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QUELLA VOLTA SUL BUS


di Membro VIP di Annunci69.it matupas
19.06.2022    |    889    |    5 9.5
"I suoi occhi neri erano evidenziati da ciglia fittissime che sembravano ritoccate col rimmel, una barbetta leggera contribuiva a renderlo davvero affascinante..."
Da quando rinunciai alla macchina per comprare il camper ( per essere esatti un motorhome ), di solito soprattutto in inverno usavo il bus, lo prendevo facilmente a 200 metri da casa, era comodo e non affollato sia la mattina presto che la sera per il ritorno.
Ormai conoscevo quasi tutti i viaggiatori di quel bus, li vedevo tutti i giorni ed a volte giocavo con la mente a ricordare chi salive e chi scendesse alle fermate del tragitto fino all’ufficio e viceversa. Quella sera rientrando a casa stavo facendo il solito gioco, alla fermata dove doveva salire la signora impellicciata che si dava arie da gran dama, salì dietro di lei un ragazzo dalle sembianze nordafricane.
Fui sorpreso, era la prima volta che lo vedevo salire su quel bus, pensai che fosse solo un episodio occasionale, però quel fatto ruppe la solita routine. Certo fu, che il mio stupore focalizzò la mia attenzione su di lui. Devo dire che sono sempre stato affascinato dal mondo sia arabo che nordafricano, un po’ per il colore della pelle, ma soprattutto per la loro apertura mentale verso il sesso fra maschi o ancor meglio con ragazzi/uomini disposti a farsi scopare il culo con facilità.
Era davvero un bel ragazzo sui 30 anni, alto come me e con i capelli ben curati, ricci e neri, fitti come un cespuglio. I suoi occhi neri erano evidenziati da ciglia fittissime che sembravano ritoccate col rimmel, una barbetta leggera contribuiva a renderlo davvero affascinante e maschio. Un corpo longilineo ed asciutto racchiuso da un giubbotto di pelle nera ed un paio di jeans attillati. Le sue forme erano ben evidenziate, il culo bello tondo e sodo era ancor più evidente quando metteva le mani in tasca. Sul davanti un pacco di tutto rispetto veniva di continuo palpato dalle sue mani, come usano fare certi maschietti quando la loro eccitazione viene sollecitata da qualche visione a loro gradita.
Non ero io il soggetto delle sue attenzioni ma bensì una bella ragazza dalle forme abbondanti. Il suo stato di eccitazione era evidente solo ad occhi esperti come i miei, la ragazza neanche lo degnava di uno sguardo, tanto da fargli passare qualsiasi voglia. Stufo di non essere apprezzato girò lo sguardo altrove ed incrociò il mio che subito abbassai ad ammirare il suo pacco semiduro ed ancora palpeggiato dalla sua mano.
Quando rialzai lo sguardo lo vidi sorridere, anche i suoi occhi esprimevano gratitudine per l’apprezzamento che gli rivolgevo. Mi si avvicinò e in perfetto italiano mi salutò poggiandomi una mano sulla spalla come se ci conoscessimo da una vita. Restai un attimo interdetto ma subito dopo lo ricambiai con un sorriso, dovevo scendere alla mia fermata e avvicinandomi alla porta del bus gli chiesi se volesse un caffè, saltò giù con me senza indugio.
Bevendo un caffè al bar vicino alla fermata del bus e facemmo 4 chiacchiere, era giordano aveva 25 anni e studiava farmacia, si era trasferito nel mio quartiere da pochi giorni e rientrava ogni sera dall’università col treno a quell’ora e poi prendeva il bus in stazione. Divideva un appartamento con altri 2 ragazzi, un siriano ed un libanese tutti studenti universitari.

Uscimmo dal bar e ci incamminammo verso casa mia, non gli avevo chiesto di venire con me, ma a lui sembrò cosi normale seguirmi che io neanche ci feci caso. Arrivammo sotto casa mia e feci per salutarlo, ma mentre gli stavo per dire ciao, mi fece l’occhiolino seguito da un sorriso che voleva dire tutto.
Aprii il portone e poi entrammo in ascensore, appena si chiusero le porte la sua mano accarezzò il mio culo con delicatezza, un brivido risalì lungo la mia schiena e senza dir parola gli poggiai la mano sul pacco. Era già duro che a stento riusciva a stargli nei jeans. Si riaprirono le porte e tutte e due le sue mani poggiate sul mio culo mi spinsero fuori, entrammo in casa Con le mani avvolse la mia testa e subito dopo mi ritrovai in ginocchio a succhiargli il cazzo senza neanche togliermi il giaccone che avevo in dosso.
Con le mani avvolse la mia testa e trattenendola iniziò a scoparmi in bocca, era eccitatissimo e non mi dava il tempo di respirare. Neanche il tempo di godermelo che sborrò un fiume di dolce crema, la ingioiai tutta continuando a sukkiarlo .
Fece un passo indietro e crollò con le spalle sull’attaccapanni in corridoio, mi tolsi il giaccone e prendendolo per mano lo portai in soggiorno, si accasciò sul divano come se avesse fatto le 100 fatiche di ercole.
Gli presi da bere dell’acqua, di certo non potevo dargli altro da bere, si rilassò e quasi si addormentò. Ne approfittai per spogliarmi e farmi una doccia, poi andai in camera e misi su le mie calze a rete e le mutandine rosa, legai i capelli a coda e coprendomi con una vestaglietta trasparente tornai in soggiorno.
Era ancora tutto vestito e quando mi vide li davanti a lui in piedi e seminudo, fece un balzo sul divano, non credeva ai suoi occhi, le sue mani presero a scorrere lungo le mie gambe carezzando le calze a rete, era di sicuro la prima volta che toccava delle calze da donna.
Il suo fare era frenetico ed eccitato, lo spinsi indietro con le spalle sullo schienale e lui si abbandonò lasciandosi spogliare lentamente. Lo avevo li, nudo e bello davanti a me e capii che avrei potuto fare tutto quello che volevo con lui, era succube e remissivo ad ogni mio movimento, mi seguiva con lo sguardo per capire cosa sarebbe successo di li a poco.
Di fianco al divano avevo sempre la mia poltroncina adatta a legare coi miei bracciali chiunque si fosse seduto, lo feci alzare dal divano e lentamente sedere sulla poltroncina, gli legai polsi ai braccioli e senza dir parola lui continuava seguirmi con lo sguardo, fin ché non lo bendai con una bandana, solo allora disse” no voglio vederti” ed io acconsentii.
Quel gioco lo eccitava, il suo cazzo aveva ripreso vigore, mi inginocchiai e cominciai a carezzarlo lentamente, con la lingua correvo sulle sue cosce centimetro per centimetro fino ad arrivare all’inguine e leccargli poi le palle, gliele succhiavo e prendevo in bocca, ogni volta un fremito di piacere percorreva tutto il suo corpo.
Il cazzo tutto nella mia gola lo faceva fremere di piacere supplicandomi di non fermarmi, lo ingoiavo e lentamente lo ripercorrevo all’indietro guidandomi con la lingua, arrivavo intorno alla cappella circoncisa e gonfia di precum che gocciolando su di essa e lasciava quel filo sottile che, come una molla tirata la riportava indietro a riavvolgere e ad ingoiare il cazzo ancora numerose volte, fino allo sfinimento di lui che mi pregava di farlo godere.
No, non era così che volevo godesse, lo avevo portato al punto giusto, il cazzo pronto a fottermi il culo ansioso e palpitante di riceverlo, portandomi in piedi e volgendogli le spalle, accavallai le mie gambe alle sue, scendendo lentamente e tendo il cazzo con la mano iniziai a giocare con la cappella sul mio buchetto.
Stava impazzendo dal desiderio di fottermi , mi implorava di prenderlo tutto, ma sapevo che appena il mio ed il suo desiderio sarebbe giunto, di certo lui non sarebbe resistito a lungo.
Indugiai ancora giocando col cazzo facendolo entrare solo poco a poco, per poi ritirarlo fuori illudendolo per un po’, ma anche io avevo una gran voglia di sentirmelo tutto dentro, così una volta poggiata la cappella sul buco lo accolsi in un sol colpo, iniziai a muovere solo il bacino avanti e indietro, sentivo lui che cercava di spingere per potermi fottere ma non glielo permettevo.

Giocai così per un po’, avvertivo il suo disagio, si sentiva troppo inerme, sciolsi i bracciali ed in quell’attimo le sue mani afferrarono il mio bacino facendomi alzare, mi girò facendomi poggiare le ginocchia sulla poltroncina, iniziò a fottermi con decisione ed irruenza, il ritmo aumentava col divenire del suo estremo godimento, iniziai a segarmi godendo della sua voglia di fottermi, portai giù le gambe dalla poltroncina ed allargandole gli diedi modo di fottermi fino in fondo.
Sborrò dentro di me fino a che anche io sentendo quel seme caldo inondarmi raggiunsi l’estremo piacere sborrando copiosamente, continuò a fottermi fino a che non gli stava più su.
Accasciandosi sul divano mi sorrise appagato, il vederlo li nudo e bello soddisfatto di quella favolosa scopata, mi fece pensare che forse avrebbe potuto farmi conoscere i suoi amici coinquilini, glielo chiesi ma la sua risposta fu di no.
Non mi avrebbe diviso con altri, gli dissi ok va bene allora non mi avrai più neanche tu. Una settimana dopo scendendo dal bus lo trovai davanti al bar insieme ai suoi amici, due bonazzi che già consapevoli di chi ero mi accolsero con gran sorrisi ed abbracci, per un po' li vedevo separatamente a turno quando avevano voglia mi aspettavano alla fermata del bus, poi decisero di trasferirsi vicino l'università ma di tanto in tanto continuarono a fottermi fino alla laurea che presero 2 anni dopo.
Facemmo una cena d'addio con scopata finale, ma mai tutti e tre insieme, troppo maschi si vergognavano...uno alla volta e poi tanti saluti.............





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