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Lui & Lei

Ninfomania di una vita 2.Alberto


di Eriaku
02.07.2016    |    8.164    |    0 8.7
"Era leggermente curvo a sinistra e la cappella era larga e violacea, fradicia di liquido pre-seminale..."
Di come Ada, vedova ma sempre vogliosa, sedusse il giovane Alberto...

Da poco compiuti cinquant'anni, Ada si sentiva inquieta. Il suo adorato marito era morto d'infarto due anni prima, suo figlio si era sposato l'anno scorso e viveva felice, con la sua sposa.

Così la donna si era ritrovata sola senza più nessuno che la montasse quando ne aveva bisogno, il che accadeva molto spesso.

Già, perché la bella Ada, dai capelli neri e gli occhi azzurri, aveva fin da giovane un bisogno di cazzo, se non costante quantomeno giornaliero, che sebbene da un lato amasse soddisfare con avventure occasionali disinibite e senza freni, dall'altro era abituata fin dal primo assaggio ad avere almeno uno stallone fisso a trattarla da giumenta. Specie negli anni del suo matrimonio, laddove suo marito la capiva e incoraggiava poiché simile a lei, tanco che con la sua compiacenza aveva ricondotto il loro amato figliolo nel ventre che lo aveva generato.

Pensare alla proboscide che la natura aveva donato al suo bambino, la fece gemere mentre rammentava l'ultima volta che se l'era goduta, più di un mese prima. Ormai quella dolce troietta della nuora era entrata nel secondo trimestre di gravidanza e come un'assatanata lo spompava, impedendogli di aiutare la sua povera mamma!

Era ora di rimboccarsi le maniche e trovarsi un nuovo manzo.

Rinfrancata da questi pensieri accelerò il bocchino in cui era impegnata; strinse con una mano la base dell'uccello e con l'altra iniziò un sapiente massaggio alle palle sottostanti, gonfie e pesanti.

Le profonde succhiate combinate con la stimonazione della sacca dei coglioni non lasciarono scampo al proprietario del bel pisello che prese ad ansimare e spingere i fianchi: "Ahhh…oddio sto sborrando, sborro….Ahhh sborro!!"

Pronta, Ada avvolse la sola cappella tra le sue carnose labbra e strofinando la lingua sul meato assoporò ogni schizzo di denso sperma sparatole in bocca. Infine, nettando gli ultimi rivoletti direttamente dall'asta raggiunse anche lei l'orgasmo, il secondo di quell'interludio, con tre dita affondate nella fica vogliosa.

Dopo un attimo di languido stordimento si alzò e accarezzando con la mano sporca di umori il viso del giovane venditore porta a porta lo congedò: "Grazie caro, ma non sono interessata a firmare nessun contratto, vada pure" e andò in bagno a sistemarsi.

Il ragazzo, un venticinquenne di nome Marco che lavorava per una certa compagnia telefonica, rimase accasciato sulla sedia, completamente scombussolato da quell'incontro. Era entrato in quella casa accolto da una matura signora avvolta in una vestaglia di seta blu, sperando di piazzare una vendita e invece aveva piazzato il cazzo dentro la donna, che gli aveva offerto un caffè mentre si faceva spiegare i dettagli.

Mentre elencava i vantaggi dell'offerta proposta, si era ritrovato con un piede nudo che gli massaggiava il pacco, e senza sapere esattamente come era finito con l'uccello duro sprofondato in una calda passera che lo stringeva come a volerlo mungere. La signora gemente, con la vestaglia aperta a mostrare il suo splendido corpo nudo, gli saltava sul bacino e lui, non sapendo dove metterle, aveva finito per stringere le mani sul suo culo burroso.

La donna lo aveva cavalcato fino a venire come un fiume, inzuppandogli le palle di ciprigno e affogandolo in un mare di tette. Senza dargli tregua era smontata dal suo cazzo e accosciandosi fra le sue gambe lo aveva preso in bocca facendolo sborrare come mai prima.

Mentre si tirava su i pantaloni e andava via pensò che anche se non era tipo a cui piacevano le donne mature, a quella signora era stato impossibile resistere.

La sera stessa, momentaneamente rinfrancata dalla dose di cazzo pomeridiana, Ada chiacchierava con Gloria, sua carissima amica nonché dirimpettaia, a proposito del figlio Alberto: "Sta sempre masturbarsi" le diceva "trovo sperma ovunque, fazzoletti pieni nel cestino, sulle lenzuola e persino le mutande sono piene, ho per figlio un segaiolo, l'altro giorno l'ho beccato che sborrava in uno dei miei reggiseni! Mi ha sconvolta e non so che fare…"

Mentre la tranquillizzava assicurandole che fosse un comportamento normale, Ada pensò ad Alberto, lo ricordava come un giovane ragazzo alto e magro dai capelli castani, e le venne un illuminazione: Il figlio dei suoi vicini poteva essere il suo nuovo toro da monta?

Valutò i pro e i contro: se la cosa fosse venuta fuori avrebbe potuto fare la figura della zoccola adescatrice, ma d'altra parte i giovani erano forti, avevano resistenza e volontà d'imparare a godere e far godere; lo aveva scoperto con suo figlio. Certo ci sarebbe voluto un po' di addestramento ma data la sua esperienza era un occasione da non perdere, perché dove c'era tanta sborra c'era pure tanto cazzo.

La mattina del giorno dopo iniziò a pensare a come avvicinarlo e ripensando alla conversazione avuta con la madre le tornò in mente la storia del reggiseno: vuoi vedere che il piccolo porco vuole scoparsi la mamma? Se così fosse stato avrebbe potuto sfruttare la cosa per irretirlo e magari anche aiutarlo...

A stabilire il primo contatto le venne in aiuto il fato.

Stava rassettando quando sentì bussare ed aperta la porta e il giovane si trovo di fronte una visione arrapantissima di Ada. Era estate e la donna indossava solo una sottanella, scalza e chiaramente senza reggiseno, il poveretto si impappinò chiedendole del caffé.

Ada non perse l'occasione di provocarlo: Lo chiamò in cucina alzandosi piedi facendo finta di non arrivare a prendere il barattolo. Il cazzo del giovane ebbe un impennata alla vista del culone sodo e ondeggiante, separato solo dal filo di un tanga azzurro. La maliarda chiese ad Alberto di prenderlo per lei, nel fargli spazio strusciò casualmente il sedere sul suo inguine ingrossato, e conclusa l'operazione lo salutò sulla porta abbracciandolo, facendogli sentire i capezzoli duri. Si compiacque nel sentire dei bei muscoli su quel corpo, l'avrebbe soddisfatta anche meglio. Certa di essersi sostituita nel cervello del giovane alla madre, aspettò un paio di giorni per mossa successiva.

Sapeva che quel pomeriggio Gloria lavorava, ed essendo separata, Alberto era da solo. Così lo attirò in casa con una scusa:

"Alberto caro, ho dei problemi con la tv, sono andati via i canali, potresti aiutarmi?"

"C-certo, solo un attimo che mi vesto…." Il ragazzo le aveva aperto in pantaloncini. "Ma non figurati fa cosi caldo…." e indicò se stessa vestita solo con una vestaglia di seta blu e le infradito.

In casa della donna Alberto prese ad armeggiare col telecomando, c'era un odore forte.

Somiglia al profumo delle mutandine di mamma, pensò. Certo il giovane non poteva sapere che Ada si era masturbata tutta la mattina con le finestre chiuse di proposito.

La vicina gli chiese se voleva qualcosa da bere, e lui acconsentì sperando di risolvere in fretta; lo imbarazzava stare lì dopo l'altro giorno. Si era masturbato più volte pensando al culone della signora venendo copiosamente, e quell'odore lo stava facendo eccitare.

Ada si diresse al frigo si chinò e chiese ad Alberto cosa preferiva; lui si girò istintivamente ed ebbe la visione della fica nuda della signora, rossa e lucida. Finora aveva visto solo quella della madre dal vivo e solo spiandola. Rimase imbambolato, il cazzo che s'induriva mentre la donna scuoteva "casualmente" il posteriore.

Emise un gemito e Ada lo colse come appiglio per girarsi:

"Ma...Alberto! Ti sei eccitato guardandomi il sedere?"

"N-no signora…"

"E quello come lo spieghi?" indicando l'evidente bozzo nei pantaloncini mentre lentamente si avvicinava a lui, sinuosa come un gatta.

"Ecco io, voglio...Lei….non ha le mutandine!"

"Eh? Ah si, fa così caldo sai...E quindi hai visto la mia micia? Ti piace?" Nel frattempo lo aveva raggiunto e preso l'uccello in mano da sopra il tessuto rimanendo soddisfatta dalla consistenza e dalla grandezza "Direi che ti piace proprio, lo sai che potrei essere tua madre?"

Il cazzo ebbe un sussulto "Non dirmi che ti piacerebbe!" Il giovane deglutì e cercò di rispondere "Ecco...no...S-si...voglio dire no…io….ahg" si interruppe perché la signora aveva preso a massaggiarglielo "Secondo me invece vorresti proprio che ci fosse tua madre qui a menartelo. Se farai il bravo vedrai che prima o poi accadrà, ora vieni con me." Ciò detto condusse un ormai soggiogato Alberto nella sua camera e lo fece sedere sul letto "Dimmi Alberto caro, vorresti vedermi nuda?" Lui rispose con un cenno, e Ada si liberò della vestaglia mostrando il suo giunonico corpo "Ti piaccio? vorresti toccarmi?"

"S-si! " ma non si muoveva, e così la donna gli prese una mano e se la poggiò su un seno, ricevendo subito una strizzata. Lo guidò nello stuzzicarla e quando i capezzoli furono inturgiditi fermò la sua mano trascinandola giù fino alla vulva fradicia e si spinse due sue dita dentro:

"Mmh, che dita grandi" gliele strinse con le labbra "Così continua tu, spingile e ruotale allargandole" il ragazzo eseguì in trance "Strofina il pollice qui, è il clitoride! Ahh bravo sì, adesso avvicina il viso, senti il profumo di fica baciala...ahh leccala" Alberto leccava, baciava e beveva gli umori che incessantemente uscivano da quella susina matura "Ahhh...me la stai mangiando...continuahh sto godendo, Alberto caro, dissetati dei miei umori che vengo, vengo!"

Con le mani schiacciò sull'inguine la testa del giovane che, perso, ingoiava e nettava tutto il miele sgorgato, prolungandole il piacere inconsapevolmente.

Cessati gli spasmi, Ada scese ad assaggiare il proprio sapore dalle sue labbra "Sei stato proprio bravo" lo elogiò "Meriti una ricompensa".

Così dicendo si inginocchiò tra le gambe del ragazzo, stralunato e boccheggiante, e gli abbassò i pantaloncini scoprendo quale meravigliosa mazza nascondevano; un randello lungo e ritto come un fuso, nodoso, e con una vena spessa e pulsante al centro. Era leggermente curvo a sinistra e la cappella era larga e violacea, fradicia di liquido pre-seminale.

Lo afferrò con entrambe le mani iniziando a segarlo, sotto lo sguardo rapito del ragazzo "Che bel pisello Alberto, tua mamma è stata proprio brava chissà che sapore ha…" se lo ficcò tutto in bocca ricevendo dopo appena due succhiate un bel carico di sborra. sei densi schizzi sul palato che assaporò mandando giù un po' per volta.

Alberto in estasi si agitava, reggendosi sul letto sui gomiti mentre assisteva al primo pompino della sua vita e riempendo la bocca della signora "Ahhh…signora Ada..ah..ahh..ahhhh!"

"Hai davvero un buon sapore Alberto, di cazzo giovane e sborra dolce, ma dobbiamo lavorare sulla resistenza mio caro…" Per la successiva mezz'ora lo sbocchinò di buona lena stringendogli la base del cazzo e le palle ogni volta che era sul punto di venire. Alberto semisdraiato sui gomiti, paonazzo in volto, subiva il trattamento della sua dirimpettaia che lo masturbava massaggiandogli le palle, gli leccava l'uccello come fosse un gelato e succhiava la cappella gonfia e turgida: "Sig-gnora Ada la prego ahh…mi faccia venire, non ce la faccio più!!!"

"Mio caro Alberto devi imparare a controllarti! Se sborri subito poi non puoi fare altre cose, non vuoi mettere il tuo bell'uccello nella mia passera?" e intanto continuava a lavorarselo "Aghhh, si signora nella passera si…"

"E allora resisti! Anzi se la smetti di chiamarmi signora ti farò assaggiare anche il mio sedere, dimmi lo vorresti?" Senza attendere risposta ingoiò quel paletto fino alle palle.

"Vaahhh bene Ada…." La donna non gli dava tregua, alternandosi fra pompino e provocazioni "Slurp! Bravo ora chiamami mamma, sarò la tua mammina troia! Fallo e ti faccio venire"

"Ma…ahhh…mamma, mamma, MAMMA! " urlò il ragazzo fiottando il suo orgasmo, il glande massaggiato dalla bocca della donna mentre ingoiava ancora. Lungi dallo smettere Ada si sdraio sul quel giovane uomo imboccandolo coi seni, strusciandosi con la fica vogliosa.

Contava sulla resistenza giovanile e non fu delusa. Di nuovo duro, lo attirò fra le sue cosce lasciando che trovasse la strada per penetrala da solo.

Dapprima impacciato, Alberto seguendo l'istinto diede il via ad un'irruenta chiavata.

Il cazzo imbizzarrito sguazzava nel vagina matura di Ada che, graffiandogli la schiena, incitiva il giovane toro aggrappato ai suoi fianchi godendo come la vacca che era.

"Così, Così, lo sento tutto dentro il tuo bel cazzo! Alberto non ti fermare, vai più veloce, mi fai godere!"

Diligente, Alberto eseguì cercando di resistere finché non ce la fece più. La vulva della signora Ada gli massaggiava il membro come una voragine famelica, fradicia, focosa. Sprofondò un'ultima volta fino alle palle nella fica della sua vicina e con un suono gutturale rilasciò il seme.

Estremamente compiaciuta, Ada lo carezzava lodandolo. Rimase di stucco quando Alberto le posò sulle labbra l'uccello ancora barzotto impregnato delle loro essenze: "Voglio quello che mi hai promesso mammina…"

E Ada ridendo glielo concesse. Poche leccate e fu pronto di nuovo alla lotta, ma stavolta fu lei montare a candela e a guidarselo nel retto che lo accolse docilmente. Si sgrillettava il clitoride mentre lo cavalcava in un lento saliscendi, gustandosi la sensazione di un cazzo caldo e duro che le allargava gli intestini, dopututto erano passate più di due settimane dall'ultimo che aveva preso, da un corriere di DHL.

Alberto le strizzava i seni gemendo e lei lo stuzzicava:

"Ti piace il sedere di mamma Alberto? Ti piace fotterlo col tuo grosso cazzo?" "Ohh, si mi piace tanto, tantissimo!"
"Lo faremo tanto e spesso vero? Tutte le volte che voglio?"
"Tutti i giorni la pregohhh" il pensiero di aver ottenuto ciò che voleva la portò oltre il limite e venne stringendo quel palo caldo nelle sue viscere "Ahhhhh! Alberto la mamma sta venendo, sborra tesoro, sborra nel culo della mamma, ahhh si, dai innaffialo!!"

"Aghhh…ahhh..si vengo, oddio sborro mamma ti riempio il culo...ahhh!" Con le ultime forze, Alberto sgroppò nel culo della donna siglando così il loro accordo.

Ada gli insegnò tutto ciò che sapeva, godendo dei suoi progressi. Certo un solo cazzo non poteva bastarle, ma finalmente aveva un equilibrio con cui risciuva asoddisfare appieno il suo bisogno: Da un lato un amante fisso sempre disponibile e focoso, dall'altro i vari occasionali.

Per legarlo definitivamente a sé ed evitare che le fosse portato via da qualche puttanella o peggio che diventasse geloso, decise di aiutarlo ad attuare le sue latenti fantasie edipiche.

Fargliele ammettere non fu difficile.
Lo stava segando lentamente con i piedi nudi, pratica che aveva scorperto di adorar e con poche domande riuscì a metterlo davanti al fatto che più di tutto voleva scoparsi la proprio madre: "Tu vuoi farti tua madre, Alberto caro. Vuoi dissetarla col tuo sapore, sottometterla possedendola selvaggiamente di dietro e soprattutto vuoi entrare nel suo ventre e depositare il tuo seme nel suo utero, magari ingravidandola, è vero o no che lo vuoi?" Il ragazzo, sul punto di venire, fu incapace di negare i suoi torbidi desideri: " È vero, è vero, È VERO! Voglio farne la mia troia, la mia vacca rotta in culo e incintaaahhh" e le aveva imbrattato i piedi di sperma.

E così lo aiutò.

Con la sua esperienza non fu difficile capire che tipo fosse Gloria: una donna di trentaquattro anni repressa e sola, abituata a presenze autoritarie. Il suo matrimonio era naufragato perché il marito era un porco che correva dietro a qualunque femmina gli passasse davanti.

Così disse ad Alberto di essere più sfacciato e diretto, più duro e brusco, doveva comportarsi da uomo e non da figlio, girando indisturbato nudo per casa e mostrandole quello che aveva fra le gambe da offrire, farsi cogliere nell'atto di masturbarsi e non soltanto la sborra.

Nel mentre Ada invece l'vrebbe fuorviata nelle loro chiacchierate, inducendola pian piano a sciogliersi, l'ultimo passo sarebbe stato attacco diretto alle sue difese.

Dopo un paio di settimane, alla fine accadde.

Alberto si fece trovare nudo a gambe larghe nel letto matrimoniale della madre, mentre si segava durante la visione di porno sugli incesti ad alto volume proprio mentre Gloria rientrava dal lavoro:

"Alberto ma che cosa fai?!? Porco, vergognati!!! Hai superato il limite, vai subito in camera tua!" lo apostrofò sua madre sconvolta.

"E non rompermi il cazzo, mi stavo sollazzando così bene, mentre questa troia lo prende dal figlio!"

" Guardi queste cose? Razza di maiale che ho cresciuto!"

"Io sarei il maiale? Ma se me le lo fissi da quando sei entrata! Zoccola affamata, dillo se lo vuoi che te lo do tutto!"

"Ma…ma che dici, come osi! Sono tua madre!" Gloria era sempre più scioccata, dalle parole di Alberto come dal fatto di non riuscire effettivamente a staccare gli occhi dal suo membro ritto come un fuso, le palle gonfie più in basso dovevano essere piene...

"Una madre che fissa il cazzo del figlio come stai facendo tu vuole solo una cosa, e ora te la faccio vedere!" Alberto si alzò di scatto e la afferrò lanciandola sul letto. Tenendola ferma, si accucciò vicino al suo viso e iniziò a strusciarle l'uccello in faccia:

"Lo senti com'è duro? E' tutto per te….prendilo in bocca dai…."
"NO! Lasciami o chiamo aiuto!" Alberto iniziò a temere, ma ormai giunto fin lì decise di provare "Ti ho detto di prenderlo in bocca zoccola, obbedisci" e incredibilmente cedette. Lo prese tutto in bocca, il primo pisello dopo anni, e da quel momento il resto fu una naturale conseguenza.

Gloria si concesse al figlio senza inibizioni, ormai in sua completa balia. Non protestò quando le scopò la gola, Né quando la costrinse ad ingoiare il suo sperma. Si sentì gratificata quando le strappò di dosso i vestiti e gridò di piacere, venendo sulla lingua del suo bambino. Si fece possedere analmente con partecipazione, andando incontro alle spinte, gemendo per gli schiaffi sul culo.

Ebbe un unico moto di repulsa nel farsi penetrare la vulva, che venne vinto a suon di orgasmi e pesanti strizzate a i capezzoli. Accolse la conseguente sborrata nella fica con un orgasmo gridato.

Alberto era felice, aveva finalmente sottomesso la madre alle sue voglie. Le proibì l'intimo in casa, la montava anche cinque o sei volte al giorno, e la voleva sempre accessibile. Una volta inaugurato ogni angolo di casa aveva cominciato a farle fare cose più trasgressive: un bocchino in un parcheggio, un video porno, un inculata nel bagno di un ristorante.

Ovviamente non mancava di ringraziare la sua maestra con la quale continuava a scopare assiduamente, arrivando a coinvolgere anche la madre per dei lascivi rapporti a tre dove Ada era la regista indiscussa.

Riuscì anche a realizzare il suo intento di ingravidarla, di ben due gemelline. Il ginecolo scelto era anche lui un amante di Ada e come pagamento accettava di buon grado dei rapporti a quattro.

Il guaio avvenne solo qualche anno dopo. Un pomeriggio stavano festeggiando il loro "anniversario" e Alberto, ora ventitreenne, stava scopando violentemente la fica di Gloria, bendata e con le braccia legate alla spalliera. Un cazzo di gomma nel culo, completava il quadretto. La donna ansimava e godeva mentre il figlio la insultava:

"Troia! ti piace essere scopata col culo pieno vero?" e giù di sculaccioni "Ahhhh si si, mi piace ohhhh, sono la tua troia! Fottimi"

"Finalmente l'hai capito, stupida puttana, ora ti ingravido un altra volta, diamo un fratellino alle gemelle che sono di là con Ada e con un po' di fortuna ti crescono ancora un po' queste zinne" e stringendogliele continuava a pompare.

"No! Basta figli, fammi quello che vuoi ma quello no!"
"Credi di poter scegliere? Sei la mia vacca da monta, ti ingravido come e quando voglio, da domani smetti la pillola e vedrai che neanche un mese e avrai un altra pagnotta nel forno, tieni la sborra troia!" con un ultima botta di pelvi, le riempì l'utero.

Furono spaventati entrambi da un grido incredulo.

Il padre di Alberto nonché ex marito di Gloria, entrato a casa con le chiavi che ancora aveva per lasciare gli alimenti, li aveva colti sul fatto.

Si scatenò un putiferio, ma Ada ancora una volta risolse la situazione.

Circuì l'uomo e lo portò a più miti consigli mentre le scaricava nell'ano una sana sborrata. L'uomo si convinse a lasciar stare a patto di non dover versare più nulla alla moglie, tanto ormai ci pensava loro figlio. In compenso, avrebbe volentieri approfittato della possibilità di versare altra sborra dentro Ada. Quella sera un Alberto ignaro, la ringraziò e le chiese come ripagarla:

"Portami dei ragazzi, voglio essere montata a sangue da un gruppo di giovani arrapati…"
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