Lui & Lei
10 - Arco di Trento
di stinf
06.05.2021 |
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"Sono andata altre due volte nel salottino con “il rospo” e gli ho fatto altre pompe, lui ha apprezzato molto il dito nel culo e me lo chiede sempre, l’ultimo..."
CAPITOLO 10Nella mia vita sessuale, che è stata molto movimentata ho fatto anche questo che vi racconto adesso, avevo 23 anni e quell’estate lavoravo in un albergo di Malcesine sul lago di Garda, lavoravo ai piani e quando serviva anche come cameriera nel ristorante, non guadagnavo molto ma mi davano anche vitto e alloggio così potevo risparmiare quasi tutto lo stipendio. Era un lavoro stressante e non mi piaceva molto perché ero sempre impegnata, vedevo le mie coetanee che andavano a divertirsi e io dovevo lavorare 7 giorni su 7.
Una sera che ero di turno al ristorante ho servito una tavolata con 6 coppie, persone affabili e gentili tutti sulla 50ina o giù di lì, e a fine cena ho portato il conto e mi sono allontanata, ma una delle donne, mentre gli altri si alzavano e se ne andavano, mi ha richiamata, mi ha consegnato il piattino con i soldi e poi una bustina dicendomi che era per me, io ho ringraziato e intascato la bustina e sono tornata a lavorare.
A mezzanotte quando sono tornata sfinita nella mia cameretta mi sono ricordata della busta allora l’ho aperta e dentro c’erano 10 mila lire, che a quei tempi erano tantissime, e un biglietto da visita, l’ho letto e girato e dietro c’era scritto:
_ “Sei una bella ragazza e sei sprecata a fare la cameriera, telefonami”.
L’ho riletto diverse volte e mi sono venuti in mente molti pensieri, questa non mi conosceva e non sapeva niente di me e quindi non poteva propormi un lavoro serio basandosi solo sulla mia bellezza, quindi ho messo nel cassetto il biglietto e sono andata a dormire.
Il mattino dopo aver riordinato le stanze dei due piani affidati a me sono andata in ristorante per preparare i tavoli, ma quel “telefonami” continuava ad essere nei miei pensieri, e visto che non mi costava niente, prima di mezzogiorno ho telefonato.
_ “Pronto sono Laura la cameriera del ristorante di Malcesine”.
_ “A si, aspettavo la tua telefonata, quando sei libera che parliamo un po’”
_ “Io al pomeriggio dalle 15 alle 18 sono libera, ma non ho la macchina e non ho un mezzo per spostarmi”.
_ “Non preoccuparti io sono ancora qui ci vediamo alle 15 nella piazzetta vicino al porto”.
Ci siamo salutate ed io sono andata in ristorante a lavorare, e alle 15 e 10 ero seduta su una panchina della piazzetta vicino al porto e quasi subito è arrivata la signora, tutta elegante, si è seduta vicino a me e si è messa a tempestarmi di domande, io ho risposto e poi alla fine mi ha detto:
_ “Io ho un locale ad Arco di Trento e cerco ragazze belle e spigliate come te, e da me guadagneresti molto ma molto di più che lì dove lavori adesso”.
_ “Ma di che lavoro si tratta” ho chiesto impaziente io.
_ “Dovresti intrattenere i clienti che vengono a bere e a passare la serata da noi, tu sei bella e spigliata ed ha una parlantina sciolta”.
_ “Sarebbe un locale notturno, ma cosa dovrei fare d’altro” ho chiesto alla signora.
_ “Da noi non c’è prostituzione, è una cosa che non permettiamo, i nostri clienti cercano compagnia per fare due chiacchiere con una bella ragazza dopo una giornata di lavoro stressante, vengono per rilassarsi e non per fare sesso”.
Messa così la proposta mi allettava, l’importante era che non fossi obbligata a fare sesso con i clienti, anche se a me piace molto scopare ma con chi voglio io. In albergo il primo mese di lavoro ero andata a letto con tre clienti di una certa età, che con una scusa mi avevano chiamata in camera, ma c’ero andata solo perché erano belle persone che mi piacevano anche se avevano più del doppio della mia età, e non ultimo erano uomini che mi avevano già elargito generose mance.
_ “Se non mi devo prostituire la cosa mi interessa, e quanto sarebbe la paga? Io adesso guadagno 100 mila lire alla settimana”.
_ “Da noi c’è un fisso di 200 mila lire alla settimana, in più ci sono le consumazioni, più i clienti bevono e più tu guadagni, dipende anche da quello che consumano”.
Ci siamo messe d’accordo che avrei finito la settimana in albergo e la domenica mattina suo marito sarebbe venuto a prendermi. Io ho avvertito in albergo che a fine settimana me ne sarei andata trovando una scusa che mio padre non stava bene e la domenica mattina mi hanno portata al locale dove avrei lavorato, mi hanno assegnato una stanzetta con un’altra ragazza che si chiamava Mafalda, mi sono sistemata e poi mi hanno fatto vedere il locale.
Sono scesa nel locale con Mafalda che mi ha fatto da cicerone, il salone era ampio con una pista da ballo un angolo per una piccola orchestrina, un bel pianoforte a coda, un enorme bancone bar con sgabelli molto alti, e poi tanti separé e alcune salette appartate. La mia accompagnatrice mi ha raccontato come si svolgevano le serate, mi ha parlato dei clienti dicendomi che erano tutti abbastanza attempati ma pieni di soldi, di giovani nessuno, ma di 40enni piacenti ogni tanto ce n’erano. Mi ha poi detto che di ragazze eravamo 16, e di non rubare mai i clienti alle altre facendo gli occhi dolci agli avventori. Mi ha poi portata in uno spogliatoio dove erano appesi tantissimi abiti da sera di tutte le taglie e della biancheria intima ancora confezionata.
_ “La biancheria che prendi te la tieni, ma i vestiti una volta finita la serata li riporti qui”.
Io ho preso mutandine e calze, nessun reggiseno tanto non lo porto mai, poi siamo risalite in camera a riposarci prima di affrontare la lunga notte. Alle 20 siamo scese in un’ampia cucina dove sono stata presentata a tutte le altre, poi abbiamo cenato e siamo passate a prendere il vestito per la sera, io ho scelto un vestito nero che arrivava alla caviglia con uno spacco che partiva da metà coscia. Tornate in camera ci siamo truccate e poi Mafalda mi ha chiesto come stavo con il pelo, io che non ho inibizioni ho allargato le gambe e gli ho fatto vedere la mia foresta, e lei mi ha detto che i peli erano troppi, si è girata ed ha preso le forbici e si è messa a sfoltirmeli con molta esperienza e poi con il rasoio ha finito il lavoro. Mi ha chiesto se anche io con il rasoio gli facevo i ritocchi e anche lei ha allargato le gambe e io l’ho rasata dove i peli erano ricresciuti.
Alle 22 prima di scendere in sala mi ha ancora raccomandato di non bere troppo e di buttare lo champagne nei vasi di fiori finti che c’erano nei separé, poi siamo scese nel locale. C’erano 3 baristi e uno che suonava il piano, le luci erano soffuse, Mafalda mi ha detto di stare vicino a lei.
Sono arrivati i primi clienti e si sono accaparrati le ragazze, alcuni sono rimasti al bar altri si sono messi a ballare, dopo una mezzora sono arrivati due 50enni che hanno salutato Mafalda e lei me li ha subito presentati, uno di questi mi ha subito invitata a ballare e io sono andata in pista con lui, mi ha subito stretta a se ed io ho schiacciato i miei seni duri contro il suo stomaco, poi ho spinto il mio bacino contro il suo strusciandolo e alla fine del ballo aveva già il cazzo duro.
Tornati al bar vicino a Mafalda e al suo amico ci hanno offerto da bere e mentre bevevamo è entrato uno che avrà avuto 70 anni, non tanto alto con una bella pancia e con pochi capelli in testa e anche bruttino. Questi si è guardato in giro e mi ha subito adocchiata, io ho fatto finta di niente ed ho continuato a chiacchierare con il mio compagno, ma con la coda dell’occhio ho visto che molte delle ragazze gli facevano gli occhi dolci. Mafalda ha invitato i due in un separé e ordinato lo champagne, i separé erano ampi e con due comodi divanetti, la serata è andata avanti tranquilla, ogni tanto andavamo a ballare e quando eravamo in pista io mi strusciavo con il bacino al mio compagno e a questi gli veniva il cazzo duro.
Siamo poi rimasti soli nel separé per l’arco di due balli e il signore che era con me mi ha appoggiato una mano sulla coscia in prossimità dello spacco e anche io ho appoggiato la mano su una sua coscia, lui ha infilato la mano tra le mie gambe che io ho leggermente aperto per facilitarlo mentre con la mano sono andata sulla patta dei pantaloni e l’ho accarezzato, poi gli ho tirato giù la zip e gli ho preso il cazzo in mano anche se era coperto dalle mutande e gli ho fatto una sega e lui è partito quasi subito e ci siamo ricomposti. La serata per me e Mafalda è finita alle 3 di notte perché i nostri compagni sono andati via pagando 4 whisky e 2 bottiglie di champagne.
Tornate in camera ci siamo spogliate e coricate sul letto, io ho chiesto a Mafalda chi era il 70 enne che tutte si contendevano e lei mi ha risposto che lo chiamavano “il rospo”, era uno pieno di soldi che veniva 2 o 3 volte alla settimana, consumava molto e nel separé ti proponeva di segarlo per 30 mila lire o di fargli una pompa per 100 mila lire, e poi ti invitava da lui a casa sua di giorno e se scopavi con lui ti dava 300 mila lire, però, c’era un però, puzzava sempre di sudore e il cazzo sapeva sempre di pipì, se mi piacevano gli odori potevo accomodarmi perché lui voleva sempre farsi quelle nuove.
La settimana è passata abbastanza tranquilla ero sempre in compagnia di Mafalda che si è dimostrata subito amica e mi ha spiegato che lei diverse volte scendeva il sala senza mutande e quando c’era qualcuno che gli piaceva e lasciava belle mance se la faceva palpare, e quando la pagavano bene faceva anche qualche pompa, mi ha anche consigliato di aspettare e di conoscere bene i clienti prima di lasciarmi andare e comunque di non scopare mai con nessuno perché se i proprietari lo scoprivano ti mandavano via.
Mi sono adattata abbastanza in fretta ed ero molto richiesta e guadagnavo bene e una sera sono scesa senza mutande, quella sera sono stata abbordata da un 60enne abbastanza potabile e dopo aver ballato e scolato 2 bottiglie di champagne ha provato ad allungare le mani, ma io le gambe non le ho allargate, allora lui mi ha infilato nella scollatura del vestito 20 mila lire ed io oltre a fargli vedere il pelo e farmelo accarezzare gli ho massaggiato la patta dei pantaloni con sotto il cazzo duro e nel mentre gli dicevo porcate all’orecchio e dopo un po’ è partito nelle mutande. Mi ha poi chiesto se lo vedevo fuori e io gli ho detto che non potevo, mi ha chiesto se la prossima volta gli facevo una pompa e io gli ho risposto che non bastavano 20 mila lire.
Alcune sere dopo si è ripresentato e mi ha subito portata in un separé ordinando una bottiglia di champagne, abbiamo bevuto ballato e nuovamente bevuto un’altra bottiglia poi mi ha infilato nella scollatura del vestito 100 mila lire e io ho allargato le gambe, lui mi ha toccato la figa abbastanza goffamente mentre io gli ho tirato fuori il cazzo e glie l’ho accarezzato, mi sono poi inginocchiata tra le sue gambe e mi sono chinata per prenderglielo in bocca, ma ho sentito odore di pipì, però ormai i soldi li avevo presi ed ho imboccato il cazzo e gli ho fatto una sontuosa pompa e alla fine si è inarcato e mi ha sborrato in bocca, sapeva di muschio e io l’ho bevuta tutta.
Le serate si susseguivano ed io ero sempre più richiesta da tutti meno che dal “rospo” che andava sempre con le solite. Un martedì c’era poca gente e a mezzanotte io e Mafalda siamo tornate in camera, abbiamo chiacchierato e poi lei mi ha detto che aveva voglia e si sarebbe fatta un ditalino, io che ho un debole per le donne gli ho proposto un bel 69, lei mi ha sorriso e mi ha invitata sul suo letto. Ci siamo slinguate a lungo con scambi di saliva e ci siamo toccate le patate infilandoci le dita dentro, poi mi sono coricata e Mafalda è venuta sopra di me io ho allargato le gambe e gli ho dato la figa da leccare mentre lei abbassava il bacino sul mio viso, così mi sono trovato la figa vicina alla mia bocca, era profumata e i peli erano bagnati dei suoi umori, ho infilato la mia lingua e l’ho leccata per bene mentre lei faceva altrettanto con me, dopo essercela leccata a lungo le nostre lingue si sono spostate sui clitoridi e mentre io glie lo leccavo con un dito gli stuzzicavo lo sfintere, e dopo un po’ abbiamo raggiunto l’orgasmo.
Il giovedì sono stata invitata dal “rospo” ad andare in una saletta con lui, io ovviamente ho subito accettato, leggendo l’invidia delle mie colleghe, lui si è dimostrato molto gentile e mi ha subito infilato nel seno 50 mila lire e poi mi ha accarezzato con la mano in mezzo alle gambe apprezzando che ero senza mutande, stando appiccicato a me ho sentito l’odore acre del sudore, ma ho cecato di non farci caso, e ad essere sincera a me gli odori non sono mai dispiaciuti, poi mi ha chiesto se gli leccavo l’uccello facendomi vedere 100 mila lire, io gli ho detto di sì e lui si è seduto comodo sul divano tirandosi giù i pantaloni e le mutande, io mi sono inginocchiata tra le sue gambe ed ho sentito l’odore stantio. Il cazzo era molle, però da duro non doveva essere niente male. Il “rospo” si è sdraiato meglio sul divano mettendoci sopra anche un piede in modo che gli potessi leccare anche le palle.
Io ho iniziato a leccarlo lungo l’asta del cazzo, poi sono scesa sulle palle leccandole e mordicchiandole, ho poi passato la lingua nell’incavo tra il cazzo e la coscia sentendo il gusto di sudore, nel frattempo il cazzo era diventato bello duro, allora l’ho scappellato, l’odore di piscio era intenso, il porco non se l’era lavato da un bel po’, secondo me di proposito, ho chiuso gli occhi e l’ho imboccato iniziando a farli un pompino, andavo su e giù lentamente cercando di infilarmelo in gola più che potevo, nel frattempo con una mano gli strizzavo i testicoli, lui mi ha incitata ad andare più forte, io ho aumentato il ritmo cercando di spingermelo in gola il più possibile e poi quando ho sentito che stava per partire gli ho infilato la punta di un dito in culo e spinto il cazzo in gola e quando è partito non ho dovuto neanche deglutire talmente ce l’avevo in gola ed ho bevuto tutto. Ho alzato la testa e l’ho guardato, ma non ho tolto il dito dal culo, lui mi ha guardato e mi ha detto:
_ “Sei proprio una gran troietta, ne faremo delle belle io e te”.
Mi ha dato un bacio sulla guancia e se n’è andato pagando anche tre bottiglie di champagne. In camera Mafalda mi ha chiesto come era andata e io gli ho raccontato tutto, lei mi ha detto che adesso “il rospo” mi avrebbe fatto la corte per andare a casa sua o in qualche albergo per scopare.
_ “Ci sei andata tu?” gli ho chiesto.
_ “Certo ci siamo andate tutte, qualcuna più di una volta dipende da come sei porca”.
Sono andata altre due volte nel salottino con “il rospo” e gli ho fatto altre pompe, lui ha apprezzato molto il dito nel culo e me lo chiede sempre, l’ultimo venerdì che ci siamo visti mi ha chiesto di andare a casa sua, io ho fatto un po’ la ritrosa ma poi dopo le sue insistenze gli ho detto di sì. Il lunedì il locale è chiuso e lui mi ha detto che passava a prendermi a mezzogiorno e saremo andati a mangiare in un bel posticino.
Il lunedì puntuale è passato a prendermi e mi ha portata al lago di Cavedine in un agriturismo, mi sono sentita proprio una puttana, si vede che ci portava anche le altre in quel posto e il cameriere che ci ha serviti mi ha fissata a lungo e quando si avvicinava mi guardava le cosce, io avevo una mini cortissima. L’agriturismo aveva diverse chalet sparsi nel suo parco e “il rospo” ne aveva affittato uno per il pomeriggio e la notte, siamo entrati in uno di questi che era composto da un soggiorno con un caminetto due poltrone enormi e un altrettanto enorme sofà e una camera da letto, e fuori c’era una veranda con un tavolo e 4 sedie.
Appena dentro lui mi ha stretto tra le sue braccia e mi ha limonata mettendomi la lingua in bocca e con le mani mi ha toccata seni e figa, appena mi ha lasciata io mi sono subito spogliata nuda così non mi avrebbe rovinato i vestiti, lui mi ha presa per mano e mi ha portato in camera da letto, si è spogliato nudo e mi ha detto adesso facciamo una pennichella poi giochiamo. La definizione “rospo” era giusta, non aveva niente di bello, era molto peloso, una grossa pancia, due grosse tette, il culo cadente, e una faccia che sembrava sempre ingrugnita. Ci siamo coricati sul letto e lui mi ha abbracciata mentre io appoggiavo il mio culetto sulla sua pancia, non ho dormito ma lui sì, poi dopo un paio d’ore si è svegliato mi ha fatta girare verso di lui e mi ha baciata sulla bocca mentre io gli ho preso il cazzo in mano e glie l’ho menato, dopo un po’ mi ha fatta alzare e siamo andati nel soggiorno, mi ha fatto sedere su una poltrona con il culo che sporgeva in fuori e le gambe sui braccioli, poi si è inginocchiato faticosamente davanti a me e si è messo a leccarmi la figa e con un dito mi stuzzicava lo sfintere, me l’ha leccata per bene cercando di infilare la lingua più che poteva nel buco, poi si è dedicato al mio clitoride e dintorni e io mi vergogno a dirlo ma ho incominciato a godere, con la lingua ci sapeva fare, ha poi smesso di toccarmi il buco del culo e mi ha infilato un dito in figa trovandola bella umida, poi le dita sono diventate due e ha iniziato a pomparmi e a leccarmi il clitoride, io dopo un paio di minuti mi sono inarcata ed ho raggiunto l’orgasmo, le pareti della mia vagina si sono bagnate e lui entusiasta ha leccato tutto.
Poi si è seduto lui sul sofà e io mi sono coricata sulla sua pancia tenendo il cazzo in mano l’ho baciato sulla bocca, poi sono scesa con la lingua sul suo stomaco sudaticcio e gli ho leccato, succhiato e mordicchiato i capezzoli e poi sono scivolata in ginocchio davanti a lui e mi sono messa a leccarlo in mezzo alle gambe, in pratica gli ho fatto un bidet leccandolo dappertutto, puzzava meno delle sere che veniva al locale e quindi l’ho leccato con più voglia, lui era lì sdraiato sul sofà come un pascià e mentre avevo la cappella in bocca con un dito gli ho stuzzicato il buco del culo, lui sussultava e a me è venuta un’idea balsana che avevo solo fatto con una mia amica, mi sono tolta il cazzo dalla bocca l’ho preso in mano e l’ho segato e con la lingua sono scesa sulle palle e poi più in giù e sono arrivata allo sfintere, l’ho leccato un po’ mentre lui sussultava di piacere, poi sono tornata a prendergli il cazzo in bocca e gli ho infilato il dito indice tutto in culo, “il rospo” godeva rumorosamente, allora ho sfilato il dito dal suo culo ho unito l’indice al medio e li ho infilati tutti e due, lui sussultava di piacere e continuava a dirmi di fotterlo, io ho ingoiato più che potevo il cazzo e con le dita l’ho sodomizzato a dovere e dopo un bel po’ mi ha sborrato in gola.
Mi ha fatto i complimenti e poi mi ha portata in bagno mi ha fatto entrare nella piccola vasca, poi è salito in piedi sui bordi della vasca, io credevo che cadesse, lui si è preso il cazzo molle in mano e mi ha pisciato addosso, sulle tette e sulla figa poi è sceso traballando e mi ha detto di lavarmi e vestirmi, lui mi avrebbe aspettato fuori.
Quando sono uscita anche io lui era seduto in veranda il tavolo era apparecchiato e stava arrivando un cameriere con un carrello, ha tirato fuori un secchiello con il ghiaccio e una bottiglia di prosecco, ha messo i piatti davanti a noi e poi un vassoio coperto da una cupola in argento. Alzato il coperchio sotto c’erano 24 ostriche, ci ha augurato un buon appetito e se n’è andato, finite le ostriche è tornato il cameriere con altre portate tutte succulente, gamberoni alla griglia e lumache alla parigina e altro ancora, io ho mangiato e bevuto.
Finita la cena siamo tornati dentro, mi ha fatto spogliare nuda e sedere in poltrona poi è venuto davanti a me anche lui tutto nudo e mi ha chiesto di fargli un pompino, io l’ho preso in bocca e l’ho leccato e succhiato ma stentava a tornare duro, allora con una mano gli ho strizzato i testicoli e con l’altra gli stuzzicavo l’ano poi finalmente è diventato duro, mi ha fatto inginocchiare sulla poltrona alla pecorina con le gambe divaricate e il culo molto infuori, mi è venuto dietro e mi ha infilato il grosso cazzo nella figa bagnata ed eccitata, e poi si è messo a scoparmi, sentivo quel grosso cazzo che andava a sbattere contro il mio utero, la scopata è durata moltissimo, io dopo due o tre minuti sono partita, ma lui con l’età che aveva ed inoltre era già venuto prima con la pompa, aveva difficoltà a venire, ma continuava a stantuffarmi dentro e io iniziavo a sentire la pancia indolenzita, ho fatto passare una mano tra le mie gambe e gli ho preso i testicoli in mano dandogli il ritmo della scopata e stringendoglieli forte tutte le volte che affondava dentro di me, poi per eccitarlo ho finto di godere:
_ “Dai sbattimi più forte, ancora, fammelo uscire dalla bocca, si godo, godo, dai ancora più forte” e lui eccitato dai miei incitamenti alla fine è venuto e mi ha inondata la figa di sborra, io ho urlato fingendo il culmine di un orgasmo e sono crollata sulla poltrona.
Ci siamo lavati e rivestiti e diretti alla macchina, e una volta seduti mi ha consegnato una busta sigillata, ma si capiva che dentro c’erano dei soldi, poi mi ha riaccompagnata al locale. Le ragazze erano quasi tutte fuori, ma Mafalda mi aspettava per farsi raccontare come era andata e io gli ho detto tutto, poi ho aperto la busta e dentro c’erano 700 mila lire.
_ “Si vede che è proprio stato contento di te generalmente ne sgancia solo 500”.
Mi sono coricata sul letto con Mafalda e ci siamo baciate a lungo, infine sono scesa tra le sue gambe e gli ho preso in bocca il clitoride e gli ho messo due dita in figa, l’ho leccata e pompata fino a che non è partita poi ci siamo abbracciate ed abbiamo dormito insieme.
Ho lavorato ancora tre mesi in quel locale, con Mafalda siamo diventate amanti fisse, almeno una volta alla settimana facevamo sesso tra di noi. Di seghe ne ho fatte tantissime e anche diversi pompini con chi mi piaceva. Con il “rospo” mi sono vista altre 4 volte sempre nell’agriturismo, ma non ho mai scopato con nessun altro. Alla fine avevo un bel gruzzoletto che mi ha permesso di passare un po’ di tempo senza fare niente.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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