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Ripetizioni del cazzo


di sportivobsx
04.12.2017    |    31.044    |    13 9.5
"“oh scusami ti avevo cercato al cel ma non mi hai risposto..."
Matteo, neo 18enne da pochi giorni, lo ho conosciuto lo scorso inverno in biblioteca. Io lì per studiare o lavorare al pc, lui per le ricerche della scuola. Ci incrociavamo spesso, quando i nostri visi erano diventati famigliari è stato lui prima ad abbozzare un sorriso quando ci si incrociava, poi a dire un timido “ciao”. Dal saluto siamo passati pian piano a qualche parola in più fino a quando si è fatta strada un po’ di confidenza e ci si trovava ad uscire all’ingresso a parlare un po’. Niente di che, lui mi raccontava dei suoi problemi a scuola, io del fatto che mi ero iscritto ad una seconda laurea cercando di conciliarla con gli impegni lavorativi.

Fu così che lui mi raccontò di essere negato per matematica e che non sapeva come fare per non essere rimandato. Io, che me la cavo in quella materia, mi sono proposto di aiutarlo. Ha accettato volentieri “basta che non mi chiedi chissà che cifra”, la condizione. No niente di tutto ciò, gli risposi, aiutarlo qualche ora mi avrebbe fatto piacere e se voleva ricambiare mi avrebbe aiutato con lo spagnolo, che lui studia da anni e che io sto imparando.

Ci troviamo così a passare insieme qualche ora alla settimana in biblioteca dove lo aiuto con i vari argomenti. La concentrazione però spesso viene meno perché distratti da tutti i movimenti intorno, così gli propongo, quando lo devo aiutare, di vederci da me, che ho una nicchia bella spaziosa in un rialzo in mansarda adibita esclusivamente a studio, con due scrivanie, il pc, un divano e una grande libreria, il tutto riscaldato dal camino sottostante.

Ci vediamo da me due volte a settimana, le cose vanno bene, perché i suoi voti in matematica aumentano, si diventa quasi amici, e io capisco è interessato. Però faccio finta di niente, non posso, è ancora minorenne. Va avanti così per tutta la primavera, poi nei mesi estivi non ci vediamo (anche se ci si scrive spesso), riprendiamo con settembre ed è sempre così. Fino a metà novembre. Finalmente compie gli anni, è maggiorenne. Da mesi che penso che se dovesse provarci ci sto e quando capisco dedica particolari attenzioni invece di far finta di nulla, ricambio.

E’ sabato pomeriggio, il giorno dopo il suo compleanno. Avevamo programmato di vederci per le 15. Ho il cellulare scarico sotto carica, quindi spento. Ben prima delle 15 suonano alla porta. Cavoli non aspetto nessuno, sono in casa ancora coi pantaloni del pigiama (corti) e cammino scalzo. Apro ed è lui. “oh scusami ti avevo cercato al cel ma non mi hai risposto. Disturbo? I miei passavano di qui, mi han dato uno strappo e non avevo voglia di stare fuori. Se è un problema torno dopo”. Tranquillo, nessun problema, solo mi vedi in ste condizioni ma vabbè.

Andiamo nello studio, si toglie il giubbotto rosso, appoggia lo zaino e tira fuori i libri. Non sto nemmeno a cambiarmi, la felpa già la ho su, i pantaloncini pure, anche se corti e del pigiama. Ci sediamo come sempre alla scrivania, vicini. Lui invece è vestito alla perfezione: jeans un po’ strappati aderenti e con i risvoltini, felpa con cappuccio azzurra, i capelli spettinati mossi neri, gli occhi nocciola. Sembra più grande dei suoi 18 anni ed è più alto di me visto che è 1.90. Apre il quaderno. “Ah, guarda, dobbiamo festeggiare” e tira fuori l’ultima verifica in cui ha preso un bel 7. E così mi abbraccia, e lo abbraccio anche io stringendolo per bene. Seguono altri momenti finchè facendo un esercizio appoggia una mano sul mio ginocchio. Sta li fermo qualche secondo, poi la tira leggermente indietro. Ho le gambe chiuse, le apro delicatamente, proprio per fargli capire gradisco la cosa. La indietreggia ancora un po’, io apro ancora meglio le gambe, finchè la sua mano massaggia il mio interno coscia. Inizia a venirmi duro, lo lascio fare, ma non si decide, allora gli prendo la mano e la appoggio sul mio pacco. Lo tocca, la sposta, torna a metterla sulla coscia, pian piano la percorre finchè non torna sul pacco. E inizia a massaggiarlo. Qualche istante, il tutto mentre si finge di continuare a fare l’esercizio, poi la toglie e si fa strada mettendola dentro i pantaloncini.

Sento la sua mano calda che accarezza il mio uccello, ormai quasi completamente duro. Lo tocca un po’, poi la tira fuori e mi abbassa i pantaloncini e gli slip. Con una mano non ci riesce, quindi lo aiuto io. Ho il cazzo fuori, ora lo impugna bene, con quella mano sotto la scrivania e l’altra che scrive numeri che ormai non capisco più cosa siano. “Aspetta mi si è slacciata una scarpa”, mi dice. Toglie la mano dal mio cazzo, si abbassa e in un attimo sento la sua bocca sul mio cazzo. Avvolge la cappella con le labbra, calde, morbide, un brivido mi percorre la schiena, sento la sua lingua sulla punta della cappella. Ansima, se la mette tutta in bocca, la ritira fuori e gli dà qualche leccata.

Si rialza, mi chiede se mi è piaciuto. “Un sacco”, gli rispondo. “Mettiti sul divano che ti faccio vedere cosa immagino di farti da mesi”. Non una parola, ormai sono superflue, mi alzo con i pantaloncini e le mutande alle caviglie, li sfilo direttamente, mi siedo sul divanetto e lo lascio fare. Si inginocchia li, tra le mie gambe, senza perdere tempo lo impugna con una mano, inizia a leccarmi le palle, le prende in bocca una ad una, sale con la lingua e percorre tutta l’asta. Arriva alla cappella, la sbaciucchia, se la passa sulle labbra, la avvolge con le labbra e la percorre con la lingua. Pian piano lo prende quasi tutto in bocca. Sento lo stringe tra le labbra e inizia su e giù in un pompino favoloso. Alterna momenti di grande velocità ad altri in cui va al rallentatore. Sto godendo da matti, è davvero bravissimo e si vede gli piace tanto da come se lo gusta.

Se lo toglie dalla bocca, mi guarda mentre deglutisce. Gli dico di spogliarsi. Velocemente resta in mutande, mi sdraio, lui è in piedi vicino a me, gli abbasso i boxer verdi, esce un gran bel cazzo, gli dico di mettersi sopra di me a 69. Nemmeno il tempo di sdraiarsi che sento il calore delle sue labbra che avvolgono il mio cazzo, duro come il marmo, gli piace proprio prendere subito tutta la cappella in bocca. Ho il suo cazzo, durissimo, praticamente sul viso, in un attimo anche io me lo prendo tutto in bocca. Che bontà di cazzo, sentire una gran bella bocca che lavora il tuo e intanto tu gustartene un altro favoloso è una cosa davvero indescrivibile.

Lo stringo a me mentre lo ho tutto in bocca e glielo succhio tutto, cappella, bordi, asta, palle e lui fa lo stesso, avvolgendo le mie gambe con le sue mani e accarezzandole fino a sfiorarmi il buchetto dietro. Continuiamo così girandoci di lato in modo da essere più comodi e dando più ritmo al pompino. Il mio uccello entra ed esce dalla sua bocca vogliosa, il suo fa altrettanto. Oltre ad avere un bel cazzo e ad essere buonissimo succhia anche da favola. Sto per venire, tiro fuori il suo cazzo dalla bocca e glielo dico. “Teo sto per sborrare”, mentre lui sta percorrendo l’asta con la lingua. “Ok, anche io, risponde” e se lo rimette tutto in bocca. Intanto la sua cappella sta strofinando la mia fronte.

“Sborroooo” e lui se lo tiene bene in bocca. “Ohhhh sììì sìììììì”, uh che sborrata, tutta nella sua bocca. Riprendo in bocca il suo, pochi secondi e anche lui sborra, nella mia bocca. Ce lo coccoliamo ancora un po’, poi ci alziamo, ci puliamo e ci sistemiamo.

Ormai è tardi, lui deve andare e io anche avendo un impegno poco dopo. Salutandomi, si avvicina, mi dà un bacio sulle labbra, ricambio, me lo ridà finchè ci baciamo con la lingua per qualche secondo. “Che bella ripetizione, oggi”, conclude. “Sì del cazzo”, gli dico, mentre rido e ci salutiamo.

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