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Gay & Bisex

Marco, Nico e l’aperitivo del cazzo (1)


di sportivobsx
30.12.2017    |    19.275    |    11 9.3
"Da ormai anni che lo diciamo poi non si era mai fatto nulla..."
Finalmente ci rivediamo. Da ormai anni che lo diciamo poi non si era mai fatto nulla. Due compagni del primo anno di università, mai persi i contatti, soprattutto tramite i social, ma di persona non ci si era più visti da quando, finito il primo anno, Marco aveva cambiato corso e Nicolò si era proprio ritirato.

Giovedì pomeriggio tardi, dopo mille rinvii, riusciamo a vederci tutti e tre per un aperitivo. Mi passa a prendere Nico e insieme andiamo a prendere Marco. Marco, il bulletto del primo anno, quello rimasto famoso negli anni a seguire per le sue sparate che faceva, come quella che tutte gli correvano dietro e che cambiava tipa ogni sera. Quante gliene dicevano dietro gli altri, e un po’ anche io lo sfottevo.

Siamo in macchina, loro due davanti ed io dietro. E Marco ancora si vanta delle sue innumerevoli conquiste. “O lo hai enorme o buono visto che ti cercano tutte”, esordisco io. “Macchè che vuoi che abbia lì in mezzo”, controbatte Nico. E Marco incassa e smentisce ovviamente, prendendo per il culo Nico sulle presunte sue dimensioni. Nico, capelli corti neri, occhi neri, si è fatto un bel ragazzo, ora è palestrato, prima invece era gracilino e anche a 20 anni sembrava un bambino delle medie. Marco è rimasto identico: non molto alto di statura, fisico da istruttore di nuoto, pizzetto biondo scuro, aria strafottente.

Arriviamo al posto dell’aperitivo tralasciando quel discorso. Ridiamo e scherziamo davanti ai nostri cocktail e a tutto ciò che insieme hanno portato, poi nel locale entra una comitiva tra cui diverse ragazze, alcune decisamente carine. Nico si avvicina a me e sottovoce fa “oh tra poco vedi che se ne va in bagno perché quelle là glielo vogliono ciucciare” e si mette a ridere. Marco sente e semi incazzato fa “avete finito di fare i coglioni? Sapete che faccio, vado in bagno a pisciare”.

“Vengo anche io a lavarmi le mani”, esclamo. Entriamo, c’è un lavandino e due orinatoi a lato mentre sulla sinistra una porta per entrare nel bagno vero e proprio. Mi metto al lavandino e Nico anziché entrare in bagno viene negli orinatoi lì a lato. Mi lavo le mani, lui fa quel che deve, poi si gira e tenendolo in mano mi fa “guarda quello che dite è piccolo”. E lo guardo sì, che cazzo! E glielo dico. Fa finta di niente, usciamo e stop.

È ora di tornare, Nico ci riaccompagna a casa. Lasciamo giù Marco, ci salutiamo e decidiamo di vederci per una pizza la sera dopo, visto che entrambi sono ancora in zona e senza impegni. Lasciato Marco mi siedo davanti in macchina. “Cazzo quante ne spara sempre”, dice Nico su Marco. “Beh può essere, però che ce l’ha grosso è vero”, dico. “Tu come fai a saperlo?”, mi chiede Nico. Visto che lo sfottevamo, quando eravamo in bagno me lo ha fatto vedere dopo che ha pisciato e ha ragione, concludo. “Ti piace?”, mi chiede. “Sì”, ribatto prontamente, lasciandomelo scappare...

Nico si ferma in una piazzola a poche centinaia di metri da casa mia, intorno è tutto buio. “Che fai?”. “Ti faccio vedere cos’ho io così mi dici se è meglio il suo”. E non so se complice la birra bevuta da poco o che cosa si abbassa la zip e lo tira fuori, illuminandolo col telefono . “Fammi vedere se ti piace”. E senza aggiungere altro mi accovaccio di lato prendendolo subito in bocca. Le mie labbra avvolgono quell’uccello già barzotto e caldo e con pochi colpi di lingua lo sento crescere mentre lui si slaccia completamente i pantaloni e li apre più che può facendolo uscire bene fino alle palle.

E così lo tiro fuori dalla bocca e inizio a sbaciucchiarlo tutto, percorrendolo con la lingua e sbaciucchiandolo tutto dalla punta della cappella alle palle, che poi lecco e prendo in bocca una ad una, prima di risalire l’asta con la lingua, lavorare bene la cappella e prenderlo per bene in bocca. Ansimo, sto godendo come una troietta, il fatto sia quasi buio mi fa ancora più arrapare... “Che bontà di cazzo”, esclamo tra una slapppata e l’altra. “Senti come lo ciuccia e se lo gusta un maschio”, dico prima di prenderlo tutto in bocca. Nico apprezza molto “che pompinaro che sei.....madonna quanto ti piace il cazzo...dai sì cosììì....ciuccia....ciuccia il cazzo...così bravo...cosìì..sì...sì....sì.... che labbra morbide mmmmmm ti piace il mio cazzo vero.... mmmmm senti come se lo gusta....ohhhh sììììì... sìììì...sìììììì....” e mentre sto scendendo dall’asta con la lingua verso le palle sborra copiosamente sporcandosi i vestiti. Ci sistemiamo in fretta e mi riporta a casa.

“A domani”, ci salutiamo. Mi allontano, abbassa il finestrino facendomi un cenno, mi avvicino e mi dice “Domani fai vedere a Marco quanto ti piace ciucciarmi il cazzo”. ..


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