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Gay & Bisex

Due pompe e una leccata dietro...


di sportivobsx
06.02.2018    |    21.197    |    9 9.5
"“Certo”, se no cosa venivo a fare mi dico tra me e me..."

Una notifica mi avvisa che qualcuno mi ha scritto su grindr. Clicco sul menu a tendina e la leggo. È un ragazzo sulla trentina che mi chiede cosa stia cercando. Gli rispondo che non cerco nulla di che, qualche conoscenza e se poi viene dell’altro ben volentieri. Lui, invece è più diretto. “Fai pompini?”. Gli rispondo che certo che sì, che adoro il cazzo e mi piace un sacco leccarlo e succhiarlo tutto per bene. “Succhi anche le palle?”. Ovvio... mi domando per chi mi abbia preso, magari è il classico finto etero fidanzato con una ragazza che lo succhia poco e pure male e che non sa minimamente come si succhia per bene un bel cazzo.

Dopo qualche altra informazione mi chiede quando sono disposto a prenderglielo in bocca. Sinceramente non mi interessa più di tanto in quel momento, troppo diretto per i miei gusti e poi non sono il tipo da combinarle ste cose, preferisco capitino sul momento che sono molto migliori e più intriganti, su quella app cerco esclusivamente conoscenze. Lui insiste, mi manda un paio di foto del suo fisico e del suo viso.

Beh niente da dire, un bel ragazzo, un bel fisico tenuto e curato, il classico maschio, moro e di corporatura media. “Allora me lo succhi?”, insiste. Gli rispondo che quando si può combinare si può fare. “Ora, tra brevissimo. Lavoro in una catena di abbigliamento, c’è poca gente subito dopo pranzo, ti porto nel retro e me la fai. Dai che ho voglia” e mi allega la mappa con la sua localizzazione. Non molto distante da me, il tipo mi intriga, mi è venuta voglia e quindi accetto.

Docciato da poco e con indosso una tuta, mi metto le scarpe, il giubbotto ed esco. Tre fermate di bus e sono nei pressi del negozio di abbigliamento a due piani. Entro, primo piano abbigliamento da donna e cose per la casa, uomini al secondo, quindi salgo le scale. Non conosco bene quel posto, ci sono stato qualche volta ma diverso tempo prima e non ricordo granché. Mi guardo attorno, non c’è quasi nessuno, una coppia di anziani, un altro signore intento a guardare i giubbotti e un signore sulla 50ina alla cassa. Passeggio un po’ finché non lo vedo. Lorenzo è in fondo che sta sistemando una pila di magliette. Mi avvicino, mi riconosce e mi sorride. Si guarda intorno, gli sono quasi vicino e mi mormora “so come ti posso aiutare”.

Mi viene da ridere. Mi dice di aspettare un attimo, fare un giro, poi lui va dietro che c’è un magazzino, io di stare attento e quando non mi può vedere nessuno passare dietro, entrare e chiudere facendo piano.
E così mi ritrovo in uno sgabuzzino, medie dimensioni, pieno di scatoloni ai lati e in parte anche in mezzo, con etichette varie in giro. Mi tolgo il giubbotto, lui mi guarda e mi chiede se mi va. “Certo”, se no cosa venivo a fare mi dico tra me e me. Lui indossa un maglione nero, dei calzoni abbastanza aderenti marroni e delle scarpe scure. Senza perdere tempo mi metto di fronte a lui e mi inginocchio.

Prima di lasciarmi fare con una mano lui si tocca vigorosamente il pacco dai pantaloni. Allento la cintura, la slaccio, slaccio i bottoni dei pantaloni e li abbasso il giusto affinché si scoprano un po’ le gambe, belle pelosette da maschio. Indossa un paio di slip neri, la forma del cazzo che si intravede è bella, non è ancora duro. Glieli abbasso ed eccolo che esce, un bel cazzo ancora molliccio e peloso alla base. Mi avvicino sentendo un buon profumo di bagnoschiuma, segno che il ragazzo ha iniziato il turno non da molto e che arrivava da casa, e in un attimo apro la bocca e me lo prendo dentro. Quel calore, quella viscidità del cazzo molle mi manda in estasi e inizio a leccarlo come un lecca lecca cercando di gustarmi tutto quel buon sapore.

Prende consistenza, diventa duro, Lorenzo mi guarda mentre piano fa dei piccoli versi, gli sta piacendo, così come piace a me. E con le labbra e la lingua inizio a percorrerlo tutto, partendo dalla punta della cappella e fino a scendere piano piano e arrivare alle palle, che lecco avidamente. E risalgo pian piano, mentre Lorenzo ansima e mi fa i complimenti per come sto succhiando. Lo prendo in bocca, me lo metto tutto in gola, facendo aderire a ventosa le mie labbra su quel cazzo che a ritmi alternati entra ed esce dalla bocca. Sul più bello un rumore, Lorenzo mi fa subito cenno di alzarmi, si ricompone come meglio può e di lì a poco entra una persona in sgabuzzino. È un suo collega, sulla 40ina, gli chiede dove era finito.

Ci vede lì, in piedi uno accanto all’altro, non potevo e non avevo il tempo materiale di nascondermi. Chiede cosa stessimo facendo, Lorenzo gli dice sono un suo amico ed eravamo lì a chiarirci su una cosa. Ovviamente non ci crede, ci guarda, prima serio, poi malizioso infine esclama “so io cosa stavate facendo... Dai esco, vi faccio da palo, ma vi do 5 minuti, non di più”, esclama prima di uscire e chiudersi la porta alle spalle.
Ci ha sgamati in pieno, in effetti Lorenzo si è rivestito come meglio poteva e a parte questo si vedeva chiaramente che lo aveva duro essendo i pantaloni tutti gonfi lì.

Scampato il pericolo mi inginocchio di nuovo, velocemente se lo tira fuori e me lo riprendo in bocca. In poco torna alla consistenza di prima e proseguo la pompa alternando ritmi veloci a più lenti per poi giocare con la lingua sul suo cazzo. Dopo poco mi avvisa che sta per venire e mentre gli lecco le palle e la base dell’asta viene copiosamente sporcando un cartone a terra poco distante.

Si ricompone, prende il cartone sporco, lo arrotola e mi dice di aspettare e dopo qualche minuto di tornare di la, lui sarebbe già andato e ci saremmo salutati di la, come se fossi un cliente. Esce e subito rientra il suo collega.” Avete finito eh”. “Tu sei venuto?”. “No”, gli rispondo. “Tirati giù i pantaloni, veloce”.

Mmm mi fa una pompa, penso, e in un attimo li abbasso. Mi fa avvicinare alla porta in modo che nessuno da fuori la possa aprire, si accovaccia, prende in mano il mio cazzo e me lo mena qualche secondo, poi fa cenno di girarmi, mi da una palpata al culo e sento che la sua lingua si intrufola tra le mie chiappe. Ohhh siiii è bravo, lo lecca velocemente come un dannato, peccato solo che contemporaneamente non mi meni anche il cazzo... Continua così ancora un pochino, poi si alza dicendo “spero sia piaciuto, più di così si rischia”. Mi alzo i pantaloni e gli metto una mano sulla patta. “Fattelo assaggiare”. “Non posso, sono sposato”, ma non toglie la mia mano che sente chiaramente che il cazzo è già duro.

Gli tiro giù la zip, “dai un pochino”, non se lo lascia ripetere e in un attimo lo tira fuori. Già duro, più spesso del suo collega ma un po’ meno lungo. Mi abbasso e me lo metto in bocca, tutto. “Ohhh che troia, che bocca che haiiiii... ohhhh siiiii daiiii cosiiii, mmmmmm”,e succhio avidamente circa un minuto riuscendo a percorrerlo tutto, palle comprese. Poi però davvero è troppo rischioso e ci si ricompone. Usciamo, raggiungo Lorenzo che nel frattempo lo avevano chiamato alla cassa. Aspetto e poi ci salutiamo. Nel frattempo arriva anche l’altro suo collega, li vedo uno a fianco dell’altro e penso al segreto delle loro mutande, che ora la mia bocca conosce. Esco e me ne torno a casa, con il gusto di due bei cazzi.

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