orge
34 - Il barista e gli amici del bar
di stinf
02.03.2022 |
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"Ha posato la birra sul tavolo ed è tornato dai clienti al bancone, due di questi erano sulla sessantina e uno era un trentenne che con gli occhi aveva seguito..."
CAPITOLO 34La mia relazione sessuale con Nicola si è interrotta, ma non ho smesso di frequentare il bar, sono andata una volta o due alla settimana ma di mattina quando il locale era pieno, facevo la mia colazione e me ne andavo senza pagare, dopo un mese di questo mio comportamento è capitato un giorno che c’era meno gente e Nicola ha avuto modo di parlarmi.
_ “Mi fa piacere che ogni tanto vieni a fare colazione, puoi venire anche tutti i giorni sei mia ospite”.
_ “Ti ringrazio ma non voglio approfittarne”.
_ “Vieni una di queste sere a bare una birra così parliamo”.
_ “Mi fa ancora male al culo”, l’ho salutato e me ne sono andata ovviamente senza pagare.
Eravamo verso la fine di agosto e faceva ancora molto caldo, non avevo voglia di stare a casa da sola e una sera dopo alle 22 sono andata a bere una birra, nel locale c’era ancora diversa gente, quattro uomini a un tavolo, una coppia abbastanza anziana, al bancone tre uomini che bevevano birra e in un altro tavolo una coppia molto giovane. Nicola ha spillato una birra e me l’ha portata al tavolo.
_ “Benvenuta, sono contento che sei tornata”.
_ “Grazie ma non farti illusioni”.
Ha posato la birra sul tavolo ed è tornato dai clienti al bancone, due di questi erano sulla sessantina e uno era un trentenne che con gli occhi aveva seguito Nicola mentre mi portava la birra, e poi aveva continuato ogni tanto a guardarmi. Io ero vestita con una camicetta e una gonna a pieghe molto corta che lasciava vedere una bella porzione di cosce. Mentre sorseggiavo la birra ero rivolta verso il bancone e ho incrociato diverse volte lo sguardo con il giovane che adesso mi guardava sempre con più interesse.
Ho finito la birra e il ragazzo se ne è fatte spillare due, le ha prese e si è avvicinato al mio tavolo.
_ “Ti dispiace se ti offro una birra? Vuoi mica stare lì tutta la sera da sola”.
_ “Grazie sei molto gentile, accomodati pure”, si è seduto ed ha appoggiato le birre sul tavolo facendomene scivolare una verso di me.
_ “Mi presento, sono Alberto”.
_ “Laura” gli ho risposto allungando la mano, lui me l’ha stretta con vigore trattenendola nella sua più del dovuto.
Ci siamo messi a chiacchierare mentre Nicola al bancone mi sembrava un po’ incazzato, Alberto mi ha raccontato di lui, aveva 25 anni era emiliano di Ferrara ma ormai da tanti anni a Torino ed era libero da impegni sentimentali. Io invece gli ho detto che ero sentimentalmente impegnata, poi finita la birra l’ho salutato e mi sono alzata per tornare a casa e lui a tutti i costi ha voluto accompagnarmi, arrivati davanti al portone di casa l’ho salutato, lui forse sperava che io lo facessi salire.
_ “Sono stanca, vado a dormire, magari ci vediamo ancora una sera al bar”.
Quando sono stata in casa ho pensato a Nicola che sicuramente si era incazzato vedendomi uscire con un cliente, ho fatto spallucce e mi sono messa sotto la doccia e poi a letto, una volta coricata non riuscivo a prendere sonno, mi capitava spesso quando era da molto che non facevo sesso, mi sono messa una mano in mezzo alle gambe e mi sono fatta un ditalino pensando di essere posseduta da un 40 enne e un figlio giovanissimo che mi prendevamo uno davanti e l’altro dietro e in pochissimo tempo ho raggiunto l’orgasmo. La mia mano era ancora tra le mie gambe, mi godevo gli ultimi istanti di piacere, la mia mente ha continuato a volare e ho immaginato che dopo mi pisciavano addosso, ho avuto un brivido al ventre.
Due sere dopo sono tornata al bar, come sempre vestita con una camicetta e una gonnellina a pieghe e senza intimo, ma questa volta era quasi mezzanotte, avevo voglia di scopare con Nicola e magari se c’era anche con Alberto, sono entrata e sugli sgabelli davanti al bancone era seduto Alberto e un altro uomo sulla cinquantina che chiacchieravano con Nicola, io mi sono avvicinata e Alberto è sceso dallo sgabello e mi ha fatta accomodare, l’altro che era vicino a lui si è subito presentato.
_ “Ciao sono Carlo”.
_ “Io Laura, piacere”.
Mi sono seduta e ho salutato Nicola, lui mi ha spillato una birra ed ha posato il boccale davanti a me, io l’ho preso ed ho bevuto un lungo sorso mentre Alberto ha preso un altro sgabello e si è seduto anche lui, abbiamo chiacchierato e bevuto. Carlo non finiva più di guardarmi le cosce, il gonnellino copriva a malapena l’inguine, poi ad un certo punto Alberto ha appoggiato una mano sul mio ginocchio, io ho fatto finta di niente e per non far capire a Carlo la mossa del suo amico mi sono avvicinata di più al bancone appoggiandovi sopra i gomiti. Il locale si stava svuotando, e nel giro di poco tempo i clienti sono andati via tutti.
Alberto si è avvicinato di più a me e ci ha messo poco ad arrivare con la mano al mio inguine e toccarmi i peli della figa, a quel punto io ho allungato la mano e gli ho toccato la patta dei pantaloni, il gonfiore era evidente, ho allargato le gambe e ho lasciato che Alberto a questo punto mi toccasse sfacciatamente la figa mentre io guardavo Nicola negli occhi.
_ “Che cosa hai organizzato per questa sera?” lui è diventato un po’ rosso in volto.
_ “Niente di particolare, pensavo che ti saresti fermata un po’ con me”.
_ “E questo dove lo mettiamo”, voltandomi leggermente verso Alberto, lui mi guardava senza rispondermi mentre io ero molto eccitata dalla situazione.
_ “Alberto è da quando ti ha accompagnata a casa che continua a chiedermi di te e a me è scappato un accenno sulla nostra relazione ed è da allora che mi chiede di coinvolgerlo e io gli ho detto di chiederlo a te quando ti avrebbe vista”.
Nel frattempo Carlo sentendosi di troppo o forse gli era già stato detto prima si è alzato ci ha salutati e se ne è andato,
_ “Chiudi il locale” ho detto a Nicola.
Era la mezza e lui si è affrettato ad abbassare le serrande e a chiudere il locale, io ho girato le spalle al bancone e Alberto si è piazzato in piedi davanti a me, mi ha sbottonato e tolto la camicetta, ha preso in bocca un capezzolo e si è messo a succhiarmelo, nel frattempo Nicola ha pulito bene un tavolo, io mi sono tolta il gonnellino e mi sono coricata di schiena con le gambe larghe, quella sarebbe stata una serata di fuoco.
Alberto si è spogliato completamente nudo ed è venuto a sedersi tra le mie gambe, le ha appoggiate sulle sue spalle e con le mani ha scostato i peli e si è messo a leccarmi la figa, nel frattempo Nicola si era avvicinato con il cazzo ancora molle e me lo ha appoggiato sulle labbra, ho subito sentito la puzza acre di pipì, mi sono eccitata di più ho allargato la bocca e l’ho ingoiato anche il gusto non era dei migliori. Alberto continuava a leccarmi la figa e cercava di infilarmi dentro la lingua e ogni tanto scendeva fino allo sfintere e lo leccava, io ero molto eccitata e volevo godere, ho preso Alberto per i capelli e ho diretto la sua bocca sul clitoride, nel frattempo il cazzo che avevo in bocca era diventato bello duro.
La lingua sul clitoride mi faceva godere e in breve ho raggiunto l’orgasmo, non avevo finito di sussultare che Alberto si è alzato in piedi e tenendomi le gambe alte mi ha infilato il cazzo in figa, non doveva essere un gran che come circonferenza ma era lungo perché ho sentivo sbattere la cappella contro l’utero, mi ha scopata e poi mi è partito sulla pancia, ma io ero un po’ dispiaciuta perché è durato poco e non sono partita.
Appena Alberto si è tolto Nicola ha preso il suo posto affondando il suo bel cazzone dentro di me, mi scopava con foga mentre io mi sono messa a leccare e succhiare il cazzo di Alberto che ogni tanto me lo spingeva in gola, ho fatto passare una mano tra le sue gambe e gli ho strizzato i testicoli, poi sotto i possenti colpi di Nicola sono partita raggiungendo un favoloso orgasmo che è durato all’infinito, non capivo più niente e speravo che quei momenti di godimento non finissero più.
Nell’eccitazione con la mano ho raggiunto lo sfintere di Alberto e senza pensarci su gli ho infilato un dito nel culo, lui ha avuto un sobbalzo ma non si è tolto, allora con il dito l’ho inculato infilandoglielo dentro più che potevo, mentre Nicola continuava a scoparmi come un forsennato, con il dito continuavo ad andare su e giù dentro l’ano che lentamente si dilatava, Alberto con una mano si è aperto le natiche per rendermi più facile e profonda la penetrazione. Il cazzo che avevo in bocca è tornato bello duro e lui me lo spingeva in gola più che poteva fino a farmi quasi soffocare, poi ho sentito lo sperma in gola, non ho dovuto nemmeno deglutire talmente me l’ha fatta in profondità, lentamente si è sfilato mentre io con la lingua raccoglievo le ultime gocce.
Nicola eccitatissimo mi guardava mentre il cazzo di Alberto si sfilava dalla mia bocca, continuava a scoparmi. Mi sono alzata un po’ sui gomiti ho guardato Nicola ed ho visto che stava per partire, l’ho attirato verso di me ed ho incollato le mie labbra sulle sue e l’ho baciato passandogli anche un po’ di sperma di Alberto, poi ho sentito il suo sperma caldo nella figa, lui si è scaricato tutto dentro di me e io mi sono lasciata cadere sul tavolo, godevo ancora, il mio ventre sobbalzava e c’è voluto un po’ di tempo perché mi riprendessi e finissi di godere.
Sono rimasta a lungo sdraiata sul tavolo a gambe aperte e con la figa dilatata da cui colava lo sperma di Nicola, poi lentamente mi sono alzata e scesa dal tavolo, sono andata a sedermi sullo sgabello davanti al bancone, anche Alberto è venuto a sedersi vicino a me, mentre Nicola è andato dietro al bancone e spillare tre birre. Li ho guardati tutti e due avevano ancora il cazzo abbastanza in tiro, e io avevo ancora voglia, abbiamo bevuto con calma le birre, faceva caldo ed eravamo tutti e tre marci di sudore.
_ “Andiamo sul letto?” ha detto poi Nicola.
_ “Tu vai, noi ti raggiungiamo” gli ho risposto io.
Ho fatto avvicinare Alberto, lui mi ha abbracciata e baciata sulla bocca, ci siamo scambiati un lungo bacio mentre io gli prendevo il cazzo in mano.
_ “Ti ho desiderata tanto”.
_ “Ti è piaciuto il dito in culo”.
_ “E’ stato fantastico, non avevo mai provato a farmi fare una pompa con un dito in culo, ho fatto una sborrata fantastica”.
_ “Adesso andiamo di là e anche se sei già partito due volte voglio che tu me lo metta in culo, ma voglio che duri tanto e quando mi avrai sborrato dentro non ti devi togliere, mi devi rimanere dentro possibilmente cercando di non farlo ammosciare”.
_ “Cercherò di fare del mio meglio, ma vorrei vederti da sola uno di questi giorni”.
_ “Vedremo”, l’ho preso per mano e siamo andati nel retro del bar.
Nicola era coricato sul letto con il cazzo duro, io mi sono avvicinata e inginocchiata tra le sue gambe e ho preso in bocca quella favolosa cappella, l’ho leccata a lungo poi mi sono girata e ci siamo fatti un 69, volevo che lui raccogliesse i residui del suo sperma che avevo ancora in figa, mi ha leccata per bene mentre io ricominciavo ad eccitarmi e a godere.
Mi sono alzata e sono andata ad infilarmi il cazzo in figa e mi sono coricata completamente su di lui che ha iniziato a muoversi lentamente dento di me. Alberto mi è venuto dietro e con le mani mi ha allargato le natiche e si è messo a leccarmi lo sfintere, con la punta della lingua ha rovistato tra le crespe e poi ha cercato di penetrarmi ma io avevo un grosso cazzo dentro e la lingua non è riuscita ad entrare ma ha continuato a leccarmi, ero eccitatissima, con fatica ho messo una mano sulla testa di Alberto e l’ho spinto verso il basso costringendolo a leccare oltre che il mio ano anche il cazzo che mi entrava in figa, lui ha fatto del suo meglio leccandolo e prendendo anche in bocca i testicoli di Nicola, godevo molto e quella lingua che mi leccava mi eccitava in un modo incredibile, mi sono girata verso di lui e gli ho detto:
_ “Adesso mettimelo in culo”.
Nicola mi ha allargato con le mani le natiche, Alberto si è posizionato dietro di me si è preso il cazzo in mano ed ha appoggiato la cappella sullo sfintere e ha spinto, Nicola si è fermato e il cazzo essendo sottile mi è scivolato bene dentro, ho sentito che risaliva il mio intestino e sono rabbrividita dal piacere ed essendo lungo mi sembrava che la cappella mi arrivasse in pancia.
Nicola ha aspettato che Alberto si posizionasse bene e poi ha ripreso a muoversi nella mia figa, prima lentamente e poi prendendo il ritmo con Alberto, è stata una doppia interminabile, mi hanno distrutta, godevo come non mai un grosso cazzo in figa e uno piccolino ma lungo in culo, il mio orgasmo è stato infinito schiacciata tra i due uomini che essendo già partiti avevano molta resistenza, poi dopo un’interminabile scopata la mia figa è stata allagata dallo sperma di Nicola, si sono fermati tutti e due, Nicola è rimasto con il cazzo dentro di me poi lentamente il cazzo si è ammosciato un po’. Alberto si muoveva lentamente nel mio culo ma poi il cazzo di Nicola si è ammosciato del tutto ed è uscito fuori dalla mia vagina, Alberto ha ripreso ad incularmi con foga stantuffandomi nel culo e io continuavo a godere come una vacca, il culo iniziava a bruciarmi un po’ ma poi anche lui è affondato più che poteva nel mio ano ed ha scaricato lo sperma nel mio intestino, ho sentito il liquido caldo e sono crollata distrutta su Nicola che era ancora sotto di me.
Come gli avevo chiesto Alberto è rimasto nel mio culo, io stringevo lo sfintere e sentivo che il cazzo era ancora abbastanza sodo, lui per non farlo ammosciare si muoveva lentamente dentro di me, poi io mi sono girata e gli ho detto:
_ “Pisciami in culo”.
Sarà passato un minuto prima di sentire il primo gettito di piscio, e quando ho sentito quel liquido caldo ho avuto i brividi, poi Alberto si è liberato facendomi una lunga pisciata nell’intestino. E’ rimasto nel mio culo ancora un bel po’ sempre muovendosi lentamente, poi il cazzo è diventato molle e si è sfilato, io con una mano mi sono tappata il culo ho stretto i muscoli dell’ano e mi sono alzata, Nicola però aveva ancora qualcosa in mente mi ha fatto sedere su uno sgabellino, è venuto davanti a me con il cazzo ormai molle in mano.
_ “Apri la bocca”.
Io l’ho aperta e lui ha appoggiato la cappella sulle mie labbra e si è messo a pisciarmi in bocca tenendomi ferma la testa, ma se si aspettava che mi ribellassi si sbagliava non solo ho tenuto la bocca aperta ma ne ho anche bevuta un bel po’, mi piaceva sentire quel liquido caldo che colava sul mio corpo, e poi un brivido di piacere me lo dava quell’essere umiliata.
Non volevo andare nel bagno del locale, ero tutta bagnata di sudore e di piscio ma mi sono infilata la camicetta e il gonnellino e sono corsa a casa mentre sentivo il piscio di Alberto che mi gorgogliava in pancia, e arrivata a casa ho fatto appena in tempo a sedermi sul water, ho guardato l’orologio erano le 5 e 30, mi sono fatta una lunghissima doccia e sono andata a dormire molto ma molto soddisfatta.
Nelle settimane che seguirono sono andata pochissime volte al bar e solo al mattino, mi aveva dato fastidio che Nicola avesse detto ad Alberto di noi due, e anche se la serata con loro due era andata benissimo avevo deciso non andarci più di sera, essendo vicino a casa non volevo che si spargesse la voce che la davo facilmente, e questo l’avevo detto a Nicola, dicendogli anche che con me aveva chiuso.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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