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Lui & Lei

LA VITA IN UN PICCOLO PAESE - 10


di gioviaf
29.08.2018    |    6.910    |    0 9.4
"Non si aspettava certamente di vedere un così bel seno dato che quella donna contava almeno quaranta primavere..."

Guido era di sopra quando Simona lo chiamò, scese e attraversò il corridoio. Sua madre era chinata a guardare, attraverso il buco, nel salone delle prove. “E’ la signorina Ross, l’istitutrice. Viene a fare degli acquisti ed è una cliente molto buona. Peccato che sia troppo timida e non osi chiedere con franchezza quello che desidera; è bella da vedere”. La donna stava in mezzo al salone e si torceva le mani inguantate, dondolandosi. Guido non aveva mai fatto attenzione a lei che conosceva solo di vista senza averle mai attribuito alcuna importanza. Però, in quel momento aveva l’occasione di guardarla da vicino, in circostanza un po’ speciali perché si trovava vicina a lui e non si sapeva osservata. La situazione era diversa e infatti la signorina non era nient’affatto male.

Prima l’aveva ritenuta “anziana” ma dopo che aveva gustato i corpi appetitosi delle donne d’una certa età il suo giudizio era cambiato. E poi la signorina Ross non vestiva male. Indossava un vestito nero e verde, un cappello della medesima tinta, delle calze di seta molto fini, di tinta scura, delle scarpe dai tacchi alti nere. Guido si rendeva conto che aveva un seno forte, come piaceva a lui, e della gambe ben fatte. Nel suo viso c’era come una fiamma nera, la fiamma delle passioni compresse, ma tradite dalle labbra tumide, dagli occhi marcati da un cerchio significativo. La trovò interessante. Da come la vedeva doveva essere in preda a vizi accuratamente nascosti.

Yvonne entrò nel salone delle prove con un reggiseno nero in mano, “Vi ho fatto attendere, signorina Ross, ma non riuscivo a trovare la vostra taglia, ecco, volete slacciarvi la camicetta in modo da poterlo provare? Penso che questo vi andrà perfettamente bene. E’ un modelle inedito, molto bello e gradevole. Anch’io faccio spesso uso di un modello identico. Ne ho preso uno nero perché so che preferite questo colore; del resto vi dona”. La signorina Ross si era tolta la blusa ed aveva fatto scivolare le spalline. Quando sollevò le braccia Guido vide uno spesso tosone nero sotto le ascella, il che lo eccitò. Poi vide i seni abbondanti ma ancora sodi con dei capezzoli dalla punta scura.

Guido rimase stupito della bellezza di quel busto nudo. Non si aspettava certamente di vedere un così bel seno dato che quella donna contava almeno quaranta primavere. “Questo reggiseno vi andrà a meravigli, ora che vedo le grosse punte dei vostri seni”: “Non è bello, vero?”; “Ma signorina cosa dite, non c’è nulla di così bello come questi capezzoli forti, si crederebbe che siano eccitati tanto sono lunghi e duri. Fanno venire voglia di prenderli in bocca per farli allungare ancora. Aspettate, vi metto il reggiseno”.

Yvonne passò dietro la cliente, le mise il reggiseno e poi chiese “Volete mettere i seni nelle coppe?”. La signorina Ross, con l’aspetto surriscaldato, il colorito roseo, aggiustò i seni nelle coppe di stoffa e Guido vide con sorpresa che le coppe erano bucate ed i capezzoli rimanevano scoperti. Sorrise di fronte a quella innovazione libertina. Era un buco che gli piaceva e pensò che avrebbe dovuto chiedere a sua madre di mettersi un reggiseno identico.

Yvonne allacciò il reggiseno sulla schiena, poi ritornò davanti all’istitutrice. “Ebbene, cosa ne pensate? Guardatevi allo specchio. Vedete com’ carino?”. “Oh! Alla mia età, portare una cosa simile”. “Io so che vi piace, signorina”. L’istitutrice arrossì, poi sorrise e chinò la testa “Avete ragione”, “Allora lo tenete, signorina?”. “No, mi metterò il mio, questo impacchettatelo che lo prendo”. “Fate bene, è molto bello”. “Lo strofinamento degli indumenti sui capezzoli nudi mi fa sempre un certo effetto, lo confesso francamente”. “E’ tutto?”. “Sto pensando…”. “Ho ricevuto alcuni oggetti da Parigi, posso mostrarveli senza impegno per voi, come sempre. Ma so che vi piaceranno”. “Sono libri?”.

Dal nascondiglio in sui si trovava, Guido notò il brusco cambiamento dell’espressione del viso dell’istitutrice. Non aveva più l’espressione indifferente. La passione, la curiosità, la impazienza vi si leggevano chiaramente. “Sì, come quelli che avete già comprato”, “E che mi sono piaciuti molto”. Yvonne si abbassò. Guido si accorse con sorpresa che al disotto del divano si trovava una valigia che la commessa tirò verso di sé e aprì. V’erano circa 12 volumetti ed alcuni cofanetti di cui non indovinava la natura. La commessa si rialzò, tese un volume alla cliente mentre ne teneva due nelle mani. “Vedete, sono illustrati con le migliori illustrazioni, molto realistiche come voi le amate”. “Sì, non sta bene che m’interessi a questo genere di lettura, è piccante e contiene il vizio”. Yvonne guardò la donna negli occhi “Noi siamo le sole a sapere quello che leggete, signorina Ross. E, come voi sapete, io sono la discrezione in persona”.

“Non mi piacerebbe che si sapesse ma questi libri mi piacciono. Non ho più nulla e questi sono gli unici libri che m’interessano”. “Vi comprendo molto bene, non c’è nulla di più bello che essere chiuse in camera e leggere questi libri. Li leggo anch’io e vi prendo tutto il piacere che se ne può trarre, credetemi, non sarò io a gridare allo scandalo”. Col viso rosso, la signorina Ross sfogliava i libri con una mano quasi tremante. Guido notò come il petto le si gonfiasse bruscamente per l’interesse che essa portava al libro che aveva in mano.

Yvonne si chinò poi sulla sua spalla e le due donne esaminarono insieme una illustrazione estremamente interessante e realistica. “E’ bella, non è vero? E’ ben fatta, fa credere di partecipare alla scena. Ogni volta che la guardo mi turba. E voi?”. “Mi piace molto, a voi posso dirlo; ogni volta che mi vendete uno di questi libri non vedo l’ora di arrivare a casa. Mangio subito, bevo uno o due piccoli bicchieri di vino, poi mi metto a mio agio in una poltrona con le sigarette a portata di mano. E lì, in mezzo alla solitudine, leggo. Quando avevo 15 anni mi è successa una cosa terribile. Da allora ho paura degli uomini ma siccome anch’io ho dei desideri…”. “Li soddisfate con un’amica?”. “No. Notate, quando leggo delle cose a proposito di questi amori sento un certo effetto, ma da lì a volerlo provare. No, credo che il piacere che proverei non sarebbe lo stesso”: “E dire che la solitudine…”. “Mi piacerebbe un uomo, ma un uomo dal carattere dolce, amorevole, molto vizioso come me e senza brutalità”.

La signorina Ross sfogliò i tre libri lentamente, poi alzò gli occhi fissando Yvonne “Non ne avete altri?”. “No, soltanto questi tre. Non vi bastano?”. “Vi chiedevo così, li avrei comprati tutti”. “State tranquilla che quando me ne capiteranno altri ve ne terrò sempre una copia. Voi siete un’ottima cliente. A proposito, vi ho mostrato i nostri flaconi?”. “No, ma questo non sono flaconi ma dei cofanetti”; “Li chiamo così per non dire altro. Guardate”. Yvonne prese uno dei cofanetti e lo aprì. Nel vedere l’espressione stupefatta dell’istitutrice, Guido fu fortemente scosso e si chiese cosa fosse il contenuto ma Yvonne aprì completamente il cofanetto ed il giovane comprese di che si trattava. Era un lungo cilindro, nero e lucido, d’una bella grossezza, che imitava perfettamente il membro dell’uomo. Era più grosso del suo cazzo, di forma più tormentata, più piena, con una cappella enorme e un po’ ricurvo, pieno d’indecenza lubrica.

Il giovane vide gli occhi lucidi della signorina Ross, il sorriso perverso di Yvonne. “Cosa ne pensate, signorina?”. “E’ bello, meraviglioso e fatto così bene”. “Sì quest’apparecchio imita alla perfezione la natura e vi aggiunge una raffinatezza, è il tipo di membro che provoca dei leggeri dolori all’inizio, ma poi da tanto piacere. E i vantaggi: è sempre a vostra disposizione, senza mai diventare molle. In qualsiasi ora del giorno e della notte, e poi non è pericoloso. E’ l’ideale per una donna esigente, e io so che voi la siete”. “Tacete, mi fate arrossire”. “Arrossite, arrossite pure e lasciate trasparire il piacere e l’eccitazione che provate”. “E’ eccitante, è stato prodotto con una tale ingegnosità. Costa caro?” “Vi farò il prezzo normale, inoltre, se lo desiderate, posso accordavi un po’ di tempo per pagarlo”. “Oh no. Preferisco pagarlo in contanti così so che mi appartiene, che è mio. Impacchettatelo con i libri. Ma ditemi, ne avete già venduti ad altre clienti?”.

“Sì, ma sono tenuta alla discrezione, ne ho venduti cinque finora, e spero che il vostro non sarà l’ultimo”. “E a che genere di persone?”. “A una vedova che non desidera risposarsi, a una fanciulla molto innamorata ma che teme di restare incinta, ad una donna sposata che mi ha confessato di comperarlo col consenso di suo marito”. “Si vede che è vecchio”. “Niente affatto. E’ una donna d’una trentina d’anni, lui forse qualcuno di più, ma non molti. Ma sono dei raffinati e gradiscono un certo libertinaggio fra loro. Poi ne ho vendute due a certe donne dell’alta società che se ne servono quando si riuniscono”. “Come?”. “Non sapete che esiste qui un gruppo segreto di donne che si riuniscono periodicamente per abbandonarsi al vizio ed alle pratiche di Lesbo?”. “No, non è possibile, qui, in questo piccolo paese dove tutti si conoscono. E’ incredibile”. “Ebbene è così. Qui si sa tutto quel che succede eppure certe cose non si vengono a sapere, ma ritorniamo al nostro oggetto, c’è anche un altro modello che attraverso un iniettore emette un liquido caldo che fa l’effetto dello sperma dell’uomo, quando viene spruzzato nella vagina”.

“Ah! Tacete, sudo freddo, e se li acquistassi tutti e due?”. “Dovreste spendere una cifra altina, compresi i libri”. “Ascoltate, accordatemi un po’ di credito per il secondo oggetto, li acquisto entrambi e non vi farò aspettare molto per il saldo”. “Non preoccupatevi di questo, signorina. Noi ci conosciamo. Ditemi, fate ancora uso della pallina che vi ho venduto?”. “Sì, molto spesso, è una delizia e me la metto quando voglio divertirmi mentre cammino per la strada, a casa, il fremito di quella cosa nella mia intimità”. “E’ una bella invenzione e dà certe sensazioni… “.

“L’ho messa anche in classe e il prurito che mi procurava mi faceva un tale effetto da farmi divenire rossa in viso per cui talvolta le mie allieve mi si mettevano attorno credendo ch’io stessi male, mentre in effetti, mi procuravo un orgasmo sotto i loro occhi senza che potessero indovinare l’origine di quel male delizioso che mi faceva illanguidire. E dire che attorno a me si sentiva l’odore dell’amore, quell’odore che ogni donna riconosce da lontano”.

“Che donna appassionata siete. Come deve essere piena la vostra vita”. l’istitutrice arrossì leggermente e confessò “Io mi amo molto, è talmente bello avere in testa tante cose piccanti, deliziose, ma ora sarà ancora peggio, con quello che mi avete venduto”. “So che ne farete un buon uso, un uso frequente e benefico”. “Voi siete un’amica per me, mi curate così bene”.

Durante tutto il periodo della durate della conversazione la signorina Ross non aveva smesso di maneggiare uno dei cilindri neri in modo molto indecente. Rendendosene bruscamente conto, lo tese a Yvonne. “Impacchettatelo, non sono più padrona di me”. Yvonne sorrise guardandola negli occhi, “E quando sarete a casa divertitevi. Però dovreste confessarvi col Vicario, a meno che…”. “Di solito vado spesso dal curato”. “Andateci pure, è così comprensivo. Riceve con molto piacere le penitenti”.


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