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LA GOCCIA CHE FECE TRABOCCARE IL VASO


di Membro VIP di Annunci69.it matupas
21.06.2022    |    287    |    4 9.3
"Mi spiegò che l’indomani sarebbero venuti a riparare il danno, e che poi anche da me sarebbe venuto qualcuno per riparare e ritinteggiare, ma sarebbero..."
Quella sera rientrando a casa stanco e sudato per la calura di quel giorno, la prima cosa che feci fu di spogliarmi tutto e correre in bagno a farmi una doccia, appena entrato notai dell’acqua sul pavimento, non era molta ma di sicuro doveva esserci una perdita da qualche parte. Guardai sotto il bidet, sotto il lavandino e controllai anche la cassetta del water, nessuna perdita evidente, ma mentre ero fermo al centro del bagno una goccia d’acqua mi colpì in testa.
Alzai lo sguardo e vidi un’enorme chiazza di umidità al centro del soffitto, le gocce cadevano ad intermittenza e di conseguenza formavano quella pozza d’acqua partendo proprio dal centro. Andai subito al piano superiore e bussai alla porta degli inquilini sopra il mio appartamento, non rispose nessuno, suonai almeno altre 5 volte ma sempre senza risposta.
Tornai di sotto e chiamai l’amministratore, gli spiegai cosa stava accadendo e per fortuna mi disse che sarebbe venuto a controllare di persona. Non tardò molto, salimmo di sopra e lui ribussò alla porta, ma anche questa volta nessuno ci aprì. Andò alla porta dell’appartamento di fronte e suonò. Aprì la signora anziana che incrociavo spesso in ascensore, l’amministratore le spiegò il problema, lei sorridendo disse che i vicini erano via ma che lei aveva le chiavi ed il numero di telefono per avvisarli.
L’amministratore senza perdersi in chiacchiere si fece aprire l’appartamento, andò subito in bagno accompagnato dalla signora e scoprì da dove fuoriusciva l’acqua. Un tubo del bidet perdeva ed andava sostituito, chiuse la chiave d’arresto dell’acqua e tornò fuori. Mi spiegò che l’indomani sarebbero venuti a riparare il danno, e che poi anche da me sarebbe venuto qualcuno per riparare e ritinteggiare, ma sarebbero dovuti passare un po’ di giorni, perché la macchia di umido si doveva asciugare.
Io già fantasticavo sugli operai che sarebbero venuti a casa mia, e non vedevo l’ora che mi chiamassero al telefono per fissare l’appuntamento. Successe la settimana dopo, fissammo l’appuntamento per la serra alle 18.00 ed aspettai che arrivassero. Mi ero preparato come mio solito da troietta, pantaloncini rossi corti ed attillatissimi, una canotta bianca che metteva in risalto la mia abbronzatura, i capelli legati a coda con il mio elastico rosa portafortuna.
Suonarono puntuali come gli svizzeri, aprii la porta e mi ritrovai un omone di mezza età, alto quasi 2 metri, un pancione gli traboccava dalla cintura dei pantaloni, dietro di lui due ragazzotti chiaramente ispanici, la pelle tipica dei peruviani o comunque di quelle zone, occhi da indios e con l’altezza che non superava un metro e settanta.
Li feci entrare, mi seguirono in bagno e l’omone cominciò a spiegare loro cosa avrebbero dovuto fare il giorno dopo, ero di fianco ai ragazzi e li guardavo con interesse, i due sembravano fratelli tanto era la loro somiglianza, avevano un fascino particolare, gli occhi sembravano quelli di un cerbiatto , i capelli nerissimi e lisci che cadevano a caschetto, i loro corpi asciutti ma allo stesso tempo muscolosi Da quel che potevo scorgere dalle loro tute bianche aperte sul petto, erano lisci come i bambini e senza l’ombra di un pelo.
Wuauu pensai subito a come erano messi sotto, non avevo ancora scopato con sudamericani o almeno non di certo come loro, mi intrigavano un casino, ed a forza di guardarli con insistenza i due se ne erano accorti, ogni tanto mi sorridevano mettendo in mostra la loro dentatura bianchissima e perfetta. Il loro capo ( l’omone ), all’improvviso distolse la mia attenzione da loro, “ allora sig. x i ragazzi verranno domani mattina per le 8.30, va bene?”.

“Certo che si, li aspetto con ansia” risposi, in ufficio avevo già avvertito che per almeno 2 giorni o forse più, avevo operai a casa. Il giorno dopo puntuali si presentarono alla porta, avevano indosso quelle tute bianche da imbianchini, ma sempre aperte davanti fino al disotto dell’ombelico, già questo fece salire subito la mia libidine a mille, li guardavo trasportare gli attrezzi da lavoro e potevo vedere il sudore che colava sui loro visi ed anche il petto, ciò li rendeva ancora più belli, la loro pelle luccicava, come se fossero cosparsi di un olio abbronzante.
Montarono una specie di cavalletto incastrando tubi e appoggiandoci sopra delle tavole, stavano già per iniziare a salirci sopra quando li fermai, con il mio fare da troietta li invitai in cucina a bere qualcosa, furono felici di tanta mia devozione e sedutisi al tavolo cominciarono a lamentarsi del caldo. Approfittai di quel momento per suggerire loro di togliersi le tute, mi guardarono un po’ interdetti, dissi loro che a me non dava fastidio ma anzi, per me avrebbero potuto lavorare anche nudi, e di sicuro non lo avrei detto al loro capo.
In un baleno si tolsero le tute restando in slip, Wuauuu se fossero stati leggermente più alti, avrebbero fatto sfigurare anche i Bronzi di Riace. Due sculture perfette, i loro slip stretti trattenevano un gonfiore stupendo, alla loro vista non potei che esclamare “Però, siete bellissimi, ma andate in palestra?”. Quella frase di certo non fu delle migliori, ma di certo confermò l’opinione che si erano già fatti di me.
Esplosero in una risata che coinvolse anche me, poi il più malizioso dei due portandosi la mano sul pacco ed agitandolo disse “ Quieres ver el muscolo en mi mano?”, intanto l’altro iniziò anche lui a palparsi il pacco, mi avvicinai ad entrambi ed allungai le mani sui loro gioielli. I loro cazzi erano già belli e duri, infilai le mani negli slip e cominciai ad accarezzare le palle lisce senza peli, solo un ciuffetto di peli avvolgeva i loro arnesi, e lentamente li feci scivolare fuori dagli slip.
Li tenevo in entrambe le mani e non potevo credere ai miei occhi, due cazzi belli circoncisi e lisci, uno lungo almeno 20 cm l’altro più corto ma di poco, però grosso in circonferenza. Mentre li segavo si fecero scivolare giù gli slip restando completamente nudi e belli davanti a me. Mi inginocchiai e cominciai a leccarli entrambi, le palle lisce mi scivolavano in bocca con facilità, uno di loro mi sbatteva il cazzo sulla faccia mentre ingordamente succhiavo l’altro. Facevano a gara per farselo succhiare tirandomi la testa di qua e di là. Tenendoli con le mani riuscivo a succhiarli anche contemporaneamente, il più irruente mi afferrava per la coda dei capelli e mi ficcava il cazzo in gola trattenendomela fino a farmi rigurgitare abbondante saliva.
Godevo come una troia assaporando il piacere dei due, uno continuava a dirmi “ Puta, chupa este, chupa este, tienes una boca fabulosa” sentirmi cosi troia mi faceva impazzire, le loro mani iniziarono a insinuarsi nei miei pantaloncini, ed accortisi che indossavo un tanga quasi me lo strapparono di dosso. Restai nudo anche io, avevo il cazzo in tiro ed uno dei due lo afferrò con la mano e iniziò a masturbarmi.
Lo feci fare, anche se ne fui sorpreso, la cosa mi attizzava sempre più, l’altro si era seduto ed io lo succhiavo stando a pecora, poco dopo sentii la lingua di chi mi segava intrufolarsi fra le mie chiappe, allargai le gambe e la lingua iniziò a leccarmi le palle per poi ficcarsele in bocca. Il mio buco palpitava dalla voglia di farsi leccare, cosi afferrai la testa del ragazzo dietro di me e lo incitai a leccarmelo.
Cazzo se era bravo, con le mani mi allargava sempre più le chiappe e la sua lingua entrava dentro di me facendomi mugugnare dal piacere, sentivo il mio buco allargarsi e riempirsi di saliva mentre succhiavo quel cazzo bello grosso, lo desideravo dentro di me. Il ragazzo seduto si alzò mentre ancora lo succhiavo e rivolgendosi al suo amico disse “Ven aqui me lo quiero follar”.
Ma il ragazzo dietro di me lo anticipò, e riempendosi il cazzo di saliva, lo puntò sul mio buco e con un colpo preciso entrò dentro di me facendomi urlare di piacere, ssiiiiiiiii , lo sentii fino in fondo, le sue mani afferrarono i miei fianchi e cominciò a fottermi, lo spingeva e tirava fuori, e poi ancora senza fermarsi continuava a fottermi tirandolo fuori, giocava con la cappella sul mio buco e poi ancora dentro fino in fondo. Mi faceva impazzire, scopava alla grande e non volevo si fermasse, anche l’altro voleva fottermi e così si diedero il cambio.
Misi le ginocchia sulla sedia, ed il suo cazzo entrò dentro di me, anche lui fotteva bene, ma gli piaceva restare dentro e giocare di bacino, faceva roteare il cazzo dentro di me e poi lo sbatteva dritto fino al culmine della profondità, ero in un delirio di piacere e volevo sentirmi sborrare dentro, cominciai a stringere lo sfintere, ma lui non voleva godere così, parlarono fra di loro e poi mi fecero stendere sul tavolo.
Ero steso a pancia su, salirono sulle sedie da ambo il lati e cominciarono a segarsi, capii che di li a poco mi avrebbero sborrato in faccia, aprii la bocca e mostrai la lingua, volevo la loro sborra tutta in bocca e leccarla fino all’ultima goccia, iniziai a segarmi anche io aspettando quel momento.
Una pioggia di sborra mi arrivò da ambedue uno dopo l’altro mi skizzarono copiosamente sulla lingua, ed io raccogliendola tutta le ingoiai avidamente, abbassandosi su di me mi misero il cazzo sulla faccia e spalmarono quella che era ancora sparsa sul mio viso, mi segavo freneticamente e riprendendomi un cazzo in bocca sborrai urlando di piacere.
Per rattoppare il soffitto del bagno, impiegarono 4 giorni, troppe pause scoperecce fecero ritardare i lavori, ma sia io che il loro capo fummo contenti del lavoro ben eseguito.








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