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Tutta colpa del vento!.....


di Membro VIP di Annunci69.it orsonaked
31.01.2017    |    9.511    |    3 9.7
"Con la mia perenne voglia di cazzo non tiuscivo a distogliere lo sguardo, passandomi la lingua sulle labbra piu' volte: anche se erano solo le 9..."
Marco era un ometto alto circa mt 1.68, sui 57 anni; capelli sale e pepe e un'energia infinita. Girava come un piccolo tornado nei vicoli del mio paese, ramazzando instancabile e ottenendo risultati di pulizia urbana mai raggiunti da nessuno. Lo incontravo spesso durante i giretti con il mio cane e a seconda del suo umore giornaliero si fermava a parlare attaccando bottone e parlando quasi esclusivamente di fica, argomento a me pressochè indifferente e ogni volta notavo che mi squadrava perplesso, visto che non davo adito ai sui commenti. In altre occasioni, invece raccoglieva di corsa la spazzatura, senza nemmeno guardarti in faccia ma salutandoti a malapena e adducendo a scuse bislacche si dileguava velocemente: era davvero un personaggio non comune e ormai noi abitanti del paesello ci eravamo abituati a lui e al suo strano modo di fare.
- "Buongiorno Marco come va?" Salutai dall'altra parte della strada.
- "Ah basta eh? Non e' il modo di lavorare questo!! Non ne posso piu' di questo posto" rispose accigliato, ramazzando un folto numero di foglie secche da terra ma con una tale energia che pareva le volesse risparpagliare sulla strada. Era evidente: non era in giornata e cosi senza aggiungere parola mi allontanai, tirato anche dal mio cagnolino che mostrava la voglia di tornare a casa.
Il mio paesello e arroccato su di una collina, per cui in inverno e' spesso spazzato da forti venti a volte anche freddi. Avvolto nella mia sciarpa di lana calda speravo che Poncho si desse una mossa: come tutti i cani maschi le pipi' erano eterne, una spruzzata qui, una li e il giro non finisce mai. Ero a poche decine di metri dal mio portone, sognavo la mia tisana calda, spronando il cane a muoversi quando dal vicolo attiguo al mio sentii l'inconfondibile rumore della scopa di saggina di Marco "lavorare" sui ciotoli e infatti in pochi attimi apparve, concentratissimo su cio' che stava facendo senza nemmeno rendersi conto che ero davanti a lui fino a che non mi arrivo' sui piedi.
- "Ah...scusa ma sei qui? Non ti avevo visto" disse con un sorrisone. Evidentemente ora gli girava bene, pensai divertito.
- "Scusami per prima ma sto vento mi fa impazzire! Non riesco a pulire bene e poi quanta polvere alza, ne ho fin dentro alle mutande, sui coglioni.
Risi davvero di gusto, immaginandomelo nudo a scopettare i vicoli del paese, impolverato e lui agrottando le ciglia con stupore disse:
- "Non mi credi?? Guarda qui" e con due mosse sbottono' i pantaloni da lavoro rimmanendo con il cazzo e le palle all'aria. A bocca spalancata dallo stupore guardavo quel bel pacco non grosso ma ben proporzionato: un bel pisellotto roseo con un principio di scappellamento era adagiato su due pallottole dall'aspetto soffice, ricoperte da una leggera peluria. Con la mia perenne voglia di cazzo non tiuscivo a distogliere lo sguardo, passandomi la lingua sulle labbra piu' volte: anche se erano solo le 9.30 del mattino un bel pompino lo avrei fatto volentieri.
- "Scusa eh, se mi permetto ma non ti crea problemi vero?" disse Marco tutto serio in volto mentre io scuotevo la testa rispondendo di no, che non c'erano problemi.
- "Tocca tocca, senti quanta polvere c'e'"
Sorridendo dissi lui che mi fidavo; cercavo di soprassedere, in fondo lui non sapeva della mia passione per il cazzo e Marco non soddisfatto prese la mia mano e se la porto' sul pacco.
- "Tocca, tocca bene, la senti?" Chiese l'uomo chiudendo gli occhi e sospirando
- "Hai ragione, la sento si"
- "E cosa possiamo fare allora?"
- "C'e' solo una cosa da fare: pulire bene il tutto!!" dissi perdendo ogni timore e facendo entrare sia Marco che il cane nel mio portone. Poncho, una volta sganciato dal guinzaglio si diresse verso la porta di casa; ero tranquillo perche" non avrebbe corso alcun pericolo mentre io repentinamente mi inginocchiai davanti a Marco cominciando a leccargli il cazzo, che prese a indurirsi istantaneamente e le palle.
- "Non preoccuparti, ci penso io a ripulirti per bene" ridacchiai, mentre scappellatogli il pisello mi dedicai alla cappella con la bocca.
- "Aspetta, e se arriva qualcuno?"
- "Non preoccuparti" dissi lui "qui abita solo la mia vicina oltre me ed e' dalla figlia per qualche giorno".
Senza dire altre parole avvolsi la cappella di Marco con la mia lingua calda e umida facendogli emettere languidi e goduriosi lamenti mentre il suo cazzo aumentava di volume considerevolmente. Gustoso, saporito e leggermente amarognolo per via del sudore, il suo profumo mi dava alla testa: un misto di muschio, sudore e urina. Sorreggendolo dolcemente con la mia mano passavo la lingua sull'asta, arrivando fino all'attaccatura delle pallle e indugiando dove inizia lo scroto. Con l'altra mano massaggiavo leggermente i coglioni, soffici e morbidi ma belli consistenti. Marco mugolava a tratti più forte, ogni volta che arrivavo a toccare con la punta della mia lingua un punto sensibile, appoggiando le sue mani callose sulla mia testa. IL suo cazzo raggiunse la consistenza di un cilindro di marmo e mi fermai un attimo a guardarlo: palpitava distintamente, ed era tutto lucido della mia saliva; la cappella ormai completamente scoperta era bella larga e arrotondata. Me la immaginai a contatto con il mio buchino, spingere per entrare: doveva procurare un grande piacere!
- "Mi vuoi scopare?" chiesi con voce tremante rialzandomi da terra e appoggiando le mie labbra sulle sue mentre lo masturbavo piano.
- "Hai un buco da infarto ma oggi voglio solo il pompino: continua a ciucciare!" sussurò perentorio, mentre le sue dita ridisegnavano l'ingresso del mio culo.
Mi inginocchiai di nuovo, in posizione più comoda e appoggiate le labbra sulla punta del suo cazzo le schiusi leggermente cosi da permettergli di entrare spingendo un poco. un lungo sospiro marcato accompagnò l'affondo del cazzo di Marco fino ad entrarmi in gola con la punta della cappella.
- "Ohhh cazzoooo....e' meglio di una fica" esclamo' forte afferrandomi la testa con le mani bloccandola e cominciando a scoparmi con decisione e forza la bocca.
Affondava suo cazzo durissimo fino alla radice mentre con la mia lingua gli e lo picchiettavo e leccavo senza sosta facendolo godere notevolmente
Feci uscire il palo dalla mia bocca pregandolo di chiavarmi; mi sentivo il buco dilatato e pronto, irrorato da succo anale: avevo voglia di essere pompato, con forza e decisione e Marco si stava dimostrando un gran chiavatore.
- "Alzati, forza!" esclamò con desisione e fattomi appoggiare al muro, abbassò i miei pantaloni della tuta:
- "Sei senza mutande, meglio...già pronto" e appoggiò il cazzo al mio buco, spingendo con forza. Gridai brevemente, visto che non aveva lubrificato ma grazie al fatto di averne presi un discreto numero, prima di lui mi abituai in fretta alle sue dimensioni senza sentire male ulteriormente. Marco prese quindi a scoparmi con foga, sembrava un martello pneumatico, ruggendo come un leone: i suoi colpi mi scuotevano e il mio buco sollecitato si dilatava sotto le spinte decise dell'uomo. Infilò le sue mani callose sotto la mia maglia arpionandomi i capezzoli e stringendoli con forza mentre i colpi non diminuivano di intensità:
- "Ahhh cazzo mi sfondi cosi, piano pianooo" sospirai con con voce tremante sicuro che avrebbe sortito l'effetto desiderato e infatti dopo soli pochi istanti Marco gridò:
- "Cazzo cazzooooo...eccola, ti riempiooo!" rantolò cominciando a spruzzare come un idrante; uno, due tre bei getti violenti, cremosi e caldi colpirono il mio sfintere, riempiendomi in pochi istanti le budella. Una volta estratto il suo cazzo, gran parte della sua sborrà colò per terra, correndo su una gamba, amdando a formare una piccola pozzetta.
- "Beh? Guarda che non ho mica finito, neh?" disse divertito; incuriosito mi inginocchiai e afferrai il suo cazzo nella mia mano e tirai indietro la pelle, come per masturbarlo. Per tutta risposta parti' un ultimo bel getto di crema calda inaspettato, piu' o meno con la stessa intensita' dei primi, che mi colpì in piena faccia imbrattandomi la barba.
- "Ahhhh, ora si che sono vuoto" esclamo' con soddisfazione.
- "Beh sei davvero bravo, per quanto non posso fare paragoni, sei il primo uomo che mi succhia l'uccello e che mi scopo"
- "Cosa???? Non eri mai stato con un uomo" dissi incredulo
- "Ma scherzi??" dsse Marco sorpreso
- "Ma ovviamente no, a me piace la fica, che ti credi" disse un po' accigliato dopo essersi rivestito e aver ricominciato a ramazzare allontanandosi velocemente.
Rimasi qualche secondo a guardarlo: pensai che decisamente era un tipo strano.
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