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Gay & Bisex

GITA A VENEZIA


di Membro VIP di Annunci69.it matupas
04.06.2023    |    244    |    0 8.0
"Restava immobile, non mi toccava e lasciava che io facessi ogni cosa, scesi dal letto portandomi in ginocchio davanti alla sua verga circoncisa dura e dritta..."
Durante quel periodo della mia vita vissuta in una delle città del Friuli, mi capitò di fare una gita a Venezia. Avevo quasi 18 anni, non frequentavo amici di scuola perché preferivo starmene da solo per poter meglio gestire le mie voglie da puttanella. Mi ero alzato di mattina presto, era piena estate e faceva un caldo infernale, infilai un paio di pantaloncini rossi con lo spacco laterale, (quelli che usavano per andare a correre), una canotta bianca e dei sandali. I capelli lunghi li raccoglievo a coda di cavallo legandoli con un elastico, le chiavi di casa, le sigarette, il portafoglio coi documenti ed i fazzolettini li tenevo in un marsupio legato in vita. Passeggiando per città, passai davanti alla stazione dei treni, entrai a curiosare e nel mentre diedi un’occhiata all’orario dei treni. L’occhio mi cadde sul treno per Venezia che sarebbe passato di lì a poco più di 15 minuti. Non so perché, ma senza pensarci un attimo corsi alla biglietteria che per fortuna non era piena di gente, e dopo 5 minuti di attesa riuscii a fare un biglietto di andata e ritorno. Di corsa andai al binario riuscendo con comodo a salire sul treno, non avevo letto sull’orario quando sarei arrivato a Venezia, ma al controllo del biglietto mi fu detto dal controllore che saremmo arrivati dopo circa una ora e mezza.
Il viaggio fu piacevole e senza intoppi o quasi, il treno non era affollato anzi c’erano tanti posti liberi tanto che viaggiai da solo nello scomparto anche annoiandomi un poco. Fui distratto solo da un uomo sui 40 anni che andava su e giù per il corridoio fumando come un turco. Di tanto intanto si fermava davanti al mio scomparto lanciandomi occhiate molto ambigue. Io facevo finta di nulla, ma notavo la sua mano che ogni tanto si palpava il pacco, lo faceva spostando il cazzo semiduro da una parte all’altra fingendo di grattarsi. Approfittai del fatto che si era allontanato per uscire in corridoio e fumarmi una sigaretta sporgendomi dal finestrino aperto. Neanche 5 minuti e con la coda dell’occhio lo rivedo avanzare dalla mia parte, per farlo passare mi schiacciai sul finestrino dandogli le spalle.
Il mio culetto è sempre stato bello tondo e sodo, più di tanto non potei evitare che lui passando mi strusciasse il suo arnese sulle chiappe. Feci finta di nulla ma lui dopo aver fatto neanche 3 metri tornò indietro, e come se nulla fosse, ripeté la stessa cosa. Avevo ormai finito di fumare, ma il sentirmi quel cazzo sulle chiappe mi fece desistere dal rientrare nello scomparto, restai lì immobile affacciato al finestrino aspettando che ripassasse ancora. E così al suo ripasso, mentre me lo strusciava sul culo, inarcai un poco i fianchi facendogli capire che la cosa non mi dispiaceva. Restò un attimo fermo non aspettandosi quella mia reazione, ma poi guardando i due lati del corridoio, ed assicuratosi che non ci fosse nessuno, spinse il suo cazzo duro dall’eccitazione sul mio culo simulando una penetrazione poderosa. Lo lasciai fare per un poco, ma poi allungai la mano sul cazzo stringendolo con forza. Era durissimo che quasi gli scoppiava nei pantaloni, Si tirò indietro, finendo all’interno dello scomparto, si sedette coprendosi il pacco con le mani, era talmente gonfio che chiunque fosse passato in quel momento, non avrebbe avuto dubbi sulla sua erezione.
Rientrai anche io nello scomparto sedendomi nell’angolo opposto al suo, con voce roca ed affannosa mi chiese dove sarei sceso, gli dissi che andavo a Venezia a visitare la città e che sarei sceso di lì a poco visto che eravamo quasi in stazione. Disse che lui viveva a Venezia poco distante dal ponte di Rialto e che se volevo poteva farmi da Cicerone per un po' di strada. Avevo capito le sue intenzioni, ma visto che non avevo altro da fare acconsentii. Una volta scesi dal treno ci incamminammo verso Rialto, io seguivo le indicazioni cercando di capire se davvero fossimo diretti a casa sua, non che temessi qualcosa, ma lui era un tipo strano, un poco impacciato e parlava poco, si guardava sempre in giro come se temesse di essere visto in mia compagnia. Intravidi il ponte di Rialto, era pieno di turisti che quasi il ponte scompariva dalla marea di gente che ci passava sopra. Lui camminava sempre un passo davanti a me, ma poi all’incrocio con una via laterale si fermò guardandomi in modo interrogativo, non disse nulla ma aspettò solo che io lo seguissi, si diresse per la via mentre io lo seguii leggermente a distanza, fermatosi infilò la chiave in un portone ed entrando lo lasciò socchiuso. Lo seguii all’interno ritrovandomi in un piccolo giardino che sembrava fiabesco. Non mi sarei mai aspettato una cosa del genere in centro a Venezia a due passi da Rialto.
Lo vidi sparire mentre entrava in un portoncino anch’esso lasciato socchiuso, un po' titubante varcai quell’uscio dove lo vidi salire una scalinata piuttosto stretta e lunga, lo seguii fino in cima dove per incanto mi ritrovai in un salone veneziano enorme, pieno di mobili antichi, specchi, poltrone e tavoli messi li come se nessuno ci vivesse, seguendolo ancora passai diverse stanze tutte enormi ed ammobiliate ma piene di polvere che ricopriva ogni cosa. Con non poca ansia e timore feci ancora qualche passo, ed aprendo una porta mi resi conto che ero in una stanza da letto tutta linda e pulita con un enorme letto a baldacchino. Entrai stupendomi di come era grande e confortevole, mi avvicinai al letto e mi ci sdraiai rilassandomi a braccia aperte. Lui non era lì, ma dopo un poco si aprì una porta e lo vidi avanzare verso di me completamente nudo. Fino a quel momento non lo avevo visto nella sua realtà, pochi minuti prima era vestito in modo goffo e trasandato, ma ora era lì davanti a me col cazzo duro in tiro, tutto bagnato da una doccia fatta veloce senza asciugarsi era li in attesa che io gli saltassi addosso.

Non disse nulla, mi si avvicinò lentamente, ero seduto sul bordo del letto e ammiravo il suo corpo muscoloso e definito come fosse una statua, un cazzo enorme gli svettava fra le gambe, una leggera peluria ricopriva i suoi pettorali e il ventre, un cespuglio avvolgeva il suo cazzo mettendo però ben in mostra le sue palle gonfie. Fu davanti a me quando iniziai a carezzargli il corpo, passai le mani dietro i suoi fianchi afferrando i suoi glutei marmorei, lo tirai verso di me e leccandogli i capezzoli presi a morderli riuscendo a fargli uscire un lieve gemito di piacere. Restava immobile, non mi toccava e lasciava che io facessi ogni cosa, scesi dal letto portandomi in ginocchio davanti alla sua verga circoncisa dura e dritta come poche avevo visto fino a quel momento. La sua cappella grossa e lucida gocciolava ancora acqua, la raccoglievo con la lingua mentre scivolava sul frenulo leccandogliela, ad ogni tocco della mia lingua il cazzo sobbalzava, fino a quando stringendogli i glutei ingoiai la sua asta fino in gola.
Un fremito corse lungo tutto il suo corpo teso e rigido, ed un sibilo di voce risuonò nella stanza, “ ssiiiiiiiiiiii”, quel suono mi fece eccitare ancor di più e cominciai a toccarmi il cazzo che sembrava esplodermi nei pantaloncini, sentii afferrare la mia canotta dalle sue mani e togliermela d’impeto, per poi afferrare la mia testa da dietro la nuca e tenerla ferma mentre il cazzo mi pompava in bocca arrivando fino in gola. Che bello sentirsi scopato in gola con dolce fermezza, a me piaceva farmi scopare in bocca, e staccatogli le mani poggiai la nuca sul bordo del letto, lui pose le sue mani su bordo e con ritmo da scopata infilava il cazzo e lo tirava fuori facendomelo vedere tutto mentre tornava a infilarlo ancora. Si muoveva da esperto, ciò mi prefigurava una gran bella trapanata al mio culetto che già era in calore.
Ero in estasi a succhiargli il cazzo, lo accoglievo in bocca fino in gola, rigurgitavo saliva che colandomi dalla bocca mi finiva sul cazzo lubrificandomelo mentre me lo segavo. Non avrei mai smesso di godermelo in quel modo, ma la voglia di farmi fottere il culo aumentava, con la saliva iniziai a lubrificarmi anche il buco del culo, infilandoci prima un dito e poi due lo allargai per essere pronto a farmi scopare. Quello che facevo non sfuggì al suo sguardo e dopo un poco lo sentii dirmi, “ sei pronto?”, annuii con la testa mentre avevo ancora il cazzo in bocca, le sue forti braccia mi sollevarono e mi girarono spingendomi con la pancia sul bordo del letto.
Con le ginocchia mi allargò le gambe, le sue mani fecero pressione sulle mie chiappe allargandole ed esponendo al suo arnese il mio buco pronto a riceverlo, con delicatezza poggiò la cappella spingendo leggermente assicurandosi di non farmi male, entrò lentamente, tanto da riuscire a sentirmi penetrato da ogni centimetro dei suoi 20, entrò scivolando in me senza ostacolo alcuno, godei di quel momento ancor più di quello che immaginavo. Si muoveva scopandomi in modo sinuoso e delicato, riuscivo a godermi di ogni attimo della penetrazione, riuscire a sentirlo dentro e fuori in tutta la sua lunghezza è fantastico ed esilarante. Mugugnavo di piacere supplicandolo di non finire troppo presto, lo esortavo a continuare e a non fermarsi fino a quando non sarei stato io a dirglielo.
Stesi le braccia in avanti abbandonandomi completamente a quell’inculata meravigliosa, non volevo segarmi, avrei rischiato di sborrare subito, volevo godermi ogni attimo di quei momenti di penetrazione magnifica che aspettavo da almeno un mese. Era davvero resistente, non mollava un colpo, ci metteva passione ed io la avvertivo tutta. Mi scopava sapendo di darmi piacere e voleva darmene sempre di più, fino al culmine del mio piacere.
Avevo il cazzo che sul bordo del letto sfregava su e giù ad ogni penetrazione, non riuscivo più a trattenermi dallo sborrare, stavo attento ma non sarei riuscito a fermarmi, così quando fui al culmine, girando la testa gli chiesi di fermarsi, mi guardò incredulo ma lo fece, tornai a mettermi seduto in terra con la testa sul bordo del letto e lo incitai a fottermi in bocca. In un attimo me lo ritrovai tutto in gola, fu allora che guardandolo negli occhi gli feci capire che era giunto il momento di inondarmi del suo latte.
UN fiotto caldo ne anticipò altri che nel breve mi riempirono la bocca, ma continuando a fottermi in bocca il suo seme colò gocciolando copiosamente sul mio cazzo che lubrificato da esso , trovò gioia nell’esplodere facendomi urlare di piacere.
Godendo entrambi ci abbandonammo rilassati, lui a braccia larghe sul letto e col suo cazzo ancora semiduro nella mia bocca ed io penzoloni ciucciando come da un biberon tutto quello che ancora ne veniva fuori.
Dopo una doccia rilassante mi rivestii e tornai per la mia strada, lo rividi ancora altre volte e fu sempre meraviglioso farmi fottere da lui, poi trovai qualcuno che lo rimpiazzò e ....segue
quello stesso giorno poi la sera rientrando per andare in stazione………………





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