Gay & Bisex

MASTER


di maledesire
28.04.2018    |    16.738    |    4 6.5
"Oltre a godermela voglio anche guadagnare altri soldi dopo lo sverginamento che hai ricevuto ah ah..."
Lo avevo contattato in chat. Io ventenne nuotatore professionista ero un bel bocconcino, ma lui, con i suoi 35 anni e due metri di statura, aveva proprio un fisco scolpito e da urlo. Lui era un master ed io avevo voglia di provare nuove esperienze. I suoi modi autoritari mi avevano stuzzicato e dalle foto e video mi aveva mostrato di possedere diverse attrezzature e strumenti interessanti, tra cui un grosso cazzo di 23 cm dritto e venoso che produceva grosse quantità di liquido bianco.
L’appuntamento era presso un capannone nella zona industriale della città limitrofa. Il week end sarei stato merce del mio padrone. Non toccavo cibo dalla sera prima come da ordini. La sera del venerdì arrivai con dieci minuti di ritardo causa il traffico dovuto alla nevicata inaspettata e lo trovai ritto in piedi braccia conserte ed appoggiato ad un furgone. Cazzo era alto quasi venti cm più di me. Bomber nero, pantaloni in pelle e anfibi, viso nascosto da passamontagna. Ma se non era veramente lui? Mi avvicinai e stavo per aprire bocca quando uno sganassone mi colpì sul viso.
“Non ti ho dato il permesso di parlare. Sei in ritardo merda! Spogliati nudo completo, anche calze e scarpe. In ginocchio e apri la bocca!!”.
Era la sua voce! Ubbidii e mi spogliai completamente nudo come mi aveva ordinato. Finalmente avrei potuto succhiare quel bastone che aveva accompagnato molti dei miei sogni. Mi inginocchiai sulla neve tremando per il freddo e mi misi a bocca spalancata. Tirò fuori il suo cazzo in semierezione … “tutta e guai a te!!” e cominciò a inondarmi di piscio! Era la prima volta, non riuscivo a deglutirla tutta vista l’abbondanza e parte mi colava dalle labbra. Era aspra e calda, ma non mi dispiaceva. Da tempo volevo provare. Finito si scrollò il cazzo sbattendolo forte sul mio viso. Poi mi impose di mettermi a 90 sul cofano della mia auto.
Mi aprì le gambe, tremavo per il freddo ed il tepore del cofano era un toccasana. Poi si si mise dalla parte opposta e mi prese le mani tirando le mie braccia. Sentii qualcuno scendere dal furgone vicino, si mise dietro di me e mi colpì più volte le chiappe con qlc che sembrava una racchetta da ping pong. poi mi aprì le chiappe con le mani e senza lubrificare poggio la sua cappella sul mio buco. La sentivo premere, era molto grossa e faceva fatica ad entrare. Dava delle piccole spinte per forzare il mio ano fino a quel momento invaso solo da zucchini e qualche mio dito. Sentivo le pareti cedere e il tipo impaziente mi piantò il suo cazzo nel culo tutto in un colpo. Fu un dolore devastante. Sembrava mi avesse squarciato con un bastone. Urlai mentre il master sogghignava. Ero bloccato mentre il tipo cominciava a scoparmi.
“Continua a fissare il mio sguardo BRUTTA MERDA e trattieni le urla. Dalla tua cazzo di bocca le uniche parole che possono uscire sono solo un forte Sissignore”. Si tolse il passamontagna. Era intrigante da morire. Quel suo sguardo bastardo mi penetrava dentro. Ero suo e lui lo sapeva.
Il tipo mi scopava facendo uscire il suo cazzo quasi ogni volta mentre io fissavo il mio padrone trattenendo le urla. Solo qualche gemito a bocca aperta quando il tipo dietro affondava completamente il suo cazzo dentro di me. Era bello grosso e lo sentivo crescere di dimensioni e misura. Il dolore si affievoliva mentre il piacere incrementava. Il mio corpo fremeva per il freddo ed il piacere. Quella situazione la aspettavo da tempo. La violenza era uno dei miei desideri, anche se non pensavo con più persone.
Il mio corpo veniva schiacciato sulla carrozzeria bloccato dal mio padrone e dalle spinte del mio carnefice. Sembrava tutto così irreale. La neve continuava a cadere fitta, io nudo tremavo mentre l’unico rumore erano le palle del tipo che sbattevano su di me ad ogni affondo. Era instancabile, cominciò a perforarmi facendo uscire completamente quel grosso cazzo per poi affondarlo deciso e fino alle palle. Gli affondi crebbero di velocità mentre le mie urla da dolore erano ora mugolii di piacere.
“Ti piace vero TROIA?”. Urlai un “SISSIGNORE” mentre caldi fiotti di sborra invadevano il mio culo reso rovente dagli affondi e dai colpi precedenti.
Il tipo dietro si staccò e mi allargò le gambe, mi infilò qlc su per il culo e cominciò a darmi piccole sberle sulle palle, man mano sempre più forti. Il master mi fissava e sogghignava, poi mi sputò sul viso mentre le mie palle venivano stritolate facendomi urlare. Poi il tipo dietro se ne andò.
Ero gelato appoggiato sulla carrozzeria mentre il master mi tirava per le braccia. “Ora hai un plug nel culo per non far uscire la sborra. Guai a te se lo perdi!!”. Poi mi mollò le braccia, con una mano mi prese per i capelli e con l’altra e mi diede un forte pugno sul viso. “Non ti avevo detto di non urlare?? Guarda ora ti verrà un bel livido su quel faccino”.
“Ora cambiamo posto seguimi”
Mi alzai e lo seguii. Mi fermai pensando alla mia auto “Ma l’auto..”. Non feci in tempo a finire la frase che il padrone mi diede un calcio all’indietro che mi colpì nel ventre così forte da farmi cadere alcuni metri più indietro andando a sbattere sulla mia auto. Caddi sulla neve e persi il plug sentendo la sborra uscire copiosa dal mio culo.
Mi mancava il fiato e il dolore alle costole era lancinante. Mi prese per i capelli facendomi sbattere la testa sulla carrozzeria.
“Non devi parlare. Non capisci un cazzo. Ora spalanca la bocca”. Si aprì la patta e il suo cazzone saltò come una molla. Un secondo e la sua cappella mi arrivava nell’esofago. Sforzi di vomito mi percuotevano mentre quel grosso bastone faceva su e giù nella mia gola. Spasmi mi facevano buttar fuori un mare di saliva. Ora capivo perché non mi aveva fatto mangiare. Avrei buttato fuori anche l’anima.
Si divertiva a farmi annaspare fino all’ultimo respiro. Si divertiva a farmi annusare i suoi peli pubici mentre tutto il cazzo era dentro la mia gola fino a procurare sforzi di vomito. Il freddo era intenso e mi entrava dentro. Il mio culo poggiava sulla neve sporca di scarpe e intrisa della sborra uscita dal mio culo.
“Ora cagna bevi tutto senza lasciare una goccia e poi puliscimi il cazzo…BEVIIII”. Sembrava un idrante…cazzo che q.tà di sborra!!! Non so come potesse farne così tanta…continuavo a deglutirla mentre la bocca si riempiva ad ogni spruzzo. Mi sembrava di esser attaccato ad un biberon con il buco largo.
Riuscii a berla tutta e quindi mi misi a ripulirgli il cazzo come ordinato passando e ripassando la mia lingua lungo quell’asta ancora incomprensibilmente rigida. Mentre facevo quel lavoro lo guardavo negli occhi e lui prima mi sorrise poi mi sputò sul viso.
“Ti sei dissetato troia?”
“SISSIGNORE!!”
“Sei proprio una cagna. Ora sei di mia proprietà per questo week end. Hai passato l’esame e come premio ti posso usare come voglio. Oltre a godermela voglio anche guadagnare altri soldi dopo lo sverginamento che hai ricevuto ah ah. Ho in mente belle cosucce per te …sei proprio un bel bocconcino. Ora faccio il gentile”. Mi prese per i capelli, mi spinse a terra sulla neve a pancia in giù e mi ammanettò le braccia.
“Striscia fino al furgone così il freddo ti affievolisce il dolore alle costole mentre mi fumo una cicca”.
Con le manette ai polsi potevo solo spingermi con i piedi. La neve era freddissima ma la pressione sulla terra mi aumentava il dolore alle costole invece di diminuirlo. Sapevo che lui ci godeva.

Il furgone era più lontano di quanto credessi, il colpo alle costole mi toglieva il respiro ma il freddo della neve leniva il dolore.











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