Prime Esperienze
15 - Il ragazzino delle pizze - 1
di stinf
21.09.2021 |
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"Ci siamo messi a ridere tutti e due poi ci siamo seduti a tavola ed abbiamo mangiato e bevuto, poi gli ho fatto un lungo discorso di come si sarebbe dovuto..."
CAPITOLO 15Una volta all’anno con le colleghe si organizza una pizza tutte assieme, è l’occasione di stare in compagnia fuori dall’ambiente di lavoro, quella sera eravamo in sei, purtroppo altre tre erano di sevizio e non sono potute venire. La serata l’avevo organizzata io, prima un aperitivo in una famosa vineria vicino a Porta Susa e poi a mangiare la pizza dall’egiziano. Almeno un paio di noi non ha retto l’aperitivo un po’ troppo alcolico e giunte in pizzeria erano già abbastanza allegre, e meno male che poi abbiamo bevuto solo birre.
Il locale aveva un grosso salone dove c’era il forno e una sala più piccola di fianco, io avevo fatto preparare nella sala piccola così eravamo libere di parlare anche a voce alta senza disturbare gli altri avventori. Il ragazzino che mi portava a casa le pizze è venuto a prendere le ordinazioni, c’è stata una bella confusione di ordini e contrordini, le mie colleghe lo hanno fatto diventare matto, ma lui paziente scriveva e cancellava e continuava a fissarmi mentre io facevo l’indifferente.
_ “Cosa gli hai fatto al ragazzino che continua a fissarti in quel modo” mi ha chiesto la mia collega Carmen.
_ “Niente, è venuto alcune volte a portarmi la pizza a casa quando avevo gente”.
_ “Non me la conti giusta, sembra innamorato di te”.
_ “Ma non scherzare non vedi che è un bambino”.
Carmen non era convinta, ma abbiamo mangiato le pizze, e il dessert, bevendo birra, siamo state lì fino a mezzanotte, il ragazzino non l’ho più visto perché consegnava le pizze a casa. E’ stata una bella serata e ci siamo divertite un sacco poi ci siamo salutate e ognuna se ne è andata per la sua strada, io sono rientrata in pizzeria per ringraziare l’egiziano e scusarmi del disturbo, lui gentile mi ha risposto che vorrebbe sempre essere disturbato da belle donne come noi.
Sono uscita da locale ed ho incontrato il ragazzino l’ho fermato e gli ho dato la mancia, lui mi ha ringraziata e mi ha detto che si chiamava Aldo e se avevo bisogno in pizzeria di chiedere di lui. L’ho guardato bene era molto carino, bruno con capelli ricci, alto come me, ma si vedeva che non aveva più di 15 anni.
_ “Non sei troppo giovane per lavorare, non vai più a scuola?” gli ho chiesto.
_ “No non mi piaceva e poi i miei genitori hanno comprato casa e non potevano mantenermi gli studi”.
_ “Quanti anni hai”.
_ “Giovedì prossimo ne compio 15, e quando vuoi la pizza io te la porto sempre volentieri a qualsiasi ora”.
Hai capito il quindicenne, mi è venuto in mente il fratello di Daniela, ma quello aveva 17 anni, ho scacciato via questi pensieri dalla testa e sono tornata a casa, mi sono fatta una doccia e mi sono coricata, ho provato a dormire ma avevo sempre Aldo in mente mi sono girata e rigirata nel letto ma non riuscivo a dormire. Mi sono infilata una mano in mezzo alle gambe ed ho pensato a Carmen la mia collega che era da un po’ che aveva attenzioni particolari nei miei confronti anche perché era risaputo anche sul posto di lavoro che io avevo certe tendenze, ma nemmeno pensando a lei ho risolto la mia insonnia, allora ho pensato ad Aldo che mi inculava e sono partita, calmati i bollenti spiriti mi sono addormentata.
La sera sono andata a lavorare e quando sono arrivata ho trovato Carmen che usciva e strizzandomi l’occhio mi ha detto:
_ “Hai fatto innamorare il pizzaiolo”.
_ “Lo sai che a me piacciono le donne” gli ho risposto.
La notte è passata tranquilla come tutte le altre notti successive, poi finalmente è arrivato martedì mattina così avrei avuto una settimana di riposo, quel giorno e la notte successiva ho dormito perché ero molto stanca, poi il mercoledì sono andata in centro a fare spese e alla sera a letto mi è tornato in mente il ragazzino delle pizze, domani era il suo compleanno mi sarebbe piaciuto accontentarlo ma era troppo giovane e non ero sicura che la prendesse solo come un’avventura e che poi mi ossessionasse, e per addormentarmi mi sono nuovamente masturbata pensando a lui.
Il giovedì mattina mi sono svegliata sempre con Aldo in testa, mi sono data della puttana e mi sono fatta una doccia fredda sperando che mi passassero i bollori. Sono uscita e sono andata al mercato proponendomi di cercare qualcuno che mi piacesse così mi facevo scopare e mi passavano le voglie, ma durante la settimana al mercato ci sono solo mariti anziani che accompagnano le mogli. Sono poi andata al solito bar nella speranza di trovare qualcuno lì, ma niente non ero fortunata.
Tornata a casa ho pranzato e poi sono andata a riposarmi, ho riflettuto bene e alla fine ho deciso che alla sera avrei mangiato pizza, quando mi sono alzata mi sono dedicata alla cura della mia persona, mi sono depilata le gambe e le ascelle e poi ho sfoltito i peli della figa stando seduta sul bidet con uno specchio sotto ma non mi piaceva, ho preso schiuma e lametta e me la sono rasata completamente passando la lametta più volte in modo che fosse liscia come quella di una bambina.
Alle otto ho mangiato un po’ di frutta e poi telefonato in pizzeria, mi ha risposto Aldo, io non sono riuscita a parlare subito, poi mi sono ripresa:
_ “Pronto, pronto pizzeria, desidera?”
_ “Ciao Aldo sono Laura, vorrei due pizze, una al salamino piccante e l’altra decidila tu, portamele verso le 23”.
Dall’altra parte ci fu un lungo silenzio poi:
_ “Va bene come desideri, ma penso che le porterò prima questa sera c’è poca gente e anche le ordinazioni da casa sono scarse”.
Mi sono fatta nuovamente la doccia e mi sono messa uno di quei vestitini un po’ elastici che mi fasciano tutta e sono cortissimi, sotto niente, ho guardato la televisione sdraiata sul sofà con la testa in confusione e il cuore che mi batteva forte, forse ero più agitata io di lui. Alle 10 sento suonare il campanello, rispondo al citofono, è lui, apro e socchiudo la porta di casa guardo sul pianerottolo le altre porte sono chiuse e non si vedono luci. Lui sale a piedi arriva davanti a me io mi scosto e lui entra con le pizze in mano e un sacchetto con 4 birre, chiudo subito la porta, lo faccio accomodare in cucina, posa pizze e birre sul tavolo e poi mi guarda, mi squadra da testa ai piedi.
_ “Qualcosa non va” gli chiedo.
_ “No, no sei bellissima mi piaci un sacco”.
_ “Guarda che sei qui solo per mangiare una pizza, sei troppo giovane per quello che hai in testa”.
_ “Non posso farci niente se mi piaci da morire”.
_ “La storia dell’accappatoio è stato un incidente, purtroppo si è slacciato”.
_ “Una volta va bene ma due no” mi ha risposto lui.
_ “La seconda era un regalo, anzi una mancia per le pizze”.
Ci siamo messi a ridere tutti e due poi ci siamo seduti a tavola ed abbiamo mangiato e bevuto, poi gli ho fatto un lungo discorso di come si sarebbe dovuto comportare in caso succedesse qualcosa tra di noi, lui ha ascoltato con attenzione annuendo su quello che dicevo, mi è sembrato un ragazzo responsabile e che avesse capito bene, poi ha parlato lui.
_ “Voglio che tu lo sappia non sono mai stato con una donna, ho solo limonato con un paio di ragazze e poi mi sono fatto solo seghe”.
Visto com’era sveglio credevo avesse già avuto qualche esperienza, avrei dovuto insegnargli tutto, gli ho chiesto di farsi una doccia perché la pulizia era la prima cosa, anche se a me l’odore di sudore e di pipì eccitano molto, l’ho accompagnato in bagno e poi l’ho lasciato solo, ho sentito scorrere l’acqua e dopo un po’ è uscito con un asciugamano attorno alla vita, per la giovane età era già abbastanza muscoloso, gli ho chiesto a che ora doveva rientrare a casa e lui mi ha detto che aveva avvertito i genitori che stasera finiva molto tardi e che sarebbe rimasto a dormire nel retro della pizzeria come era già successo e che al mattino avrebbero fatto dei lavori nel locale.
Mentre Aldo faceva la doccia avevo spento le luci lasciandone una piccola in cucina e una molto fioca in camera da letto, ero seduta sul sofà la gonna cortissima non copriva quasi niente, Aldo si è seduto vicino a me, gli ho passato una mano sulle spalle lui mi ha abbracciata e mi ha baciata sulla bocca, io ho risposto al suo bacio aprendo leggermente le labbra aspettando la sua lingua, ma visto che lui teneva le labbra chiuse ho infilato la mia nella sua bocca, lui ha dischiuso le labbra e le nostre lingue si sono intrecciate, il bacio è stato interminabile, mi stringeva forte ma niente di più. Gli ho preso una mano e l’ho spostata sul mio seno e lui me lo ha accarezzato da sopra il vestito, poi gli ho nuovamente preso la mano e l’ho appoggiata sulla mia coscia, le nostre lingue continuavano a intrecciarsi e i baci diventavano sempre più umidi con alcuni scambi di saliva.
La sua mano mi ha accarezzato la coscia e io ho aperto le gambe, la mano ha raggiunto il pube io ho aperto di più le gambe e le sue dita si sono intrufolate nella mia vagina che era già un lago, mi ha rovistato disordinatamente, ho slacciato il nodo all’asciugamani ed è sbocciato un bel cazzo dritto come un palo l’ho impugnato e ho sentito che anche la cappella era molto umida con la gocciolina che gli usciva, l’ho accarezzato e poi l’ho segato piano, Aldo sussultava dal piacere, io ho avuto paura che mi eiaculasse in mano, mi dispiaceva sciupare il suo sperma. Mi sono staccata da lui e mi sono inginocchiata tra le sue gambe ho preso il cazzo in bocca e me lo sono infilato in gola più che potevo, lui ha inarcato il bacino un paio di volte e poi ha eiaculato, lo sperma mi è andato direttamente in gola, gli schizzi non finivano più ed io l’ho bevuta tutta, si è rilassato mentre io tenevo ancora in bocca il cazzo che continuava a rimanere bello duro.
Aldo era nudo seduto sul divano, io mi sono alzata in piedi e mi sono sfilata il vestito rimanendo completamente nuda davanti a lui, ripresosi dallo stupore le sue mani mi hanno accarezzato il pube, la pancia e le tette poi sono andate sui miei glutei accarezzandomeli, io mi sono girata e lui me li ha baciati.
Mi sono seduta accanto a lui e mi sono coricata sul sofà con un piede sopra e l’altro a terra rimanendo con la figa spalancata, Aldo si è inginocchiato tra le mie gambe, e prima mi ha accarezzata poi ha aperto le labbra della mia vagina, l’ha guardata e poi l’ha leccata, ha raccolto i miei umori leccandomi bene, indugiando molto sul buco cercando di infilare la lingua dentro, poi la sua lingua si è spostata sul mio grosso clitoride che quando sono eccitata è bello turgido e sembra un piccolo cazzo, gli ho messo una mano sulla testa e l’ho guidato sul clitoride e anche io non ho resistito a lungo, ho raggiunto l’orgasmo e sono partita.
Dopo un breve rilassamento ci siamo alzati dal sofà e seduti al tavolo bevendoci un’altra birra, lo guardavo lì seduto tutto nudo davanti a me, era ancora un ragazzino aveva due bruffoli in faccia ma il cazzo continuava ad essere bello duro, l’ho preso per mano e siamo andati in camera da letto, mi sono coricata e lui si è steso vicino a me, era sempre timido e imbarazzato non sapeva cosa fare, allora l’ho abbracciato e baciato e poi lui si è scatenato, mi ha leccata e baciata dappertutto non sapeva più cosa farmi.
Ho aperto le gambe e l’ho fatto inginocchiare tra di esse ho preso il cazzo in mano e l’ho diretto verso la figa appoggiandolo tra le grandi labbra, ho alzato le gambe e le ho passate attorno ai suoi fianchi e l’ho tirato dentro di me, ho sentito il cazzo percorrere il mio canale vaginale arrivando all’utero, è rimasto alcuni istanti fermo tutto dentro di me forse per godersi quel momento tanto desiderato, poi si è scatenato, mi pompava con foga io ho alzato le gambe più che potevo per prenderlo tutto.
Godevo tantissimo e in pochissimo tempo ho raggiunto l’orgasmo e sono partita ed ho continuato a godere fino a che Aldo non ha scaricato il suo sperma sul mio utero, ma non si è fermato nemmeno un’istante ha continuato a scoparmi con foga mentre io continuavo a godere, è stata una cavalcata interminabile alla fine è nuovamente partito e si è accasciato sopra di me ansimante, anche io lentamente mi sono calmata anche se continuavo ad avere il cazzo in figa che si era rimpicciolito, ma solo un pochino.
L’ho spinto via e fatto coricare di fianco a me perché lo sperma mi era colato tutto sul lenzuolo, mi sono alzata e sono andata in bagno, e quando sono tornata ho asciugato il lenzuolo e mi sono coricata nuovamente vicino a lui.
_ “Ti è piaciuto?” gli ho chiesto.
_ “Si tantissimo, non credevo fosse così bello, vorrei ancora farlo se hai voglia”.
Gli ho guardato il cazzo ed era nuovamente duro, ma io ero esausta e con il ventre un po’ indolenzito.
_ “Adesso dormiamo sono stanca”.
Ho spento la luce, l’ho fatto avvicinare a me, abbiamo incrociato le gambe a forbice in modo che mi potesse penetrare, il cazzo duro mi è nuovamente entrato in figa ci siamo avvinghiati bene ed ho cercato di dormire, Aldo si muoveva leggermente per godersi la mia figa, gli ho detto di stare fermo e poi esausta mi sono addormentata.
Al mattino mi sono svegliata alle 9, Aldo dormiva ancora, chissà fino a che ora è stato sveglio con il cazzo duro nella mia figa questa notte, mi sono alzata e fatta una doccia poi ho fatto colazione, alle 10 vado in camera da letto lui dorme a pancia all’aria con il suo cazzo bello dritto e duro, mi avvicino lentamente mi corico vicino a lui apro la bocca e ci infilo il cazzo dentro e poi sto immobile, mi viene la saliva in bocca e la deglutisco e involontariamente succhio il cazzo, lui se ne accorge e si sveglia apre gli occhi, io continuo a succhiarlo, poi mi alzo e vado sopra di lui e me lo infilo in figa, lui da sotto si muove per scoparmi ma io lo blocco e sto ferma su di lui gli chiedo se ha voglia di fare colazione, mi dice di sì, mi alzo e glie la preparo, lui si alza e va in bagno.
Fatta colazione gli chiedo:
_ “A che ora vai a casa”.
_ “Veramente ho detto ai miei che oggi lavoravo in pizzeria e che sarei tornato a casa stasera tardi”.
Ho preparato il pranzo, avevo indossato il vestitino di ieri sera e sotto ero nuda mentre Aldo era nudo come un verme e con il cazzo duro.
_ “Ma a te non viene mai molle?”.
Ci siamo messi a ridere, poi ho nuovamente intavolato il discorso sul nostro rapporto, volevo che capisse bene che solo io decidevo quando doveva venire a casa mia e che non avrei calmato i suoi bollori quando lui ne aveva voglia, non volevo averlo tra i piedi, anche se mi piaceva, Aldo ha continuato a rassicurarmi che non avrebbe detto niente con nessuno e che si sarebbe attenuto ai miei dettami, però adesso voleva nuovamente andare a letto. Io gli ho detto di sì, ma gli ho anche fatto capire che le mie esigenze non sono le sue, io dopo una bella scopata sto anche un mese senza cazzo.
Mi sono alzata e siamo andati a letto, si è subito inginocchiato tra le mie gambe e non ha avuto bisogno del mio aiuto per mettermelo in figa, si è coricato su di me, io l’ho avvolto con le mie gambe attorno ai fianchi tirandolo verso di me, era tutto dentro la sua cappella spingeva contro il mio utero, è rimasto lì a lungo baciandomi restando immobile, poi ha puntato le mani sul letto e mi ha scopata, il suo volto era a una decina di centimetri dal mio, lo guardavo mentre si godeva la mia figa, aveva un viso da bambino e questo mi eccitava mi sentivo porca, in breve ho raggiunto l’orgasmo e sono partita ma ho continuato a godere mentre mi stantuffava, la scopata è stata lunga quel cazzo sembrava di marmo poi anche lui è partito sborrandomi in figa.
Si è accasciato su di me esausto e siamo rimasti lì uno dentro l’altra per diversi minuti, poi il cazzo lentamente si è ammosciato ed è uscito dalla mia figa, Aldo si è coricato vicino a me ed è stata la prima volta che l’ho visto con il cazzo molle anche se era ancora abbastanza sodo, non sono andata a lavarmi mi piace rimanere a lungo con lo sperma dentro e ci siamo fatti un pisolino.
Io mi sono proprio addormentata girando il culo verso di lui, mi sono sentita toccare e mi sono svegliata Aldo mi frugava tra le cosce e mi toccava lo sfintere ho guardato l’orologio erano le 16 mi sono alzata e sono andata a lavarmi, seduta sul bidet mi sono infilata due dita in figa era ancora piena di sperma appiccicaticcio, ero nuovamente eccitata, ho aperto l’acqua fredda e mi sono lavata. Aldo sì è vestito a malincuore ed è andato in pizzeria.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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