera, il tetto e altri piccoli lavori in casa”.
“Non si preoccupi comandante noi e altri colleghi ci occuperemo del suo ragazzo e di sistemare la casa. SARÀ UN PIACERE PER TUTTI NE SONO CERTO. Momenti di festa insieme in questo periodo di calma piatta e caldo afoso”.
Mio padre di spalle non si accorse del suo sguardo penetrante verso di me e della sua mano che si massaggiava il cazzo mentre Ivan il moro diceva quelle parole.
“Quanto starai via papà? Non posso venire conte?”
“No piccolo. Non è posto molto sicuro per uno sbarbatello come te. Credo max una settimana. In attesa che l’altro comandante possa rientrare. Dai mi hanno detto che qui c’è una palestra ben fornita e anche la piscina così potrai sfogare le tue passioni”.
Notai il ghigno soddisfatto dei due e mi vennero i brividi.
“Ah ah Signore per le sue passioni qui troverà molti pronti a tenergli compagnia non si preoccupi”.
“Ottimo grazie mille. Ora vado a fare una doccia prima di partire. Puzzo anche se non quanto Voi due ah ah ah”
“Ci scusi Signore ma oggi afa terribile e lavorando sotto il sole…”
“Tranquilli. Ora il mio ragazzo vi offre qlc di fresco. Grazie mille e chiamatemi se il ragazzo fa problemi”. Salutò e andò di sopra.
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I due continuavano a fissarmi senza parlare.
“V..v..volete un succo o una coca?”
“Di fresco voglio il tuo culo troietta. Voglio sentire i tuoi gemiti mentre ci affondo il mio cazzo, sentire come si allarga e poi vederlo aperto e gocciolante di sborra mentre il paparino è sopra che si lava”.





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