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Lalla e lo zio


di Maranonperchiunque
26.08.2022    |    21.634    |    26 9.4
"Finché lui la mise a pecorina, come avevo visto in un film porno e, tenendola sui fianchi glielo piantò in figa sbattendola con veemenza..."
Lalla e lo zio.

La mia amica, nel frattempo, aveva buttato gli spaghetti in pentola. Il sugo al pomodoro si stava riscaldando sui fornelli espandendo in cucina un profumo appetitoso.
Filippo andò in cantina a prendere una bottiglia di vino per festeggiare la giornata indimenticabile e Lalla ne approfittò per chiedermi come era stato , se mi era piaciuto. Le raccontai le mie impressioni e anche che, in quel momento, la mia patatina era di fuoco, nel senso che mi bruciava.
La sua espressione divenne preoccupata, ma la rassicurai: “ Vedrai che ti piacerà “
Filippo tornò e mangiammo voracemente pastasciutta e polpettine, brindammo con un buon bicchiere di vino alla perduta verginità, un dolcetto e un buon caffè. Filippo, da buon padrone di casa, sparecchiò il tavolo, poi ci prese sottobraccio: “ I piatti dopo, ora abbiamo di meglio, la grande quercia ci sta aspettando, facciamo a chi arriva prima ?”
Partimmo, loro molto velocemente, io, invece, fra la patatina bruciante e l’assorbente, rimasi parecchio indietro e quando arrivai li trovai già nudi che si stavano baciando.
Confesso che sentii, per la prima volta, una punta di gelosia, subito repressa.
In fondo volevo bene ad entrambi.
Filippo mi aiutò a spogliarmi mentre la sua nipotina distendeva il plaid, poi ci sdraiammo abbracciandoci.
Lui ci accarezzava, ci baciava, la nostra pelle vibrava, il suo cazzo era duro, era bello, ci voleva, ma ora toccava a Lalla.
“ Vado a rinfrescarmi nel torrente così faccio anche pipì “ dissi e li lasciai soli.
Mi accucciai a fare pipì, non c’era più sangue e l’acqua freschissimasi stava portando via il bruciore. Mi appoggiai con le braccia ad una grande pietra piatta lasciando scorrere il torrente sul mio corpo.
Guardavo i miei amici per la prima volta come spettatrice.
Si stavano baciando, lei gli menava il cazzo e lui le toccava la figa vigorosamente; udivo i loro mugolii, avvertivo la loro voglia, zio e nipotina prossimi all’incesto.
Ero eccitata, più li guardavo e più mi eccitavo.
Poi Filippo scese giù, le allargò le cosce ed cominciò a leccarla, leccarla sempre più.
“ Zio, zio, ancora, mi piace da morire, godo !”
E lui continuava.
Mentre la leccava le mise un dito nel culo e lei cominciò ad urlare che le piaceva. Sicuramente stava squirtando come succedeva quando ce lo faceva Enrico.
“Enrico,Enrico, quando torni ?” Pensai.
“ Zio, voglio il tuo cazzo, lo vogliooo !”
“ Ora succhialo, succhialo bene come fa tua nonna e poi te lo do, te lo ficco nella figa fino in fondo, dovrai dirmi basta, ma tu sei come mia madre, non ti basta mai, lo so, siete troie….succhia !”
Io seguivo la scena ad occhi sbarrati, ascoltavo un Filippo sconosciuto, lui così gentile e carino che si era trasformato, mi faceva un po’ paura, ma nello stesso tempo era eccitante.
Filippo in ginocchio con un uccello di marmo e Lalla che lo spompina con passione. Si guardano negli occhi, lei avvinghiata alle sue cosce e lui che le spinge la testa avanti e indietro da farle arrivare il cazzo fino in gola.
Ma poi la corica, non c’è bisogno di allargarle le gambe. lei è pronta , non aspetta altro e Filippo le affonda il cazzo in figa senza pietà facendola urlare e urlare.
Non sapevo cosa fare, se correre ad aiutarla o no, ma poi notai che non cercava di divincolarsi, bensì se lo teneva ben abbracciato, quindi le piaceva, erano grida di piacere….la troia!
Avrei voluto essere io al suo posto, avere un Filippo come una bestia sopra di me da farmi fottere anche l’anima e invece ero solamente una guardona vogliosa.
Mi girai mettendomi controcorrente, allargai le gambe e mi feci scopare dalle acque del torrente che, entrando ed uscendo dalla mia figa, mi portarono una dolce frescura interna.
Loro stavano continuando.
Lalla non diceva mai basta, ma….ancora Zio ! mi piace ! godooo! ancora ! ….finché lui la mise a pecorina, come avevo visto in un film porno e, tenendola sui fianchi glielo piantò in figa sbattendola con veemenza.
Vedevo le sue natiche che si contraevano ad ogni spinta e immaginavo a come potesse essere bello averlo dentro alla mia vagina fresca.
Un urlo…all’improvviso !
È Filippo che sta godendo, la sua mano sta aiutando il cazzo a cospargere il seme nell’erba. Gli spruzzi attraversano l’aria e si adagiano malinconicamente a terra.
Li guardavo, ormai esausti, sudati e soddisfatti.
Li stavo amando.
Giacevano sul plaid, non sapevo se raggiungerli, non osavo. Decisi di farmi una nuotata, era subentrato un silenzio assurdo, anche gli uccellini a quell’ora tacciono e i pensieri corrono. Avrei voluto sentirmi troia anch’io.
Poco dopo arrivarono, mi abbracciarono, mi baciarono, erano felici.
“ Ti abbiamo abbandonata neh…stellina ? Ma poi ci rifaremo, abbiamo tutta una notte davanti !”
Mi strinse forte a sè e mi diede un lungo bacio che io ricambiai mentre la mia patatina fremeva.
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