Prime Esperienze

Jessica


di bull44
09.06.2011    |    37.781    |    1 6.7
"Quando è stata pulita, tremante per il freddo, l'ho asciugata e riportata sul letto, l'ho fatta mettere alla pecorina, le ho nuovamente legato i polsi e..."
Sono Gladius, lo scrittore Padrone e questa non è una storia inventata, ma un'avventura capitatami appena una settimana fa.

Come al solito al mattino vado al parco della Pellerina per fare un po' di jogging e passo un'oretta fra i vialetti, in un percorso  leggermente diverso da quello degli altri corridori perchè mi piace stare da solo. Da qualche giorno notavo seduta su una panchina una giovane ragazza che mi salutava con la mano tutte le volte che le passavo davanti.
Era una giovane morettina, piuttosto carina che indossava un abbigliamento prettamente estivo, una canotta gialla e una mini nera piuttosto corta, quando mi vedeva arrivare con noncuranza allargava le gambe; le prime volte non ci ho fatto caso, ma una mattina soffermandomi a guardarla che mi sorrideva e si passava la lingua sulle labbra ho abbassato lo sguardo sulle gambe divaricate, e ho subito notato che non portava mutandine e non scorgendosi peli ho capito che aveva la fighetta depilata.
La cosa mi ha intrigato e cambiando percorso ho fatto un giro diverso in modo da ripassare davanti alla panchina altre volte
In quel lato del parco passava pochissima gente, gli altri corridori seguivano un percorso diverso ed attrezzato con stazioni per fare anche esercizi ginnici, invece in quel luogo si trovavano solo due panchine e un gruppo di alberelli.
Al terzo passaggio appena mi ha visto arrivare Jessica, ho poi saputo che era questo il suo nome, ha rialzato completamente la mini e spalancato le gambe mettendo in bella mostra la vagina depilata.
Ho rallentato per darle una bella occhiata mentre lei continuava a sorridermi ed ho fatto un altro giro, deciso a compiere un ultimo passaggio.
Quando mi ha visto arrivare si è alzata dalla panchina, si è avvicinata al boschetto e mentre con una mano alzava la mini sino alla vita con l'altra abbassava la spalline della canotta scoprendo due tettine belle sode, anche se non molto grandi.
Era un invito che non si poteva rifiutare, mi sono guardato intorno per vedere che non ci fossero altre persone in giro, ho rallentato la corsa e mi sono avvicinato a lei che è arretrata fra gli alberi.
“Non sai con chi hai a che fare puttanella, vedrai in che guaio ti sei andata a cacciare” sono state le parole che le ho detto mentre con una mano le cingevo la vita, la stingevo a me e le mettevo la lingua in bocca.
Per nulla spaventata ha risposto al mio bacio frugandomi in bocca con la lingua, mentre le schiacciavo le tette contro il mio petto e con una manole palpavo il culetto.
“ Non mi fai paura, so chi sei, mi sono informata dopo aver letto i tuoi racconti, voglio essere una tua schiava, ma devi farmi molto male”.
“Bene, allora seguimi e fai tutto quello che ti chiedo, copriti la figa e le tette e vai all'ingresso del parco, troverai un fuoristrada verde, aspetttami li. Finisco la corsa e ti raggiungo”

Mentre si allontanava ho continuato a correre per finire il percorso prefissato, ma anche per studiare come comportarmi con la ragazza, che sembrava molto giovane, ma mi dava l'impressione di una vera troietta.
Dopo una decina di minuti, tutto sudato sono arrivato di fianco alla macchina dove lei mi aspettava, l'ho fatta salire, ho bevuto una lunga sorsata d'acqua dalla bottiglia che avevo nella borsa, poi ne ho versata un po' sulla sua canotta che è diventata trasparente.
“ Adesso facciamo un giretto e poi ti porto a casa mia, e farai tutto quello che ti ordino”
“Va bene”
“Va bene Padrone, d'ora in avanti dovrai chiamarmi sempre cosi^ chiaro?
“Si Padrone.”
Mentre io guidavo per le vie poco frequentate le ho imposto di toccarsi e masturbarsi con il vibratore che avevo in macchina, ma con sorpresa ho scoperto che nonostante il suo atteggiamento da porcella era ancora vergine e le ho ordinato allora di sfregarsi il clitoride..
Da vera puttanella Jessica si è messa d'impegno a toccarsi, con la gonna completamente rialzata e la figa esposta ai passanti, mentre con le dita lavorava la fighetta , ma tutte le volte che mi accorgevo stava per avere un orgasmo la facevo fermare e poi riprendere dopo qualche minuto
Ad un angolo di una stradina solitaria uno zingarello cercava di vendere accendini e spugnette, anche se non transitavano molte macchine e ancora meno pedoni.
Ho accostato, ma Jessica ha subito abbassato la mini e tolto la mano dalla figa.
Il forte ceffone che le ho mollato le ha fatto strabuzzare gli occhi e finalmente ho scorto sul suo volto la paura, credeva di giocare con me e non si aspettava certo una simile reazione e tento meno quello che le stava per capitare.
“ Scopriti la figa e le tette, subito se non vuoi un'altra sberla”
Con le lacrime agli occhi ha obbedito, la mano è tornata a sfiorare il clitoride e le tette sono uscite dalla canottiera. Mentre il ragazzino si avvicinava per guardare meglio dalla parte della ragazza seminuda, ho abbassato il finestrino
“ Ti pace questa troietta? Se vuoi puoi toccarle le tette”
Senza farsi pregare oltre lo zingarello ha allungato le mani attraverso la porta con il finestrino aperto e ha cominciato delicatamente a strofinare le tette.
“ Se le strizzi le tette e le mordi i capezzoli ti do 10 euro, va bene?”
Non avevo ancora finito di pronunciare la frase che il ragazzo ha iniziato a pastrugnare con forza le tette di Jessica che ormai piangeva copiosamente, poi ha avvicinato la bocca ad un capezzolo e lo ha stretto con i denti, quindi è passato all'altro
“ Bravo ti sei meritato i 10 euro, ma voglio darti di più, apri la portiera e tirati fuori il cazzo:”
Il membro del ragazzino era già duro, e aperta la portiera lo ha avvicinato a Jessica che si è ritratta con un senso di disgusto.
“Prendilo in bocca e fagli un pompino, ma alla svelta prima che arrivi qualcuno”, e mentre le davo questo ordine con una mano le ho afferrato una tetta strizzandola con forza.
Senza avere altra scelta ha preso in bocca il cazzo e mentre lo succhiava con le mani lo segava per farlo venire il più velocemente possibile e infatti in pochi istanti la sborra è uscita copiosa, mentre Jessica cercava di ritrarsi per non ingoiare e la sborra è caduta sul suo viso e sulle tette..
“ Bravo , adesso prendi i soldi e vattene,”
Ho rimesso in moto l'auto mentre Jessica cercava di ripulirsi con un fazzoletto e non smetteva di piangere.
“ Vuoi ancora diventare la mia schiava o ti basta questa lezione, se lo vuoi smetti di piangere e riprendi a toccarti, ma lascia scoperte le tette, voglio che tutti vedano bene la mia schiava .”
“ Si Padrone lo voglio, fai di me quello che vuoi,non piangerò più.”
Mentre mi avvicinavo a casa le strade si facevano più frequentate e notavo che gli automobilisti che affiancavano la mia auto non potevano fare a meno di notare le tette scoperte, gli uomini con cupidigia, le donne con fastidio e occhiate di disapprovazione.
“Adesso ricopriti che stiamo per arrivare, asciugati il viso e levati la sborra dalla faccio, prendi la bottiglietta d'acqua e ripulisciti bene”
Quando siamo arrivati a casa ho parcheggiato l'auto nel garage sotterraneo e poi siamo saliti in ascensore.
So che a quell'ora del mattino non c'è mai nessuno nell'edificio, pertanto prima di schiacciare il bottone del mio piano ho afferrato Jessica per i capelli e l'ho obbligata a inginocchiarsi , poi quando l'ascensore è partito ho iniziato a strizzarle forte i capezzoli sotto la canotta.
Arrivati al piano l'ho fatta uscire camminando a quattro gambe, come una cagna, quale sarebbe diventata stando con me, ho aperto la porta e l'ho fatta entrare sempre gattoni nell'appartamento.
“ Adesso devo fare la doccia, spogliati anche tu che mi devi lavare”.
La mia doccia è di grandi dimensioni con le bocchette per l'idromassaggio, sono entrato ho regolato il getto dell'acqua e iniziato a insaponarmi, quado sono stato coperto di schiuma ho fatto entrare la cagna, ormai nuda le ho dato una spugna le ho ordinato di lavarmi bene, con particolare cura al mio cazzo e ai coglioni.
Ha obbedito da brava schiavetta e mentre lei mi lavava con delicatezza io non smettevo di torturarle i capezzoli, strizzarle le tette e sculacciarla.
“Adesso puoi lavarti tu. Io mi asciugo”
Sono uscito dalla doccia, ma mentre Jessica iniziava a lavarsi ho abbassato la temperatura dell'acqua in modo che uscisse acqua caldissima.
“ Devi rimanere li sotto almeno mezz'ora mente io mi vesto e faccio colazione”. Così dicendo l'ho lasciata tremante sotto il getto di acqua bollente
Terminato con alma di vestirmi e di ristorarmi, ho controllato l'ora e dopo 30 minuti esatti sono tornato in bagno dove ho trovato la mia cagna con la pelle tutta rossa quasi ustionata
“ Vedrai che ti piacerà passare dal caldo al freddo, sarà una pratica che imparerai presto a conoscere.
L'ho fatta asciugare, poi le ho permesso di bere un po' di te con biscotti per riprendersi un poco ed essere pronta ad affrontare una giornata che non avrebbe più dimenticato.
Quando ha finito l'ho portata in camera da letto, le ho legato le braccia alla spalliera e le gambe completamete divaricate tenute aperte da lacci legati su un bastone.
Era completamente esposta, con uno sguardo misto di terrore e di eccitazione.
Ho preso una candela l'ho accesa e poi iniziato a farle colare la cera sui capezzoli e sulle tette sino coprirla tutta.
Ho poi preso un tubetto di dentifricio, ne ho spalmato un pò sul clitoride e sulla figa e poi con uno spazzolini da denti ho iniziato a sfregarla con forza.
Il bruciore il dolore dello sfregamento erano fortissimi e la poveretta comincaiva a lamentarsi e piangere.
“Prima di cominciare I nostri giochi dobbiamo provvedere a colmare una grave lacuna sei ancora vergine perciò adesso ti svergino o poi ti rompo il culo, cosi- capirai chi e il padrone.
Le son o salito sopra, ho accostato il cazzo alla sua figa cosparsa di dentifricio e bagnata dai suoi umori e con un colpo solo l'ho penetrata, rompendole l'imene.
Jessica ha lanciato un urlo forstissimo, ma non mi sono fatto impietosire e ho inziato a penetrarla entrando ed uscendo dalla figa che sanguinava abbondantemente.
Ho continuato sino a quando I suoi lamenti sono diventai mugulii di piacrere e quando l'ho sentita gemere per il godimento mi sono ritratto con il cazzo sporco del suo sangue.
A questo punto l'ho slegata, l'ho accompagnata in bagno, ho riempito la vasca di acqua fredda, messo qualche cubetto di ghiaccio nell'acqua e poi l'ho fatta sdraiare, ordinandole di pulirsi le tette dalla cera e la figa dal dentifricio e dal sangue, mentre io mi lavavo il cazzo con acqua tiepida.
Quando è stata pulita, tremante per il freddo, l'ho asciugata e riportata sul letto, l'ho fatta mettere alla pecorina, le ho nuovamente legato i polsi e poi presa una cinghia le ho affibbiato 10 scudisciate sul culo che si è arrossato e striato.
Ho preso un po' di burro e glielo spalmato sul buchetto, poi con un dito l'ho fatto entrare in profondità, ho aggiunto un secondo dito poi ho avvicinato la cappella al culetto e ho spinto sino a fare entrare il mio cazzo nel suo culo.
La schiava continuava a dimenarsi e urlare, ma non ho avuto pietà e ho continuato ad incularla sino a che non ho più potuto trattenermi e le ho sborrato dentro.
Mi sono sfilato e le ho immediatamente tappato il culo con un plug, poi l'ho fatta girare e le ho messo un vibratore nella figa, acceso alla massima velocità, sino in fondo.
L'ho legata nuovamente con braccai a gambe divaricate
Ho preso un tiralatte, l'ho applicato alle tette e ho pompato sino a quando i capezzoli sono diventati duri e lunghi, ho preso due mollette e le ho applicate ai capezzoli, poi altre quattro per ogni tetta.
“ Adesso esco, aspettami qui che ti porto un regalo.”
Mi sono rivestito e sono sceso in strada, e sono andato al bar che frequento di solito, sicuro di trovare qualche amico.
Ho trovato due giovani muratori che conoscevo da tempo per avermi fatto dei lavori in casa e ho chiesto loro se avevano un po' di tempo libero per venire a casa mia ed aiutarmi a addestrare la mia schiava cagna.
Non si sono sorpresi più di tanto, nel quartiere tutti sanno che sono un Padrone e spesso porto a casa delle donne, quasi sempre sposate e insoddisfatte, per educarle alla sottomissione, ma sempre volontariamente.
Rientrati a casa si sono stupiti di trovarsi di fronte una ragazza giovane e carina,legata a gambe e braccia spalancate, con un plug nel culo e il vibratore nella figa fradicia per gli orgasmi che le continue vibrazioni le procuravano.
Jessica li ha guardati spaventata, paventando chissà quali violenze, ma l'ho rassicurata, l'ho slegata, tolto plug e vibratore, lasciando le mollette alle tette e ai capezzoli, ma le ho messo un collare con guinzaglio e facendola camminare a quattro zampe l'ho portata in cucina dove ho preparato in una ciotola una scatoletta di cibo per cani.
“Adesso mangia da brava cagnetta mentre i miei amici si spogliano, poi dovrai accontentare tutte le loro voglie”.

Mentre i muratori già eccitati si spogliavano la schiavetta a fatica e senza l'uso delle mani mangiava tutta la scatoletta, poi le ho versato nella ciotola un po' di acqua che ha bevuto lappando. Ho afferrato il guinzaglio e l'ho fatta camminare verso la camera da letto, invitando i muratori a schiaffeggiarla mentre si spostava, colpendola sulle natiche e sulle tette con le mollette attaccate.
Nella camera da letto le ho tolto le mollette, il guinzaglio ma non il collare e l'ho fatta avvicinare in ginocchio ai muratori che stavano in piedi davanti a lei con i cazzi perfettamente eretti.
“Adesso la mia cagna leccherà questi due bei cazzoni, vero Jessica che ti piace leccare e succhiare?”
“Si padrone mi piace tutto quello che mi fai fare” e così dicendo prese con una mano un cazzo e iniziò a segarlo, poi lo portò alla bocca e iniziò a segare l'altro con l'altra mano.
Succhio e si fece entrare sino in gola il cazzo del primo muratore, poi passò all'altro, alternandosi nei pompini, che i muratori trovarono assolutamente soddisfacenti.
Mentre inginocchiata la cagna succhiava io mi sono avvicinatoi di dietro, con 4 grosse palline anale e una per volte le ho fatte entrare lentamente nel suo culetto, poi ho sfregato un peperoncino sulle natche e quindi ho fatti uscire le palline con uno strappo doloroso che le ha procurato un gemito di dolore,quindi nuovamente entrare ed uscire mentre i muratori erano sul punto di venire.
“Potete sborrarle in faccia se volete, a lei piace farsi coprire di sborra.”
Così avvenne e due getti di bianca crema le coprirono la faccia, su mio ordine raccolse la sborra con le mani e se portò alla bocca, ripulendosi e ingoiando tutto.
“Adesso lasciamo riposare un po' i miei amici e vediamo di fare un nuovo gioco, sei pronta?”
“ Si padrone, ma fammi male, non mi basta leccare i cazzi dei tuoi amici, voglio soffrire”
“Non ti preoccupare che soffrirai e godrai da vera cagna”.
Mentre i muratori si sedevano sul divano, bevendosi ciascuno una birra, io aprivo il mio armadio dei giochi per le schiave, prendevo una corda robusta e facevo avvicinare Jessica.
Con la corda le ho legato in modo molto stretto prima una tetta e poi l'altra in modo da farle allungare va forma di pera, poi ho iniziato a succhiare i capezzoli per farli irrigidire,
Quando sono stati belli turgidi, ho preso una pinzatrice, mi sono avvicinato e ho piazzato un punto metallico su un capezzolo e poi sull'altro.
Jessica ha gridato per il dolore, ma incurante della cosa ho stretto ancora di più le corde e schiacciato i capezzoli in modo che i punti metallici entrassero nella carne, facendo uscire un po' di sangue.
Ho preso la cagna per il collare e l'ho trascinata verso una sedia sulla quale avevo posto un grosso cuneo anale, di dimensioni molto maggiori di quello che le avevo già infilato.
Le ho messo le mani sulle spalle, fatto piegare le gambe con il buchetto a contatto con il cuneo, poi improvvisamente le ho messo le mani sulle spalle e l'ho spinta in basso, quando il culetto è stato a contatto con il plug ho aumentato la spinta in modo che entrasse un po'.
Il buchetto era stretto e il cuneo veramente enorme, ma a forza di spingerla verso il basso ha cominciato ad entrare, squarciando la carne.
L'ho lasciata un attimo riprendere fiato e poi ho ripreso a spingere causandole un terribile dolore, ma non mi sono fermato sino a quando tutto il cuneo è penetrato nelle viscere,poi l'ho fatta sedere sulla sedia nonostante si dimenasse per liberarsi al corpo estraneo che le squarciava il culo.
Appena seduta le ho spalancato le gambe per mettere in mostra la figa, poi ho preso uno strumento che io stesso avevo fabbricato con un trapano elettrico, inserendo al posto della punta un vibratore di caucciù, zigrinato e con molte creste.
Ho avvicinato il trapano alla figa, l'ho messo in funzione ed ho inziato a farlo ruotare a bassa velocità, prima sul clitoride poi piano piano dentro la figa, sempre più profondamente e velocemente.
Mentre il vibratore inserito girava sempre più in fretta io lo facevo uscire e poi rientrare sempre più profondamente.
Jessica gemeva per il dolore alle tette e per la tortura alla figa ma si vedeva chiaramente che era eccitata e dalla sua figa usciva un liquido copioso.
Ho continuato facendole raggiungere un primo orgasmo, ma senza smettere ho continuato con il trapano, ma ho chiesto ai due muratori che erano nuovamente infoiati e con i cazzi pronti all'uso di porsi di fianco a lei, sollevarla dalle ascelle per farle uscire il cuneo da culo, ma subito dopo spingerla verso il basso per farla impalare e così per una decina di volte.
Quando mi sono accorto che la schiava era stremata dal dolore e dai molteplici orgasmi le ho concesso un po' di tregua liberandole le tette dalle corde, togliendo i punti metallici e il cuneo dal culo e spegnendo il trapano.

Le ho concesso una doccia ristoratrice, poi le ho passato una crema lenitiva sul seno, sulla figa e un gel rinfrescante nel culetto, perchè fosse pronta all'ultima parte della sua prima giornata da schiava.
Ho fatto sdraiare uno dei muratori sul letto, con il cazzo ben eretto e poi ho fatto salire Jessica su di lui, a gambe spalancate e le ho ordinato di infilarsi in figa quel cazzo già pronto a trombarla.
E' salita sopra e si è lasciata cadere sul cazzo e poi mentre io con un frustino la colpivo sulla schiena ha iniziato a cavalcarlo.
L'ho fatta abbassare con il petto verso il volto del muratore che ha cominciato a succhiargli e mordergli le tette, pi ho fatto un gesto all'altro che si è posizionato dietro ed è entrato anche lui nella figa.
L'hanno scopata a lungo, fermandosi per non venire, mentre io le rovistavo nel buchetto libero con uno scovolino per lavare i piatti.
“Adesso rompetele figa e culo insieme, senza pietà sfondatela”
Il muratore posizionato dietro ha sfilato il cazzo dalla figa e l'ha infilato nel culo liberato dallo scovolino e il loro ritmo è diventato frenetico, sino a quando si sono svuotati dentro di lei.
“ Cedo che sarà meglio che ti procuri la pillola del giorno dopo, non mi piacerebbe trovarmi una schiava incinta, soprattutto perchè non sono stato io a riempirti”
I due muratori si sono ritirati in bagno per lavarsi, io ho preso delle salviette rinfrescanti e le ho permesso di pulirsi la figa e il culo dalla sborra e poi le ho chiesto se era soddisfatta del trattamento ricevuto.
“Si Padrone è stato meraviglioso, ma vorrei che fossi tu adesso a scoparmi e incularmi prima di tornare a casa”.
Un buon Padrone non può deludere la sua schiavetta ed allora ho fatta alzare, appoggiare con la mani al muro, con le gambe spalancate, mi sono posizionato dietro e le ho infilato il cazzo nella figa, l'ho scopata per qualche minuto,,poi sono uscito e ho cambiato buco, inculandola con forza ed ho alternato i due buchi sino a quando ho sentito lo sperma che stava per uscire.
“Girati e succhiami il cazzo, devi bere tutto e ingoiare”
Jessica non si è fatta pregare, ha preso con avidità il mio membro in bocca e ha bevuto con voluttà tutta la sborra , poi dopo aver ingoiato sino all'ultima goccia mi ha guardato negli occhi
” Grazie Padrone, dimmi quando devo tornare e preparami sempre nuovi giochi, mi fai impazzire dal piacere”.

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