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Gay & Bisex

E fu cosi che la verginità andò perduta...


di Membro VIP di Annunci69.it orsonaked
02.08.2018    |    25.202    |    22 9.7
"Ricordo che la sensazione era di avere un enorme cilindro che mi stava dilatando ma ora tra le urla emisi anche rantolii di godimento puro..."
Era una notte d'estate di molti anni fa, almeno venti, faceva un caldo terribile e come spesso accadeva all'epoca mi trovavo in viaggio. Per fortuna decisi di partire indossando solo con una tshirt, un costume e un paio di infradito e ad essere sincero, durante il viaggio più di una volta sentii il bisogno di togliermi tutto di dosso e viaggiare completamente nudo. Il termometro dell'auto segnava inesorabile una temperaura di 30 gradi all'esterno dell'abitacolo ed erano le 23,30!!
Disperato ed assetato vidi come un miraggio il cartello che segnalava un autogrill a due chilometri e una volta arrivato alla corsia di decelerazione misi la freccia per entrarvi rendendomi conto che ero a Cremona. Raggiunsi un'area di servizio pressochè deserta, vista anche l'ora notturna infrasettimanale e dopo aver spento l'auto e la preziosissima aria condizionata, raccolsi tutte le forze ed aprii lo sportello: venni investito da aria calda e umida che mi colpì allo stomaco e mi fece quasi cambiare idea ma l'arsura alla gola mi diede lo spunto per uscire e dirigermi verso l'area ristoro. Entrai mollemente e da una rapida occhiata mi resi conto che a parte il barista e un avventore mezzo addormentato sul bancone, non vi erano altre persone. Mi diressi alla toilette e svuotai la vescica che ormai reclamava attenzioni: in effetti non ricordavo l'ultima volta che avevo visto un bagno a dispetto della quantità di acqua bevuta prima e durante il viaggio; anche gli orinatoi in piedi erano desolatamente vuoti:
- "Peccato" pensai, avrei gettato volentieri un'occhiata a quei bei piselloni da cui adoro veder scrosciare un bel getto di urina bionda e che goduria poi vederli sgrullare, una volta finita la minzione.
E invece deluso enormemente riguadagnai la sala ristoro dove la gola mi ricordò che aveva bisogno di liquidi. Presi dal banco frigo una bottiglietta di cocacola e appoggiato ad uno di quei tavolini alti e rotondi, dove i clienti possono consumare tranquillamente stappai la bevanda portandola alle labbra e chiudendo gli occhi per godermi l'attimo. Il liquido fresco colpì le mie labbra secche umettandole istantaneamente per poi scendere nell'esofago che immediatamente fu rinfrescato, ristorandomi. Bevevo con tale gusto e desiderio da non rendermi conto che un rivolo di liquido uscì dalla bocca colando in mezzo alle tette sulla tshirt: solo sentendo freddo mi fermai un istante e vedendo la macchia scura allungarsi verso l'ombelico, cercai devi tovagliolini per asciugarmi. Fu in quel momento che un bell'omone, fissandomi con gli occhi sbarrati, si avvicinò con una manciata di tovagliolini di carta porgendomeli senza dire una parola.
- "Grazie! Evidentemente non sono più capace a bere" risi divertito
- "Capita! Con le bevande gassate poi, succede quasi sempre anche a me" disse ridacchiando e guardando con insistenza i miei capezzoli inturgiditisi istantaneamente con il contatto del liquido freddo che sembravano bucare il tessuto leggerissimo della tshirt.
Riposai lo sguardo su di lui: era alto almeno un metro e novanta e bello massiccio, un volto passuto incorniciato da un folto paio di baffoni che scendevano fino al bordo della mandibola, occhi scuri, come carbone; vestiva una salopette blu sotto la quale non aveva tshirt, quindi mostrando il petto villoso incorniciato da un bel paio di bretelle e calzpni di tela blu, calzando un paio di Crocs viola. Intuii fosse un camionista ma mi chiesi dove fosse al mio ingresso, visto che non mi ero accorto della sua notevole presenza.
Presi i tovagliolini dalla sua mano e cominciando ad asciugarmi lo ringraziai molto prima di dirigermi verso l'uscita.
- "Prego non c'è di che, io mi chiamo Silvano" mi disse allungando una delle sue grosse mani che strinse la mia con vigore". Presentatomi a mia volta e salutandolo uscii fuori dall'autogrill dove con sorpresa mi resi conto che si era alzato un leggero venticello, benchè caldo che accentuava la frescura sulla mia pelle umida, cosi mi tolsi la tshirt bagnata e ciò mi fece decidere di attendere qualche istante prima di riguadagnare l'auto e ripartire. Quasi subito uscì anche lui e accendendosi una sigaretta mi strizzò l'occhio sorridendomi leggermente ma posando nuovamente il suo sguardo voluttuoso sui miei capezzoli ormai nudi e duri come chiodi, incorniciati dal folto pelo del mio petto.
Non sapevo bene che fare, il caldo asfisiante non mi invogliava a fare del sesso ma dissi a me stesso che se quel toro stupendo davvero ci stava era un'occasione che avrei rimpianto per sempre; decisi cosi di vedere cosa sarebbe successo e scendendo le scale mi diressi verso una punto poco illuminato dove in un aiuola, capeggiava un grosso albero; lui mi seguì e una volta arrivato li attaccò bottone:
- "Certo che stasera non si respira, vero?" disse con un bel vocione profondo
- "Vero, qualsiasi azione è fatica con questa umidità" risposi timidamente maledicendomi di non riuscire a trovare un'argomentazione più interessante da imbastire e mentre cercavo di trovare un argomento di cui parlare, mi incalzò:
- "Senti, stai cercando qualcosa?" disse Silvano avvicinandosi a me, schiacciandomi contro la parete esterna dell'area di servizio, prendendomi le tette tra le sue manone e passando leggermente il pollice sui capezzoli durissimi, sfregandoli con voglia. Il contatto del suo pollice ruvido sui miei bottoncini mi fece vacillare, ansimai subito come una cagnetta in calore. Silvano, ammirò un attimo i due chiodi e avvicinandovi le labbra cominciò a succhiarli delicatamente prima uno e poi l'altro facendomi mugolare di piacere e cambiare decisamente idea sul fare del sesso: ora ne avevo davvero voglia. Al contatto con le sue grosse dita sui miei capezzoli, Il mio cazzo divenne durissimo; Silvano alzò il viso incontrando il mio e dopo esserci fissati qualche attimo negli occhi poggiò le sue belle labbra carnose sulle mie, schiudendole un poco, permettendo cosi alla sua lingua di raggiungere la mia cosi da potersi intrecciare in una frenetica danza. Con le mani scesi verso la sua patta, incontrando un bel cilindro di carne: la morbida e abbondante tuta che vestiva non aveva messo in mostra un simile arnese, per cui rimasi piacevolmente colpito.
- "C'ho una bestia, vuoi vedere?" chiese staccandosi dalle mie labbra sorridendo
Non attese la mia risposta e si abbassò la lampo da cui uscì un palo ben più grosso di quello che avevo tastato poco prima. Estasiato, caddi in ginocchio li davanti e afferratolo appoggiai la mia bocca sulla grossa cappellona , avvolgendola con le labbra. Silvano buttò la testa all'indietro sospirando forte e dopo alcuni affondi mi fermò dicendomi:
- "Non qui, andiamo sul mio camion"
Lo seguii inebetito, eccitato e voglioso di quell'uomo cosi dolce e delicato nei modi senza valutare la situazione e il luogo e mentre salivo sulla cabina già mi stava spogliando; mi sdraiai sulla brandina completamente nudo ed eccitatissimo. Lui, chiuso lo sportello a chiave con due abili mosse fece cadere dalle spalle le bretelle della salopette rimanendo nudo anch'egli, solo con i calzini indossati; si sedette sul mio petto e appoggiò quel cazzo smisurato sulla mia faccia. la cappella si trovava sulla mia fronte e dovetti indietreggiare in po' per poterla avere a portata di bocca. Mentre lentamente spingeva nella mia gola il suo cazzo guardavo il suo corpo peloso fatta eccezione per la zona inguinale, dove aveva praticato una rasatura perfetta. Con le dita continuava inesorabilmente a lavorare i miei capezzoli che capii lo eccitavano parecchio e a me faceva letteralmente impazzire. Dopo vari minuti estrasse dalla mia gola un palo di dimensioni stupefacenti e mi interrogai su come ero riuscito ad ingoiarlo quasi fino alla radice: mi dissi che poteva essere perchè mi sentivo a mio agio e rilassato. Si sdraiò di schiena e mi esortò a continuare il pompino:
- "Sei eccezionale! Ti piace? Hai visto che bestia che c'ho?" mi chiese con voce rotta dall' emozione.
Mentre sospirava e mugolava tenevo davvero quel bestione con le due mani facendo affondare la cappella gonfia e dura nella mia bocca, picchiettandola con la lingua e facendolo godere come un matto. Sdraiato tra le lenzuola della sua cuccetta, mi trovavo in mezzo alle sue grosse gambe pelose a spompinare una cazzo favoloso: cosa potevo volere di più? Cominciò ad accarezzarmi le chiappe, con la sua mano calda e callosa e in pochissimo le sue grosse dita indovinarono la strada verso il mio buchino che tentarono di violare in modo grossolano:
- "Ehi ma che fai? Vacci piano, sono vergine!" esclamai stupito e leggermente adirato per quella perdita di dolcezza e delicatezza improvvise e inspiegabili.
Silvano si irrigidì fermandosi e scrutandomi con cipiglio disse:
- "Cosa? Mi prendi per il culo? Sei vergine?"
- "Certo, perchè ti stupisce?" risposi sorpeso per la sua inspiegabile reazione ma da quel momento la situazione prese una piega alla quale non avevo pensato, quando accettai di salire sul suo camion. Si alzò di scatto e sedendosi sulle mie chiappe mi immobilizzò le braccia poggiandovi sopra le sue grosse e forti mani, scaricandovi sopra tutto il suo peso:
- "Ma che fai? Mi fai male cosi" dissi stupito, cominciando ad agitarmi
- "Lo voglio! Deve essere mio, ti voglio" prese a mormorare come in trance riferendosi evidentemente al mio buco
- "Ehi no ma che cazzo fai? Fermo no...ho paura non voglio" provai a protestai cercando di disarcionarlo muovendo le gambe ma essendo lui cosi possente non riuscivo nemmeno a muoverle. Iniziavo a realizzare che non avevo una possibilità di fuggire e che mi avrebbe deflorato con quel cazzo enorme. Senza dare ascolto alle mie proteste si sputò su una mano una bella bocconata di saliva con la quale andò ad umettare il mio buco mentre cominciavo a implorarlo:
- "Ti prego fermati lo hai troppo grosso, ti scongiuro mi farai male, troppo male" piagnucolavo mentre lui incurante delle mie parole impomatava l'apertura con la sua saliva.
- "Zitto e smettila, brucia un po' all'inizio ma poi vedrai come ti piace" sentenziò severo appoggiando la cappella durissima al mio buchino e aggiungendo:
- "Dai tranquillo, entro piano" e senza darmi il tempo di replicare, diede un forte colpo di reni entrando prepotentemente, non so di quanti centimetri ma mi sembrarono davvero tantissimi! Rimasi alcuni secondi senza fiato e prima che un urlo di dolore uscisse dalla mia bocca, diede un altro colpo arrivando ad appoggiare le sue palle soffici e voluminose sulle mie chiappe. Dopo altri secondi di dolore lacinante raccolsi tutto il fiato che potevo e cacciai un urlo acuto e straziante ma lui conscio che avrei fatto questo mi aveva già spinto la testa contro le coperte presenti in cuccetta, cosi che il rumore fu di molto attutito.
- "Stai fermo ora e lascia fare a me altrimenti starai anche peggio." disse sistemandosi bene e arpionandomi i fianchi con le sue grosse mani calde. Mi sentivo aperto e sconquassato, non riuscivo a ragionare per il male e a trovare un modo per liberarmi. Ero incredulo: dell'uomo dolce e rassicurante non vi era più traccia, ora ero nelle mani di un gorilla assatanato e irrefrenabile. Senza dire nulla prese a stantuffarmi con prepotenza e decisione e ad ogni affondo gridavo con tutto il fiato che avevo, tanto ero soffocato dalle coperte; il suo cazzone, entrando in me allargava a dismisura le pareti del mio ano e dopo una prima pioggia di colpi dovetti constatare che il dolore iniziava leggermente a diminuire, lasciando il posto ad un godimento mai conosciuto prima. Durò un'infinità, non seppi calcolare quanto tempo rimasi sotto i suoi colpi. Ricordo che la sensazione era di avere un enorme cilindro che mi stava dilatando ma ora tra le urla emisi anche rantolii di godimento puro.
- "Visto che ti sta piacendo? " disse lui con soddifazione aumentando il ritmo della scopata. Solo in quel momento mi resi conto di come la cabina del camion ondeggiasse paurosamente, come se fosse in atto una scossa di terremoto. Sperai non ci fossero altri comionisti li vicino: non vi era modo di fraintendere cosa stessimo facendo. Preso da tutti i miei pensieri persi ancora di più il senso del tempo fino a quando sentii Silvano gridare:
- "Cazzo eccomi! Vengooo" seguito da un forte grugnito mentre scaricava in me la sua sborrata colossale. Gridai insieme a lui innondando le coperte e la brandina sotto di me, al culmine di un'eccitazione incredibile.
I miei flebili lamenti accompagnarono la sua uscita dal mio buco e ricordo che non finiva mai; ansimavo e respiravo a fatica ma una volta uscito presi un bel respiro. Avevo la sensazione che il mio buchino fosse diventato l'ingresso di una galleria autotradale.
- "Vorrei tenerti qui tutta la notte ma devo ripartire, mi spiace" disse rattristato mentre adagiato dolcemente su di me mi abbracciava forte, aggiungendo
- "Perdonami se ti ho fatto un po' male ma era l'unico modo, altrimenti non ti saresti mai lasciato prendere, vero?" disse mentre mi baciava delicatamente sulla testa
- "Sei stato favoloso, non ti scorderò più" aggiunse mentre sorridendogli presi a rivestirmi senza dire parola, e una volta sceso dal camion ci salutammo, lui tirò le tendine e io cercai di dirigermi verso l'auto rendendomi conto che camminavo come se avessi cavalcato per una settimana ininterrottamente e che dal buco cominciavo a espellere la sua sborra, tanto che non tardò a formarsi una bella chiazza sul mio costume. Mentre percorrevo il pezzo di strada che mi separava dal punto dove avevo lasciato l'auto, cominciò una serie di applausi e piccoli fischi e con orrore, alzando lo sguardo vidi un gruppo di tre o quattro camionisti che ridacchiando di gusto guardavano verso di me indicandomi: era chiaro, avevamo dato spettacolo!! Un quinto, leggermente staccato da loro, e con una vistosissima ed incontenibile erezione aprì lo sportello lato passeggero del suo camion facendomi segno di salire: inorridii solo al pensiero, dal male che avevo non avrei potuto far entrare nemmeno un filo di cotone. Ripresi il mio viaggio dolorante ma soddisfatto: forse non era stata la prima volta che molti si aspettano ma Silvano aveva trovato il modo di farmi godere davvero come un pazzo.
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