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Il placido fiume


di Membro VIP di Annunci69.it orsonaked
05.04.2017    |    14.923    |    6 9.2
"L'uomo si avvicinò e puntò la sua cappella rovente sul mio fiorellino leggermente dilatato dalla voglia..."
- "Mi dispiace sig. Rossi ma l'Azienda è costretta ad interrompere il rapporto di lavoro: Lei è un ottimo elemento e nulla abbiamo da dire a suo riguardo ma...i tempi sono duri per tutti e la crisi non ha fatto sconti, nemmeno a noi...mi spiace molto!"
Le parole del direttore del personale mi risuonavano ancora in testa mentre camminavo per le vie del centro; ancora non riuscivo a crederci ma aveva appena perso il lavoro.
E ora? Non avevo nessuna voglia di tornare a casa e sentire la tiritera che mia madre mi avrebbe sicuramente martellato nelle orecchie:
- "Ecco, sei il solito buono a nulla, chissà cosa avrai fatto per perdere anche questo lavoro!"
In effetti non avevo fatto niente, anzi mi ci ero recato tutti i giorni, mettendo da parte la mia pelandronite acuta che mi aveva fatto perdere gli impieghi precedenti e cercando di "rigare dritto" ma la mia sfiga ormai cronica continuava a perseguitarmi. Mi sedetti ad un caffè, guardando il mare mentre sorseggiavo il mio macchiato caldo ma invece di vedere una bella distesa blu vedevo solo un buco nero: da appena tre mesi avevo preso casa in affitto e finalmente coronavo il mio sogno di poter vivere da solo. Come potevo fare ora per pagare l'affitto e le bollette? Il pensiero di tornare a vivere con mia madre mi faceva scoppiare la testa!
Mi alzai, pagai il caffè e cominciai a camminare, senza una meta; avrei voluto un posto dove sparire e rimanere in silenzio con i miei pensieri ma nel bel mezzo di una città era davvero difficile che questo potesse avverarsi. Dopo almeno un ora buona mi ritrovai a passeggiare sui sentieri a fianco del placido fiume che attraversava la mia città: pensai che se trovavo un cazzo avrei potuto sfogare un po' della rabbia che avevo dentro, del resto gli uomini mi piacevano da sempre.
Dopo aver camminato parecchio senza incontrare anima viva, mi sedetti sulla riva del fiume ormai disilluso: nemmeno un cazzo da succhiare ero riuscito a trovare: che giornata di merda! Concentrai i miei pensieri solo sulla mia vita, cercando una soluzione, per i giorni a venire quando un fruscio mi riportò violentemente alla realtà: mi girai verso la radura di alberi e cespugli fitti e vidi un ragazzone di colore, fermo vicino ad un albero che mi fissava insistentemente con sguardo cupo; solo in quel momento realizzai che a poca distanza vi era il centro di prima accoglienza dei disperati che fuggivano dall'Africa in cerca di fortuna.
- "Bene, rapinami pure, tanto in tasca ho solo 50 centesimi e un goldone: non è un gran bottino" pensai tra me e me ridacchiando mentre il ragazzo non mi staccava gli occhi di dosso. Dopo una decina di minuti in cui non vi fu alcun cenno da parte del ragazzone, decisi di alzarmi e andare via: cosi presa la mia giacca, appoggiata sui ciotoli del fiume mi diressi lentamente fino al sentiero, dove il ragazzone aveva ormai assunto le sembianze di un tronco, con le mani in tasca e senza staccarmi gli occhi di dosso:
- "Ti darei un pugno sul muso, coglione! Per quanto è immensa la zona fluviale, qui a spaccarmi i coglioni, dovevi metterti?" pensai fissandolo con gli occhi pieni di fiamme.
Mantenne il suo sguardo fisso su di me, qualsi a sfidarmi e nell'avvicinarmi a lui mi aggiustai il pacco, una mossa ormai abitudinaria ma che a sorpresa fece reagire il negrone, che abbassata prontamente la cerniera dei suoi jeans, fece uscire un manganello di notevoli dimensioni, ormai quasi del tutto ben indurito!!
Rimasi a bocca aperta e impietrito da quella mossa che non mi aspettavo:
- "Bocca culo...quanto?" disse in un italiano molto stentato
- "Cosa??"
- "Bocca culo...quanto?" ripetè meccanicamente e solo in quel momento realizzai che mi stava chiedendo il tariffario, come se fossi li a battere; non potevo credere alle mie orecchie! Soldi per scopare? Mi ritenevo bisex da sempre, e dall'adolescenza mi dividevo equamente tra cazzi e fighe senza alcun problema ma mai avrei preso soldi o avrei pagato per fare sesso, era un principio che non avrei infranto per nessun motivo al mondo!
Ma si sa: i principi sono fatti per essere mandati a fanculo:
- "10 euro bocca e 20 euro culo" dissi dopo qualche istante di esitazione ma sicuro che mi avrebba insultato rifoderando il cazzo e invece, dopo avermi squadrato ancora un poco, si appoggiò al tronco di un albero, prendendosi il cazzo in mano, cominciando a menarlo piano.
Mi avvicinai con circospezione e una volta a pochi centimetri da lui mi inginocchiaia davanti a quel meraviglioso palo di carne nero pulsante: la cappella color cioccolato era ormai turgida e piena al punto giusto, emanava un forte odore di spezie e di maschio: schiusi le labbra appoggiandole con delicatezza e questo lo fece sospirare forte. Iniziai a ingoiare piano piano centimetri di cazzo durissimo che facevo affondare dentro la mia gola ma improvvisamente il ragazzone mi afferrò la testa tra le mani e cominciò furiosamente a scoparmi la bocca. La sua voglia represa si stava sfogando su di me; la sua presa era salda e non riuscivo a liberarmi, mentre tutto il suo cazzone marmoreo ormai affondava in gola, arrivando a colpirmi il mento con le palle e a provocarmi l'inizio di un conato di vomito, per via delle dimensioni. Avrei voluto lavorarmelo per bene cosi come le palle che da quel poco che avevo visto erano molto voluminose. Mugolavo forte più per lo sforzo di contenerlo che per la goduria, anche se avere un simile cazzo in gola e per di più nero, mi stava facendo impazzire.
Fu un attimo, dopo un breve rantolo roco sentii la bocca riempirsi di sborra calda; fiotti, fiotti e fiotti di crema che non finivano e lui non accennava a smettere di menare colpi di cazzo, tanto che per cercare di dirgli di smettere aprii la bocca e una buona parte di sborra colò fuori sulla mia felpa. Non riuscivo a parlare e il continuare a scoparmi la bocca non mi permetteva di respirare, cosi fui costretto ad ingoiare la restante per non soffocare e mentre lo facevo lui aumentava il ritmo incredibilmente.
Una volta bevuto tutto riuscii ad afferrargli il cazzo e farlo uscire dalla bocca mentre lui non smetteva di muovere il bacino e mentre guardavo quel bastone nero che incredibilmente non aveva perso vigore, un bel getto mi colpì in faccia, imbrattandomi tutto: non aveva ancora finito!! Altri due getti cremosi seguirono quello di pochi istanti prima, riempiendomi collo e faccia e solo in quel momento si lasciò andare in un lungo e rumoroso sospiro. gocciolante e soddisfatto lo guardai rivestirsi:
- "Miei amici...vuole" disse con mezzo sorriso e capii subito che intendeva chiedermi di essere a loro disposizione. Annuii e lui salutandomi con la mano alzata, si allontanò dopo avermi allungato i 10 euro emettendo un lungo e sottile fischio; rimasi a guardare i soldi, ormai i miei principi non esistevano più e in quel momento realizzai che forse avevo trovato un modo, anche piacevole per me, di poter mantenere le spese correnti che avevo.
- "Ciao" sentii dire da una voce e alzando lo sguardo vidi un uomo sui 45 anni che tenendo in mano un biglietto da 20 euro, si toccava il cazzo da sopra i pantaloni.
- "Culo...." mi disse in un italiano stentatissimo
Il passaparola era stato fulmineo; salutai a mia volta e mi inginocchiai a terra, slacciandomi e sfilando i pantaloni, facendogli segno di avvicinarsi.
-"No....io culo" ripetè deluso e gli feci segno che avevo capito ma un simile cannone non avrei mai potuto prenderlo in culo senza un'opportuna lubrificazione. Cosi dopo averlo insalivato per bene e fattolo diventare di marmo, mi alzai e mi misi a pecora, tenendomi ad un tronco con entrambe le mani. L'uomo si avvicinò e puntò la sua cappella rovente sul mio fiorellino leggermente dilatato dalla voglia. Come un animale diede una spinta forte, entrando di prepotenza e facendomi gridare forte
-"Oh coglione, è troppo grosso, fai piano" gli ringhiai sul muso
- "Scusa amigo ti sgiuro..." balbettò
Decisi di condurre il giorco prima di essere sfondato da sto toro, cosi afferrato il suo cazzone mi appoggiai con il culo su di esse e cominciai a impalarmi da solo lentamente dando tempo alla mia rosellina di abituarsi all'ingresso della biscia nera gradatamente.
Sentivo lo sfintere dilatarsi incredibilmente e le pareti cedere al passaggio del manganello durissimo: sospiravo e soffiavo per lo sforzo e per il dolore e lui rantolava forte, per la goduria. Non era arrivato alla radice che la cappella già mi toccava la prostata, per cui mi dovetti fermare. Iniziò a pomparmi e li non mi trattenni più cominciando a gridare con gusto, mentre le pareti del mio culo si aprivano contenendo il bestione. Le sue mani forti e callose mi tenevano saldamente per i fianchi: godevo come una troia navigata e capii in quel momento che scopare come mestiere per guadagnarmi da vivere poteva fare al caso mio.
Lo sentii affannare il respiro, accelerare il ritmo e dopo poco, gridare mentre mi arpionava i fianchi e scaricava dentro di me un fiume di sborra rovente.
-"Di ai tuoi amici che sono qui tutti i pomeriggi! Bocca e culo" dissi salutandolo mentre lui con un sorrisone, salutandomi spariva nel folto della vegetazione.
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