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Lui & Lei

I MIEI SOGNI 2


di gioviaf
30.06.2012    |    14.776    |    1 9.8
"Scivolai sulla sedia per offrirmi meglio alla sua carezza e lei dal canto suo tese meglio il ventre e la sua fica si slargo' ampiamente consentendo al mio dito..."
Ebbi d'un colpo molto caldo e mi sentii a disagio. Se Berta non arrivara sarebbe successo qualcosa a meno che non prendessi la fuga. Ma per quale ragione poi? Perche'la signora Tina mi mostrava il suo ginocchio? Mi sentivo euforico, avevo un bel cercare di pensare al altro ma istintivamente guardavo il ginocchio che brillava nella penombra. Tacevamo, sentivo la respirazione della donna, irregolare come la mia. A cosa stava pensando in quel momento? Si alzo' e scosto le persiane e ora c'era un raggio di luce dorata che attraversava in diagonale la stanza. La mia futura suocera sposto' leggermente la sedia, il raggio di sole cadde in pieno sulla sua gamba, s'infilo' sotto il vestito ed illumino' un bel pezzo di coscia. Si stiracchio' e il movimento scopri' ancora di piu' le sue tette e fece risalire maggiormente il vestito. "Beviamo" disse e mi guardai bene da rifiutare. "Mi piace stare in casa nella penombra. E mi piace starmene nuda...". "Come?" "Si nuda, voglio dire quando resto sola mi sbarazzo del vestito e me ne sto in mutande e reggiseno, non c'e nulla di piu' gradevole. Ma non a tutti piace." . "A me credo che piacerebbe. Ci si deve sentire liberi, a proprio agio...". "Vero che ho ragione Roberto?" disse chinandosi verso di me, cosa che mi permise di vedere quasi interamente le isue tettone rosa, sode e rigonfie. Mi prese le mano e me la tenne fra le sue. "Almeno tu mi comprendi" aggiunse, "poche persone mi capirebbero se spiegassi il mio punto di vista". Divenni di colpo audace "Io farei ancora di piu'" dissi " se fossi come lei, mi spoglierei completamente comprese le mutande, e non avrei neppure il reggipetto da togliere, dato che non ne porto". Lei prese a ridere silenziosamente fecendo danzare le sue grosse tette. Diventava ogni momento piu' bella e il suo ginocchio sempre posato sul piolo della mia sedia andava e veniva, la gua gonna si scostava, si rialzava sempre di piu' e nel sottile raggio di luce vidi la fine peluria della sua coscia, il bleu delle sue mutandine ed ella mi teneva sempre la mano che non osavo ritirare..
"Peccato che non possa mettermi a mio agio adesso, Roberto, mi farrebbe piacere". Ero incapace di risponderle ma anche a me sembrava che fosse un peccato. "Guardi le mie gambe, Roberto?" mi chiese a voce bassa e lo sgurdo lucido. Accennai di si' con la testa e la sua coscia si offri' maggiormente, carne tenera e rosa che mi allontanava sempre di piu' dal pensiero di Berta.
Lascio' cadere la mia mano e poso' la sua sul suo ginocchio dorato che carezzo' lungamente, lentamente, scivolando lungo la coscia, ritornando verso il ginocchio, ridiscendendo ancora, con un movimento lancilante.Ora vedero benissimo le sue mutandine, e le sue tette erano quasi tutte fuori dall'apertura del vestito da che si appoggiava tutta allo schienale della sedia in una posizione che la rivelava totalmente. Non si comportava certo bene ma si accorgeva di quanto io riuscivo a vedere? Non sembrava affatto.
Vidi il suo viso teso e lei, senza profferire una parola, avanzo' il braccio verso il mio ventro, la sua mano si poso', le sue dita mi sbottonarono lentamente i miai pantaloni e tiro' fuori il mio cazzo e i miei coglioni.
Con movimento dolce me lo carezzo' seguendo, con la testa reclinata, ogni suo gesto. Con la bocca chiusa ma con le labbra umide si affacendava tranquillamente come un'ape laboriosa intenta alla raccolta del polline.
Con l'altra mano si libero' del vestito e si sfilo' le mutandine d'un colore bleu quasi bianco. Aspirai l'odore della sua fica quando slargo' le cosce. Ora sapevo che cosa dovevo fare. Le nostre braccia si incrociarono, afferrai la sua fica a mano piena. Era grassoccia e calda, i peli umidi si incollavano assieme e sentivo le labbra gonfie di desiderio. Guardava cio' che mi stava facendo ma le sue gambe si erano fortemente divaricate e la mia mano passava e ripassava sulla sua fica strofinando incessantemente i peli e le grosse labbra turgide. Non emise un fiato quando il mio dito forzo' l'apertura umida e pelosa cominciando a percorrerla dal basso in alto. La sua mano mi procurava una terribile sensazione e mi sembrava di dover scoppiare. Scivolai sulla sedia per offrirmi meglio alla sua carezza e lei dal canto suo tese meglio il ventre e la sua fica si slargo' ampiamente consentendo al mio dito di penetrarla meglio.
Ora ce ne stavamo uno contro l'altra, coscia contro coscia, a segare scambievolmente come se non esistesse nient'altro al mondo. Mi getto' un colpo d'occhio, mi sorrise e mi fece comprendere che voleva guardassi sio' che mi faceva. Lei stessa si guardo' tra le cosce...Senza un tremito continuo' nello stesso movimento, con calma. Ma il suo ventre sobbalzava sotto la mia carezza manuale, si abbvandonava senza possibilita' di equivoci al piacere che le dispensavo. Le mie dita navigavano in una schiuma untuosa il cui gradevole odore giungera alle mie navi.
Sorse infine la prima goccia di sborra, non ero lontano dal godimento. La sua mano si immobilizzo' e mi abbandono', mi afferro' il polso e obbligo' anche me a sospendere il ditalino.Si alzo' e fece il giro del tavolo.
Mi accostai a lei ed entrambi mettemmo un piede sulla sedia. Ora i nostri due sessi si trovavano in piena luce, le nostre mani si avventarono carezzai la sua fica col palmo facendo penetrare le dita nella sbroda che vi colava. Lei mi strinse di nuovo provocandomi. Mi lasciai manipolare e mi chinai sulle sue tette per succhiare i capezzoli grossi e duri. Continuammo a segarci a vicenda poi slargo' le cosce in un invito osceno, respinse la mia mano, si appoggio' al bordo del tavolo completamente aperta. La sua mano non mi aveva abbandonato e attirandomi a lei per il cazzo mi obbligo' a mettermi in mezzo alle sue cosce.L'occhio annebbiato di volutta' si accaezo lungamente e freneticamente le labbra della fica con la mia cappella poi mi respinse per stendersi a terra. Le piombai addosso e la infornai di colpo fino ai coglioni e d'un tratto sentii prorompere nei coglioni la sborrata finale. Indovinando a che punto ero la donna mi spinse ancora di piu' nella sua fica cominciando a torcere freneticamente il ventre.Mi diede la bocca e insieme sborrammo come pazzi d'un godimento che ci lascio' completamente svuotati.
A lungo restammo immobili poi a voce bassa disse "Vai adesso, non voglio che tu veda Berta.Ho paura che mi tradisca o che tu ti tradisca davanti a lei. Lasciala stare per oggi. Sono innamorata di te e mi farebbe male vedervi andare via assieme". Me ne andai e mi recai da solo alla festa del paese vicino ma dopo poco me ne ritornai a casa e mi coricai molto presto per essere una sabato sera.

continua
. Ora ne
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