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Gay & Bisex

Il regalo di compleanno


di sportivobsx
16.01.2018    |    22.295    |    12 9.5
"Ci si vede quando si organizzano uscite in comitiva o in poche altre occasioni..."
Ieri, 15 gennaio. Alberto compie 24 anni. È un mio amico, un po’ più giovane di me, conosciuto tramite amici in comune qualche anno fa. Non ci frequentiamo molto per via degli impegni di entrambi e del fatto che abitiamo a 50km di distanza, non tanti, ma sufficienti affinché ognuno abbia un giro diverso. Ci si vede quando si organizzano uscite in comitiva o in poche altre occasioni.

Gli scrivo per fargli gli auguri, ringrazia e mi dice che quando siamo liberi entrambi sarebbe il caso di vederci. Così parlando scopro che, proprio quel giorno, siamo liberi a pranzo e per di più siamo nelle vicinanze. Ci mettiamo quindi d’accordo per uscire a pranzo insieme, quel mezzogiorno stesso del suo compleanno “così festeggiamo”.

Alberto è un ragazzo alto, corporatura media, capelli e occhi castani, sportivo visto che fa palestra e altri sport, si diletta come dj in discoteca e proprio per questo la sera non è quasi mai libero. Pure la sera del suo compleanno mi ha detto è impegnato e che tanto “superati i 20 anni non festeggio più, non per altro, ma perché ormai ti regalano solo cazzate e devi pure pagare te per fare qualcosa, quindi meglio evitare”.

Ci mettiamo d’accordo per vederci davanti al locale scelto alle 12:30. Puntuale sono lì davanti, lui non c’è ancora e dopo qualche minuto ecco che lo vedo arrivare. Giubbotto scuro lungo, scarpe nere, jeans attillati con risvoltini. Ci salutiamo dandoci la mano, gli faccio ancora gli auguri e ci abbracciamo. Entriamo, c’è poca gente, il locale è fatto da una sala grossa e una più piccola, noi siamo nella piccola, in un tavolino in fondo. Oltre a noi, in quella sala, c’è solo un signore in un tavolo più in là. Ci togliamo il giubbotto e ci sediamo. Fa caldo, lui si toglie anche la felpa ma praticamente viene via anche la maglietta verde che indossa sotto e per un attimo vedo bene il suo petto: carnagione abbronzata, muscoloso e qualche pelo. Non ho mai fatto fantasie sessuali su di lui, però non mi dispiace per niente.

Della sua vita privata, di fidanzate ecc, non so nulla, o meglio so che una tipa fissa non ce l’ha, poi frequentando le discoteche ho sempre pensato fosse uno da cambiarne una a sera. Ordiniamo e intanto parliamo del più e del meno, dal punto di vista sentimentale avevo ragione: attualmente nessuna ragazza, gli faccio la battuta che ci credo visto che può averne una a sera e lui mi risponde non è il tipo da queste cose e che poi la sera ha in testa altro e arriva alla fine che è sempre stanco. Arriviamo al caffè, siamo soli in sala, dopo averlo bevuto, innocentemente gioco con la bocca con il cucchiaino. Lui se ne accorge “va che me lo stai facendo venire duro a veder far quelle cose”.

Scoppio a ridere, non ci avevo davvero mimicamente pensato, il mio era un gioco innocente. “Ma dai, per così poco?”, gli dico ridendo. E lui mi risponde che posso anche non crederci ma gli è già venuto barzotto. Ribadisco che non ci credo, lui scosta leggermente la sedia e con una mano mette in evidenzia il bozzo che gli si vede dai jeans.”Guarda se non ci credi” e io d’istinto allungo la mano e glielo tasto. E ha ragione, certo non è duro, ma non è neppure molle. “Hai ragione, eheh non sapevo di fare questo effetto”. “Eh quando vedi certe cose l’effetto e meccanico”.

La cosa finisce lì, dopo poco ci alziamo, mettiamo il giubbotto, andiamo verso la cassa e lui “lascia, offro io, è il mio compleanno”. Mentre paga noto nel portafoglio ha il tesserino Avis e gli chiedo se è donatore, mi risponde di sì, due volte al mese. Lo ringrazio visto che ha pagato lui, ci dirigiamo verso l’uscita, io sono davanti e mentre apro la porta sento che mi tocca per bene il culo. Una volta fuori mi dice: “Eh scusa eh, così siamo pari adesso”. Alla prima viuzza fuori dal locale, mi fermo, guardo bene non ci sia nessuno nei paraggi e “no non siamo pari, tu mi hai proprio palpato,io invece ti ho giusto toccato quasi di striscio”, e gli rimetto la mano sulla patta tastandolo ben bene. “Dimmi la verità, ti piace il cazzo?”. No, dico mentendo, “però magari mi piace il tuo”.

Un attimo di silenzio e mi dice che se abitavamo lì vicino me lo avrebbe fatto anche provare. “Davvero?”. Si, risponde. “Dai troviamo un posto che te lo succhio”. “Ma dove? In macchina guarda che non mi piace”. Uhm bello lascia fare a me, lo dico mentre mi sto già eccitando. Ripenso a prima quando ho visto quel torso nudo, e immagino come possa essere lì sotto. Camminiamo qualche minuto finché vedo la portineria di un condomino aperta. “Entriamo qui”. “Ma sei pazzo”. “Vieni con me”. Palazzo di sei piani con ascensore, bene bene, penso che chi abita ai piani alti scende e sale solo con l’ascensore, quindi lo faccio salire a piedi fino al quinto piano. Ci mettiamo nelle scale tra il quinto e l’ultimo piano.

Mi siedo sui gradini, lui si mette in piedi davanti a me. Non dice nulla, lascia fare tutto a me, si limita a slacciarsi il giubbotto. Alzo leggermente la felpa, delicatamente slaccio la cintura, apro il bottone dei jeans, tiro giù la zip, ecco che vedo la forma del pacco dai boxer. Li abbasso ed esce il cazzo, ancora molliccio. Quando rimbalza fuori lui dice “scusa è la tensione, ho una paura ci becchino”. Tranquillo, ora ci penso io e in attimo abbasso la testa, metto le mani sulle sue gambe e lo prendo in bocca. Molle, caldo, riesco a prenderlo tutto dentro la bocca, stringendolo bene tra le labbra morbide e facendo pian piano su e giù. Qualche leccata così e prende consistenza, diventa prima barzotto, poi bello duro. Dopo un paio di minuti è proprio duro, lo sfilo dalla bocca e lo guardo, non esageratamente lungo, ma ben proporzionato e largo, venoso e una capellona da favola. Guardo Alby negli occhi, lui un po’ guarda me e un po’ si guarda intorno.

Con una mano inizio a massaggiargli le palle, con l’altra accarezzarlo un po’ intorno fino a salire sul petto e appoggio la lingua sulla cappella bella scappellata. Lecco la punta, ci gioco con la lingua percorrendo tutta la cappella, scendo lungo tutta l’asta, arrivo fino alle palle pelose, le lecco, poi ne prendo in bocca una ad una. Mi fermo un attimo, alby sta ansimando, gli abbasso i jeans fino a dopo le ginocchia, lui ormai mi lascia fare, e inizio a prenderlo in bocca e a succhiarlo come se non ci fosse un domani. Uno, due, tre volte, lo sfilo, lo guardo “che bontà di cazzo”, prima di rimetterlo in bocca. Alby ansima, allunga le mani e inizia ad accarezzarmi la testa, poi a darmi delicatamente il ritmo del pompino. Ciuccio a più non posso, sento la cappella scendere fino in gola, la consistenza dell’asta riempirmi la bocca. Uhm che cazzo spettacolare, sto godendo come un matto, la troia che è in me sta dando il meglio, ormai sono senza freni. Sentiamo un rumore provenire da sotto, Alby è quasi terrorizzato, io mi fermo tenendo il suo cazzo in bocca. È qualcuno che probabilmente sta scendendo, si aziona l’ascensore e poco dopo il rumore finisce.

E io riprendo a succhiare, percorrendo sempre quel gran cazzo con labbra e lingua mentre con le mani lo accarezzo sul petto, nelle gambe possenti e pelose. Sento gli sta piacendo, lo capisco e lo vedo da come ansima, da come mi accarezza la testa, da come ad ogni colpo di lingua inclina la testa all’indietro. Continuo finché lo sento pulsare, mi dice sta per venire. E non me lo tolgo dalla bocca. Continuo a succhiarlo avidamente finché esplode dentro la mia bocca. Una sborrata lunghissima a conclusione di un pompino davvero straordinario, uno dei migliori che abbia fatto. Me lo tolgo dalla bocca, lo sbaciucchio ancora un po’ lungo l’asta e le palle e ci rivestiamo. “Non capisco più nulla, so solo ciucci da dio, sembra hai la bocca fatta apposta per succhiare”, mi dice mentre pian piano scendiamo. Poi mi chiede se davvero sono gay, gli dico di no e che non mi piace il cazzo, ma mi piace il suo di cazzo. Un po’ mentendo, non voglio svelare fino in fondo che in realtà adoro fare pompini. “Se succhi un cazzo ti fai sempre venire in bocca?”, mi chiede.

Ovvio che no, lui perché avevo visto il tesserino avis e quindi ero certo della sua salute. Dopo poco dobbiamo salutarci, mi dice è il più bel regalo di compleanno potessi fargli. Gli dico che in realtà è lui che ha fatto un regalo a me, è stato una vera sorpresa. Ci salutiamo, prima di andarmene anche io vado in un bar vicino e vado in bagno, devo assolutamente segarmi e nel mentre prendo il cel e gli scrivo che il suo cazzo lo voglio provare anche dietro. Chissà...

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