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Gay & Bisex

GITA A VENEZIA 2


di Membro VIP di Annunci69.it matupas
16.07.2023    |    102    |    0 8.0
"Quella lingua che solleticava ogni mio desiderio non smetteva di fermarsi facendomi gemere di piacere mentre succhiavo il suo amico, aspettavo solo il momento..."
Dopo aver passato quasi l’intera giornata a casa del tipo strano a farmi scopare a dovere, feci una doccia rilassante ed una cena frugale offertami con devozione dal tipo ed uscii di casa che erano ormai quasi le 21.00. C’era ancora luce essendo estate, ma le tenebre calavano in fretta fra le stradine strette di Venezia. Decisi di fare un giro fino a San Marco per poi rientrare con calma verso la stazione.
A San Marco la piazza era già illuminata dai lampioni e le vetrine dei bar e ristoranti, ma in giro non c’era la calca di turisti che avevo incontrato all’arrivo. Stufo di girare a vuoto decisi di riprendere la strada del ritorno passando da Rialto. Ero appena sceso dal ponte quando notai che intorno alle bancarelle del mercato che si trovava sulla destra, c’era uno strano movimento di persone, ciò mi fece pensare subito che fosse un posto di incontro.
Rallentai il passo guardandomi in giro e scrutando ogni movimento dei presenti. Notai che qualcuno ogni tanto attraversava la strada per ficcarsi in un’entrata alquanto buia, dove all’ingresso era in piena vista un cartello con la scritta W:C e TOILETTE. Non mi ero sbagliato nel pensare che lì c’era giro, anche perché ero stato notato dai più che giravano li intorno mentre due di loro mi seguivano a debita distanza aspettando che io entrassi nei cessi.
Non esitai, e avvicinatomi all’ingresso dei cessi mi voltai giusto un attimo per assicurarmi che i due fossero dietro di me, diedi loro uno sguardo per capire che tipi fossero. Nella penombra delle bancarelle non si distinguevano bene le persone e volevo accertarmi che non fossero dei malviventi.
Quello più vicino era sui 40 anni più alto di me con una pancetta tipica di chi beve tanta birra, era messa ancor più in evidenza dalla cintura stretta dei suoi pantaloni corti, ma allo stesso tempo evidenziava il gonfiore del suo pacco. L’altro più giovane intorno a 30 anni, era un tipo smilzo coi capelli lisci lunghi che gli arrivavano alle spalle. Indossava dei jeans ed una canotta che mettevano in risalto quanto fosse magro.
Entrai nei cessi un poco timoroso non sapendo cosa aspettarmi, infatti l’ambiente non era proprio il massimo del confort, una sola luce fioca di quelle racchiuse in quei porta lampada a griglie, rendeva il posto di un colore grigio che a malapena si riusciva a vedere il pavimento e le pareti. La sola apertura era l’ingresso e l’aria era impregnata di odore di piscio misto a candeggina, una lunga fila di orinatoi riempivano tutta una parete, mentre di fronte 4 porte sgangherate si aprivano mostrando i cessi all’interno.
Dentro non c’era nessuno, spingendo le porte una ad una cercai quello all’apparenza più pulito ed accessibile, lasciai la porta aperta dietro di me e calandomi i pantaloncini a metà del culo stetti in attesa. Di li a poco sentii i passi dei due che entravano, volsi lentamente lo sguardo e li vidi entrambi rivolti agli orinatoi con lo sguardo rivolto verso di me facevano finta di pisciare.
Lo smilzo dopo pochi minuti che mi aveva osservato senza indugio si voltò completamente mostrandomi il suo cazzone enorme, e sbattendoselo sul palmo della mano mi mostrava quanto fosse duro e lungo, con movimenti della testa su e giù mi invitava ad avvicinarmi come per dire “vieni, vieni, succhiamelo”. L’altro tipo di fianco a lui s’era voltato a sua volta, il cazzo cicciotto che usciva dalla patta era ancora moscio e lo scuoteva invitandomi anche lui.
Io ero ancora con la schiena rivolta verso di loro col culo a metà fuori dai pantaloncini, li guardavo entrambi leccandomi le labbra ed inarcando la schiena misi in mostra il mio culetto, poi abbassandomi del tutto i pantaloncini, mi voltai e facendo un passo verso di loro e mi fermai all’ingresso accovacciandomi con le spalle appoggiate al muro di entrata.
Fu quello l’attimo che li vidi avvicinarsi velocemente quasi in una gara che avesse deciso chi dei due me lo avrebbe ficcato per primo in bocca. Fu lo smilzo il primo ad arrivare, con una mano teneva il cazzo e con l’altra afferrò la mia testa ficcandomelo in gola. Ero già pronto a riceverlo, avevo spalancato la bocca come uno squalo che afferra la sua preda.
Davvero un bel cazzo lungo e duro che raggiungeva le mie tonsille dovendo io faticare non poco ad ingoiarlo tutto. Era arrapatissimo, la foga con cui mi fotteva la bocca mi faceva quasi soffocare, decisi allora di dedicarmi un poco anche all’altro tipo che ansimava segandosi per l'attesa. Allungai una mano verso il suo cazzo senza neanche guardare, lui la afferrò e la guidò a prenderlo. Era enorme di circonferenza, riuscii a farmene un’idea solo quando allontanando lo smilzo me lo ritrovai davanti alla bocca.
Una cappella enorme, bella liscia e pronta ad essere fagocitata da me, e senza preamboli la ingoiai tutta affondando tutto il suo cazzo fino all’estremo confine. Non era lungo, ma tanto grosso da riempirmi la bocca senza farmi respirare. Lo smilzo mi spingeva la testa sussurrando “succhia, succhia troia” mentre con l’altra mano stringeva e palpava il mio culo. Con le dita solleticava il mio buco che palpitava ad ogni penetrazione di esse, mi sollevò ponendomi col culo a 90 e cominciò a leccarmelo.
Quella lingua che solleticava ogni mio desiderio non smetteva di fermarsi facendomi gemere di piacere mentre succhiavo il suo amico, aspettavo solo il momento che tolta la lingua, il suo bel cazzone mi fottesse il culo come meritavo. Non aspettai ancora a lungo, sentii la sua cappella puntarsi sul mio antro e dopo un’istante farsi largo raggiungendo il mio amore più profondo. Mi sarei aspettato che mi fottesse con foga come quando me lo ficcava in gola, ma cominciò a scoparmi con estrema delicatezza. Affondava dentro di me e lo tirava fuori tutto per poi ricominciare allo stesso modo dandomi il piacere di gustarmi tutta la sua asta più e più volte senza fermarsi. Godevo da morire a sentirmelo dentro e fuori mentre il suo amico mi fotteva in bocca.
Di tanto in tanto sentivo dei passi di altri che entravano ed uscivano dai cessi, qualcuno si fermava a guardare per poi tornarsene fuori, questo fatto mi eccitava ancor di più sapendo che magari c’era la fila fuori che aspettava, e che ognuno di quelli la fuori avrebbero voluto fottermi a turno. Sentivo i mugolii dello smilzo che ad ogni affondo sembrava essere lì,lì per svuotarsi dentro di me, ed infatti arrivò quel momento, mi afferrò con forza i fianchi e diede l’ultima spinta. Un caldo fiotto del suo latte mi riempi fino all’ultima goccia, mentre il suo amico eccitato da quell’attimo di goduria non poté trattenere l’enorme quantità di sborra che mi inondò la gola, riuscii a malapena ad ingoiarne quella che potevo mentre l’altra mi gocciolava fuori dalle labbra.
Una pacca sul culo ed una carezza sulla testa fu il loro saluto, cercai un lavandino per darmi una pulita e per fortuna c’era, mi diedi una rinfrescata e mi avviai all’uscita. Ma non feci in tempo, mi sentii afferrare ai fianchi da dietro e qualcuno che mi abbassò i pantaloncini, mi spinse con la faccia al muro, con una mano mi tenne fermo dal collo e con l’altra intrufolò le dita ne mio buco, dopo un attimo sentii un grosso cazzo fottermi come un depravato.
“Fermo cosi, non ti girare, voglio fotterti come una troia”, due grosse mani si poggiarono sulle mie spalle tenendomi fermo con la faccia al muro, mi fotteva forte e veloce tanto da far risuonare quell’inculata nel piccolo vano dei cessi come se ci fosse l'eco. Mi sentivo violentato, ma allo stesso tempo eccitato, godevo di quella situazione e di quel cazzone che mi fotteva come una troia, inarcai il culo per facilitare l’individuo a a fottermi meglio, “bravo si spingi fuori il culo che ti fotto fino in fondo, te lo sbatto tutto dentro che non rimpiangerai questo momento”. I pantaloncini e le mutande mi erano caduti fino alle caviglie, questo mi impediva di allargare le gambe per farmi fottere al meglio. Riuscii a fatica a far uscire una caviglia, allargai le gambe e mi chinai quasi a 90, il tipo dentro di me allentò la presa rendendosi conto che ero ben lungi dallo scappare da quella situazione, ma mi intimò lo stesso di non girarmi mai.
Non lo feci, quella situazione mi eccitava moltissimo e cominciavo a godere di quella scopata, mi si era rizzato il cazzo duro e voglioso di sborrare, iniziai a segarmi mentre lui mi fotteva sempre più forte. “Si dai sborra, fammi vedere come godi troia, voglio sentirti urlare quando sborri”. Non me lo feci ripetere, allungai una mano fra le cosce fino a raggiungere il suo cazzo che mi fotteva, potevo sentirlo e toccarlo mentre mi fotteva, con l’altra iniziai a segarmi, e col culo spingevo indietro a farmi penetrare più a fondo che poteva.
Fu un attimo, schizzai tutto quello che avevo urlando di piacere, ed anche lui con un tremito infinito affondò dentro di me trattenendomi i fianchi fino a che non ebbe svuotato tutto il suo seme.
“Non girarti fino a che non sono uscito, Capito?”, Lo sentii tirarsi su i pantaloni ed uno strano rumore di cintura che si chiudeva, sembrava essere pesante, perché faceva quasi fatica a tenerla su. Rimasi fermo fino a che non sentii i suoi passi uscire, corsi verso l’uscita e sporgendomi fuori riuscii a vedere una figura allontanarsi a passo veloce. Aveva un berretto in testa, vestiva chiaramente una divisa, aveva di sicuro un cinturone ed un’arma al fianco destro, ma non potei capire se fosse un poliziotto, un carabiniere o una guardia giurate. La cosa non mi preoccupò molto, certo è che quando uscii dai cessi, non c’era anima viva li intorno.
Da quella notte, iniziai ad avere il fascino delle divise, ne ho conosciute tante fino ad oggi, ed ogni volta che una divisa mi scopa impazzisco da vera troia.

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