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Lui & Lei

Carlo tre


di Maranonperchiunque
09.04.2023    |    3.495    |    6 8.5
"Mi lasciai scivolare in acqua, mi inabissai per poi riemergere felice..."
La mia fantasia stava galoppando al ritmo del mio cuore.
Il pensiero di avere eccitato un ragazzo mi riempiva di orgoglio, ma anche di preoccupazione; come comportarmi ?
Per fortuna Carlo sarebbe tornato presto, portando i ragazzi dalla madre.
Lavai il bikini, preparai le colazioni e andai a sdraiarmi in piscina indossando un grazioso copricostume aspettandoli, armata di occhiali da sole per poterli osservare bene.
Arrivarono, ancora assonnati, dopo una mezz’oretta.
Un rapido “Buongiorno Mara” e si buttarono, affamati, sulla focaccia genovese che ci eravamo portati dalla Liguria e su tutto ciò che avevo preparato.
Sorseggiando un abbondante caffè li scrutavo, ma non lasciavano trapelare nulla.
Quale dei due ?
Il trillo del cellulare mi scosse dalle mie riflessioni.
Carlo mi avvertiva che sarebbe arrivato dopo un paio d’ore, giusto il tempo di andare a pranzare fuori, dopo di che avrebbe lasciato i ragazzi dalla madre.
Li avvisai.
“ Oh noooo !“ esclamarono entrambi.
“ Ma perché ? “ mi scappò di chiedere.
Davide si mise a ridere “ Perché con te si sta bene !”
Luca annuì.
Non potei non abbracciarli, baciandoli in fronte.
Li sentii tremare.
Mi scostai, facendo finta di nulla, ma turbata.
“ Ragazzi, io vado a distendermi al sole, voi che fate ? “
“ Veniamo anche noi, poi nostro padre ci porta a casa e sai che noia !”
“ Ma non ce l’avete una ragazza ?
“ Eh, magari ! A quelle più grandi non piaccio, preferiscono quelli oltre i vent’anni e le altre non piacciono a me, sono bambine cretine.”
Mentre Davide parlava notavo il suo sguardo sulle mie cosce che il vento scopriva sollevando il copricostume.
“ E tu , Luca ?”
Mi guardò, cercando il mio sguardo nascosto dietro gli occhiali da sole.
“ A me non piacciono le ragazze”
Trattenni il respiro.
“ Preferisco le donne”
“ Ok, ragazzi, io mi faccio una nuotata, il sole è caldo.”
Ero imbarazzata, meglio fuggire.
Tolsi il copricostume; il bikini bianco stava facendo risaltare l’abbronzatura fresca di mare.
Li osservai con noncuranza, mi stavano fissando.
Mi lasciai scivolare in acqua, mi inabissai per poi riemergere felice. È bello sapere di piacere, che sia vanità?
Davide e Luca stavano arrivando.
Avevano lanciato un pallone in acqua e con un tuffo mi raggiunsero.
“ Sai giocare a palla Mara ?”
“ Caspita Davide! Ero forte a pallavolo, ma soprattutto a pallacanestro…in gioventù!”
“ Perché, ora cosa sei ?”
“ Luca, ora sono vecchissima!” Gli risposi ridendo, ma avrei voluto dirgli..donna.
La sua pelle ambrata mi scaldava i pensieri, avrei voluto infilare le mie dita tra i suoi capelli bagnati, accarezzargli il viso, baciargli le labbra sempre troppo serie per un ragazzo diciottenne.
Da lui scaturiva qualcosa di torbido che mi attraeva e mi angustiava: bello, alto, giovane e forse ancora vergine.
Giocammo a palla una mezz’ora e poi decidemmo di prepararci per il pranzo.
Uscendo dalla doccia intravidi nello specchio che qualcuno mi stava osservando dalla porta che avevo lasciato socchiusa.
Chi poteva essere ?
Decisi di non coprirmi con l’accappatoio, ma di asciugare il mio corpo con un telo di spugna.
Lo strofinavo, mi accarezzavo i seni, mi chinavo per asciugare i piedi, insomma facevo di tutto per stuzzicare, chiunque fosse.
Lo immaginavo arrapato, col cazzo duro pronto all’eiaculazione.
Ero eccitata, con tanta voglia di farlo entrare in bagno, distendermi a terra e farmi prendere, tutta.
“ Ciao ragazzi, ciao Mara, eccomi arrivato !”
La voce di Carlo mi riportò alla realtà.
L’acqua della doccia aveva nascosto il rumore della macchina in arrivo, ma, per fortuna, o purtroppo, non era accaduto nulla.
Mentre io e i ragazzi finivamo di prepararci, Carlo si fece un paio di nuotate in piscina e poi ci raggiunse, dopodiché ce ne andammo a pranzo in trattoria.
Mentre il solito chiacchierone, Davide, raccontava di come avevamo passato le giornate, notavo che Carlo era pensieroso, quasi assorto.
Forse era stanco?
Ritornando alla villa Carlo disse che aveva deciso di prendersi una vacanza di quindici giorni avendo trovato in affitto una piccola casa vicino al mare.
Volevamo tenergli compagnia ?
I ragazzi erano entusiasti, io non sapevo che dire. A pensarci bene avevo voglia di libertà.
La mia Me comparve a rimproverarmi di non fare storie. “Avevo conosciuto un uomo come si deve, perché non accontentarlo ?”
Le diedi retta.
La partenza era per la settimana dopo e nel frattempo, portati i ragazzi dalla madre, Carlo sarebbe ripartito subito per Palermo, sempre per lavoro.
Dopo il pranzo mi accompagnarono in villa, preparai le mie cose, li salutai con abbracci e baci, salii sulla mia macchinina e me ne tornai a casa, a ritrovare la mia libertà, le mie abitudini.
A dire la verità mi ero sentita un po’ usata, ma soprattutto confusa dal comportamento di Carlo.
La settimana passò veloce tra il lavoro, le varie cose arretrate e i preparativi per la imminente vacanza.
Così partimmo.
Lasciai la mia macchina nel garage di Carlo, caricammo il capiente bagagliaio di tutto e di più e raggiungemmo lo splendido paesino ligure.
La graziosa casetta era a ridosso del mare, pochi passi e si era in spiaggia. Un piccolo giardino fiorito
offriva luce ed ombra secondo le ore, un sogno.
I ragazzi abbandonarono i bagagli nella loro camera e scapparono subito in spiaggia, lasciando noi a scaricare tutto il resto.
“ Ora preparo un buon caffè per rilassarci un po’ “
“Grazie Carlo, ne ho proprio bisogno”
Sorseggiando la bevanda fumante mi guardò a lungo: “Saresti un’ottima madre per Davide e Luca”
Mi si strinse il cuore.
“ Perché dici questo?”
“ Vedo che sono felici quando ci sei, hai pazienza, li guardi e li tratti con tenerezza, saresti l’ideale.”
Non sapevo che dire, tacqui.
Si alzò e, prendendomi per mano, mi portò in camera, mi adagiò sul letto e ci amammo, o così pareva.

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