Racconti Erotici > Gay & Bisex > Paolo e Francesco
Gay & Bisex

Paolo e Francesco


di Membro VIP di Annunci69.it orsonaked
16.05.2017    |    16.902    |    10 9.4
"Il respiro si fece corto e affannato e con le mani arpionò la spalla e la testa dell'amico, mentre una forte vertigine cominciava ad avvolgerlo..."
In sella allo scooter, Paolo e Francesco scorazzavano in giro per le campagne: le loro vite erano legate sino dalla nascita, partoriti nello stesso giorno e inconsapevoli vicini di culla nel nido dell'ospedale di Albenga. Vicini di banco all'asilo, alle elementari e alle medie e ora che si trovavano a frequentare la seconda superiore le loro vite trascorrevano ormai quasi interamente allacciate. Ogni tipo di avventura e di peripezzia li aveva visti protagonisti, cosi come il bighellonare, ogni volta che marinavano la scuola. Entrambi a credito con la vita: Paolo si ritrovava con un padre fuggito in Romania con una ragazzina di poco più grande di lui e Francesco, parcheggiato da una coppia di anziani zii, dato che la madre era ricoverata in quanto alcolista e il padre morto per overdose.
Ormai vestivano due corazze che li proteggevano da tutto e da tutti e la parola paura non esisteva nel loro vocabolario, esattamente come la parola amore in quanto non erano mai stati amati ma nemmeno odiavano: semplicemente vivevano l'uno per l'altro.
Paolo fermò lo scooter vicino al torrente:
- "Proseguiamo a piedi fino al mare, sono solo poche centinaia di metri" disse all'amico che annui con entusiasmo
- "Almeno qui non ci vedrà nessuno....e fanculo la scuola anche oggi"
- "Ben detto fratello!!"
Arrivati in riva al mare Paolo si sfilò le scarpe, la felpa e i jeans lasciandosi addosso solo gli slip e lanciandosi in acqua:
- "E' fredda?" chiese Francesco dubbioso
- "Ma va! E' una meraviglia, buttati" rispose Paolo riemergendo Con la testa
Francesco , rimasto anch'egli solo con gli slip si lanciò in acqua e una volta fuori con la testa gridò
- "Cazzo ma è ghiacciata!!!"
Le risa di Paolo furono contaggiose e i due presero a schizzarsi gioiosamente per interminabili minuti, prima di riguadagnare il bagnasciuga, dove distesi al sole cercarono di asciugarsi e scaldare le ossa. Paolo, il più intraprendente dei due, dopo una rapida occhiata per vedere che non ci fossero presenze nei paraggi, si sfilò velocemente gli slip rimanendo completamente nudo. Francesco dovendosi sposatare per via dello spogliarello dell'amico si riappoggiò con la testa sulle gambe di Paolo, trovandosi a pochi centimetri dalle palle e dal cazzo dell'amico ormai liberi.
- "Ma che fai, sei matto? E se arriva qualcuno?" disse allarmato.
- "Tranquillo, non c'è nessuno nei paraggi! Dai toglitele, vedrai che figata" disse Paolo rimasto nudo. Francesco ammirò il corpo del suo amico che cominciava a mostrare i primi folti ciuffi di pelo ad ornare i genitali e le ascelle. I capezzoli rosso acceso anche per via della carnagione ancora bianco latte erano gonfi e turgidi e per l'arietta fresca e per via dello sconvolgimento ormonale in atto; era già capitato, durante le lotte che ogni tanto facevano di toccarseli o strofinarseli a vicenda scoprendone un accentuata sensibilità.Le palle belle gonfie e rosee adagiate placidamente sulla coscia insieme al pisellotto, già di una buona misura e due bei piedoni ornati da ciufietti di peli sulle dita, completavano quello splendido ragazzo. Francesco si sentì avvampare, già solo per aver pensato una cosa simile: ma che gli stava succedendo? Era il suo amico, suo fratello...e poi era un maschio! Che razza di pensieri erano per un maschio? Solo per le femmine si potevano avere....
- "Beh, non te le togli pure tu?" disse improvvisamente Paolo all'amico.
Francesco, dopo alcuni secondi di esitazione sfilò i suoi slip rimanendo nudo a sua volta a godere dei raggi del sole di primavera. Anche Francesco portava evidenti i segni di come la crescita e l'adolescenza stavano trasformando il suo corpo: spalle larghe e petto leggermente più peloso di Paolo con due capezzolini ancora da bambino, fini e piccoli; gli addominali erano già evidenti essendo già un fanatico della palestra e dell'attività fisica. Il suo pisello era più piccolo rispetto a quello di Paolo e sicuramente meno peli circondavano le sue palle ma la cosa non lo metteva affatto a disagio; dopo alcuni minuti di silenzio si girò verso l'amico ma ciò che stava per chiedergli si spense nella sua gola. Il cazzo di Paolo era completamente inalberato a causa di una vistosa erezione. Francesco rimase affascinato da quello splendido uccello, attraversato in tutta la sua lunghezza da una grossa vena che lo irrorava abbondantemente. La cappella completamente libera era di un rosso scuro e ne poteva vedere un leggero movimento dovuto alle pulsazioni del cuore; sentì un forte calore nella zona del basso ventre e la vista gli si annebbiò per un attimo, ebbe un forte desiderio di afferrare quel cazzo che nulla aveva da invidiare ad un uomo adulto e appoggiarvi sopra la sua bocca. Era una cosa che mai aveva fatto o ricevuto nella vita, ricordava che solo pochi mesi prima una compagna di scuola lo aveva fatto a Paolo, che tutto trafelato era corso a raccontargli sensazioni e particolari, talmente eccitanti da farlo quasi venire nelle mutande. Ora poteva capire come si era divertita la compagna!
Il calore al basso ventre era aumentato cosi come la voglia e guardandosi si era scoperto a cazzo inalberato pure lui, anche se la sua cappella rimaneva ancora coperta dal prepuzio.
- "Siamo amici no? Che potrà mai farmi se gli tocco l'uccello?!" pensò al culmine del desiderio e senza rendersi conto che ormai la sua mano volava verso quel paletto duro e palpitante. La sua mano avvolse piano il cazzo dell'amico che non si mosse e rimase ad occhi chiusi. Caldo, duro e vibrante, lo tenne cosi alcuni istanti senza fare altre mosse anche per paura che si risvegliasse; cominciò a muovere lentamente la mano sull'asta, masturbandolo piano e sentendo la pelle liscia che si muoveva con facilità; preso il coraggio a due mani avvicinò la faccia a pochi millimetri dalle palle e la base del cazzo di Paolo, dove potè percepire un forte odore pungente, un misto tra l'odore del muschio e della pelle con una punta di acidulo: rimase proteso a respirare questo profumo che lo penetrò sino ad angoli remoti del cervello, facendo aumentare la voglia di sentirne anche il sapore.
La lingua di Francesco toccò con la punta l'attaccatura del frenulo e le labbra si appoggiarono delicatamente alla base del glande e il gusto che arrivò alle sue papille gustative lo fulminò: era salato e inebriante, sentiva il suo cazzo scoppiare da quanto era duro. Una serie di pensieri confusi scombinavano la sua mente e non poteva tornare indietro anche se un piccolo sentimento di paura albergava in fondo al suo cuore:
- "Se si sveglia ti spacca la faccia" Diceva una vocina lontana ma ormai Francesco era incapace di tirare il "Freno a mano" e le sue labbra risalirono sulla cappella esasperatamente dura e turgida del suo amico, avvolgendola completamente e cominciando a ingoiare quel cilindro di carne rovente e palpitante. Quel gusto...quel gusto lo faceva diventare pazzo al punto da desiderare ardentemente di sentire anche il gusto della sborra di Paolo:
- "Dio fa che non si svegli e scarichi in me tutto il suo sugo" pensava elettrizato e nello stesso istante un mugolio di goduria uscì dalle labbra di Paolo che si mosse leggermente per favorire l'ingoio del suo cazzo, continuando beatamente a pisolare. Francesco spaventatosi si irrigidì fermandosi per qualche istante ma riprese il suo pompino pochi istanti dopo essersi accertato che l'amico continuava a stare ad occhi chiusi. Pompino! Stava facendo un pompino a suo "fratello" una cosa che solo una donna avrebbe mai potuto fargli, come aveva sempre detto Paolo che in modo manifesto aveva sempre sputato tutto il suo disprezzo per i "Froci", come chiamava lui due uomini che si toccavano. Francesco invece era sempre stato più morbido e non si lanciava in facili giudizi: aveva sempre pensato che se lo facevano doveva esserci un buon motivo e ora era certo di aver sempre pensato giusto!
Per un attimo estrasse il cazzo ormai di marmo dalla sua bocca e appoggiò delicatamente le labbra sulle soffici e calde palle di Paolo, che profumavano intensamente di maschio lasciando che la lingua le insalivasse ben bene, leccandole con gusto e assaporandone ogni centimetro ma ben presto si rese conto che gli mancava quel cilindro duro e soffocante e lo ringoiò senza troppa difficoltà: aveva imparato presto a farlo scivolare in gola senza sentire conati di vomito.
- "Ma che cazzo stai facendo" esclamò Paolo, appoggiato sui gomiti, guardando Francesco in un misto di severità e incredulità.
Francesco rimase immobile con il cazzo dell'amico in bocca per metà e si sentì morire per la vergogna di essere stato scoperto in un atteggiamento poco maschile; aveva due possibilità, proseguire con il pompino come se niente fosse o lasciare la presa e accampare a chissà quale scusa, di sicuro poco credibile. Istanti difficili, sia per l'impossibilità di valutare la reazione dell'amico sia per chè la sua voglia non era affatto diminuita, lo portarono a riprendere l'ingoio, arrivando ad appoggiare le labbra sul pube, dove l'uccello si unisce al corpo. Paolo emise un lungo e sonoro muggito, e il suo cazzo si gonfiò ancora di più; appoggiò le mani tra i capelli bagnati di Francesco e ne assecondò il movimento della testa che saliva e scendeva, saliva e scendeva, insalivandogli il cazzo completamente.
- "Ti piace il mio cazzo?" chiese con sguardo serio e un sorrisetto furbo, a rimarcare che il maschio era lui e che in via del tutto eccezionale stava permettendo al suo amico e solo a lui di gustarlo.
- "Si da impazzire!" rispose Frnacesco senza smettere di lapparlo, spaventandosi di aver udito quelle parole uscire dalla propria bocca ma rifrancato nel vedere che l'amico si abbandonava beatamente sotto i colpi della sua lingua.
- "Amico se continui ti affogo di sborra" sospirò voluttuosamente Paolo e Francesco sentì un forte brivido elettrico attraversargli il cervello per poi scendere attraverso la spina dorsale e involontariamente accelerò il movimento della sua mano e l'affondo della sua bocca, aumentando il suo pompare con una foga che non si riconosceva affatto ma deciso a non mollare la sua presa e a voler sentire il nettare del suo amico riempirgli la bocca e scendergli in gola.
Paolo ormai si contorceva come un'anguilla sotto i colpi di lingua del suo amico, godeva nel sentire i muscoli del'esofago stringergli e massaggiargli il cazzo, sentiva la sborra cominciare a risalirgli dai coglioni esattamente come il caffè risale nella caffettierà eruttanto dal beccuccio, quendo ormai è pronto. Avrebbe voluto resistere ancora, godere di quella bocca meravigliosa che lo stava portando in paradiso e che lo stava facendo godere in modo incredibile. Non era di certo il primo pompino che gli facevano: sapeva di avere un cazzo al di sopra della media e a scuola si sa le voci corrono, per cui alcune ragazzine, tra le più intraprendenti si erano mostrate vogliose di provarlo e lui ben contento non si era tirato certo indietro ma non aveva raggiunto questi livelli di goduria, inimmaginabili prima.
Con questi pensieri aveva cercato di ritardare il momento dell'eruzione per non far finire tutto ma ormai sentiva che il tutto stava per compiersi. Il respiro si fece corto e affannato e con le mani arpionò la spalla e la testa dell'amico, mentre una forte vertigine cominciava ad avvolgerlo.
Francesco sentì nella sua gola il cazzo dell'amico gonfiarsi ancora e indurirsi incredibilmente più di come fosse già e intuì che il momento era arrivato: sentì Paolo respirare in modo affannato e veloce, e le sue mani che lo stringevano alla spalla e al collo fino a sentirlo gridare:
- "Cazzoooo, vengo vengooooo"
Potenti schizzi di sborra caldissima riempirono in un attimo la sua bocca. Francesco al culmine dell'eccitazione e con una punta di paura chiuse gli occhi e cominciò a sentire il seme dell'amico invadergli la bocca e istintivamente ingoiò; liquido caldo e saporito, a tratti bruciante.
Paolo sentì di non riuscire più a trattenersi e lasciando che la vertigine lo avvolgesse, sentì il suo cazzo farsi di pietra e la sua sborra correre veloce attraverso il canale per esplodere dentro la bocca di Francesco con un soffione rovente; non trattenne un grido roco di goduria mentre i suoi schizzi colpivano le pareti della bocca dell'amico e incredulo si rese conto che questi stava bevendo il suo nettare: mai prima d'ora era accaduto. Scaricò una dose generosa di sborra, prima di rilasciare tutti i muscoli e riappoggiare a terra la testa, esausto e soddisfatto, con il respiro affannato.
Francesco ingoiò tutto il succo dell'amico e solo quando l'ultimo rivolo scese verso il suo stomaco, lasciò partire schizzi della sua sborra, eccitato come un mulo, che imbrattarono la gamba di Paolo per poi rilassare i suoi muscoli e adagiarsi placidamente con il viso sulle palle dell'amico, mentre dal cazzo usciva ancora un po' di crema che gli imbrattò i capelli.
Ansimanti rimasero uno sull'altro, i loro corpi caldi scossi dai brividi , i loro cazzi ormai ammosciati ma ugualmente turgidi e grossi.
Rimasero abbracciati cosi per un bel po', amandosi: era forse la prima volta che entrambi sentivano questo sentimento per qualcuno e che lo ricevevano da qualcuno.

Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.4
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Paolo e Francesco:

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni