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I TRE CUGINI (seconda parte)


di gioviaf
25.11.2013    |    33.315    |    4 8.9
"”Non farti strane idee, tu sei e sarai sempre la nostra cugina porcellina e che ci piace tanto averti con noi per i nostri divertimenti..."
Anche l’indisposizione di Ro ebbe fine e una mattina, mentre stavamo facendo colazione, la vedemmo arrivare senza le mutandine. Tutta nuda, gloriosa e trionfante si unì a noi e annunciò che ormai era una donna e quindi dovevamo trattarla come tale. La zia le mise davanti la colazione e ci informò che, secondo la tradizione di famiglia, sarebbe stata depilata prima delle prossime mestruazioni e che a farlo sarebbe stata sicuramente mia mamma che era la più anziana della famiglia. Mi feci avanti chiedendo se anche per me fosse arrivato il tempo di essere depilato e la zia rispose che dipendeva da mia madre; Lino volle sapere cosa doveva aspettarsi in merito ma la zia disse che per lui non era previsto e che sua madre non sarebbe stata contenta di vedere il figlio senza pelo pubico dato che non approvava le idee della nostra famiglia da lei ritenute un pò spregiudicate.

“Piuttosto, adesso che non sei più indisposta fila in bagno per un bel clistere di pulizia, e già che ci siamo anche voi due ragazzi preparate l’occorrente che, dopo Ro, tocca a voi”. Io e Ro, mugugnando come al solito, ci avviamo verso il bagno mentre Lino ci precedeva pieno di zelo. Arrivammo in bagno e lui aveva già tirato fuori tutto l’occorrente che consegnò alla zia. Lei mi diede la sacca da riempire d’acqua calda e intanto prese la crema per ungere bene il sedere di Ro. In quel momento suonò il telefono e la zia lasciò il bagno per andare a rispondere, io subentrai a lei e, iniziai a passare il dito con la crema sul suo sedere poi introdussi due dita che feci ruotare per bene onde rendere l’ano elastico e ricettivo. Quando giudicai che fosse pronto presi la cannula e l’infilai dentro, aprii il rubinetto e sentii l’acqua calda che scorreva dentro l’intestino. Con una mano tenevo la cannula e intanto con l’altra massaggiavo il pancino sentendo la pelle che si tendeva sotto la spinta del liquido che entrava.

Alla fine tolsi la cannula e la lavai per bene mentre Lino si preparava appoggiato al lavabo per ricevere anche lui il clistere. Riempita la sacca con l’acqua calda gli dissi di aprirsi le chiappe, lui eseguì ed io, senza ammorbidire il sedere ma solo dopo avere unto la cannula, ne appoggiai la punta al suo buco e spinsi con decisione. Lino ebbe un sussulto per l’intrusione un po’ forzata ma, dopo un primo movimento involontario in avanti per sottrarsi all‘intrusione improvvisa, tenne duro e mi lasciò fare fino in fondo. Anche con lui lasciai scendere l’acqua nelle viscere massaggiandogli la pancia e fu allora che notai un inizio di erezione. Ebbi un’ulteriore conferma che gli piaceva molto farsi infilare qualcosa in culo e decisi che presto ne avrei approfittato per mettergli dentro qualcosa di mio.

Mentre finivo con Lino la zia era arrivata “Bravo Gio, vedo che hai imparato a fare i clisteri , adesso mettiti in posizione che tocca a te”. Mi posizionai con le chiappe aperte e la zia, ungendo solo la cannula, me la infilò con la stessa decisione che avevo usato per mio cugino. “Ahi! Zia mi hai fatto male” “Quello che è dato è reso. Ti ho visto come hai fatto con Lino e quindi è giusto che anche tu provi quello che ha provato lui”. Un po’ vergognoso per essere stato beccato a essere stato dispettoso con mio cugino, subii senza fiatare il castigo mentre i due cari cugini se la ridevano sotto i baffi. A clistere ultimato la zia mi diede uno sculaccione e, come al solito mi intimò di tenere l’acqua il più possibile in pancia “Guarda che se non fai come ti dico ti chiudo il sedere con un tappo”.

Poiché Ro doveva tenersi ancora di riguardo almeno per un giorno, passammo il resto della giornata a prendere il sole in giardino e a chiacchierare fra noi. Lei volle sapere cosa era successo nei giorni precedenti e cosa avevamo combinato in sua assenza e le raccontammo come ci eravamo divertiti a prenderci i cazzi in mano per menarli e poi anche come era stato bello prenderceli in bocca e come li avevamo leccati e succhiati fino a godere con due pompini da favola.

“Allora adesso che avete provato fra di voi cosa contate di fare con me? Pensate che io sia di troppo o possiamo continuare insieme?”. ”Non farti strane idee, tu sei e sarai sempre la nostra cugina porcellina e che ci piace tanto averti con noi per i nostri divertimenti. Ci siamo fatti seghe e pompini ma nel culo non abbiamo infilato che le dita. Quelli sono ancora vergini di cazzi e, naturalmente, quando li svergineremo sarai anche tu con noi e neanche il tuo buco resterà a digiuno di cazzo duro e sborrante”. “Ah, volevo un po’ vedere se vi eravate dimenticati di me porcellini miei. Vi voglio tutti e due insieme uno nel sedere e uno in bocca per farmi farcire di crema calda e abbondante”. L’assicurammo che senza di lei non avremmo fatto nulla di nuovo, che lei sarebbe state sempre con noi e che ci impegnavamo a farla sempre godere al massimo delle nostre possibilità.

Finalmente venne il giorno adatto per realizzare le nostre voglie. La mattina anche la zia uscì con i miei genitori dovendo andare fuori città e noi rimanemmo soli. Finito di fare colazione, come avevamo già progettato prima, andammo in bagno per i clisteri di pulizia, quindi ci trasferimmo in camera di Ro dove iniziammo a toccarci e a leccarci come cagnolini, ci baciavamo in bocca, ci sputavamo addosso per poi andare a leccare la nostra saliva e ci succhiavamo a vicenda. Ro volle che le mostrassimo come avevamo fatto per farci godere con la bocca e noi ci lanciammo in un sessantanove con passaggio di lingua sui coglioni e fino ad arrivare al sedere.

Prima di godere ci separammo e ci prendemmo cura di lei; iniziammo a carezzare la sua pelle morbida poi passammo a lavorarla con la bocca e le nostre lingue le fecero il classico pigiamino di saliva fino a farla gemere dal godimento. Non ci risparmiammo e ce la dividemmo da buoni cugini per portarla ad un primo orgasmo procurato dalle nostre lingue insaziabili mentre io le tenevo fino a tre dita nel sedere facendole ruotare per ammorbidirglielo per bene. A questo punto lei era al limite della sopportazione e chiese di più, “Basta con le dita… voglio un cazzo nel culo… sfondatemelo!!!”.

Guardai Lino che mi fece cenno di accomodarmi mentre lui insalivava ulteriormente il buchino che era ormai diventato morbido ed elastico. Ro era inginocchiata e porgeva il sedere mentre Lino, che si era piazzato sotto alla pecorina, le insalivava bene il sedere, mi misi dietro di lei, avvicinai la cappella al suo buchino, lei, sentendo il contatto, spinse il culetto indietro, la presi per i fianchi e spinsi dolcemente, anche lei spinse e il suo buchino si decontrasse permettendo alla mia cappella di entrare con la punta, spinsi ancora e tutta la cappella era dentro. Mi fermai per permettere al suo ano di abituarsi all’intruso mentre Lino passava a leccarle la fica.

“Via dalla mia fica. Piantala di leccarla. Voglio concentrarmi sul cazzo di Gio mentre mi incula. Il mio primo cazzo lo voglio assaporare al massimo e voglio ricordarmelo per tutta la vita. Forza Gio spingi e ficcalo dentro, lo voglio tutto fino ai coglioni. Non temere di farmi male. Usami come una troia e dacci dentro”. La tenevo per le anche e attirandola a me affondai il cazzo nel suo sedere fino a sbattere con le palle contro il culo. Mi fermai per assaporare la conquista e per darle tempo di sentirsi il retto pieno di carne dura poi mi sfilai a metà per poi infilarmi nuovamente lentamente ma a fondo; ogni volta che mi sfilavo rientravo sempre più prepotentemente fino a dare colpi frequenti che la scuotevano tutta. Non durai a lungo e alla fine le allagai il retto con una sborrata che mi arrivata dal profondo e mi rendeva le gambe molli tanto che mi abbarbicai a lei per sostenermi. “Finalmente sono donna anche dal culo. Era ora che qualcuno mi sfondasse e mi farcisse di crema calda”. Mi sfilai e le porsi il cazzo da pulire con la bocca, lei lo prese e prima lo leccò poi lo mise in bocca per pulirlo bene dai residui di sperma. Intanto Lino era supino fra le sue gambe e raccoglieva in bocca il mio sperma che colava dal culo sfranto finendo con leccare l’ano fino a pulirlo completamente.

La nostra prima inculata era terminata con completa soddisfazione di tutti anche se Lino aveva dovuto accontentarsi di avere un ruolo marginale ma avevamo in serbo un altro gioco con lui protagonista maschile.

Io avevo goduto nel sedere di Ro e quindi toccava a Lino godere e, naturalmente, a me toccò la parte femminile. Ro si occupò del mio culetto che insalivò per bene e poi si impegnò a renderlo elastico e morbido con tre dita ruotate dentro; io intanto mi occupavo del cazzo di Lino che insalivai per bene fino a renderlo scivoloso e duro come il marmo. Anche io chiesi che tutte le attenzioni fossero riservate al mio sedere per focalizzare su quel punto tutta la mia attenzione. Quando fui pronto Ro mi si mise a cavallo per allargarmi bene le mele in modo che il mio buco fosse completamente offerto e disponibile alle attenzioni di Lino. Lui si prese il cazzo in mano, appoggiò la cappella al mio buco e diede un colpetto, appena sentii la cappella appoggiata all’ano spinsi e sentii il buco che si apriva, lui spinse ancora finalmente il mio culo si aprì come un fiore per accogliere la sua cappella seguita subito da tutto il cazzo. Subito sentii dolore ma poi, dopo che lui era rimasto fermo tutto piantato in me, iniziai a sentire un dolce dolore che mi dava piacere.

Il piacere era dovuto al fatto che mi sentivo posseduto, usato e goduto come una femmina usata dal maschio che la possiede con forza e anche brutalmente per farle capire chi è il padrone. La sensazione durò per tutto il tempo che occorse a mio cugino per godermi dentro e mentre lui stantuffava tenendomi per le anche io mi strizzavo i capezzoli immaginando di avere anche io le tette come le donne. Quando ebbe finito Lino si abbandonò sulla mia schiena ansimando e dopo io mi occupai di pulirgli il cazzo sporco di sborra usando la bocca mentre Ro si occupava del mio culetto ancora aperto dal quale colava un filo di sperma che lei provvide ad accogliere in bocca per poi inghiottirlo golosamente.

Quando tutto finì Ro venne a farmi le coccole dicendomi “Sembravi proprio una puttanella in calore che si concedeva al suo maschio infoiato. Ti ha fatto male o ti ha solo fatto godere?”. “Ho provato quello che hai provato tu con me”. Lino si intromise nel discorso “Allora è bello farsi inculare? Quando toccherà anche a me fare la parte della puttanella vogliosa di cazzo? Guarda Gio che voglio anch’io godere col culo e non solo con le dita dentro ma con il cazzo. Voglio una bella chiavata come avete avuto voi due”. “Tranquillo che presto verrà il tuo turno di prenderlo e proverai cosa significa farselo rompere da un bel cazzo duro e sborroso”.


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