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Lui & Lei

Racconto a otto mani, questo è il mio.


di Maranonperchiunque
08.10.2022    |    1.626    |    16 9.6
"Fu come il lampo durante un temporale e poi il tuono, la scintilla che fece scoccare in entrambi una risata infinita , la liberazione da tutte le ansie delle..."
……………………………………..“Marco ! Sei tu veramente !? Finalmente ti ho trovato !”
Una felicità che aggiunta a quella già provata, provocò a Linda una emozione incredibile. Si accasciò su una sedia, tremante. Le lacrime scendevano copiose bagnandole il viso; ma non le importava.
“ Linda, mi sembra un sogno ! Sapessi quanto ti ho cercata, sai sono a Roma da ieri, sapevo che non dovevo perdere la speranza ed ora eccoti, ma come hai fatto ad avere il mio numero ?”
“ A Roma ? Ma allora dobbiamo vederci ! Dove ti trovi ?”
Scoprirono così di non essere molto distanti e decisero di incontrarsi, impazienti e felici, per cenare in un ristorantino in riva al Tevere , giusto il tempo per Linda di farsi una bella doccia rigenerante e rendersi presentabile, mentre Marco approfittava per fare una telefonata alla madre onde avvisarla degli ultimi eventi, sperando poi nella comprensione del proprietario del locale, per poter mettere in carica il cellulare.
Ed ecco Linda arrivare.
Vederla, anche solo da lontano, gli provocò un turbamento mai provato.
Che sia questo l’amore, questo sconosciuto ?
Il sole stava volgendo al tramonto e illuminava la figura sottile che si stava dirigendo velocemente verso di lui, facendo splendere i lunghi capelli castani dai riflessi rossi. Il suo grazioso vestito pervinca volteggiava accompagnando il dondolio della borsa a tracolla. Immaginava i suoi occhi, azzurri come il cielo in estate, quando si confonde col mare, un incanto.
Le corse incontro, non poteva non farlo.
E poi si trovarono, vicini, felici e timorosi, improvvisamente intimiditi dei propri sentimenti, senza parole.
Fu Linda a rompere il silenzio con un ciao allungando il braccio per una stretta di mano.
Fu come il lampo durante un temporale e poi il tuono, la scintilla che fece scoccare in entrambi una risata infinita , la liberazione da tutte le ansie delle ultime ore.
Il loro abbraccio nacque spontaneo, a Marco venne naturale prenderle il viso fra le mani, guardarla negli occhi ridenti, accarezzarle i capelli e costellare la sua faccia di piccoli baci, per poi dirle: “ Sei in credito di un bacio, posso ? “
“Devi”
Sfiorò le sue labbra, come lei aveva fatto il giorno del loro primo e unico incontro, labbra morbide, affamate di baci.
Era ormai sera , la strada era deserta, sentiva che lei lo voleva, la strinse forte a sé e la baciò con una passione mai provata, labbra sulle labbra, le loro lingue si cercarono e si trovarono.
Li riscosse il suono di un clacson, l’automobile passò loro accanto e, abbassando il finestrino, il conducente li salutò con la mano dicendo : “ Bravi , così si fa, ehhhh..potessi tornare indietro !” E se ne andò sgommando.
Scoppiarono entrambi in una irrefrenabile, inevitabile risata e prendendo Linda per mano, le disse: “ Andiamo, il ristorante ci sta aspettando”.
Il locale era semplice, ma molto carino e accogliente. Il proprietario, un simpatico romanaccio, li fece accomodare ad un tavolo per due. Decisero di ordinare entrambi una pizza e due belle birre fresche. Non era importante la cena , era la loro presenza la cosa più preziosa.
Nell’attesa di cenare ognuno raccontò la propria storia, della loro voglia di ritrovarsi, di come avessero tentato in tutti i modi dì riuscirci, di come Marco decise di saltare sul treno per Roma senza sapere a cosa sarebbe andato incontro, al dover tornare per trovare un padre mai conosciuto.
“ Come, domani te ne devi andare ?” “Purtroppo si, ma tornerò, lo giuro, appena sistemerò la questione. Il commissario che mi ha telefonato mi ha dato 48 ore di tempo “
“ Aveva il tuo numero ?”
“ Glielo ha dato mio padre”
“ Come poteva averlo tuo padre, se non vi siete mai incontrati?”
“Mia madre , è stata mia madre. Me lo ha confessato quando le ho telefonato , prima che arrivassi tu. Lui, in tutti questi anni, mi ha cercato, voleva conoscermi, mi guardava da lontano. Mia madre gli ha sempre vietato di avvicinarsi a me, credendo di proteggermi.
Pensare a quanto l’ho odiato !“
Linda gli prese le mani appoggiate sulla ruvida tovaglia, gliele strinse con dolcezza guardandolo negli occhi verdi che brillavano di lacrime nascoste.
Sorrise.
“Sai, il mio se ne era andato quando ero piccola. L’ho ritrovato un mese fa, mentre lo portavo in ospedale con l’ambulanza, ammalato.
Oggi è tornato a casa, ci rivedremo, ho anche una sorella, mi somiglia....sono felice, sai ?
La felicità, come tutte le emozioni, a volte fa inumidire gli occhi. Linda aprí la borsa per prendere il fazzoletto, ma qualcosa rotoló sul tavolo.
Una conchiglia.
“ Anche tu , Linda ?”
“ Perché questa domanda ?”
Marco infilò una mano nella tasca della giacca, la appoggiò sul tavolo e socchiudendola disse: “ Guarda, uguale identica “
Due piccole Cyprea , come due gemelle, una accanto all’altra.
Intanto arrivarono due pizze fumanti e fra un boccone e l’altro Marco le raccontò dell’incontro sul treno, di questa conchiglia e di come si sentisse protetto ad averla in tasca .
Cosi Linda gli disse della sua collezione composta solo da conchiglie portafortuna. L’unica che aveva comprato perché decisamente bella era stata quella che inavvertitamente aveva fatto cadere la sua coinquilina e si era frantumata.
Nulla avviene per caso.
La birra era fresca , scivolava in gola e scioglieva gli ultimi nodi dell’anima. “
“ Così abiti con una ragazza ?”
“ Si, non posso permettermi molto. Andavo all’università e lavoravo in un pub, ma ora, con questa pandemia, preferisco essere utile. Chissà quanto durerà? Ho sentito circolare voci che probabilmente proibiranno l’uscita dal proprio paese o città. Ho paura che se te ne vai non potrai tornare. Ma si potrebbe fare in tempo a trovare una soluzione..se lo vuoi.
“ Ci mancava solo più questa adesso, accidenti ! “ Marco si rimise la conchiglia in tasca, accarezzandola.
Questo atto lo calmava , doveva andare tutto bene, domattina sarebbe partito, avrebbe conosciuto suo padre, avrebbe trovato chi poteva assisterlo meglio di lui..se necessario e sarebbe tornato da Linda.
Per il lavoro si sarebbe portato il proprio pc e le altre cose utili. La macchina non era grande, ma ci sarebbe stato tutto.
Il problema era dove alloggiare.
Come se gli avesse letto nel pensiero Linda disse che c’era un compagno di università che cercava qualcuno con cui dividere la stanza. Doveva informarsi ?
Come poteva essere tutto così collegato, come poteva esistere una così forte alchimia con una persona quasi sconosciuta, ma che pareva di conoscere da un eternità?
Che fosse finalmente arrivato il tempo della rivincita ?
Non era mai stato così bene con qualsiasi altra persona .
La pizza era finita e anche la birra.
“ Un dolce ?”
“ Due tiramisù e due bicchieri di vino dolce, grazie “
Nell’attesa, le mani intrecciate, gli occhi negli occhi, la speranza nel cuore.
“ Dove vai a dormire stanotte, Marco ? Ti farei dormire da me ,ma abbiamo solo due lettini e questa notte Giulia non lavora.
“ Tranquilla, andrò dove ho dormito questa notte “
Nel silenzio più totale arrivarono i due dolci e i due calici di vino.
Due splendidi tiramisù allietarono le papille gustative facendo ritornare un po’ di sorriso sui loro visi. Brindarono al loro incontro promettendo di non perdersi mai più.
Pagato il conto con la carta che fortunatamente
Marco aveva nel portafoglio, uscirono nella notte.
C’era una leggera brezza, ma si stava bene.
Il lungo Tevere era illuminato da lampioni che si riflettevano la luce nell’acqua e faceva immaginare che il mondo fosse tutto meraviglioso.
Passeggiavano in silenzio, immersi nei propri pensieri.
“Ti accompagno a casa Linda, sperando di non perdermi “
“ Sai Marco, veramente pensavo di accompagnarti io “
“ Ma sei impazzita ? È notte, potrebbe essere pericoloso!”
“ Ti prego, non giudicarmi male, ma....”
Marco trattenne il respiro.
“ Ma ..cosa ? “
“ Voglio dormire con te , c’è posto ? Ho già mandato un messaggio a Giulia che stanotte non torno “
Si, il posto c’era. Aveva sognato la notte prima che lei fosse lì, accanto a lui ed ora......
Ebbro di felicità la strinse a sé, baciando la sua bocca , i suoi occhi e ringraziando il cielo di averlo ricompensato delle delusioni passate.
Raggiunsero presto l’hotel e, sbrigate le formalità, salirono in camera.
La notte era lunga, ma non avevano tempo da perdere.
Tralasciando il momentaneo imbarazzo ripresero da dove avevano iniziato.
I baci diventarono sempre più caldi, i vestiti caddero uno ad uno sul pavimento, i loro corpi nudi si unirono pelle contro pelle mentre le mani di Linda accarezzavano la schiena fremente di Marco, passavano le dita fra le morbide onde dei suoi capelli biondi, mentre lui le baciava il collo per poi scendere in un gioco vorticoso di passione .
Poi Marco la adagiò dolcemente sul letto e tutto fu gioia.
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