Lui & Lei
44 - Stuprata dal fisioterapista
di stinf
07.06.2022 |
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"_ “Cosa c’è da ridere” gli ho detto abbastanza in malo modo..."
CAPITOLO 44Andavo sovente al solito parco a correre, però non trovavo più il mio amico Ivo che per lavoro si era trasferito a Bergamo, come sempre quasi tutte le domeniche di mattina mi mettevo la tuta e di corsa arrivavo al parco in 5 minuti e poi mi facevo un paio di giri attorno. C’era tanta gente che correva, ragazze e signore anche anzianotte e tanti giovani, io speravo che qualcuno mi abbordasse per correre assieme o per farmi una bella scopata ma purtroppo pensavano tutti solo a correre. Era primavera e quella domenica mattina sono andata presto a correre, ho fatto un giro del parco e al secondo giro per scansare uno che all’improvviso si è spostato ho messo male il piede e mi sono presa una storta, mi sono coricata nel prato con un male cane, e mentre mi massaggiavo la caviglia mi sono guardata intorno abbastanza disperata pensando a come sarei potuta tornare a casa.
Su di una panchina a pochi metri da me c’era un signore anziano, forse aveva più di 65 anni, che rideva, io mi sono incazzata.
_ “Cosa c’è da ridere” gli ho detto abbastanza in malo modo.
_ “Lei è una ragazza fortunata”.
_ “Perché sono qui con un piede infortunato”.
_ “No, lei poteva farsi male da qualsiasi altra parte invece si è infortunata qui vicino a me, io sono un fisioterapista di professione e rimetto a posto i tendini e i nervi”.
Si è avvicinato e con una forza inaspettata mi ha presa in braccio, mi ha alzata e mi ha portata sulla panchina, mi ha tolto la scarpa e le sue mani si sono posate sulla mia caviglia, mi ha accarezzata e massaggiata per una ventina di minuti. Tra di me ho pensato che avevo trovato uno che voleva solo toccarmi e mi stavo nuovamente incazzando, poi si è fermato un giovane che correva.
_ “Professore lei trova sempre da lavorare anche la domenica” e ridendo se ne è andato.
_ “Professore?” gli chiedo io.
_ “Non sono un professore ma mi chiamano così, quello che mi ha chiamato professore l’ho aggiustato diverse volte, ha i tendini fragili”.
Io mi stavo ricredendo e avevo fiducia che mi mettesse veramente a posto la caviglia.
_ “Adesso bisognerebbe fasciare la caviglia e metterci su del ghiaccio, ha la macchina che la porto a casa”.
_ “No sono a piedi e non abito distante, ma in queste condizioni…”.
_ “Può venire da me la fascio e poi si fa venire a prendere da qualcuno o la porto a casa io con la macchina”.
_ “Vivo da sola e non c’è nessuno che possa venire a prendermi”.
_ “Per adesso venga da me”.
Si è alzato in piedi mi ha passato la mano attorno alla vita mentre io ho messo la mia sulla sua spalla e ci siamo incamminati, eravamo a pochi metri dal bordo del parco e attraversata la strada c’erano delle sontuose ville e lui abitava in una di queste. La villa sia dentro che fuori era in stile moderno, siamo entrati in un salone enorme arredato in stile moderno, mi ha portata in una camera di fianco e lì c’era il suo studio, mi ha fatta sdraiare sul lettino e poi è sparito, tornando alcuni minuti dopo in tuta mi ha spalmato una crema e massaggiato ancora un po’ poi mi ha fasciata e mi ha dato due stampelle.
_ “Visto che è sola ed è quasi mezzogiorno mi permetto di invitarla a pranzo”.
La casa aveva un piano terra e altri due piani, abbiamo preso l’ascensore e siamo andati al secondo piano, abbiamo consumato un pranzo frugale e poi mi ha portata a casa.
_ “Tenga le stampelle, appena si sente meglio me le riporta”.
Mi ha lasciata lì e se ne è andato, io sono salita in casa e sono andata a letto alla sera non ho cenato perché non volevo alzarmi dal letto, e al mattino quando mi sono alzata al piede non avevo più niente o quasi. Gli ho telefonato e l’ho ringraziato, volevo portargli subito le stampelle ma lui mi ha dato appuntamento per la domenica mattina alla panchina dove mi ero fatta male. Quell’uomo mi piaceva anche se era molto più vecchio di me e una sera pensando a lui mi sono masturbata pensando che mi violentava sul lettino dove mi ha massaggiata.
La domenica mattina mi sono messa in ghingheri, mi sono rasata bene la patata e mi sono truccata mi sono messa una giacca con una gonna una camicetta e sotto niente, sono andata a piedi al parco, lui era seduto sulla panchina che leggeva il giornale, mi sono seduta vicino a lui e l’ho nuovamente ringraziato poi mi sono inventata un problema.
_ “Professore visto che lei è tanto bravo potrebbe aiutarmi per il dolore alla schiena che da qualche mese mi tormenta".
_ “Se vuole viene da me e controlliamo”.
L’ho invitato a prendere un aperitivo e dopo lui mi ha invitata a pranzo e nel pomeriggio si è messo in tuta e mi ha portata nello studio.
_ “Dovrebbe mettere a nudo la schiena”.
Io mi sono tolta la giacca stando voltata verso di lui e poi mi sono slacciata i bottoni della camicetta mettendo a nudo i miei bei seni, ero eccitata e i miei capezzoli erano lunghi e duri, il professore che non era uno stupido mi ha guardata negli occhi e poi i capezzoli.
_ “Mi sembrano un po’ vogliosi questi capezzoli turgidi”.
Mi sono tolta la camicetta e mi restava solo la gonna, ci ho pensato un po’ su, poi me la sono tolta rimanendo completamente nuda davanti a lui, mi sono coricata sul lettino a pancia in giù, lui senza dire niente mi è venuto vicino mi ha unto la schiena e con le dita mi ha controllato tutta la spina dorsale, mi ha anche massaggiato per bene la schiena dandomi un piacere sottile.
_ “La schiena è a posto c’era qualcosa che non andava ma adesso abbiamo rimediato”.
Ero eccitata e avevo voglia, non sapevo cosa inventarmi.
_ “Professore ultimamente dopo una corsa mi prendono dei crampi alle natiche”.
_ “Provvediamo” è stata la sua risposta lapidaria.
Ho sentito che mi versava dell’olio nel solco delle natiche poi le sue mani mi hanno massaggiato le cosce e le natiche, io ho allargato un pochino le gambe e mentre le sue mani erano sulle mie natiche ho alzato leggermente il bacino, le sue dita sono andate sullo sfintere, io ho allargato di più le gambe mettendo in bella vista anche la figa. Adesso le sue mani mi accarezzavano sia lo sfintere che le labbra della vagina mentre io sussultavo dal piacere, le sue dita sono poi andate sul clitoride mentre con l’altra mano si dedicava allo sfintere, delicatamente un dito mi è entrato nell’ano, lo ha fatto roteare nel mio intestino e io ho iniziato a godere veramente.
Il dito sul clitoride mi torturava e mi dava un piacere intenso, poi le dita nel mio ano sono diventate due, e mentre mi inculava io ho raggiunto l’orgasmo sussultando, le sue dita hanno continuato a torturarmi ancora un po’ dentro il mio intestino e io non ce l’ho più fatta, sono scesa dal lettino mi sono inginocchiata e gli ho tirato giù i pantaloni della tuta e le mutande, davanti a me c’era un cazzo duro lungo e grosso, io sono rimasta estasiata e l’ho subito preso in bocca, ma per ingoiarlo era troppo grosso allora con la lingua ho leccato la cappella e tutto quel magnifico cazzo.
Lui nel frattempo si è spogliato tutto e io dopo una lunga leccata l’ho fatto appoggiare al lettino gli ho accarezzato le natiche poi le ho allargate e con la lingua sono andata sullo sfintere cresposo, l’ho leccato per bene mentre con una mano lo masturbavo, poi sono scesa con la lingua sui grossi testicoli e li ho presi in bocca uno per volta, con la mano libera mi sono toccata la figa, ho raccolto un po’ dei miei umori e olio li ho spalmati sul suo sfintere e mentre continuavo a masturbarlo e gli mordicchiavo i testicoli, ho infilato un dito nel suo ano e l’ho massaggiato dentro.
Dopo essersi goduto i miei massaggi mi ha poi presa per mano e mi ha portata al secondo piano in camera da letto, io non vedevo l’ora di essere penetrata da quel magnifico cazzo, mi ha fatta sdraiare sul letto e mi è venuto sopra si è preso il cazzo in mano e l’ha sfegato sulle labbra della figa e sul clitoride, poi è entrato, è stato fantastico, una volta che la cappella mi è entrata dentro si è fermato, io stringevo i muscoli dell’inguine poi lui lentamente è affondato dentro di me, il cazzo mi riempiva tutta e ne rimaneva fuori ancora un po’. Si è messo a scoparmi avendo cura di non farmi male e io quasi subito ho raggiunto l’orgasmo, lui ha aumentato il ritmo ed io ho continuato a godere come una cagna in calore.
Poi si è tolto e mi ha fatta scendere al letto e mi ha fatta coricare sulla sponda a gambe larghe, mi è venuto dietro e mi ha presa alla pecorina, io ho ripreso a godere mentre lui stantuffava dentro di me ed ho raggiunto un altro orgasmo, mi stavo chiedendo quando sarebbe partito, e lui si è tolto dalla mia figa, mi ha allargato le natiche ed ha strusciato la cappella sullo sfintere. Ho avuto un attimo di terrore se quel cazzo mi entrava in culo mi avrebbe fatto un male cane, ha trovato il punto giusto, io ho cercato di rilassarmi e lui ha spinto, la cappella è entrata e mi ha fatto un po’ male, si è fermato un attimo e poi è entrato tutto dentro di me, ho provato un dolore acuto sembrava che mi squarciasse, una volta che è stato tutto dentro si è coricato su di me.
Sentivo la cappella in pancia, l’ano mi bruciava e faceva male, il mio sfintere si contraeva.
_ “Stai fermo che mi fa male”.
_ “Vedrai che adesso passa”.
Ma non passava continuava a bruciare, lui era sempre fermo, ho fatto passare una mano sotto la pancia e mi sono toccata il clitoride, era turgido e gonfio, ho iniziato a massaggiarlo delicatamente, ho sentito che il professore mi faceva colare un filo d’olio tra le natiche e alcune gocce hanno percorso le labbra della figa e sono arrivate al clitoride. Si è sfilato da dentro il mio ano uscendo quasi tutto, si è lubrificato il cazzone e me l’ha spinto nuovamente dentro più che poteva, io ho stretto i denti, mi faceva male.
Una nuova pausa mentre io mi massaggiavo il clitoride e sentivo piacere e involontariamente contraevo lo sfintere, lui mi ha messo una mano sulla schiena immobilizzandomi, e prima lentamente e poi sempre più forte mi ha inculata, il male era forte ma io sentivo anche un piacere intenso, la mia figa era bagnatissima e poi inaspettatamente ho raggiunto l’orgasmo, lui se ne è accorto e non ha più avuto nessun ritegno, usciva quasi tutto dal mio culo per poi affondare tutto dentro di me, il culo mi bruciava, ma sentirmi impotente e violentata in quel modo mi dava piacere e desideravo che continuasse, e dalle labbra mi è uscita una frase che non avrei dovuto dire.
_ “Dai sfondami fammi godere veramente”.
Lui è diventato un animale, i colpi che mi dava mi facevano alzare i piedi da terra, ero sudata, tremavo e continuavo ad avere male e desideravo che continuasse, ho raggiunto un lunghissimo multi orgasmo e poi una quantità di sperma incredibile è arrivata nella mia pancia, non finiva più di eiaculare, godevo ed ero distrutta e desideravo che quel cazzo rimanesse dentro di me, ho allungato le mani l’ho preso per i fianchi e l’ho tirato verso di me, lui si è coricato sulla mia schiena ansimante, siamo stati così per un’eternità, poi tornando in me ho sentito il culo che bruciava forte allora l’ho lasciato libero e lui lentamente si è sfilato. Io ero distrutta e non avevo neanche la forza di contrarre lo sfintere e quando il cazzo è stato tutto fuori mi è colata lo sperma lungo le gambe.
Lui mi ha pulita e con una crema mi ha massaggiato lo sfintere e l’interno dell’ano, io lentamente sono riuscita a contrarre i muscoli e a ridurre la dilatazione, ero sempre coricata sulla sponda del letto a gambe larghe lui mi ha presa per mano e mi ha aiutata ad alzarmi e mi ha accompagnata in bagno, mi faceva male anche a camminare. Mi sono liberata e poi ho fatto una doccia e quando sono uscita mi ha portata in un altro bagno dove c’era una enorme vasca idromassaggio, siamo entrati, era una favola mi sono rilassata.
_ “Nessuna ha preso il mio cazzo in culo come l’hai preso tu oggi”.
_ “Mi hai fatto veramente male e continua a bruciarmi”.
_ “Ma ti è piaciuto”.
Aveva ragione mi era piaciuto, ma non l’avrei più rifatto.
Ci siamo crogiolati nella vasca per un’oretta, chiacchierando e bevendo un prosecco ghiacciato, il professore mi ha poi accarezzato in seni.
_ “Sono perfetti, e poi hai dei capezzoli fantastici”.
Io ero lusingata, ho allungato la mano e mi sono ritrovata il cazzo in mano nuovamente duro, ho messo la testa sotto l’acqua e l’ho preso in bocca, quando mi è mancato il fiato sono risalita, l’ho abbracciato ed ho preso un suo capezzolo in bocca, l’ho leccato ed è diventato duro, ho leccato anche l’altro e poi il professore mi ha sollevata e mi ha baciata sulla bocca, io mi sono stretta a lui e in mezzo alle mie gambe ho sentito il cazzo duro, mi sono lasciata andare e mi è entrato dentro.
Siamo stati fermi continuando a baciarci, si stava divinamente bene con quel cazzo in figa, poi lui si è mosso e mi ha scopata, non ci ho messo molto a raggiungere l’orgasmo, mentre godevo il professore mi guardava negli occhi, poi quando ho smesso di sussultare ci siamo spostati nell’enorme vasca dove c’era un gradino, mi ha fatta inginocchiare e mi ha presa alla pecorina, ero tutta immersa nell’acqua che mi arrivava al collo, lui mi ha presa per i fianchi e mi ha scopata, ho ripreso a godere e quando mi ha vista su di giri è stato tremendo, mi ha scopata brutalmente, i suoi colpi mi sollevavano dall’acqua, ho cercato di far passare una mano dietro perché non mi entrasse tutto dentro, ma lui mi ha bloccata ed ha continuato in modo sempre più brutale.
Avevo male alla pacia ero immobilizzata e venivo violentata, il dolore era forte ma sentirmi sottomessa e impotente mi piaceva e mi eccitava, aveva una resistenza incredibile, ho cercato di divincolarmi diverse volte ma non ci sono riuscita, gli ho detto più volte di smetterla, ma lui continuava imperterrito.
_ “Godi troia, goditi questo magnifico cazzo”.
_ “Basta mi fai veramente male”.
_ “Non è vero lo sento che godi”.
Per fortuna è partito anche lui, e quando non ho più sentito il cazzo martellarmi dentro e le sue mani mi hanno lasciata andare sono uscita dalla vasca e senza una parola sono scesa al piano terra, mi sono rivestita e me ne sono andata.
I cazzi grossi fanno molto effetto sull’immaginario dell’uomo virile, molte donne lo preferiscono lungo e grosso, e tante volte ci sono cascata anche io, quando ne ho trovati di veramente grossi alla fine mi sono sempre pentita di aver fatto sesso con loro, si gode molto di più con un cazzo normale se ben adoperato. Non me l’aspettavo dal professore tutta quella violenza, mi sarebbe piaciuto avere una breve relazione con lui, ma dopo quello che era successo nella vasca idromassaggio non l’ho più voluto rivedere anche se lui mi ha telefonato più volte per chiedermi scusa e riallacciare i rapporti.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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