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La cugina biricchina


di bull44
23.07.2015    |    47.066    |    2 9.4
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Siamo cresciuti insieme coi nonni, poiché i nostri genitori lavoravano, la mattina prima di recarsi al lavoro ci lasciavano dai nonni materni, e trascorrevamo li tutta la giornata fino a sera quando venivano a riprenderci e cosi’ abbiamo fatto fino all’età di 11 anni.

Io e mia cugina Stefania siamo cresciuti legati uno all’altra per questo, dopo le scuole elementari, siamo andati insieme anche alla scuola media e quindi al liceo per poi approdare all’università dove frequentiamo ancora e stiamo per laurearci all’età di 25 anni tutti e due, solo che lei si laurea in giurisprudenza e io in medicina. Mi è sempre piaciuta medicina forse per il fatto che quando ero piccolo e a casa dei nonni non guardavamo troppo la televisione, io e mia cugina giocavamo al “dottore”, mi piaceva esplorare ingenuamente il corpo umano e specie quello di mia cugina. Già da piccolo ero contento se potevo vederla nuda quando facevamo il bagno con la nonna dopo aver giocato sul prato ed eravamo tutti sporchi di terra.

Il mese scorso siamo partiti insieme per andare in vacanza, eravamo nello stesso albergo ma in camere separate, tutti i giorni uscivamo la mattina per andare al mare per poi tornare a pomeriggio inoltrato in albergo per fare la doccia e prepararsi alla cena e quindi si usciva la sera sempre insieme o a passeggiare o qualche volta in discoteca dove avevamo anche fatto amicizia con alcuni ragazzi e ragazze inglesi.

Già in discoteca ballando ci toccavamo per via della tanta gente che affollava il locale e a me venivano pensieri che avevo sempre avuto ma non avevo mai messo in pratica verbalmente con lei.

Forse se ne era resa conto e probabilmente vista la confidenza e la complicità che c’era tra noi anche lei ne era eccitata al pensiero di essere toccata da me e non solo…

Lo appurai subito dopo l’uscita della sala da ballo, ci salutammo coi nostri nuovi amici e ci avviammo a piedi verso l’albergo, lei mi prese sottobraccio e appoggiò la sua testa sulla mia spalla e mi disse che si era divertita ed era contenta, aggiunse che avrebbe fatto volentieri una passeggiata in riva al mare e provocatoriamente, credo, mi strinse il mio braccio col suo ancora di più, mi disse poi che aveva visto come la guardavo prima in sala da ballo e che le mie “strusciate”, durante il ballo, non erano per caso ma che l’avevo intenzionalmente toccata sul sedere con le mani.

Le confessai subito che mi sarebbe piaciuto, se non fosse stata mia cugina, avere un rapporto con lei dal punto di vista sessuale e aggiunsi che mi piaceva molto, il suo viso era dolce i suoi occhi verdi emanavano sensualità, le labbra carnose e sensuali bagnate dal lucidalabbra rosso, i suoi capelli lunghi e mossi sembravano una cascata bionda, poi quella sera particolarmente perché era vestita in modo provocante, con una minigonna rossa che era più vicina all’inguine che al ginocchio, un top bianco scollato, e non indossando reggiseno, si vedeva il colore del cerchi dei capezzoli, ai piedi un paio di sandali con due striscioline appena che lasciavano fuori i suoi bellissimi piedi. Dopo quella rivelazione che non la lasciò evidentemente sorpresa, come mi accorsi, mi strinse a se e anche lei mi rivelò gli stessi pensieri dei miei, disse anche che non aveva il coraggi odi svelarmelo se non fossi stato prima io a dichiarare quello che le avevo detto pocanzi.

Continuammo la passeggiata abbracciati come due fidanzati e ci avviammo verso la spiaggia invece che in albergo, trovammo un posticino nascosto dalla vista della strada e ci sdraiammo continuando a raccontarci episodi e a rivivere momenti della nostra infanzia, quando poco dopo prese l’iniziativa di baciarmi poi mi infilò la sua dolce lingua in bocca incrociandola con la mia, e mi disse che aspettava questo momento da molti anni e che non era stata ancora con nessun ragazzo se non amici ma non aveva ancora avuto esperienze di tipo sessuale profondo, cioè era vergine anche se aveva avuto rapporti con un ragazzo ma a livello manuale, mi confessò che una volta, ma solo una volta ribadi’, gli aveva fatto una sega nel sottoscala dell’università al buio, senza neanche vedere il suo uccello e non aveva provato nessun piacere, ad un ragazzo che frequentava anch’egli giurisprudenza, che io non conoscevo.

Era stato giusto per accontentarlo aggiunse, perché lui voleva di “piu’” e in quel periodo due anni addietro erano quasi insieme. Ma lei non voleva donarsi che a me disse.

Allora dopo questa rivelazione io gonfio di orgoglio le riferii che anch’io non avevo mai scopato fino in fondo con una ragazza, bensi’ una ragazza che lei conosceva Laura, mi aveva fatto un pompino tempo addietro, poi un’altra ragazza con cui avevo avuto una breve storia di qualche mese per non farsi scopare mi faceva le seghe e me lo faceva appoggiare alla figa senza spingere, ma confessai che da quel punto di vista ero vergine anch’io ed ero contento di avere aspettato questo momento per farlo per la prima volta con lei, e senza restare più a pensare poiché c’era il suo assenso la presi tra le braccia e la baciai fortemente dicendole che la amavo non come cugina ma come amante e che avrei voluto fare l’amore con lei, le tolsi il top e cominciai a baciarla sul seno mordendo i capezzoli duri, eravamo eccitati al pensiero di abbandonarci finalmente senza remore al godimento reciproco, intanto che le sfilavo la gonnellina e gli slip e toccavo tra le gambe la sua fighetta umida, lei mi apri’ la zip dei pantaloni e tirò fuori il mio cazzo duro come una sbarra di acciaio, si piegò per baciarlo e leccarlo dicendo che era bello, lo scappellò più di una volta facendo su e giù col prepuzio ora piano ora più veloce facendomi eccitare ancora di più, intanto mi ero insinuato con le dita tra le sue grandi labbra senza spingere troppo visto che era ancora vergine, la volevo e ci stendemmo sulla sabbia, salii sopra di lei che apri’ le gambe con un po di paura e quando senti’ che il cazzo si infilava tra le sue cosce alzò il bacino e il mio uccello duro scivolò dentro piano dolcemente facendola urlare di piacere e anche un po’ di dolore, si dimenava tutta sotto i miei colpi sempre più veloci e frenetici, io non mi fermavo un attimo ero ebbro di passione e sentivo il sangue delle arterie del cervello che pulsavano, lei sotto quei colpi ben assestati alzava e abbassava il bacino poi nel momento più importante dell’ amplesso dopo venti minuti di passione amorevole sborrai tutto il mio liquido dentro la sua vagina bagnata e in quello stesso istante gridò dal piacere venendo anche lei e riempiendomi di baci sulla bocca con la lingua mi sussurrò parole di fuoco, io ricambiai continuando coi movimenti lenti nella sua figa e bisbigliai nel suo orecchio che era stato magnifico, tirò fuori l’uccello con le mani e lo portò alla sua bocca assaggiando le ultime gocce e leccando il glande ancora bagnato di sborra mia e sua, poi lo mise tutto in bocca e cominciò a spararmi un pompino chiedendomi se era più brava lei o la sua amica Laura, io le risposi che sembrava che non era la prima volta inteso come complimento e lei fu felice di avermi soddisfatto, ma anche lei era soddisfatta, e dopo qualche minuto le inondai la bocca di sborra calda e non fece nessuna fatica ad ingoiare il mio liquido.

Restammo distesi qualche minuto poi mi sali’ sopra e a cavallo si fece penetrare l’uccello dritto in figa, faceva su e giù col corpo sinuoso con movimenti lenti e continui, quando si accorse che stavo venendo ancora accellerò i movimenti perché anche lei era pronta ad un altro orgasmo e insieme assaporammo la vetta del “piacere sessuale”, fece uscire l’uccello dalla sua figa e lo rimise in bocca per assaggiarne le gocce rimanenti ingoiò tutto e continuò a leccare e baciare il mio cazzo dopo di che ci avvicinammo alla riva del mare e ci sciacquammo un po’ poi ci rivestimmo per tornare in albergo.

La mattina successiva ci svegliammo nello stesso letto in camera mia quando bussò la cameriera per pulizie, ci guardammo in faccia stupiti come se non ricordassimo niente, borbottai alla signora che non stavo bene e andò oltre, poi ci accorgemmo che eravamo nudi entrambi e ancora assonnati ma felici ricordandoci lentamente la notte precedente. Ci scambiammo baci e carezze e ci eccitammo entrambi, vedevo nei suoi occhi la voglia di prendere ancora il mio uccello e io avevo la stessa voglia di penetrarla ancora, allora mi avvicinai di più a lei la strinsi forte e sentii che mi prendeva in mano il mio cazzo duro e voglioso, lo massaggiò per qualche secondo poi lo mise in bocca tenendolo dritto con le mani e muovendosi su e giù con colpi lenti accelerando ogni tanto poi leccò il glande ancora per qualche secondo e fece una richiesta che non avrei, onestamente, immaginato ma che ero felice di assecondare, ed evidentemente la passione e la voglia erano tali da provare anche questa esperienza, dopo aver leccato bene il glande che era bello bagnato si girò sul letto e si mise in ginocchio dandomi le spalle e chiedendomi di provare a metterglielo nel culo adagio perché voleva sperimentare tutto con me, io avvicinai il mio uccello che non era per niente piccolo e avevo paura di farle male ma essendo già bagnato non avrei avuto problemi anche se era la prima volta, misi le mani sulle sue natiche le spostai in fuori e avvicinai il cazzo al suo buco del culo, spinsi adagio la cappella cercando di penetrare all’interno e dopo qualche secondo per controllare se faceva male e alla sua risposta negativa spinsi di più fino a vedere entrare nel suo buco del culo tutto il mio cazzo, emise gridolini di piacere ma allo stesso tempo di dolore ma fece segno di andare avanti e io la assecondai scopandola anche da dietro, alzò di più il bacino e lo sentii entrare di più, continuavo a dare colpi sempre più veloci senza che lei sentisse più male anzi gemeva e io nel momento in cui stavo per sborrare le chiesi se voleva che venissi dentro o no, lei asssenti’ e io eiaculai tutto il mio liquido all’interno del suo culo soddisfatto per aver provato anche questo, poi restammo distesi per qualche minuti per riposare. Mi disse che non aveva mai provato un godimento del genere e io le dissi la stessa cosa, era felice si vedeva dai suoi occhi, quello che non avevamo fatto in tanti anni era successo in una notte.
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