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La notte fu lunga, ma per niente misteriosa.


di Maranonperchiunque
27.09.2022    |    1.234    |    21 9.4
"L’abbracciai con tenerezza e ci incamminammo verso la cucina dove i due maschietti avevano apparecchiato e cucinato dei succulenti spaghetti all’amatriciana..."
La notte fu lunga e per niente misteriosa.
Il mattino ci trovò ancora allacciati.
Il sole stava scaldando i nostri corpi nudi: ci svegliammo ancora assonnati, erano già le dieci. Dalla camera accanto non proveniva alcun rumore.
“ Buongiorno stellina ! Dormito bene ?”
“ Divinamente, stallone mio !”
Ridendo mi tirò il cuscino addosso e si alzò.
“ Che dici, andiamo a svegliare i piccioncini ? “
Mi alzai e feci per vestirmi.
“ No no, stiamo così..con ‘sto caldo ! “
Due colpetti alla porta: “ Permesso ?” e senza aspettare risposta entrammo.
Luca e Lalla si svegliarono in contemporanea: i loro corpi nudi abbronzati erano bellissimi sul lenzuolo bianco stropicciato dalle batoste subite in quelle ore!
“ Mara, tieni loro compagnia, io vado a preparare la colazione, ne abbiamo bisogno.”
Il letto era a una piazza e mezza, c’era giusto un po’ di posto per me. Mi allungai vicino a Luca, il suo profumo di maschio mi accese i sensi.
“ Ragazzi, vado a dare una mano a mio zio e magari faccio una lavatrice delle lenzuola . Non vorrei che mia nonna capisse”: e ci lasciò soli.
“ Passata bene la notte Mara ? “
“ Molto bene Luca, anche se non ho dormito moltissimo!”
“ Anch’io, Lalla è instancabile, mi ha distrutto, ma ora mi sto riprendendo.”
Mi prese la mano e l’appoggiò dove, di solito, non gli batte mai il sole, poi mi prese il viso tra le mani e mi baciò, un bacio languido, profondo che mi fece inumidire la patatina.
Le sue mani dalla schiena passarono giù, accarezzarono le mie natiche mentre la mia mano sentiva crescere il suo uccello.
“ Luca, a momenti torneranno!”
“ Tranquilla Mara, Filippo mi ha strizzato l’occhio “
I baci divennero più frenetici, il cazzo sempre più duro e la mia patatina sempre più bagnata, pronta a ricevere chiunque volesse entrare.
Luca entrò, dapprima timidamente, facendomi assaporare la sua cappella. Poi, pian piano, penetrò con l’asta in tutta la sua lunghezza, provocandomi un gran gemito di piacere: il secondo uomo a possedermi.
I colpi del suo cazzo erano dolcemente decisi, fiotti di umori uscivano dalla mia vagina bagnando il lenzuolo.
Mi lasciai andare, facesse tutto quello che voleva, stavo godendo ed era una cosa sublime.
“ Mara, sei unica ! Tu non scopi solo con la figa, ma anche col cuore !” e così dicendo, con un ultimo bacio, mi spruzzò il suo seme caldo sulla pancia.
Giacemmo, ansanti, tenendoci per mano con il pensiero ancora rivolto a ciò che avevamo provato.
Lo sperma sulla mia pancia mandava alle mie narici profumo di muschio, di boschi, di fate e gnomi: mi sentivo una favola.
“ Mara, su, facciamoci una doccia e poi andiamo a prenderci almeno un caffè “
Ci lavammo a vicenda ridendo e scherzando: Luca sa lavare molto bene la patatina. Mentre lui si rivestiva io indossai il mio accappatoio rosso, raccolsi i capelli in un asciugamano e scendemmo in cucina.
Il caffè era pronto da tempo e si era raffreddato. Lo riscaldai. Di Filippo e Lalla nemmeno l’ombra.
Mentre lo stavo sorseggiando notai il pavimento ancora umido da un lato del tavolo, chissà cosa era successo?
Nel frattempo arrivò Filippo; era andato a dar da mangiare agli animali, disse che Lalla stava distendendo le lenzuola in cortile e se potevo portare le altre.
Salii in camera a prenderle e approfittai per rivestirmi e pettinarmi, lasciando che fosse il sole ad asciugare i capelli.
Le lenzuola erano ancora bagnate dai miei umori, quindi le misi in lavatrice e raggiunsi Lalla che mi stava aspettando seduta sulla panca.
Era pensierosa.
“ Che succede amica mia? Sei stanca ?”
Si scosse con una bella risata: “ No nooo, tutt’altro! Non so te, ma questa notte è stata fantastica. Luca è un torello infaticabile, stamattina la mia patata bruciava un po’. Mi ha detto che sua moglie, da quando ha avuto il figlio, gliela da col contagocce e aveva proprio bisogno di sfogarsi. Mi raccomando, non dirgli che mi faccio scopare da mio zio, non lo deve sapere nessuno.”
La tranquillizzai.
“ Magari stamattina ha scopato anche te”
Dovetti ammetterlo, ma ero imbarazzata e cambiai discorso.
“ Cos’è successo in cucina ? Ho visto bagnato in terra , avete rotto qualcosa ?”
“ Sapessi ! Mio zio era tutto arrapato al pensiero che stavate scopando e voleva prendermi, ma a me bruciava. Allora ho fatto un bel pompino come piace a lui, ma non gli bastava.
Mi ha messo sul tavolo a gambe larghe e me l’ha leccata un bel po’. Infatti si è calmata, ma non abbastanza, quindi mi ha fatto girare a pancia in giù e ha iniziato a leccarmi culo e figa. Mi allargava le chiappe e cercava di entrare con la lingua nel buco più che poteva.
Mi sentivo troia e mi piaceva da morire.”
“ E poi ?” Ero curiosa, immaginavo la scena, zio e nipotina nudi in cucina, lei supina sul tavolo e lo zio col cazzo duro pronto, ma per che cosa ?
“ Poi ….”
“Poi ?”
“ Beh.. dopo un bel po’ che mi leccava, mi ha messo un dito dentro, poi due, dicendomi : “ Ti piace eh troia ! Hai scopato troppo eh stanotte e adesso non la vuoi dare al tuo caro zietto, ma ora ti faccio vedere cosa ti faccio!”
Così ha preso la bottiglia dell’olio, ne ha versato un po’ sulla mano, si è unto il cazzo e poi il mio ano. Avevo un po’ paura e nello stesso tempo ero eccitata.”
La ascoltavo, rapita e incuriosita del dopo.
Continuò: “ Le dita scivolavano bene, entravano e uscivano con disinvoltura dal mio buco del culo facendomi squirtare la fighetta alla grande. Poi ci ha appoggiato la punta dell’uccello e pian piano lo ha spinto dentro, facendomi un gran male e nello stesso tempo un gran bene. Io glielo dicevo che mi faceva male, ma lui rispondeva di non stringere, mi dava dei gran colpi chiamandomi troia e puttana da monta. Ero eccitatissima, nonostante il dolore godevo e la mia figa grondava , ecco perché era bagnato in terra, avevo fatto un lago.
Ogni tanto me lo metteva in figa, per poi continuare in culo, era assatanato e alla fine mi ha riempita. Devo dire che adesso sono un po’ stanca o forse è solo fame.”
Effettivamente era quasi l’una.
L’abbracciai con tenerezza e ci incamminammo verso la cucina dove i due maschietti avevano apparecchiato e cucinato dei succulenti spaghetti all’amatriciana.
“ Lalla, ha telefonato mia madre. Dice che di solito là, al sabato sera, c’è festa e sua sorella ha insistito che si fermasse. L’andrò a prendere domani in giornata.”
Ci guardammo tutti sorridendo.
Mi domandai perché mi chiamasse Stellina, ma non seppi darmi una risposta.
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