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Gay & Bisex

Nuovo lavoro? Parte 3


di maledesire
13.11.2018    |    9.479    |    6 8.9
"Cominciai lentamente a scendere leggermente mentre la mia lingua saettava sopra e sotto, a destra e a sinistra..."
Non feci nemmeno in tempo ad aprire bocca che in un secondo fu in piedi davanti a me ancora inginocchiato a terra. Mi prese per i capelli e cominciò a strusciare la mia faccia sulla sua patta facendomi sentire lo spessore e la lunghezza del suo cazzo, quindi mi spinse verso le palle, divaricò i pantaloncini e spinse il mio naso che fu avvolto da un intenso odore di sudore e piscio.
“Ora inspira profondamente e poi fammi sentire la tua lingua che raspa i peli delle mie palle ripulendole dal sudore. Ti faccio un regalo da buon fratellastro: direttamente dalla fonte e non dagli slip”.
Era più forte di me. La mia mente perdeva il controllo a quegli odori. Annusai profondamente più volte e poi mi schiacciai ancor più per arrivare più a fondo con la mia lingua assaporando anche con essa quel mix per me vitale.
Non portava gli slip e così la strada fu più semplice per cercare di ripulire dal sudore la zona più ampia possibile.
Tirandomi per i capelli mi allontano spingendomi indietro la testa e sputandomi in faccia.
In un lampo si tirò giù i pantaloncini e il suo cazzo sobbalzò puntando dritto verso di me.
“Ora pulisci bene la mia cappella che ho appena pisciato, poi scendi ingoiandone sempre di più. Devi farmi vedere se sei una brava puttana o se ti devo addestrare con forza”.
Mi avvicinai a quella grossa cappella rossastra. La baciai sulla punta e con la lingua girai intorno alla base gustando quel forte sapore di piscio che mi provocava delle scosse che saettavano verso il cervello. Misi la cappella in bocca sempre lavorandoci attorno con la lingua scendendo lentamente alla ricerca di quel sapore che in punta piano piano svaniva con il mio lavoro di pulizia.
“Guardami puttana. I tuoi occhi devono essere sempre aperti mentre ti scopo. Devo vedere nel tuo sguardo che mi implori di essere usato”.
Lo guardai fisso negli occhi mentre ingoiavo ancora qlc cm del suo cazzo. All’improvviso mi prese la testa con ambo le mani e affondò nella gola spingendo con forza per entrare nelle mie tonsille. Mi sentivo soffocare. Cercavo di spingere la lingua verso il basso per fare più spazio. Mi mancava il respiro, Cercavo di spingere via le sue gambe. Mi sentivo avvampare. Un conato finalmente lo convinse a mollare la presa.
Mentre ero piegato su me stesso alla ricerca di aria lui prese dal letto la boccetta di popper e mi ordinò di aspirare. Una, due, tre, quattro. Al mio rifiuto si mise alle mie spalle e qlc dalla scrivania mentre io rimasi immobile con la testa che mi girava. Mi prese alle spalle e mi ammanettò i polsi con le braccia incrociate dietro la schiena, con del nastro mi chiuse la bocca e con un braccio mi cinse il collo.
“Ora vediamo se ti prendi questo popper brutto stronzo”.
Strinse il mio collo strangolandomi fino a farmi mancare il respiro, per poi piantare sotto il mio naso il popper nel momento in cui cercavo disperatamente aria. Continuò con questo trattamento per 6 volte.
Poi si mise davanti a me con il cazzo in tiro, dritto e venoso che puntava verso il mio viso. Mi mise la benda sugli occhi.
“Ora devi arrivare fino a sentire i peli che ti pungono il naso e trattenerlo dentro più a lungo possibile”.
La testa mi esplodeva, il cuore martellava così forte che mi sembrava esplodere, la mia erezione era così intensa che provocava dolore ma nulla mi importava, l’unica cosa che mi interessava era assaporare quel cazzo. Mi spinsi in avanti con il viso e la cappella umida di precum si appoggiò alle mie labbra. La mia lingua lentamente passò su ogni suo punto prima che la mia bocca la avvolgesse. Cominciai lentamente a scendere leggermente mentre la mia lingua saettava sopra e sotto, a destra e a sinistra. Poi con la lingua scendevo lateralmente lungo l’asta fino alle palle per poi risalire dall’altra parte di quel cazzo dritto, duro, venoso e pulsante. Ritornavo alla cappella che avvolgevo nuovamente ricominciando il gioco con la lingua e scendendo ogni volta qlc cm in più.
Ripetei questo compito più volte, spingendo sempre più in fondo quel cazzo dentro di me. Il popper rilassò i miei muscoli consentendomi di sentire la cappella farsi strada sempre più a fondo nelle mie tonsille. Ma non riuscivo ad arrivare alla base e soddisfare l’ordine di arrivare ai peli pubici nonostante mi sforzassi.
Ad un certo punto, mentre il suo cazzo era a fondo dentro di me e mi sforzavo di trattenere gli spasmi mentre cercavo di spingermi oltre fui costretto nuovamente a respirare dal popper per tre volte. Poi mentre finalmente incamerai ossigeno puro mi piantò tutto il suo cazzo fino a farmi sentire i peli. MI prese per le orecchie trattenendo la mia testa mentre dai lati e dal naso mi usciva muco. Poi mollò la presa e con una sberla che mi bruciò la mascella mi buttò a terra.
Rimasi carponi a tossire e prendere fiato mentre lo sentivo armeggiare alle mie spalle. Mi prese per i capelli spingendomi indietro la testa e ordinandomi di tenere la bocca aperta e bella spalancata. Sentii scendere alcune gocce in gola e poi una stoffa umida mi venne strofinata sul viso e premuta sul naso. Un forte odore di sudore penetrò nelle narici. “Ingoia anche cagna, ti ho spremuto il sudore della mia canotta come regalo”. Poi mi prese per i capelli e mi alzò strusciando la mia faccia sul suo torace umido e peloso. Poi mi prese la testa e la strusciò sulla ascella.
Cazzo. Il suo corpo era letteralmente bagnato di sudore, forte, acre, intenso e tremendamente eccitante. Cominciai a leccare salendo dal petto lungo l’ascella e inumidendo mie labbra e naso in quel nettare divino.
Poi con una mano mi prese per il collo spingendomi indietro di qlc metro.
“L’odore di maschio ti fa impazzire lurido succhiacazzi. Ora scendi lentamente con il culo per sederti”.
Si mise al mio fianco senza mollare la presa. Io mi abbassai leggermente fermandomi quando sentii qlc di duro e umido puntare al mio culo. Mi spostai leggermente sino a sentire quella cosa puntare dritta sul buco, poi scesi lentamente. Sentivo quella cosa forzare l’entrata ma il dolore non era intenso. Il lubrificante, il popper, il sudore, l’odore di sesso che riempiva la stanza, la situazione, la mia testa che scoppiava. Non so quale fosse il fattore che mi spingeva a continuare a scendere sentendo quella cosa farsi strada dentro di me. Mollò la presa e si mise di fronte a spingendo la mia testa verso il suo cazzo che cercai volontariamente di piantarmi più a fondo possibile mentre mugolavo di piacere intenso sedendomi sulla sedia con quel coso completamente dentro di me.
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