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Un sogno diventato un incubo


di maledesire
08.01.2024    |    11.824    |    13 8.9
"Vengo preso per i capelli e spinto con la testa verso l’altro nello stesso istante in cui qualcosa di viscido mi colpisce un occhio e il naso colandomi sul..."
Sono ormai passati quattro mesi che mi soni trasferito a Milano. Il mio sogno di trovare lavoro come ballerino o modello si è duramente scontrato con la realtà. Numerosi sono gli ostacoli: la forte concorrenza, i miei rifiuti alle richieste di prestazioni sessuali da parte di molti maschi e la mia altezza limitata a 1.75.
Pur se molto maschile con barba e corpo peloso, il mio culetto sporgente e le mie labbra gonfie scatenano le voglie di molti maschi in quella città; venendo da un paesino della Sicilia resto schifato ogni volta e non riesco a trattenere la mia ira, cosa che mi ha portato a cambiare diversi lavori serali limitando sempre più le mie finanze.
Ora sono un ventenne lavapiatti in una bettola gestita da una anziana signora slovena e dalle tre figlie e vivo in un motel ad una stella, gettonato da troie e travestiti come loro dimora o solo tana dove portare clienti.
Sto pensando di ritornare al mio paese quando ...
E’ quasi orario di chiusura quando sento in sala delle urla delle proprietarie. Mi affaccio alla saletta e vedo un uomo sui trent’anni che discute animatamente con la titolare. Alto almeno 1,9mt, capelli rasati, barba incolta, vestito di un gilet e braghe di pelle con il petto in bella mostra, un corpo atletico perfettamente definito con un six pack quasi gonfio e due pettorali contornati da una peluria nera che scede vs l’ombelico. Due braccia muscolose di cui una completamente tatuata come il pettorale ed il collo. Uno sguardo sadico che mette paura e soggezione anche se sono uno che i problemi li affronta sempre di petto.
Chiedo alla titolare se va tutto bene ed il tipo si gira verso di me avvicinandosi. “E chi cazzo è questo?”.
“Igor, fratello mio, lascialo stare è solo un ragazzo assunto per darci una mano a lavare le cose” dice una delle ragazze parandoglisi davanti.
“Ah io a marcire anni in prigione per aver fatto fuori quella merda di Vostro padre che dopo essersi scopate voi da ragazzine è passato a Jonas, distruggendolo nel corpo e nell’anima fino a quando si è buttato sotto un cazzo di treno e voi non avevate soldi da inviarmi in prigione ma per lavorare meno e pagare questa troietta li avete, CRISTO”.
“TROIETTA a chi?” urlo senza pensarci e in un secondo mi ritrovo preso per il collo e spintonato dentro la cucina mi trovo con le spalle al muro, con un braccio bloccato dietro la schiena e una mano che mi stringe il collo alzandomi da terra.
“Tu sei una troietta o una vera cagna? Cazzo sembri la copia in versione mora del biondino mio ultimo compagno di cella. Sai in mancanza di figa ci si accontenta anche di altri buchi e il mio cazzone ha trasformato diversi maschi in svuotatolo per le mie palle; ne sono passati diversi nella mia cella ma gli ultimi 5 anni ho allevato quel ragazzino che era finito in cella per una cazzata e che ha avuto la sfortuna che quella sera la mia fosse l’unica cella con un letto libero. Ricattando quel miliardario di suo padre sto ancora guadagnato un sacco di soldi, ma mi sa che quel porco si gode a vedere i video del figlio che viene farcito di sborra e piscio del mio cazzone. Tu gli assomigli molto e mi fai rizzare il cazzo proprio come lui, allunga la tua mano e senti che effetto mi fai”.
Sto annaspando mentre quel pazzo continua a parlare e a premere sul collo, così obbedisco al suo ordine e la mia mano si avvicina alla sua patta dove rimango basito delle dimensioni delle sue palle e della lunghezza di quel grosso cazzo che si sente nitidamente scendere lungo la coscia.
Molla la presa e scivolo a terra riempiendo i miei polmoni di aria che inspiro avidamente.
Sono stordito, mi gira la testa, sento delle voci di donna lontane ma non capisco cosa dicono, quando all’improvviso qualcosa mi colpisce sulle guance ripetutamente a destra e sinistra lasciandomi una sensazione di viscido sul viso. Vengo preso per i capelli e spinto con la testa verso l’altro nello stesso istante in cui qualcosa di viscido mi colpisce un occhio e il naso colandomi sul viso, con l’occhio libero faccio in tempo a vedere il suo ghigno e il suo grosso cazzo che mi sberla prima che un altro sputo mi centri l’occhio. Nel momento stesso in cui apro la bocca per gemere di dolore il suo cazzo si infila prepotente senza remore spingendo e facendosi strada nelle tonsille, sento la cappella spingere e la bocca piena della sua asta pulsante.
Vengo preso per le orecchie e il tipo comincia a fottermi la gola come un coniglio spingendo e arretrando con la sua asta ma con la cappella sempre al limite delle tonsille, mentre sento le urla delle donne che lo avvisano di aver chiamato la polizia.
“Ora ti riempio, ingoia troietta” e un primo potente spruzzo viene sparato nelle tonsille seguito da altri due che sono costretto ad ingoiare mentre sento il cazzo arretrare. Un altro spruzzo mi riempie la bocca e altri due riducono una maschera il mio viso”.
“Cazzo che sborrata erano gg che avevo le palle piene”. Sento un click e poi sento l’uomo aprire la cucina e salutare le donne.
Vorrei sprofondare, inizio a piangere come un bambino con gli occhi chiusi e coperti di sputi e sborra che sento colarmi lungo le guance.
Una delle donne mi ripulisce con un panno e l’altra mi offre un bicchiere di liquore per tirami su. Mi dicono che la polizia non è stata chiamata e che non mi conviene fare denuncia contro quel loro fratello pazzo e pericoloso. Mi danno i soldi di due mesi di lavoro dicendo che altro non possono fare e me ne esco senza nemmeno guardare in faccia nessuno.
Ritornato in motel mi butto sotto la doccia dove rimango a lungo a terra piangendo con l’acqua che scorre su di me. Poi mi ripiglio mi alzo e inizio a lavarmi. Mentre mi passo la spugna sui testicoli ho un flash back di quel suo sguardo e quel grosso cazzo svettante, ripercorro quelle sensazioni mentre mi affondava in gola, sento d nuovo quell’odore penetrami nel naso, quella grossa cappella premere nelle tonsille, quelle grosse vene pulsare prima del primo spruzzo e vengo anche io imbrattando il box di numerosi spruzzi.

Esco dalla doccia ancor più sconvolto di prima pensando a cosa cazzo mi sta succedendo, mi butto a letto e inizio a piangere fino ad addormentarmi.
Rimango tutto il giorno a letto a dormire e pensare. Mi sveglio che è notte, sono in un lago di sudore, quel maledetto condizionatore sì è nuovamente bloccato. Mi infilo un paio di slip e mi prendo una birra dal frigo quando delle urla di donna rompono il silenzio. Sento delle porte sbattere ed altre aprirsi e qualcuno che corre lungo il corridoio. Apro la porta e vedo altre teste sbucare dalle porte mentre due ragazzi di spalle completamente nudi discutano in lingua straniera con una ragazza. Da una camera esce un signore che si mette in mezzo e viene subito aggredito e preso a pugni mentre la ragazza ne approfitta per fuggire via. L’uomo finisce a terra e un terzo ragazzo esce da una stanza e urla a tutti di rientrare nelle camere.
Rimango pietrificato mentre i suoi occhi si illuminando incrociando i miei e il suo ghigno beffardo mi penetra nell’anima. Sono tutti e tre che fissano nella mia direzione con i loro cazzi in completa erezione.
Chiudo la porta e mi dico che sto solo rivivendo quell’incubo, rimango bloccato alcuni minuti ma non sento alcun rumore dal corridoio. Ritorno a prendere la mia birra con un sospiro di sollievo quando un messaggio mi arriva sul cellulare. E’ un numero sconosciuto ed è una foto, la scarico e rimango paralizzato. Un primo piano del mio viso gocciolante sborra e sputi. Un nuovo messaggio dice “apri la porta troietta o la sfondiamo come faremo con il tuo culo”.
Il cellulare mi cade a terra mentre bussano alla porta.
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