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Fabio col padre camionista (cap. 2)


di alfredCA
04.11.2017    |    23.586    |    8 9.1
"“Ciao Carlo, che fai? Ho visto che non sei sceso e mi sono un po’ preoccupato, qualche problema?” “Si questa sera si, c’è mio figlio che non si sente tanto..."
Prima di iniziare a leggere questo capitolo è consigliabile leggere il capitolo 1
Quando rimasi da solo in casa, mio padre era andato giù in giardino ad accompagnare i suoi amici, passarono nella mia mente tante cose importanti per l’armonia e per il nostro rapporto:
1) Il mio atteggiamento nei confronti di mio padre non doveva assolutamente cambiare e mi dovevo impegnare perché dai miei sguardi e dal mio modo di fare non trasparisse assolutamente nulla.
2) Dovevo trovare un modo per parlare con mio padre con l’obiettivo spudorato di riuscire a far sesso con lui, dopo quella scoperta il desiderio per lui era aumentato. Dovevo riuscire in questo desiderio senza svelargli che lo avevo spiato e addirittura registrato durante l’incontro con i suoi amici.
Per il primo punto ero sicuro di riuscirci, dovevo stare attento e metterci un po’ di impegno ma poi ero sicuro che dopo un paio di giorni questo problema sarebbe stato superato agevolmente e così fu, infatti il tempo aiuta a dimenticare.
Per il secondo punto, ci dovevo pensare parecchio ma senza fretta e una soluzione e una occasione la avrei trovata.
Passò un po’ di tempo e mio padre mi chiese nuovamente se mi andava di fargli compagnia per un viaggio un po’ lunghetto, partenza all’alba e rientro la sera sul tardi. In quel viaggio avrebbe dovuto fare anche una consegna per il nostro magazzino. Prontamente gli risposi: “va bene papi, nessun problema, lo sai che ci vengo volentieri” e mi diede un bacio sulla fronte. Il giorno successivo diedi una mano per caricare il camion e alle 4 del mattino partimmo per il nostro ennesimo viaggio. Prima sosta in un autogrill per un cappuccino e una brioche e subito ripartenza. Dopo circa due ore si era nella solita area di servizio dove ormai avevo scoperto che vi era il giro. Mio padre si fermò dandomi il solito avvertimento di non abbandonare il camion. Prima che lui scendesse gli dissi provocatoriamente: “papi ma se succede che qualche bel tipo vuole farmi una pompa, lo posso far salire sul camion? La volta precedente ho ricevuto due proposte e purtroppo ho dovuto dire di no” E mio padre, senza lasciarmi terminare la frase mi rispose con tono alterato: “Ma Fabio cosa ti salta in mente, ti rendi conto quello che mi hai chiesto? Primo non devi fare certe porcherie e se dovessi scoprirti giuro che ti prenderei a calci nel culo e secondo non sono modi di rivolgersi al proprio padre, ci vuole un po’ di pudore e mi meraviglio che tu questa volta sia andato oltre le righe” “scusami papi, vai tranquillo, continuerò a fare il ragazzo serio e tutto d’un pezzo come sono sempre stato” e mio padre dandomi un bacetto sulla guancia “bravo ragazzo, non avevo dubbi” e mi diede un altro bacio e sparì in mezzo agli altri camion.
La risposta di mio padre mi fece sorridere e pensavo a come fosse facile fare gli attori e saperlo fare molto bene. Ormai ero sicuro di conoscere mio padre sotto tutti i punti di vista e quella risposta secondo lui voleva dimostrare la sua integrità e la sua serietà cosa che sapevo non avesse per niente. Ormai ero quasi certo, anche se non lo avevo scoperto in flagrante, che anche in quell’area di servizio si incontrasse con qualcuno e si divertisse un po’. La mia comunque voleva essere una provocazione per tastare la sua reazione e ottenni i risultati voluti. Mai e poi mai avrei fatto incontri con uomini anche belli ma comunque sconosciuti, non era nei miei pensieri.
Al rientro dal viaggio, mentre eravamo a tavola, mio padre disse che sarebbe dovuto andare a Roma per una manifestazione di autotrasportatori e che si sarebbe dovuto trattenere due giorni viaggio compreso, chiese a mia madre se aveva piacere di andare con lui che sarebbero andati anche alcuni suoi amici con rispettive consorti, tra cui Silvio e Renato. Mia madre mi guardo e mi chiese se per due giorni la avrei sostituita in magazzino e dopo la mia risposta affermativa “tranquilla mamma, vai che al magazzino ci penso io,” diede la risposta affermativa dicendo che l’avrebbe accompagnato volentieri.
Arrivò il giorno della partenza e ovviamente dal mattino presto ero in magazzino e così per tutto il giorno e il giorno successivo. In qualche momento di tranquillità e pausa pensavo a mio padre, alla scoperta che avevo fatto e come fossero coinvolti in questa storia anche i suoi amici più cari, gli stessi amici che ora erano a Roma e quel che più mi preoccupava è che vi era anche mia madre. Non avevo più tanta fiducia in mio padre e non volevo che mischiasse la mamma in qualche suo progetto erotico. La cosa mi avrebbe fatto imbestialire, desideravo ardentemente che mia madre rimanesse fuori da questa storia e dai nostri vizietti. Io adoravo mio madre, la ammiravo come mamma, come donna e come imprenditrice. La sua attività andava benissimo e il merito era solo suo. In famiglia se ci potevamo permettere una vita abbastanza agiata senza rinunce, era dovuto all’attività di mia madre. Il lavoro di camionista non era un buon lavoro remunerativo, se si dovesse vivere col solo lavoro di mio padre, saremo quasi alla fame.
Rientrarono abbastanza contenti e soddisfatti perché a Roma avevano ottenuto delle rassicurazioni molto importanti. Io ero stanchissimo e quindi andai a letto molto presto mentre i miei rimasero in salotto a parlare. Nel silenzio sentii mia madre che diceva: “Sai che Renato non era niente male, ma anche Federico era fantastico” e mio padre “Sono tutti formidabili, ci sanno fare tantissimo e ogni tanto qualche esperienza se la fanno” Quelle frasi risvegliarono in me tanti dubbi, cercavo di dargli un senso, pensavo al peggio, pensavo che mio padre magari era riuscito a coinvolgere mia madre in qualche orgia. Cavolo cosa voleva dire “sai che Renato non era niente male” in che cosa, perché, niente male in che? Bo! Ormai l’aver scoperto mio padre partecipare a quell’orgia con i suoi amici, mi portava a dubitare su ogni cosa, anche se ovvio mi auguravo che le cose fossero diverse da come le stavo immaginando. Mia madre era una donna molto seria e affidabile e mai avrebbe ceduto a eventuali deviazioni di mio padre, almeno così pensavo, di questo ne ero quasi sicuro ma sai, mai dire mai, poi pensai che se magari mio padre fosse riuscito a convincerla e mia madre l’avesse fatto con gioia, non me ne sarebbe fregato niente, io volevo solo la gioia e la serenità di mia madre. Con questi pensieri mi addormentai.
Nei giorni successivi pensavo sempre a come fare per cogliere personalmente in flagrante mio padre ma non riuscivo a capire come. Il giovedì giorno in cui secondo i miei programmi si sarebbero dovuti incontrare, si stava avvicinando e ancora non avevo nessuna idea.
Arrivò il giovedì pomeriggio, accesi il pc in camera mia e attivai la webcam per la registrazione e nonostante non fossero ancora arrivati diedi il via alla registrazione. Pensavo almeno il porno mi vedo e magari ci scappa una splendida sega. Mi venne da pisciare, così corsi in bagno e andai nel bagno dello studio e mentre ero li mi venne l’idea di rimanervi, magari per uscire improvvisamente quando mio padre stava incontrando i suoi amici. Cavolo quella si che sarebbe stata una scoperta, così li avrei colti in flagrante e li avrei visti con i miei occhi e loro avrebbero visto me. Il fallimento di questa idea era che prima di darsi da fare facessero una ispezione dentro il bagno, in quel caso tutto sarebbe andato monte, ma ricordavo che la volta precedente quando riuscii a registrarli, non presero questa precauzione, quindi potevo tentarci. Ma mio padre mi avrebbe cercato perché vedeva fuori in giardino la mia macchina e quindi sarebbe stato sicuro della mia presenza in casa. Così usci di corsa dal bagno e andai a spostare la macchina portandola in un isolato vicino in modo da non essere vista e di corsa rientrai a casa, ma rimasi fregato, li trovai già in casa seduti in salotto che discutevano del recente viaggio a Roma. Rimasi deluso e la serata trascorse come tutte le altre, cioè loro si ritirarono nello studio e io di corsa nella mia camera con cuffia e monitor acceso per godermi il porno. Dimenticavo di dire che questa volta gli amici erano diversi e cioè erano Luigi con Luciano, anche loro andarono a Roma alla manifestazione. Iniziarono a spogliarsi ed era un intreccio di bocche, si baciavano, si leccavano ovunque. Io ero già prima che iniziassero col cazzo in tiro e lo avevo liberato dai calzoni e dalle mutande e mentre guardavo lo menavo, lentamente perché non volevo venire subito ma volevo godermi lo spettacolo e lo spettacolo più bello era quello di vedere il culo di mio padre e come faceva quei fantastici bocchini, immaginando che quella bocca lavorasse il mio cazzo. Mio padre si sedette sul divano, sollevando le gambe e Luciano iniziò a leccargli il culo. Ci sputava sopra e spargeva la saliva in tutto il sedere, continuava a leccare e a infilare una o due e anche tre dita dentro, poi ancora saliva e grandi leccate e così per un po’ fino a quando gli mise il cazzo in culo tutto in un solo colpo. Mio padre non fece neppure una smorfia e non sentii alcun lamento ma con gli occhi chiusi supplicava di sfondarlo “siiiiii sfondami tutto, rompimelo, dai più forte, che bello, sei forte dai cavolo che bello, mmm non fermarti dai ancora più forte” e tante altre parole. Luigi non stava a guardare ma leccava il culo di Luciano e lavorava l’orifizio con le dita, continuando a leccare, poi si avvicinò da mio padre che era ancora a pancia in su e gambe sollevate col cazzo di Luciano in culo, e gli prese il cazzo in bocca per fargli un bocchino. Si vedeva che era esperto e ci sapeva fare, lo vedevo dall’impegno che ci metteva e dalla maestria usata per leccare e succhiare. Dopo un po’ mio padre esplose in bocca a Luigi e anche Luciano venne dentro il culo di mio padre. Erano entrambi molto soddisfatti e contenti e iniziarono a baciarsi con molta passione mentre la sborra che fuori usciva dal culo di mio padre, gli colava sulle cosce. Ci fu un secondo round, infatti questa volta era mio padre a leccare il culo di Luigi e a incularselo con molta foga. L’inculata era spaventosa, entrava e usciva dall’orifizio con una velocità impressionante mentre Luigi diceva “Carlo fai piano, ti prego mi stai facendo male, è bello anzi bellissimo ma fai piano” Non ci volle molto a scaricare tutta la sborra dentro il culo di Luigi il quale al termine si alzò e preso la testa di mio padre iniziò a baciarlo e a morsicargli l’obolo dell’orecchio. Tutti e tre intrecciarono le lingue in un unico abbraccio e poi dandosi un ulteriore toccata nei culi, entrarono in bagno per darsi una sistemata. Spensi la cam, salvai la registrazione e ritornai in salotto facendo finta di leggere una rivista. Alla fine un buon caffè e ognuno a casa sua. Pensavo di sentire commenti sul viaggio a Roma invece neppure una parola e li ovvio rimasi un po’ deluso.
Avevo registrato tutto e nei giorni successivi, nei ritagli di tempo mi riguardai le due registrazioni, sparandomi delle fantastiche seghe. L’incontro successivo sarebbe stato quello decisivo per beccarli in flagrante, il piano ormai era chiaro e quel che mi piaceva era che anche questa volta non fecero nessuna ispezione dentro il bagno prima di intrecciarsi tra loro.
Il pensiero della frase pronunciata da mia madre era sempre fisso, così un pomeriggio mentre ero solo con lei in magazzino le chiesi: “mamma l’altra sera mentre stavo andando a letto ho sentito che dicevi a papà che Renato non era niente male, come mai? Che ha fatto di così strano, qualcosa di particolare? Mia madre mi rispose “No era colui che teneva il buon umore nella compagnia, Silvio raccontava barzellette una dietro l’altra, anche molto spinte e Renato con una bravura incredibile le mimava e questo ci faceva sfasciare dalle risate. Pensa che in albergo si erano radunati attorno a noi anche tutti gli altri ospiti e sembrava di assistere ad uno spettacolo improvvisato da grandi artisti. Per fortuna erano con le rispettive mogli che ogni tanto fissavano dei paletti e mettevano i limiti, altrimenti con la birra che avevano bevuto avrebbero detto anche grosse scemenze” La risposta di mia madre fu magnifica, mi aveva tolto un grosso peso.
Passarono i giorni e io riuscii a dare un esame difficile con un bellissimo 28, mi concessi alcuni giorni di riposo che dedicai a Valeria ma ogni tanto pensavo al successivo incontro che mio padre avrebbe avuto con i suoi amici.
Arrivò il giovedì, giorno dove solitamente mio padre incontrava gli amici e quindi al pomeriggio iniziai con lo spostare la mia macchina mettendola a isolati da casa mia. Solitamente mio padre arrivava verso le 15,30, quindi dalle 15 ho iniziato a sbirciare dalla finestra della cucina dove si poteva tenere sotto controllo la strada per l’ingresso a casa. Ho acceso il pc e attivato la webcam e dalla finestra continuavo a tenere la strada sotto controllo. Li vidi spuntare da lontano, fermarono la macchina davanti al cancello e mio padre era insieme con Renato. Andai a rinchiudermi nel bagno dello studio, ovviamente lasciando le porte senza che fossero chiuse a chiave. Dal buco della serratura potevo avere la visuale di quasi mezzo studio e comunque era ben visibile il divano e le poltrone. Stetti li per un bel po’ di tempo, infatti mi stava venendo un atroce dubbio, cioè mio padre vedendo che io ero fuori casa perché non c’era la macchina, avesse deciso di stare direttamente in salotto, in quel caso il mio piano sarebbe ovviamente andato a monte, ma ovviamente dovevo restare in bagno in qualsiasi caso quindi mi misi l’animo in pace e aspettai. Cavolo, li vidi entrare e sedersi sul divano. Non si spogliarono ma iniziarono a baciarsi e ad accarezzarsi ovunque, lentamente le loro mani scendevano ad accarezzare i rispettivi pacchi e a sbottonare i calzoni e a toglierli. Questa volta rispetto alle altre due volte, le operazioni furono molto più lente, le coccole non si contavano e per ritrovarsi nudi impiegarono un bel po’. Iniziarono a leccarsi i capezzoli e il petto poi mio padre si mise in ginocchio davanti a Renato che rimase seduto e inizio a leccarli il cazzo e a succhiarli le palle. Pensavo quale fosse il momento più giusto per fare irruzione nella stanza ma volli aspettare un po’. Renato si mise in piedi e mio padre sempre inginocchiato iniziava a succhiarli il cazzo e fargli un pompino con i fiocchi. Il momento era arrivato, aprii di scatto la porta e mi apparve la scena dal vivo. Mio padre inginocchiato per terra che faceva un bocchino a Renato che stava in piedi completamente nudo davanti a lui. La mia presenza gelo il sangue nelle vene di mio padre e di Renato. Esclamai a voce abbastanza alta: “bello Carlo, vedo che ti piace succhiare il cazzo e ti appassioni e magari ti piace anche prenderla nel culo, stronzo” e uscii dalla porta dello studio aprendo la porta che avevano accuratamente chiusa a chiave. La chiusi sbattendola forte e entrai nella mia camera, spensi il pc velocemente e uscii di casa. Presi la macchina e andai a trovare mia madre nel magazzino. Lei appena mi vide rimase sorpresa, infatti ogni volta prima di andare da lei le davo un colpo di telefono per avvertirla invece quella volta andai senza preavviso. Mi vide e subito: “cosa ti è successo, sei cadaverico”, mollò il cliente con cui stava parlando e venne da me toccandomi la fronte e chiedendomi se stavo male. Ovvio dissi che stavo benissimo e che non riuscivo a capire perché fossi così pallido. Riuscii a camuffare benissimo e a riprendere subito colorito e stetti li con mia madre per almeno una oretta poi feci rientro a casa. Durante il viaggio pensavo a quale sarebbe stato l’incontro con mio padre, allo scontro e che genere di discussione ci sarebbe stata. Ovvio il mio obiettivo era quello di dirgli che se gli piaceva tanto fare i bocchini ai suoi amici poteva e doveva farlo anche a me che ero il figlio. Ma non ero molto convinto, quello da farsi e da dire lo avrei visto sul momento in funzione della reazione e che comunque io avrei dovuto far finta di essere incredibilmente incazzato per quello che avevo visto. Entrai in casa e non c’era nessuno, mio padre era uscito quindi andai nella mia camera a visionare i miei filmini, tre filmini porno fino a quel momento. All’ora di cena mi sedetti nel solito posto, mio padre non mi rivolse lo sguardo ma sia io che lui cercammo di inventarci argomenti per parlare e cercare di fare una discussione per dare una parvenza di normalità. In me e sicuramente anche in lui non vi era nessuna volontà di far notare a mia madre che era successo qualcosa tra noi due. Interrompendo la discussione mi madre raccontò a mio padre che al pomeriggio ero andato in magazzino e che mi sono sentito male, una espressione cadaverica al punto che mi aveva dovuto dare da bere per farmi riprendere. Cosi mio padre cercando di far finta di niente si è girato verso di me per chiedermi cosa fosse successo e li lo rassicurai e rassicurai mia madre dicendo che non era successo niente, che poteva anche capitare un piccolo malore ma niente di più. Mio padre stava cercando e ci stava riuscendo di riportare l’ambiente famigliare e l’atmosfera nella normalità. Quello che era successo era un problema tra me e lui. Finita la cena andai subito a letto dicendo che all’indomani mi sarei dovuto alzare prestissimo per andare in facoltà e assistere a un esame di un amico. Ci crederono entrambi, così mi ritirai in camera. Anche mia madre solitamente andava a letto molto presto e quasi sempre subito dopo cena mentre mio padre stava un po’ in salotto a leggere il giornale, così pensai che quella sera appena mia madre fosse andata a letto, lui sarebbe venuto in camera per parlare. Io aspettai e mi addormentai senza ricevere visite. All’indomani ci ignorammo e solo in presenza di mia madre vi era una parvenza di dialogo. Questo atteggiamento durò per alcuni giorni fino a quando un fine pranzo, mentre tutta la famiglia si rilassava dieci minuti in salotto, mi rivolse lo sguardo e la parola dicendomi: “Fabio domani devo fare un viaggio un po’ lontano, partenza alle 4 del mattino e rientro non prima delle 22, ci verresti?” e io “certo papi che ci vengo, perché non dovrei”, il ghiaccio si stava sciogliendo.
Arrivò il giorno della partenza, sveglia prestissimo, ero da pochissimo andato a letto, doccia veloce e subito in viaggio. Dopo cinque minuti che si era in viaggio mio padre “vedi figlio mio, mi dispiace per quello che è successo l’altra sera e per la delusione che ti ho dato, io che ho sempre cercato di fare il puritano, ma ormai è inutile negarlo, io sono stato sempre bsx, mi piacciono tantissimo le donne ma anche gli uomini. Ho trovato questi grandi amici camionisti che seppur sposati amano gli uomini anche loro per cui quando possiamo ci incontriamo e diamo sfogo ai nostri desideri. Certo mi hai visto che succhiavo Renato ma mi piace anche prenderlo dietro e mi piace tantissimo fare l’attivo. Lo so che ti sto dando enorme dispiacere e che da me hai solo delusione ma ti prego Fabio continua ad amarmi come padre come mi hai amato fino ad oggi. Morirei se ti staccassi da me. Non immagini la vergogna che ho provato vederti davanti quando ero intento a fare quelle porcate, ho la faccia in terra e quasi non trovo il coraggio di guardarti in faccia” e dandogli una pacca sulle spalle “certo papi che continuerò ad amarti e a volerti bene come sempre te ne ho voluto, per me sei il papà più in gamba che io conosca ma visto che siamo in argomento devi sapere che averti colto in quella situazione per me non è stata una sorpresa, lo sospettavo per tanti motivi che magari poi ti racconterò ma devo confessarti che anche io sono bsx, mi piacciono le donne e Valeria è il mio tesoro ma mi piacciono tantissimo anche gli uomini. Adoro i maschi maturi anche se non ho mai incontrato nessuno ma nella mia mente sono oggetto di desiderio e devo ancora confessarti che anche tu papi, nonostante sia mio padre, sei sempre stato oggetto dei miei desideri” le mie parole stavano dando tanta consolazione a mio padre che aveva iniziato ad accarezzarmi la gamba in segno di affetto e io proseguendo, ormai ero lanciato “quante volte ho ammirato il tuo fondo schiena e lo ho sempre desiderato, in piscina poi mi hai sempre fatto morire, guardavo solo quello. Ho cercato di spiarti qualche volta per vederti nudo ma non ci sono mai riuscito. Questa cosa la ho tenuta sempre dentro di me, perché sapevo che non poteva essere oggetto di discussione soprattutto con te che mi rimproveravi anche per piccole fesserie. Oggi sono contentissimo perché sono con te e finalmente sto parlando liberamente” “Caro Fabio le tue parole mi hanno rincuorato, pensavo di perderti e invece sei con me e il nostro rapporto è più forte di prima” e fermato il camion nel primo autogrill, prima di scendere, mi ha afferrato la testa e mi ha dato un forte bacio sulla guancia, io cercavo di andare sulla sua bocca ma non ci sono riuscito, e anch’io ho ricambiato il bacio sulla guancia da non staccare le labbra. Eravamo felici, lo avrei tenuto abbracciato per ore senza mai lasciarlo. Terminata la colazione, siamo risaliti sul camion e mio padre prima di rimettere in moto mi ha dato nuovamente un bacio sulla guancia, si vedeva che era veramente felice e anche io lo ero perché godevo della sua felicità. Mentre eravamo in viaggio mi accarezzava la coscia e io ero ormai abbastanza eccitato e credo si notasse alla grande. Ah dimenticavo di dirti una cosa Fabio “mi raccomando di non far menzione di niente con mamma, voglio essere io a dirlo non appena ne ho l’occasione, io a mamma racconto tutto, lei sa tutto di me e però non sa che tu sei venuto a scoprire tutto.” “Ma davvero papi, la mamma sa tutto? Non ci voglio credere, pensavo fosse un segreto. Comunque tranquillo trova tu il modo per dirglielo, io farò finta di niente.” Io avendo il suo braccio vicino , ne approfittavo per accarezzargli il braccio, non lo avevo mai fatto ad accarezzare in quel modo mio padre ma ormai lo sentivo mio. Questo viaggio era diverso dagli altri. Mio padre aveva confessato che oltre alla figa gli piacevano anche i maschi, che gli piaceva prenderlo nel culo e la cosa mi aveva e mi stava eccitando da matti. Non so cosa avrei dato per avere il culo di mio padre. Nella mia mente passavano davanti le scene di quando mio padre lo prendeva in culo e in bocca contemporaneamente. Avevamo ormai cambiato discorso e si parlava delle problematiche sindacali e di quanto stesse diventando difficile andare avanti a fare il padroncino cioè ad avere un camion e gestire i viaggi per conto proprio. La concorrenza era tantissima, vi erano colleghi che per pochi soldi accettavano di fare viaggi anche distanti parecchi chilometri. Era necessario tentare di fare un preziario a cui si sarebbero dovuti attenere tutti i trasportatori in proprio. Era quello l’oggetto principale del viaggio a Roma dove andò anche mia madre. Iniziò anche a raccontarmi un po’ di quel viaggio e le cose che mi raccontava collimavano con quelle che mi aveva raccontato mia madre. Volevo riacquistare fiducia in mio padre e credere alla sua sincerità, per troppo tempo mi aveva nascosto tante cose ma oggi era iniziata una nuova fase nei nostri rapporti. Da quello che mi raccontava ero diventato sempre più suo amico e il nostro rapporto stava diventando fantastico. Il tempo passò velocemente e arrivammo nell’area di sosta oggetto dei miei dubbi e delle mie perplessità su mio padre. Pensavo che questa volta non si sarebbe fermato e sarebbe andato dritto, invece mi sbagliavo, freccia e ingresso nell’area di sosta e parcheggio camion nel solito posto. Rimasi deluso e stavo per iniziare a rimproverarlo o a seconda delle sue mosse a dirgli che sarei andato con lui. Spense il motore e si girò verso di me “vedi Fabio, qui mi fermavo per incontrare amici coi quali facevamo sesso dentro la cabina di uno di questi camion. Vedi gli amici sono più avanti, e sicuramente mi hanno già visto, ma oggi è diverso figlio mio, oggi ci sei tu e il mio amore sei tu e non loro”. Mi prese la testa e girandomi la faccia verso di lui mi diede un bacio sulla bocca. Inizialmente le labbra erano chiuse e anche le mie poi lui inizio a cercare con la lingua la mia, io aprii la bocca e ci trovammo a scambiarci un bacio bocca a bocca con un intreccio di lingue fantastico. Afferrai la testa di mio padre e la spinsi forte verso la mia quasi ad incollare sempre di più le nostre bocche. Era un bacio fantastico e interminabile. Io avevo il cazzo duro come la pietra e però non osavo andare oltre il bacio, volevo che fosse lui a fare la prima mossa ma al momento le sue mani mi accarezzavano il petto e non scendevano verso il basso. Si fermò di baciarmi e con quella poca luce presente nel piazzale mi fissò negli occhi e l’espressione del suo viso valevano più di cento parole. Era una espressione di gioia e di contentezza, era una espressione di grande affetto. Riprese ad accarezzarmi le cosce e io con il cazzo che ancora non intendeva calare gli dissi “papi, sono tuo, se lo vuoi è tuo anche lui, lo puoi prendere e puoi farne quello che vuoi” la sua mano si appoggiò sul mio pacco e io senza pensarci due volte tirai giù la lampo e liberai il mio cazzo. Non credevo ai miei occhi e alla situazione che stavo vivendo in quel momento, mio padre aveva il mio cazzo tra le mani e lo accarezzava e me lo scappellava. L’unico rumore che si sentiva era “mmmmm siiiii papi mmmmm siiiii, sei fantastico” non tardo molto che inchinò la testa e iniziò a baciarmelo, a leccarlo e poi aprendo la bocca lo fece entrare. Cavolo sentivo il caldo della sua bocca, me lo succhiava molto meglio di Valeria, stavo provando sensazioni diverse. Lo fermai e gli sollevai la testa per riprendere a baciarlo in bocca. Ho dovuto fermare il suo bocchino perché stavo venendo e invece volevo durare molto. Riprendemmo a baciarci alla grande, poi prendemmo un po’ di fiato e lui con una mano continuava ad accarezzarmi il cazzo. Meno male che ci eravamo fermati perché si era avvicinato uno degli amici di mio padre che cercava di capire come mai non fosse sceso e non si fosse avvicinato da loro. Ci avevano visto arrivare e aspettavano mio padre. “Ciao Carlo, che fai? Ho visto che non sei sceso e mi sono un po’ preoccupato, qualche problema?” “Si questa sera si, c’è mio figlio che non si sente tanto bene e ho pensato che è meglio non lasciarlo solo, magari poi parliamo un'altra volta” “Carlo se ce la fa a scendere, andiamo al bar e prendiamo qualcosa, magari si riprende ed è solo stanchezza” “E’ quello che penso anche io” Io tacevo e ascoltavo la conversazione di mio padre con l’amico, feci per scendere dal camion e così anche mio padre e ci dirigemmo verso il bar. Ci raggiunsero anche altri due amici di mio padre e tutti a fargli la stessa domanda e lui a rispondere a tutti con la stessa scusa. Ovvio avendo capito che giustamente mio padre aveva trovato una scusante che per i momento sembrava plausibile, dovetti fare la vittima e far finta di non stare bene, Non aprii bocca mentre gli amici di mio padre mi rincuoravano dicendomi che non era niente di grave e che mi sarei ripreso subito. Io ordinai un crodino e una pasta salata mentre mio padre e i suoi amici presero delle birre. Iniziarono a parlare dei loro problemi poi terminate le birre ci salutammo e ognuno raggiunse il proprio camion per riprendere il viaggio. Ingranò la marcia e riprese il viaggio. I suoi amici non erano niente male, erano molto belli. Solitamente la maggior parte dei camionisti sono obesi e sovrappeso forse per il tipo di vita, questi invece erano molto curati sia nel fisico e anche nel loro modo di vestire. Non erano niente male ma non li guardai con l’occhio di chi pensava di farseli ma con un occhio di amicizia. Durante il viaggio sia io che mi padre ci toccavamo le gambe e ci accarezzavamo, ovvio non doveva distrarsi. Le parole erano diventate pochissime e a prevalere erano le effusioni di affetto e le carezze ovunque, viso compreso. Io adoravo accarezzargli i capelli e i viso e ogni tanto avvicinavo le mie dita alla sua bocca e lui aprendola le leccava e le succhiava.
Anche il viaggio di rientro si svolse nello stesso modo , tantissime carezze ovunque e manifestazioni di grande affetto. Essendo in ritardo al rientro facemmo una sola sosta per utilizzare i servizi igienici e per un caffè doppio.
Nei giorni successivi non ci fu nessuna possibilità di incontro, impegnato come ero nello studio e con la mia ragazza Valeria. Mio padre spesso rientrava dal lavoro, stanco e abbastanza tardi. In attesa del giorno giusto la vita in casa trascorreva normale. Una domenica notte rientrai abbastanza tardi e come al solito quando rientravo tardi facevo molta attenzione a non far rumore sia aprendo la porta di ingresso e sia muovendomi dentro casa. Dalla camera di mia madre sentivo dei rumori, così mi sono avvicinato in punta di piedi e vista la porta socchiusa della camera da letto, potei osservare che mio padre e mia madre stavano facendo l’amore. Potevo scorgere le loro ombre grazie alla luce notturna posta sul comodino. Mia madre con le gambe sollevate e mio padre che la montava. Mia madre godeva tantissimo, lo notavo dalle frasi sconnesse che sentivo e mio padre che ripeteva fino alla nausea la parola “amore mio, amore ti amo tanto, ti voglio bene, ti desidero, sei il mio tesoro” e mia madre “tesoro mi fai morire, sei un tesoro, fai piano, non fermarti” il tutto terminò in un grandissimo orgasmo di entrambi che rimasero abbracciati e così li lasciai andando verso la mia camera per mettermi a letto non prima di essermi fatto un bellissimo segone.
Il giovedì pomeriggio ero solo in casa e mio padre arrivò alla solita ora con Silvio, si accomodarono in salotto e mio padre mi chiese se potevo preparare i caffè e portare il solito bicchierino di digestivo. Feci quanto prima pensando che anche quel giovedì sarebbe stata buca per me, infatti essendo con Silvio, dopo i caffè si sarebbero ritirati nello studio per le loro cose e pensavo che se mi avessero invitato non avrei partecipato, infatti nel mio pensiero vi era mio padre e non i suoi amici, non che li detestassi ma io volevo fare esperienza con mio padre e al momento gli altri non mi interessavano. Rimasero un po’ in salotto a parlare mentre io mi ero ritirato nella mia camera e come ormai facevo solitamente in quelle circostanze, accesi pc e webcam per registrare e lucidarmi gli occhi col porno. Con grande sorpresa sentii Silvio salutare “ciao Fabio vado via, stammi bene” e io contraccambiai. Mio padre lo accompagnò fino alla sua macchina parcheggiata davanti al cancello. Cavolo ero solo con mio padre, non stavo dentro di me dalla contentezza. Spensi il pc e mi misi in mutande sdraiandomi sul letto, in attesa di vedere cosa avrebbe fatto mio padre. Rientrato a casa “Fabio dove sei?” “sono qui in camera sul letto” e lui “che fai dormi, ti va di parlare un po’?” “Si papi ok entra pure” mio padre entro e si sedette sul letto. Non perse tempo e inchinatosi mi diede un bacio sulla bocca. Il cazzo si era svegliato immediatamente e io afferrata la testa di mio padre davo forza al bacio tenendolo stretto. Con le mani gli accarezzavo la schiena e il viso mentre lui mi accarezzava il petto soffermandosi sui capezzoli. Il bacio proseguiva, l’unica cosa che cambiava era la posizione del viso una volta girato verso destra e un'altra verso sinistra ma le bocche sempre incollate. Succhiavo quella lingua che entrava nella mia bocca, la lasciava fissa per farsela succhiare, poi infilavo la mia e lui con la stessa intensità me la succhiava e risucchiava. Le sue mani ormai aveva afferrato il mio cazzo e lentamente lo menavano. Ero contentissimo, quel bacio volevo proseguisse. Lui si coricò sul mio letto e ormai i nostri corpi abbracciati rotolavano sul letto. Staccando la bocca, ci mettemmo nudi, poi prese il mio cazzo in bocca mentre con un dito cercava il mio orifizio. Era stretto e lui cercava di violarlo, si bagnava il dito e riprovava mentre con la bocca continuava a pompare. “papi non resisto, sto venendo, vengo” e gli inondai la bocca di crema bianca che ingoiò immediatamente continuando a succhiare. Fantastico, lo avevo avvertito che stavo per sborrare ma lui ha continuato ancora più forte per cui gli ho scaricato tutto in bocca. “cavolo figlio mio sei venuto subito, avevi molta voglia” “Si papi ma la voglia la ho ancora, ti voglio, voglio tutto di te. Sei la mia gioia” Lui mi sollevò le gambe e con la lingua iniziò a leccarmi il culo, cavolo lo faceva in modo fantastico, ci stava mettendo tutta la saliva disponibile, sentivo la sua lingua entrare dentro il buco, lui lo allargava con le mani e ci infilava la lingua, poi un dito e credo anche due. “fortissimo papi, mi piace tanto, continua a leccare” mi girai in modo da dargli il mio culo con un 69, io gli presi il cazzo in bocca e lui continuava a leccarmi il culo. Dopo poco iniziai anche io a leccarli il culo, ci infilai un dito e mi accorsi che entrava con molta facilità, in effetti ne aveva preso di cazzi dai suoi amici. Continuai a leccare, poi lui mi chiese di prendergli il cazzo per fargli un bocchino. Non me lo feci ripetere e lo succhiai con tanto desiderio, cercavo di farlo godere al massimo e ci stavo riuscendo. “bravo figlio mio, dai continua, non fermarti succhia al tuo paparino, leccami tutto. Con un movimento mi tolse il cazzo dalla bocca, voleva che gli leccassi il buchetto. Ripresi a leccare ma “papi ti voglio inculare, papi voglio il tuo culo” alzo subito le gambe facilitando il mio ingresso. Inizialmente appoggiai la cappella che essendo ben lubrificato entro senza fatica, spinsi un po’ e senza eccessivi sforzi lo infilai tutto dentro. Diedi un paio di colpi forti sbattendo le palle sulle chiappe “papi lo hai tutto dentro, cavolo hai tuo figlio dentro di te, è bellissimo, stai godendo? Lo senti, lo senti tutto dentro?” “ Si Fabio fantastico dai pompa fammelo sentire, sbattimi forte, mi piace da morire, dai” lo tolsi un attimo fuori e gli presi il cazzo in bocca, due pompate e la sua sborra era dentro la mia bocca. Non persi tempo mollai il cazzo e glielo infilai nuovamente nel culo pompando ancora più forte, ero al settimo cielo e di li a poco gli avrei inondato il culo. Poi tolsi il cazzo da suo culo e mi sdraiai sul letto a pancia in su e feci sedere mio pare sul mio cazzo che gli entrò in un attimo tutto dentro. Lui si muoveva e faceva entrare e uscire il mio cazzo dal culo e diceva “siiii dai forte riempimi, vienimi tutto dentro, rompimi il culo” scaricai la mia seconda sborrata dentro il suo culo. Lo lasciai dentro per un po’ fino a quando uscì da solo e lui si sollevò sedendosi al mio fianco. Riprendemmo a baciarci e rimanemmo stretti in un forte abbraccio per un bel po’ di tempo, non so quando ma nessuno dei due voleva staccarsi. Poi andammo entrambi nel bagno dello studio per farci una doccia insieme, io lavai lui e lui me e ogni tanto le nostre lingue continuavano ad incrociarsi. Ci demmo una sistemata. “figlio mio grazie, sei stato fantastico, lo faremo sempre ogni volta che vuoi, sono tuo” “certo papi, voglio farlo sempre ogni volta che possiamo” “Se vuoi papi e lo ritieni opportuno puoi parlarne con mamma quanto prima, ma questo decidilo tu, saprai bene come fare. Sai papi, anche mamma è una bellissima donna e ti confesso che un pensierino lo ho sempre fatto” “si Fabio certo, sono riuscito a coinvolgerla solo una volta con i miei amici adesso nell’ultimo viaggio a Roma, ma credo che coinvolgerla con te sarà più facile, almeno ci spero, piacerebbe anche a me” Ogni tanto mentre si parlava continuavamo a baciarci fino a quando non rientrò mia madre dal magazzino. Quello fu il primo rapporto completo con mio padre e ne seguirono tantissimi altri.
Continua col capitolo 3
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