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Gay & Bisex

Nuovo lavoro??


di maledesire
08.11.2018    |    23.805    |    15 9.5
"Poi lui con le dita spinse il suo cazzo verso l’alto con la cappella che appoggiava quasi sull’ombelico..."
Avevo bisogno di soldi e lessi quell’annuncio nei tunnel della metro. Cercavano nuovi volti per piccole pubblicità. Chiamai e mi fissarono appuntamento in una villa fuori città. Feci molte foto indossando costumi di vario colore. Poi mi offrirono più soldi per pose con il culo scoperto e acconsentii. Presi 300 euro per due ore di pose.
Il fotografo, un uomo sui trent’anni, entrò nei camerini insieme con un altro ragazzo che aveva posato mentre io mi stavo asciugando dopo la doccia per ripulirmi degli olii che avevo sul corpo. Ero seduto sulla panchina e lui, mentre l’altro ragazzo entrava in doccia, mi si piazzò davanti dicendomi a bassa voce che un suo amico aveva una casa di produzione gay dove mi avrebbero pagato molto.
Io dissi che avevo la ragazza e lui, mentre si spogliava, mi rispose che potevo limitarmi a fare delle riprese con dei dildo invece di cazzi veri ma che la mia disponibilità era cmq commisurata al compenso.
“Io sono diretto. Sei molto sexy e hai un culo da favola ragazzo, inoltre hai la faccia da suora puttana che attizza l’uccello. Secondo me hai più chance del ragazzo in doccia. Lui è un abile pompinaro e quindi se vuoi che segnali te al suo posto datti da fare con lingua e bocca”.
Mi prese per i capelli e mi spinse sui suoi slip gonfi facendomi strusciare il viso attorno.
Fui preso alla sprovvista ma quel gonfiore, quel forte mix di odori di piscio e sudore mi penetrarono nella testa. Una sensazione stranissima e mai provata, non di ribrezzo ma di godimento assoluto. Cominciai ad annusare e leccare quegli slip come fossero fonte di ossigeno vitale. Mi concentravo negli incavi tra palle e coscia cercando di passare con la lingua sotto l’elastico. Mio unico desiderio era assorbire quel mix con naso e lingua come se fosse una linfa vitale per la mia esistenza.
Mi prese per i capelli tirando indietro la mia testa e allontanandomi con mio gran dispiacere.
Con la mano libera fece scendere i suoi slip e il suo cazzò balzò sull’attenti come una molla. La cappella rossa e gonfia era umida di precum. I miei occhi erano attirati come da una calamita.
“Lo sapevo.. una vera cagna sei. Apri la bocca!”.
Lo feci e lui ci sputò dentro poi fece scendere della saliva sulla cappella e mollò la presa sui miei capelli.
Io abbassai lo sguardo verso quella meraviglia e senza che me lo chiedesse mi avvicinai alla cappella, con la lingua prima gustai il suo precum e poi la sua saliva. Percepii anche sapore di piscio recente e questo mi eccitò ancor più. Anche il mio cazzo era teso e dritto.
Poi lui con le dita spinse il suo cazzo verso l’alto con la cappella che appoggiava quasi sull’ombelico.
E io mi fiondai sulle sue palle annusando, leccando e succhiando il suo sudore, salendo lentamente lungo l’asta ma la sua mano mi impediva di prendere in bocca la cappella.
Scendevo verso le palle, le annusavo, prendevo in bocca entrambi i coglioni, infilavo la lingua verso l’ano e risalivo lungo l’asta che sentivo sempre più gonfia. Ogni tanto si ripuliva la punta dal precum e mi dava il dito da succhiare.
Tutto il resto era sparito. Non so quanto tempo era trascorso quando ad un tratto mi spinse il viso verso sinistra e mi trovai a pochi cm un’altra cappella gocciolante. La mia bocca la avvolse e la lingua ripulì e gustò un nuovo precum più acre.
Il cazzo scivolava dentro la mia bocca spingendo verso le tonsille. Sentii la cappella forzare. Cercai di aprire la gola e spingere la lingua verso il basso per fare spazio. La sentii farsi strada e scendere verso le tonsille. Respirai forte con il naso cercando di evitare gli spasmi che emergevano. Poi dovetti desistere e indietreggiare.
Feci appena in tempo a prendere una boccata di respiro che il fotografo spinse la mia testa nuovamente verso il cazzo del ragazzo che cominciò a darmi della puttana, ordinandomi di ingoiare tutto mentre il suo cazzo affondava di brutto nella mia gola: due grossi fiotti di sborra scesero nelle tonsille e altri in bocca mentre usciva con il suo cazzo.
Quella sostanza viscida e densa mi parve il più ghiotto dei nettari. Bloccai con la mano l’uscita di quel cazzo dalla mia bocca e mi attaccai alla cappella come un neonato al capezzolo, tentando di aspirare ogni goccia ancora presente. Il ragazzo mi spinse via devastato e dolorante dandomi della puttana schifosa.
Il fotografo mi prese per i capelli e mi spinse verso il suo cazzo che mi riempì il viso di sborra. Un primo spruzzo mi centrò l’occhio provocandomi un bruciore intenso. Non so quanta ne fece. La sentivo colare mentre altri piccoli spruzzi mi colpivano la bocca aperta.
Liberò la presa nei miei capelli e con le dita raccolse la sborra che mi riempiva il viso per poi farmele succhiare mentre si congratulava con me per quanto fossi cagna. L’altro ragazzo si accorse che dal mio viso era caduta della sborra sul suo piede e nel pavimento. Mi ordinò di ripulire tutto con la lingua e così feci su pavimento e dorso del piede. Poi mi lasciarono lì e se ne andarono in doccia.
Mi vestii in fretta e scappai da quell’edificio correndo come un pazzo.
La notte non riuscivo a dormire. Continuavo a pensare a quello che avevo fatto, a come quegli odori di maschio mi avevano stregato, al sapore della sborra che avevo ingoiato. Mi segai due volte gustando ogni goccia della mia sborra. Quel gusto mi piaceva un sacco.
La mattina successiva ricevetti una telefonata da parte di una segretaria di uno studio di produzione che mi comunicava di presentarmi la mattina successiva ad un indirizzo in provincia, spiegandomi come arrivare ad un casolare di campagna dove sarebbero avvenute le riprese. Chiesi spiegazioni su cosa era previsto ma lei mi disse che le era stato detto solo quanto mi aveva segnalato. Il resto dovevo chiedere al mio arrivo.
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