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12 - Franco il carcerato


di Membro VIP di Annunci69.it stinf
21.05.2021    |    13.470    |    24 9.6
"_ “Sei molto più bella che in foto”..."
CAPITOLO 12

Leggevo Topolino, proprio così a 23 anni una delle mie letture preferite era proprio Topolino, tutte le settimane correvo in edicola e non me ne perdevo una copia. Se qualcuno di voi se lo ricorda nelle ultime pagine c’era la corrispondenza, alcuni lettori scrivevano di se e i più interessanti venivano pubblicati, non erano lunghi, poche righe, ma io li leggevo tutti e a qualcuno rispondevo e intavolavo un’amicizia epistolare che pero non durava molto finché non scrissi a un 45enne di nome Franco.
Le prime lettere furono conoscitive ma molto lunghe da parte di Franco, io mi sono descritta e anche lui, poi divennero più personali e lì venni a sapere che era in carcere, io continuai a scrivergli perché pensavo alla sua solitudine alla mancanza di libertà. Franco mi aveva raccontato che i suoi problemi erano di origine fiscale. Ho continuato a rispondere alle sue lettere, ci scrivevamo dei nostri interessi, delle nostre passioni, del lavoro, lui però ha sempre cercato di sorvolare sul motivo per cui era in carcere e io non glie l’ho mai chiesto avendo già avuto assicurazione che non era per atti violenti.
Mi scriveva lunghe lettere, molto ben scritte e si vedeva che era una persona colta, io mi sono un po’ invaghita di lui specialmente quando mi ha mandato una sua foto formato tessera, era un bell’uomo, e alcune sere mi sono masturbata pensando a lui.
Mi eccitava molto pensare che andavo a trovarlo in una cella dove c’erano altri 3 uomini e facevo l’amore con lui mentre gli altri guardavano, altre volte pensavo che me li facevo tutti, altre volte ancora che mi violentavano e tante altre combinazioni. Oramai mi era entrato in testa e le nostre lettere erano diventate leggermente più intime.
Un giorno ricevo una convocazione dalla questura di Torino, mi presento nell’ufficio che mi era stato indicato, mi riceve un signore in borghese e mi chiede perché scrivevo ad un carcerato e che interessi avevo, io mi sono subito indispettita e gli ho risposto che a loro non doveva interessare. Il funzionario ha adoperato un tono molto più conciliante e io gli ho raccontato di come avevo iniziato a scrivergli, per me era un modo per alleviare le sofferenze di una persona reclusa ecc. Lui mi ha messo in guardia facendomi notare la differenza di età e dicendomi che la persona a cui scrivevo non era in carcere per motivi efferati, ma che comunque era legato a persone molto poco raccomandabili e che per me poteva essere molto pericoloso. Io sono stata ad ascoltarlo con molta attenzione e gli ho detto che avevo capito la situazione e sarei stata attenta. Alla fine mi ha detto che era di Bologna e che fra due mesi avrebbe finito di scontare i cinque anni di carcere e sarebbe uscito, io l’ho ringraziato e sono tornata a casa.
Due giorni dopo ricevo la lettera di Franco che mi dice la data di uscita, io gli rispondo che ero felice e che sarei andato a prenderlo davanti al carcere, lui me l’ha sconsigliato chiedendomi di vederci in qualche altro posto perché voleva ringraziarmi per avergli tenuto compagnia con le mie lettere. Io ci ho pensato un po’ su, mi ero fatta tanti ditalini pensando a lui e penso che anche lui si sia segato sulla foto che gli avevo mandato, e mi sarebbe piaciuto essere la prima donna che si faceva quando sarebbe uscito. Certamente avrebbe avuto una voglia pazza e anche io avevo voglia, erano quasi tre mesi che non avevo rapporti con un uomo.
Gli ho risposto che se voleva poteva raggiungermi a casa e se usciva al mattino avrebbe potuto venire a mangiare il primo pasto da libero qui con me. Ovviamente lui ha accettato e quando è arrivato il giorno mi ha telefonato che per le 11 sarebbe stato a casa mia, io quel mattino mi sono superata nel cucinare, antipasti, agnolotti, arrosto con patate e dolce con due bottiglie di vino. Ma mi ero anche dedicata a me, mi ero depilata le gambe e le ascelle e sfoltito di molto il pelo tra le gambe, l’avevo ridotto a un triangolo sul pube e completamente rasato sulle labbra. Era tutto a posto però non sapevo che cosa sarebbe successo, e se lui mi aveva solo scritto lettere per passare il tempo? E se aveva scritto anche ad altre? E se aveva una moglie? Questi erano i miei pensieri, però li ho scacciati dalla mia testa e mi sono messa un vestitino che mi arrivava sopra le ginocchia, ero senza reggiseno che generalmente non porto, e dopo averci pensato a lungo non mi sono messa le mutandine.
Alle 11,30 Franco è arrivato, io vado alla porta ad aprire, ero molto emozionata ed avevo il cuore che mi batteva forte, ho aperto la porta e mi sono trovata davanti un uomo di una spanna più alto di me, un po’ robusto e un viso simpatico come l’avevo già visto in foto, mi sono spostata per farlo entrare e poi ho chiuso la porta. C’è stato tra di noi qualche attimo di silenzio, poi mi ha detto:
_ Ti posso abbracciare?”.
Io mi sono avvicinata ed ho alzato le braccia e glie le ho messe attorno al collo, è stato un lungo abbraccio, mi ha presa per i fianchi e mentre mi stringeva a lui mi ha alzata da terra.
_ “Sei molto più bella che in foto”.
Io gli ho sorriso e l’ho fatto accomodare in cucina, gli ho offerto l’aperitivo, e lui si è messo a parlare di come era contento di essere finalmente uscito dal carcere e di poter tornare a una vita normale. Io nel frattempo mettevo in tavola gli antipasti, lui mi faceva i complimenti perché avevo un bel corpo, avendomi solo vista su una fototessera. Abbiamo mangiato e dopo pranzo lui si è offerto di lavarmi i piatti, io ovviamente mi sono rifiutata e mi sono messa a lavarli, lui ha bevuto un digestivo e poi mi è venuto vicino, mi ha detto che in cinque anni era la prima volta che stava vicino a una donna e si è complimentato per il buon profumo che aveva la mia casa e che avevo io.
Ho capito che aveva voglia di una donna, e avevo voglia anche io che non avevo rapporti da alcuni mesi, finito di lavare i piatti mi sono girata e me lo sono trovato davanti ad alcuni centimetri, l’ho abbracciato e ho appoggiato le mie labbra alle sue, lui le ha subito aperte e ci siamo dati un lungo bacio con abbondanti scambi di saliva, le sue mani mi accarezzavano senza osare ad andare sulle parti intime. Io però stando appiccicata a lui ho sentito che gli si induriva il cazzo, e che cazzo, il gonfiore era enorme, io mi sono strusciata di più contro il sue inguine, allora Franco ha osato e le sue mani sono andate sulle mie chiappe, le ha accarezzate sulla stoffa del vestito, io ho tolto un braccio dal suo collo ed ho messo la mano sulla patta dei pantaloni ed ho sentito che lì c’era un cazzo enorme.
_ “Si lì sono un po’ grosso, ma non devi avere paura”.
_ “Andiamo a letto” gli ho risposto io.
Arrivati in camera io mi sono sfilata il vestito rimanendo completamente nuda sotto il suo sguardo ammirato, mi sono seduta sul letto ed ho guardato lui mentre si spogliava, si è tolto la camicia e la canottiera e ha messo in mostra un torace muscoloso, poi si è sfilato i pantaloni ed è rimasto in mutande, il cazzo era semiduro ma era molto voluminoso, io avevo il cuore che batteva, avevo voglia di scopare non di farmi sfondare ma me l’ero cercata. Si è sfilato le mutande ed è rimasto nudo davanti a me, non esagero il cazzo aveva la circonferenza di una lattina di birra e non era del tutto duro, anche in lunghezza non era male, solo la cappella non era grande rispetto alle proporzioni del cazzo. I battiti del mio cuore hanno subito un’accelerazione.
_ “Si lo so che è grosso, ma da duro non diventa più grosso”.
_ “Io non so se riesco a prenderlo è mostruoso, dentro di me non entra”.
_ “Proviamo, io non te lo spingo dentro se ti faccio male, sarò delicato hai la mia parola”.
Così dicendo si è coricato vicino a me, ci siamo abbracciati e baciati, io ho preso il cazzo in mano e l’ho segato un po’, questo si è indurito del tutto, ero preoccupata. Franco è poi sceso tra le mie gambe e mi ha leccato la figa che nonostante tutto era eccitatissima e fradicia di umori, con la lingua ha raccolto tutto poi si è dedicato al clitoride s’è le risucchiato in bocca e l’ha torturato con la lingua, io in brevissimo tempo ho raggiunto l’orgasmo e sono partita. Franco mi ha fatta sdraiare su di lui incollando le labbra alle mie, poi mi ha abbracciata e con una mano ha puntato il cazzo conto il buco della mia vagina, io mi sono irrigidita pensando che quella stretta precedesse l’introduzione del suo cazzo, ma lui ha tolto la mano lasciandomi libera e mi ha accarezzata il volto mentre mi baciava poi le sue dita hanno preso i capezzoli e me li ha torturati, io avevo una voglia matta di cazzo.
Sentendo la cappella tra le grandi labbra della figa non ho più resistito e ho spinto facendola entrare nella mia figa, ma quella era la parte più piccola del cazzo, e sentendomela dentro ho provato a spingere di più, la mia figa era bagnatissima e ben lubrificata dai miei umori, il cazzo scivolava bene ma dopo un po’ mi sono fermata mi sentivo come se qualcosa si lacerasse. Avevo i capezzoli in fiamme Franco me li torturava e cominciavano a farmi un po’ male, ma quel dolore mi dava piacere e mi aumentava la voglia di prendere tutto dentro di me quel cazzo.
Ne avevo dentro un paio di centimetri ed ho provato a scoparmi con quelli cercando sempre di farlo entrare di più, il piacere aumentava ed ho raggiunto un altro orgasmo. Poi Franco mi ha sussurrato all’orecchio:
_ “Dai spingi ormai ne hai un bel pezzo dentro e il buco della tua vagina è dilatato, dentro la figa è larga”.
_ “Ci provo ma tu non muoverti”.
Ho tirato un bel respiro, ho appoggiato le mani sul petto di Franco tirandomi su, lui aveva sempre i miei capezzoli tra le dita e me li stringeva forte, io stavo per raggiungere un altro orgasmo, e mi sono calata su di lui, avevo male al buco della vagina ma il cazzo pian piano è entrato tutto dentro e sono nuovamente partita. Sono stata lì ferma diversi minuti cercando di rilassarmi più che potevo, la figa era indolenzita e mi bruciava, Franco ha smesso di torturarmi i capezzoli e mi guardava e sorrideva il suo cazzo duro pulsava dentro di me mentre la mia figa si contraeva, poi lentamente mi sono sfilata da quel cazzo e mi sono coricata di fianco a lui.
Me la sono toccata e infilato due dita dentro, era ben dilatata, poi mi sono guardata le dita per vedere se c’era sangue ma non c’era. Franco si è poi inginocchiato tra le mie gambe e mi ha fregato la cappella sul clitoride e a me è tornata la voglia, lui me l’ha infilata tra le grandi labbra e poi lentamente è entrato dentro di me, era enorme e mi sentivo squarciare ma godevo, lui sempre molto lentamente ha iniziato a pomparmi, il mio eccitamento aumentava e lui mi vedeva che godevo, ha aumentato il ritmo mentre io gli ho passato le gambe attorno ai fianchi in modo che potesse penetrarmi meglio, sentivo la cappella sbattermi contro l’utero ed ho raggiungo l’orgasmo ed ho continuato a godere fino alla fine. Il suo ritmo è aumentato e adesso mi scopava come si doveva mentre io passavo da un orgasmo all’altro, poi i colpi sono diventati prepotenti e all’improvviso si è fermato e mi ha riempita di sperma.
Appena finito di eiaculare ha ripreso a scoparmi coricandosi sopra di me, sentivo lo sperma che usciva dalla mia figa e mi colava tra il solco delle chiappe bagnandomi lo sfintere per poi finire sulle lenzuola, è stata una scopata lunga e io dopo un po’ ho ripreso a godere ero stravolta e dopo una decina di minuti Franco è nuovamente partito, ma non si è tolto, il cazzo aveva perso un po’ di consistenza ma rimaneva sempre enorme, io ero sfinita e dolorante nelle parti basse, la figa e l’utero erano indolenziti e il canale della vagina bruciava, allora l’ho spinto via e lui a malincuore si è coricato al mio fianco.
_ “Hai goduto molto, ti è piaciuto?”.
_ “Sì mi è piaciuto ma sono distrutta e mi fa male dappertutto”.
Sono andata in bagno e mi sono fatta un bidet mi sono lavata prima di fuori poi ho infilato due dita dentro e me la sono sentita bella larga, allora di dita ne ho infilate tre, ero veramente sfondata. Sono tornata in cucina erano le 16 ho preparato il caffè e dopo essersi lavato è arrivato anche Franco, preso il caffè ci siamo seduti sul divano eravamo sempre nudi, gli ho guardato il cazzo molle, ma era sempre di notevoli dimensioni.
_ “Per oggi basta” gli ho detto.
_ “Veramente io ho ancora voglia”.
_ “Sei già partito due volte e la seconda mi hai stantuffato ininterrottamente per 5 minuti, se torniamo a farlo quanto ti ci vorrà per venire, io ho mal di pancia”.
_ “Va bene scopiamo solo se tu lo vuoi”.
Mi ha preso per mano e siamo andati a letto, mi ha leccata tutta dai piedi alle gambe, le tette, la pancia, il collo, il sedere. Mi ha aperto le natiche ed ha affondato il viso tra di esse, con la lingua mi ha massaggiato lo sfintere per un tempo interminabile mentre io mi rilassavo, poi ha infilato la lingua dentro e mi ha rovistato il buco del culo.
_ “Lì non provarci nemmeno, sono vergine” gli ho mentito.
Mi ha fatta girare e mi è venuto di fianco ci siamo limonati e poi lui mi ha infilato due dita in figa, penetrandomi con facilità talmente era bagnata e ancora dilatata. Senza dire niente mi ha fatto allargare le gambe e si è inginocchiato tra di esse, si è preso il cazzo duro in mano me lo ha strusciato un po’ sul clitoride, io ero già eccitata ma quel massaggio mi ha fatto allargare le gambe più che potevo, e lui mi ha penetrata, ho sentito il cazzo entrare tutto dentro di me, era emozionante sentirlo, provavo un misto di paura e piacere, e godevo. E’ stata una lunga cavalcata Franco mi sbatteva come un forsennato io ho passato le gambe attorno ai suoi fianchi per prenderlo meglio ed ho iniziato a godere senza più smettere fono a quando ho sentito la figa nuovamente piena di sperma. Ero sempre più distrutta e anche Franco si è accasciato di fianco a me sfinito, sono rimasta a letto per riprendermi mentre sentivo lo sperma uscire dalla figa, colarmi tra le chiappe.
Ci siamo alzati dal letto che erano le 19,30 eravamo tutti e due affamati, ho telefonato alla solita pizzeria ed ho ordinato due pizze e due porzioni di farinata. Ci siamo lavati ma siamo rimasti nudi abbiamo preparato il tavolo ed abbiamo aspettato le pizze, quando hanno suonato da sotto ho chiesto chi era mi hanno risposto che erano le pizze, mi è sembrata la voce del ragazzino che me le aveva già portate, mi sono messa un accappatoio e ho aperto, poi ho pensato che il ragazzino delle pizze mi aveva già visto il pelo e mentre aspettavo che suonasse alla porta mi sono sistemata l’accappatoio in modo che allargando le braccia per prendere le pizze l’accappatoio si aprisse. Franco era in cucina nascosto perché era nudo quindi non poteva vedere, e quando hanno suonato alla porta io ho aperto, c’era il solito ragazzino che vedendomi in accappatoio ha strabuzzato gli occhi, ci siamo salutati e gli ho allungato i soldi, lui con una mano li ha messi in tasca io gli ho chiesto fino a che ora portavano le pizze e lui mi ha risposto fino alle 22, io ho allargato le braccia per prendere le pizze e l’accappatoio si è aperto scoprendo tutto il mio corpo nudo, lui è rimasto incantato e io sono rimasta lì alcuni secondi facendo la sorpresa e poi ho chiuso la porta.
Abbiamo mangiato le pizze e bevuto un paio di birre, Franco mi ha parlato dei suoi progetti dicendomi anche che domani partiva per Bologna dove abitava da solo, mi ha dato l’indirizzo e il telefono e mi ha invitata a raggiungerlo quando ne avevo voglia.
_ “Vieni a sederti qui sulle mie ginocchia che ci facciamo due coccole”.
_ “Vengo ma non scopiamo più, se vuoi ti faccio una pompa o una sega, ma in figa basta”.
Lui si è messo a ridere e io sono andata a sedermi su di lui, mi ha subito baciata i capezzoli delicatamente, perché erano ancora indolenziti dai pizzicotti che mi aveva dato mentre mi scopava, poi ci siamo baciati sulla bocca, baci lunghi e umidi, mentre il suo cazzo prendeva consistenza. Mi ha fatta andare a cavalcioni sulle sue gambe, lui era seduto appoggiato allo schienale io ho allargato le gambe e mi sono seduta, ho subito sentito il cazzo che puntava verso l’alto, ma non me l’ha messo dentro l’ha lasciato lì che spingesse contro la mia figa, abbiamo ripreso a baciarci e la sua cappella si è infilata tra le mie grandi labbra. Sentendolo lì che mi strusciava anche sul clitoride mi è tornata la voglia di prendermelo dentro, mi sono sollevata leggermente il cazzo ha puntato verso l’alto e io mi sono abbassata facendolo entrare in figa che era un colabrodo, ed il cazzo è scivolato in figa abbastanza agevolmente, ormai ero ben dilatata. Io lo baciavo e lo accarezzavo e lui si muoveva sotto di me facendomelo entrare più che poteva, mi sono mossa anche io e sono partita tremando dal piacere.
_ “Se hai voglia andiamo a letto”.
_ “Si andiamo” gli ho risposto.
Arrivati in camera mi ha fatto coricare sulla sponda del letto a pancia in giù, si è chinato dietro di me mi ha aperta con le mani e si è messo a leccarmi partendo dal clitoride passando per il buco della vagina e poi fino allo sfintere. Mi dava dei bei colpi di lingua sul clitoride poi leccava le pareti delle grandi labbra e poi infilava la lingua nella mia vagina, infine arrivava al mio sfintere e cercava di penetrarlo con la lingua, io lo tenevo stretto, gli avevo mentito dicendogli che ero vergine perché non volevo che mi inculasse. Godevo tanto e continuavo a bagnarmi. Poi si è alzato e con le mani mi ha allargata e mi ha infilato il cazzo in figa, non è stato delicato e io mi sono lamentata lui mi ha messo le mani sulle spalle mi ha tenuta ferma e mi ha scopata, in quella posizione la sua cappella sbatteva forte contro l’utero che era ancora indolenzito dal pomeriggio, glie l’ho fatto notare ma lui ha continuato a sbattermi.
Io mi sono rassegnata anche perché ero immobilizzata, la scopata è diventata violenta io ho raggiunto l’orgasmo e sono partita, poi mi sono nuovamente lamentata dicendogli di smetterla, ma lui da quell’orecchio non ci sentiva, io avevo male e mi sono venute le lacrime agli occhi, continuavo a chiedergli smetterla ma lui continuava sempre più forte. La scopata sarà durata 15 minuti, io non ce la facevo più poi finalmente si è fermato tutto piantato dentro di me e mi riempita nuovamente di sperma e finalmente si fermato ed è uscito dalla mia figa, io mi sono alzata e sono andata in bagno a lavarmi la figa e la faccia per togliermi le lacrime e rinfrescarmi. E’ andato anche lui a lavarsi e quando è tornato ho fatto il broncio gli ho detto che mi aveva veramente fatto male, lui si è scusato e siamo andati a dormire.
Mi sono svegliata prima di lui e mi sono alzata e vestita mettendomi una camicetta, le mutande e un paio di jeans, quando si è svegliato è rimasto deluso che non ero a letto con lui, io gli ho detto che alle 11 dovevo trovarmi al lavoro, abbiamo fatto colazione e l’ho portato alla stazione ci siamo salutati con la promessa che appena avessi avuto qualche giorno di vacanza lo avrei raggiunto a Bologna per stare qualche giorno con lui, ci siamo baciati e me ne sono andata al solito bar a prendere l’aperitivo, quella del lavoro era una balla, non c’è l’avrei più fatta a prendere ancora il suo cazzo in figa, avevo ancora adesso mal di pancia. A Bologna non ci sono mai andata nonostante lui mi avesse cercata diverse volte per telefono, poi l’ha capita e non l’ho più sentito. Da quella volta faccio attenzione al cazzo che mi devo prendere non voglio più vedere un affare così.

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