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UNA BELLA ESTATE 4


di Membro VIP di Annunci69.it matupas
06.07.2022    |    246    |    0 6.0
"Sentivo lui incitarmi a farlo più veloce, le sue mani sui miei fianchi davano il ritmo alla sua volontà di sborrare, avvertivo che stava arrivando quel..."
Era già passato più di un mese da che mio padre ed io soggiornavamo per il lavoro di lui in quella cittadina sul mare. Le mie giornate in spiaggia erano diventate monotone, oramai ero la meta ambita da molti uomini e ragazzi. Quando arrivavo in spiaggia, c’era sempre qualcuno che gironzolava intorno alla mia cabina in attesa di diventare il prescelto per le mie voglie di cazzo.
Mi divertivo a farli eccitare, poi con un cenno della testa ed un sorriso indicavo chi dovesse seguirmi in cabina. A volte ne indicavo anche 2 insieme, potevo farmi scopare, o succhiare il cazzo di chiunque mi attizzava in quel momento. Ero diventato la puttanella della spiaggia, ma quella situazione cominciava ad annoiarmi.
Con la bici facevo sempre lo stesso percorso, lungo la strada a volte mi fermavo a bere il caffè in un bar adiacente la pompa di benzina con annessa un’officina meccanica. Avevo sempre intravisto il meccanico indaffarato a lavorare sulle auto, era un bell’uomo moro sui 50 anni, dalla tuta aperta fino alla cintola si intravedeva una pancia ben pronunciata, ed una peluria fitta e riccia che raggiungeva il suo petto ben tornito. Ero attratto da lui, mi eccitava pensare a cosa celasse il resto della tuta chiusa, e avrei voluto trovare il modo per scoprirlo.
Una sera mentre rientravo a casa, lo vidi seduto fuori dall’officina fumarsi una sigaretta, quello fu il momento giusto per poterlo avvicinare. Feci finta che qualcosa mi impedisse di pedalare, mi fermai a pochi metri da lui e cominciai ad armeggiare con la bici. Gli davo la schiena, e curvandomi misi in evidenza il mio culo stretto nei pantaloncini. Sbuffavo fingendomi in difficoltà quando sentii la sua voce corrermi in aiuto,”hey ragazzo, portala qui che vedo cosa cos’è che non va”.
Mi girai, e sculettando un pò mi avvicinai a lui, si alzò, ed io dissi, “non so che succede, ogni tanto la catena fa un rumore strano”, prese la bici e si avviò in officina, lo seguii avvertendo già l’adrenalina eccitarmi tutto. Lo vidi chiudere le porte dell’officina alle mie spalle, Disse che stava per chiudere, e che avrebbe dato un’occhiata senza che altri potessero disturbarci. Era già quasi buio, accese una lampada in un angolo che era in prossimità di un’auto in riparazione.
L’officina cadde quasi nel buio, e solo in quell’angolo la luce permetteva di vedere. Chinandosi iniziò ad armeggiare con la catena facendola ruotare, ero poggiato sul cofano della macchina e lo fissavo cercando di scrutare ogni suo movimento, sentendosi osservato ogni tanto alzava lo sguardo verso di me in modo interrogativo, con quel tipico movimento che si fa inarcando le sopracciglia. Alzandosi prese dal banco di lavoro un barattolo con del grasso, con le dita ne sparse un po' sulla catena facendola poi girare col pedale.
“Ecco fatto disse, niente di rotto, la bici è vecchia, bisognava solo lubrificare la catena”.
“Grazie risposi, è stato davvero gentile, non ho soldi con me, ma posso passare domani per pagarle il lavoro”.
A quel punto, d’un tratto cambiò discorso. “Non sei di queste parti, vero? Ho sentito parlare di te al bar qui di fianco, dicono che in spiaggia c’è una puttanella che si fa scopare da tutti, anche da Carmelo il bagnino, sei tu?”
Restai un attimo sgomento, la cittadina era piccola e le voci giravano veloci. Ero sulla bocca di tutti i maschietti, ne parlavano come se fosse un fatto del tutto normale. Scambiarsi quelle confidenze senza preoccuparsi del fatto che le mogli e le fidanzate lo avessero saputo? Tutto ciò mi passò velocemente nella mente, non ebbi il tempo di rispondere al meccanico, il quale nel frattempo si era fatto scivolare giù la tuta togliendosela del tutto e restando in mutande. Aveva spostato di lato la bici avvicinandosi a me, nei suoi slip stretti il gonfiore del cazzo aveva fatto fare capolino verso l’alto la sua cappella già libera dal prepuzio.
Le sue mani unte di grasso mi spinsero in basso, feci appena in tempo ad appoggiare la schiena all’auto, si tirò fuori il cazzo dagli slip e con la mano lo indirizzò verso la mia bocca. Un cazzo curvo verso l’alto, largo e con la cappellona gonfia e lucida si avvicinò alle mie labbra, le dischiusi prim’ancora che potessi rendermene conto, lo ingoiai tutto ostacolato dalla sua pancia enorme ma che non impedì la mia voracità.

Facevo fatica a ficcarmelo tutto in gola, mi aiutavo cercando di spingerlo in basso con una mano mentre con l’altra raccoglievo nel palmo le sue palle enormi. I suoi mugugni di piacere mi eccitavano da morire, lo pompavo riempendolo di saliva e me lo facevo scorrere in gola più che potevo. Ogni volta la mia bocca si riempiva del suo enorme cazzo gustandomelo di ogni suo centimetro, alzò un piede e lo poggiò sul paraurti, in quella posizione riuscivo a leccargli le palle riempendole di saliva, le succhiavo come una ventosa e me le ficcavo in bocca. Il suo piacere aumentava, con le mani tratteneva la mia testa esortandomi a non smettere di succhiargliele, si prendeva il cazzo con la mano e lo spingeva giù a farselo prendere tutto fino in fondo alla mia gola.
Sentire i suoi gemiti di goduria mi faceva impazzire, ero davvero una puttanella ingorda, non smettevo di succhiare quel cazzo duro e grosso ed avrei continuato fino a che il suo nettare avesse riempito la mia bocca. Ma lui voleva anche altro, mi tolse la canottiera e tirandomi su per le ascelle mi girò spingendomi sul cofano dell’auto. Era chiaro che di lì a poco avrebbe sfondato il mio culo col suo cazzone enorme.
Mi tolse i pantaloncini e le mutandine quasi strappandomele di dosso, e con voce roca dall’eccitazione mi disse, “che culetto che hai, vediamo se Carmelo ha ragione”, Allargai le gambe inarcando il culo, le sue dita ancora unte di grasso spalmarono il mio buco, spinsi in fuori lo sfintere accogliendole dentro di me a lubrificarmi meglio.
Avvertii prima la sua pancia grossa e dura poggiarsi sul mio bacino, subito dopo la sua cappellona che spingeva sul mio buco. Spinsi in fuori lo sfintere e quel cazzone grosso entrò in me, il grugnito gutturale di lui guidò il suo cazzo che affondava in me fino in fondo. Con tutto il suo peso addosso caddi sul cofano della macchina, mi teneva fermo con le mani sulle spalle e spingeva, ma non riusciva a muoversi nel modo giusto, quella posizione non facilitava ambedue.
Lo fermai, gli leggevo la delusione negli occhi, lo rassicurai prendendolo per mano, lo tirai verso il lato dell’auto ed aprii la portiera posteriore, misi le ginocchia sul sedile stando col culo fuori, mi accovacciai dandogli modo di penetrarmi. Con le mani si aggrappò al porta pacchi, gli presi il cazzo con la mano e lo guidai sul mio buco ansioso di sentirselo dentro.
“Che troietta che sei, aveva ragione Carmelo, adesso ti sfondo come una cagnetta in calore”.
Cominciò a fottermi il culo senza darmi tregua, tolse le mani dal porta pacchi ed afferrò i miei fianchi, sentivo dentro di me il suo cazzone lubrificato col grasso, scivolava una meraviglia, dentro e fuori senza nessuna resistenza. Poi si fermò e mi fece uscire dall’auto, entrò lui distendendosi sul sedile ed io dandogli le spalle mi infilai il suo cazzone curvo tutto in culo.

In quella posizione mi godevo il suo cazzo muovendomi su e giù, godendo come una vera troietta, afferrai il mio segandomi e godendo ancor di più. Sentivo lui incitarmi a farlo più veloce, le sue mani sui miei fianchi davano il ritmo alla sua volontà di sborrare, avvertivo che stava arrivando quel momento dalla velocità con cui mi fotteva, lo feci arrivare al limite, poi velocemente mi alzai e con un movimento fulmineo gli afferrai il cazzo in bocca.
Un’esplosione di sborra calda e densa invase la mia gola, ingoiai tutto continuando a farne uscire anche l’ultima goccia, aspettai che il cazzo grosso e duro tornasse a riposare molle fra le mie fauci, lo leccai ancora a pulirlo raccogliendo quello che era colato fuori finendo fra le sue cosce. Questo rito finale, il sapore del suo seme ed il suo cazzo ancora moscio nella mia bocca, mi eccitarono fino a farmi sborrare copiosamente con un urlo di piacere.

Lo lasciai li disteso, mi rivestii e uscendo con la bici mi voltai per dirgli, ”ora fa il passaparola anche tu, ma non tralasciare nulla” CIAOOOOO


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