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La sua lingua iniziò dai piedi .


di Maranonperchiunque
03.10.2022    |    1.231    |    29 9.9
"Ci distendemmo sulla riva fresca del ruscello mentre gli altri tornavano grondanti ad asciugarsi..."
Ormai si stava avvicinando il giorno del ritorno a casa. Avevo trovato dei buoni compagni di gioco e il pensiero di doverli lasciare mi rattristava molto. Filippo, così irruente con la nipote e così dolce con me, mi faceva pensare, non lo capivo, ma non aveva molta importanza, mi piaceva tanto, forse troppo.
Luca era molto carino con i suoi occhi neri e i capelli castani lunghi sul collo. Mi piaceva accarezzargli la nuca mentre mi prendeva con le mani sotto le natiche per alzarmi un po’, onde poter affondare meglio il suo uccello nella mia patatina.
Avevo ancora nel naso il profumo del suo sperma così diverso da quello di Filippo e di Enrico, più maschio; chissà che gusto aveva!
“ Ragazzi, visto che oggi non si lavora, cosa ne dite se ce
ne andassimo a prendere il sole al torrente? “
Applaudimmo: “ Brava Lalla ! Abbiamo proprio bisogno di ricaricare le batterie! “
Rigovernammo in fretta, mentre Filippo preparava il caffè e Luca le tazzine, il suo sguardo mi seguiva sempre e mi faceva ricordare il suo uccello, più corto, ma più largo in rapporto a quello di Filippo.
Mi fece ricordare tutti quelli che avevamo visto ai nostri compagni di scuola. Ora li valutavo meglio. Mi venne un’idea.
Gliene avrei parlato alla mia amica.
Stendemmo al sole le lenzuola peccaminose e ci avviammo verso la grande quercia, ognuno con un asciugamano; non c’era bisogno di costume.
Ancora adesso mi distendo al sole nuda, in fondo siamo nati nudi, perché avere tette e sederi bianchi e freddi ? Perché privare il nostro sesso del calore del sole ?
È piacevole ogni tanto allargare le cosce e far baciare dal sole la vagina spalancata; salgono alla mente pensieri erotici che la fa bagnare e il calore non riesce ad asciugare. Se in quei momenti si palesasse improvvisamente qualcuno non avrei difficoltà ad accoglierlo dentro di me.
Ma torniamo alla storia.
Ci stendemmo quindi al sole, alternandoci; Filippo , io, Luca, Lalla.
Il cibo, il sole, ma soprattutto tutte quelle ore passate a fare sesso ci fecero cadere in un sonno profondo.
Mi svegliò un ansimare, gemiti.
Aprii gli occhi.
Filippo stava inculando sua nipote, la mia amica; Luca non c’era, chissà dove era andato ?
La stava prendendo di brutto e non capivo se erano gemiti di piacere o di dolore.
Le affondava il cazzo fino in fondo per poi estrarlo e riaffondarlo.
Le mani di Lalla stringevano l’asciugamano, gomiti a terra e sedere per aria. Filippo le allargava le natiche affondando i pollici nella carne.
Non sapevo che fare, guardavo con gli occhi socchiusi, non volevo far capire che ero sveglia. La scena mi inebriava, mi arrapava i sensi, era mille volte meglio di un film porno. Filippo era eccitatissimo, il suo corpo, sudato, brillava al sole.
Ogni tanto le schiaffeggiava le natiche, pareva che andasse a cavallo e Lalla lanciava gridolini di gioia: “Zio,zio, ancora,ancora, quanto mi piaceee !” sussurrava.
La mia vagina si contraeva dalla voglia, Luca non c’era e non potevo neanche masturbarmi, che sofferenza !
I colpi di cazzo furono sempre più rapidi finché Filippo riempì Lalla di sperma, con un sospiro di soddisfazione.
Si distesero rilassati con gli occhi al cielo, tenendosi per mano.
Io continuavo a “ dormire “.
Dopo forse cinque minuti si alzarono e si buttarono in acqua e
Luca si materializzò improvvisamente, vestito.
Mi disse che era dovuto andare a casa, era tornato da un po’, ma non aveva osato venire subito perché….
Capii che aveva visto tutto o quasi, chiesi conferma.
“ Si Mara, ero lontano e non capivo, non sapevo se eri tu o Lalla. Allora mi sono nascosto fra i cespugli e pian piano mi sono avvicinato. Tu stavi dormendo supina tutta nuda e loro se la stavano godendo. Mi è venuto un cazzo duro da farmi male e ho dovuto farmi una gran sega”
“ Oh no Luca ! Anch’io ho visto e morivo dalla voglia! “
Nel frattempo si era spogliato, mi prese la mano per farmi alzare, mi abbracciò, ci baciammo con ardore.
“ Andiamo in acqua, ti farò godere”
La sua lingua iniziò dai piedi.
Ci distendemmo sulla riva fresca del ruscello mentre gli altri tornavano grondanti ad asciugarsi.
Luca mi prese teneramente i piedi in ogni mano cominciando ad annusarli per poi baciarli, ditino per ditino, a leccarli, succhiarli. Io avevo dei gran brividi di piacere, per me era un’altra nuova esperienza, mi stava mandando in estasi.
La sua lingua piatta strusciava sotto la pianta del piede bagnata dall’acqua fresca del ruscello; la stava assaporando come fossero i mei umori vaginali.
Lo adoravo!
Poi me le unì infilandoci in mezzo il suo cazzo ridiventato maestoso; le mie ginocchia erano divaricate e la mia figa spalancata, in attesa.
Fu un’attesa breve, mi fu subito sopra e dentro. Avrei voluto baciarglielo, succhiare il suo nettare, conoscere il suo sapore, ma lui mi stava possedendo ed io ero felice di godere.
Il suo entusiasmo mi contagiava e mi procurava orgasmi infiniti, i suoi baci, la sua lingua mi turbavano i pensieri.
Su quale pianeta ero ?
Il suo ritmo si fece sempre più incalzante finché si staccò da me. Un fiotto di sperma tagliò l’aria per ricadere in acqua.
Si sa che i torrenti alimentano i fiumi che, a loro volta, si riversano in mare.
Augurai buon viaggio con un sorriso.
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