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Finalmente l'incontro con Michele


di alfredCA
09.12.2017    |    17.417    |    5 9.4
"Dopo oltre un ora eccolo spuntare, sicuramente aveva terminato l’approvvigionamento, vidi che aveva girato per il primo parcheggio, poi andò verso il..."
Ciao a tutti, mi chiamo Mario e ho 45 anni, sono sposato ed ho un figlio maschio Gianluca di 22 anni. Sono alto 1,70 e peso 63 kg, frutto della palestra 2 volte la settimana e del nuoto una volta alla settimana. Anche se sono sposato e ho un figlio, mi piacciono oltre alle donne anche gli uomini. Diciamo che già prima di sposarmi ho avuto diverse esperienze e incontri con maschi. Il mio essere bsx non è ovviamente noto ne a mia moglie, la quale mi lascerebbe in tronco sapendo una cosa simile, e tanto meno ai miei colleghi ed amici sia a lavoro che fuori. L’unica persona a sapere delle mie trasgressioni è mio figlio il quale però ha tenuto fino ad oggi il più assoluto segreto. Lui venne a sapere delle mie perversioni perché un giorno ero in una chat gay al pc, chattavo con Filippo un amico, di un paesino vicino col quale qualche volta capitava di incontrarci. Squilla il telefono e mia moglie mi chiama perché cercavano me dal lavoro. Lasciai un attimo il pc e scesi in salotto al piano terra per rispondere, non badando a staccare la connessione o comunque a impedire che sbadatamente qualcuno potesse leggere. Sicuramente mentre ero al telefono mio figlio entrò nel mio studio per prendere delle cartelle trasparenti e magari dando uno sguardo sul monitor rimanendo colpito ed incuriosito dalla pagina presente sullo schermo, e quindi ne deduco che la curiosità lo portò a leggere tutta la conversazione nella quale si parlava del prossimo incontro che dovevamo tenere in macchina in quanto anche il mio interlocutore era sposato. La chatt purtroppo descriveva esattamente cosa ci piaceva fare e cosa dovevamo fare, esempio: “ci succhiamo poi tu mi inculi”. Oppure “porta oltre ai preservativi la cremina per lubrificare” e cose simili e in oltre era indicato con molta precisione l’ora e il luogo dell’appuntamento. Mi convinsi che riuscì a leggere tutto e che ovviamente memorizzò o scrisse il luogo dell’incontro perché poi ci fu la sorpresa. Al rientro nello studio al termine della telefonata, vidi che l’anta dell’armadio era aperta e che mancavano le cartelline trasparenti, quella fu la conferma che mio figlio entrò nello studio mentre io ero al telefono, ma al momento non diedi molto peso e non pensai minimamente che mio figlio avesse potuto leggere la nostra conversazione, così vedendo che il mio interlocutore non era più in linea, spensi il pc. Il sabato notte mia moglie era a far compagnia alla madre che non stava molto bene in quel periodo, per cui dopo cena riuscì ad uscire senza dare nell’occhio e andai all’appuntamento fissato. Questo era in un luogo appartato ben preciso e appena incontrato Filippo, iniziammo a toccarci, a baciarci e a spogliarci come eravamo solito fare. Preso il cazzo in bocca lo succhiavo e lo leccavo con tanto desiderio, ero da diverse settimane senza incontrare e avevo una voglia matta. Al termine del bocchino, mi sono girato per dargli il culo, e lui dopo avermi lubrificato per bene mi infilò la verga iniziando a pompare e a rompermi il culo a meraviglia. Mentre eravamo nel bel pieno della goduria, io col cazzo in culo supplicandolo di spaccarmi e di fottermi alla grande, spunta dalla siepe mio figlio, il quale cominciò ad infierire con insulti, urlando mi diceva “ho scoperto di avere una padre finocchio e stronzo di merda, mi fai schifo, sparisci dalla mia presenza per sempre ma prima devi succhiarmi il cazzo anche a me stronzo, visto che ti piace tanto fare la puttana” e così tirò fuori il cazzo di tutto rispetto e mettendomelo sulle labbra mi ordinò di farlo entrare in bocca e di succhiare “ e bravo il mio paparino troia,ti piace essere inculato, vedo che stavi godendo parecchio, dai succhia anche il mio cazzo brutto stronzo, vedrai che godrai ancora di più” Ovvio lo spavento era tantissimo, il cuore mi batteva a mille, ero sull’orlo di un infarto, stavo per svenire, non sapevo più come reagire in quel momento, mi mancavano le parole ma sapevo di essere in torto e di non poter dire niente a mia discolpa, ma vista l’incazzatura di mio figlio non potei far altro che assecondare senza fiatare per non provocare danni maggiori. Pensavo che i miei rapporti con la famiglia fossero finiti, che mio figlio mi avrebbe ripudiato per sempre e così anche mia moglie. Gianluca mi venne in bocca molto velocemente e poi rimessosi in ordine se ne andò senza dire più una parola. Il mio amico Filippo ovviamente si chiedeva come mai mio figlio fosse venuto a conoscenza dell’appuntamento. Ovviamente l’incontro quella sera finì bruscamente e con Filippo non ci incontrammo mai più per fare sesso anche se rimase una buona amicizia. Ero distrutto, quasi non volevo far rientro a casa, ma non avevo altra scelta se non quella di affrontare la situazione e cercare di salvare il salvabile. Per fortuna mio figlio vedendomi arrivare e vedendo il mio stato cadaverico, mi venne incontro, mi abbracciò e mi diede un bacio per tranquillizzarmi, promettendomi che nessuno mai sarebbe venuto a conoscenza del fattaccio ma ovvio la contropartita era che dovevo rimanere a sua disposizione, cosa che accettai senza ripensamenti. Ovvio dal giorno ne approfittava e spesso in segreto si faceva fare un bocchino e mi inculava e io ovviamente dovevo sottostare sempre con una paura incredibile. Col passare del tempo mi abituai e anzi ero io a desiderarlo, mi piaceva. Ma torniamo al racconto. Abitavo in una zona residenziale con villette singole circondate da giardino. Nella villetta adiacente abitava una famiglia composta da madre, figlia e figlio. Il figlio di nome Michele, era un 35 enne stupendo, bellissimo. Alto 1,85, capelli e occhi castano molto chiari. Un fisico palestrato alla grande senza un filo di grasso. Non era sposato e questo mi incuriosiva parecchio, qualche volta quando mi capitava di incontrarlo in giro per il paese, era sempre insieme con amici e mai ho avuto modo di incontrarlo con una ragazza. Aveva un negozio di frutta e verdura e ogni giorno si recava al mattino prestissimo presso il mercato provinciale all’ingrosso dove si rifornivano tutti i negozi della zona e di tutta la provincia. Io ogni volta che vedevo Michele, quasi sbavavo, mi piaceva tantissimo e pensavo sempre a come farmi notare e creare il primo contatto, ma non riuscivo, ero privo di idee e non sapevo come attirare la sua attenzione. Spesso andavo a comprare la verdura nel suo negozio, vedendomi lui lasciava gli altri clienti per servire me. Era sempre molto gentile e ogni volta mi stringeva la mano per salutarmi. Ero contentissimo di stringere la sua mano bella grossa, una sensazione fantastica visto il desiderio che provavo nei suoi confronti. Un giorno parlando con Filippo, mi disse che nel piazzale adiacente il mercato dell’orto frutta dove lui si riforniva, si era creato un giro di gay e di prostitute. Al mattino e al pomeriggio incontri gay e alla sera le prostitute. Appresi la notizia ma non diedi molto peso alla cosa in quanto mai e poi mai sarei andato a cercare incontri in posti simili e tanto più con sconosciuti. In quei giorni non feci altro che pensare a quello che mi aveva riferito Filippo, perché pensavo che Michele andava in quel mercato, ma dovevo cercare di capire quale orario scegliesse se al pomeriggio dopo chiuso il negozio oppure la notte oppure al mattino prima di aprire. Così per un po’ di tempo controllai con maggiore attenzione i suoi movimenti in casa, se usciva, e a che ora e qualche volta cercavo anche di seguirlo ma non riuscii a capire. Decisi così di andare al mercato in tutte le ore che sapevo Filippo libero. Iniziai al pomeriggio. Sono andato con un capello in testa, un paio di occhiali da sole, una magliettina comprata solo per l’occasione, tutto per non farmi riconoscere da nessuno e tanto meno da lui nel caso lo incontrassi. Ovvio la macchina poteva essere un segno di riconoscimento, ma li non potevo agire diversamente anche se per un attimo pensai di prenderne una a nolo ma rinunciai. Il giro che mi si presentò era veramente imponente, persone di ogni tipo, età e posizione sociale, lo riconoscevo dal tipo di macchine che giravano in continuazione avanti e indietro nei parcheggi. Giravano, si fermavano affianco alle altre macchine, parlavano un po’ e poi magari se combinavano andavano in un boschetto adiacente per appartarsi. Anche da me si fermarono diverse macchine e tutti mi chiedevano cosa cercassi e io rispondevo a tutti che aspettavo un amico, in questo modo andavano via in cerca di altre compagnie. Non vidi nessuna presenza di Michele. Anche io giravo lungo i diversi parcheggi ma niente. Lo avrei notato per il tipo di furgoncino che aveva e per il suo colore sgargiante, diciamo che era quasi unico per cui facile da riconoscere. Rimasi li tutto il pomeriggio dalle 15 fino all’imbrunire, ma dovetti desistere e rientrare. Passarono alcuni giorni e decisi di verificare la sua presenza in quel parcheggio alla notte ma dovevo trovare una giustificazione per spostarmi in quelle ore. Un giorno mi venne una idea, mi recai a casa sua la sera con la scusa di ordinarli delle verdure chiedendoli se poteva farmi il favore di portarle a casa, sarei poi andato io a ritirarle, gli diedi dei soldi ma non li volle dicendo che avremmo sistemato tutto all’indomani con la merce. Il giorno dopo vedendo il suo furgoncino fermo nel piazzale di casa sua, andai per ritirare le verdure e lo incrociai mentre usciva di casa, mi disse anche di non preoccuparmi che aveva dato le consegne alla madre. Usci la madre, mi diede le verdure, pagai e mi fermai un po’ a parlare. Trovai così il modo per chiederle a che ora normalmente andava a rifornirsi e la risposta fu: “poverino è molto sacrificato e va sempre alle 4 del mattino ogni due giorni”, terminai la discussione e feci rientro a casa. Ora sapevo a che ora andava a rifornirsi, si trattava di conoscere quali erano i giorni ma notando che il lunedi, il mercoledi e il venerdì, quando uscivo al mattino il furgone non c’era dedussi anche i giorni. Ne parlai con mio figlio, col quale ormai mi confidavo, dicendoli che stavo inseguendo Michele perché mi piaceva moltissimo ma non riuscivo ad avere un approccio. Lui mi rispose che si salutavano solamente, che frequentava sempre un gruppo di 4 amici che conosceva bene e che erano un po’ staccati dagli altri, non si avvicinavano ad altri gruppi. Non mi rimaneva altro da fare che tentare il sopralluogo al parcheggio al mattino prestissimo, le 5 al massimo, cosi una mercoledì con la scusante di impegni urgenti a lavoro uscii ed andai per vedere se riuscivo ad incrociarlo. Mentre ero in viaggio pensavo che magari lui fosse un etero e che andava si a rifornirsi al mercato ma nei parcheggi passava senza fermarsi o girare. Altro pensiero era quello che frequentandoli e vedendomi, mi ignorasse e facessi finta di non vedermi, magari perché non ero il suo tipo o magari perché aveva già il compagno fisso. Erano tanti i pensieri e così arrivai al parcheggio. Sorpresa, a quell’ora nel parcheggi, il traffico di macchine che andavano su e giù in cerca di incontri, era pazzesco, tantissime macchine che passavano veloci e a mala pena riuscivo a vedere le persone anche se vi era una illuminazione artificiale incredibile. Stetti li per più di tre quarti d’ora senza vederlo, conoscevo il suo furgone e non mi sarebbe sfuggito. Ogni tanto si fermava qualcuno da me, persone di tutte le età che mi chiedevano compagnia ma avendo un obiettivo rifiutavo. Dopo oltre un ora eccolo spuntare, sicuramente aveva terminato l’approvvigionamento, vidi che aveva girato per il primo parcheggio, poi andò verso il secondo e poi passo nel terzo dove ero fermo io. Le gambe iniziarono a tremarmi e il cuore aveva aumentato i battiti. Passò davanti, guardò la mia macchina ma non si fermò, magari pensai non mi avesse riconosciuto. Passò ben due volte vicino a me anche a velocità ridotta ma niente, neppure un saluto. Cavolo non mi vedeva o non gli interessavo. L’ho visto poi fermo con una persona poco più avanti di me, parlottarono un po’ e poi partirono entrambi, io da lontano li seguii e vidi che avevano girato verso un boschetto poco lontano. Aveva trovato, così deluso feci rientro a casa, anzi andai direttamente a lavoro. Ormai avevo capito che sicuramente non ero il suo tipo. Passarono i giorni e cercavo di dimenticarmi di Michele, ero deluso e desideravo ricordarlo come il mio fruttivendolo di fiducia. Una domenica mattina, era nel suo giardino e anche io mi trovavo li a sistemare, si avvicinò e salutandomi “salve Sig. Mario come và? Che fa di bello? Io sto cercando di sistemare i rami di queste rose ma non riesco a venirne a capo” (mi chiamava sempre Sig. Mario pur dandomi del tu). Sapevo che la sorella era andata a lavoro e la madre come tutte le domeniche era in camposanto. “Se vuoi Michele ti do una mano, in due dovremmo farcela, che dici?” “Si si grazie Sig. Mario in due dovremmo riuscirci, fai il giro e entra nel frattempo lego il cane” “Ok arrivo” Il cuore mi batteva nuovamente tantissimo e avevo la possibilità di stare con lui, nel suo giardino gomito a gomito. In pochissimo tempo riuscimmo a sistemare così mi invitò ad entrare a casa sua. “Sig. Mario, accomodati dove vuoi, vado un attimo in camera a cambiarmi e poi preparo subito il caffè, sono solo in casa e devo fare tutto io””ok tranquillo fai pure, sono qui” Uscì dalla camera con indosso un paio di calzoncini rossi, corti e molto aderenti. Mentre faceva il caffè, si toccava la patta, era un bel pacco e a vederlo doveva essere anche ben fornito. Mi diede il caffè e si sedette vicino a me strisciando con una gamba sulla mia. Ero eccitatissimo ma non volevo che lui si accorgesse. Continuando a parlare mi disse: “Sig. Mario, alcune mattine fa’ lo ho intravvisto al piazzale del mercato, ma non mi sono fermato, tanto ho detto che in un modo o nell’atro l’avrei incontrato a casa e quindi ho concluso con quell’anziano che era poco più avanti di te, molto bravo, ci sapeva fare. Io cerco i più grandi perché mi soddisfano di più” Io ne avevo 45 e Michele 35, la differenza era di soli 10 anni. Iniziò col darmi una carezza sulla nuca e prendendomi la mano la posò sopra il suo arnese. Cavolo non credevo ai miei occhi, il mio grande desiderio si stava avverando. Iniziai a toccare lentamente, cercando di infilare una mano dentro l’elastico. Lui prendendomi la testa mi diede un bacio in bocca cercando la lingua, queste si incrociarono e rimanemmo diversi minuti incollati mentre la mia mano frugava riuscendo dalle cosce ad entrare dentro per toccare le sue palle. Si alzò, si tolse i calzoncini e le mutande e davanti a me svettava un cazzo in erezione, era fantastico, sarà stato 18 cm e un po’ grosso, come piace a me. Era bellissimo e finalmente lo avevo tutto per me.
Iniziai a succhiarlo, a leccare l’asta, ad accarezzarlo, leccavo ovunque e ci stavo mettendo un impegno incredibile per succhiarlo, infilandoli anche la lingua dentro lo spacchetto per poi succhiarlo nuovamente. Lui aveva iniziato a sfiorarmi il buchetto, dicendomi “Sig. Mario io vorrei anche il tuo buchetto, il tuo culo, lo desidero” “Fai pure Michele è tuo, sono tutto tuo, fammi quello che vuoi, fottimi, rompimi, inondami, sono tuo” Mi fece girare e iniziò a leccarmi il culo, ci sapeva fare, era fantastico, sentivo la sua lingua entrare ed infilarsi dentro il buchetto, si spostava e infilava un dito, poi continuava a leccare, ci sputava sopra poi infilava una o tre dita, non saprei dire quante, ma ero talmente rilassato che avrebbe potuto infilarmi l’intera mano. Ero suo. Si mise il preservativo e lentamente cominciò a penetrarmi. Entrava lentamente e ogni tanto mi chiedeva che mi stava facendo male “no Michele vai mi stai facendo impazzire, ti desideravo tanto. Infilamelo tutto, spaccami , rompimi” Michele diede un colpo un po’ più forte e fu tutto dentro. Andava avanti, su e giù, io sentivo il suo cazzo dentro il culo e mi muovevo per aumentare la sensazione di piacere. Anche lui si fermava e mi invitava a muovere il culo perchè gli piaceva tantissimo, poi mi fece ruotare a pancia in su senza togliermi il cazzo continuando a pompare. “Sig. Mario ha un culo fantastico, sto godendo tantissimo, è aperto quanto basta a farmi vedere le stelle e i pianeti. Sto godendo, mi piaci, ti voglio” Stava ormai per sborrare “Sig. Mario voglio sborrarti in bocca, voglio scaricarti tutto il mio nettare dentro, così lo assaggi, vedrai che ti piacerà tantissimo.” Sfilò il suo cazzo dal mio culo, io lo avrei gradito dentro per ore, e tolto il preservavo lo avvicinò alla mia bocca iniziando a segarsi. Ovvio glielo impedii, lo presi in bocca e iniziai a fargli un pompino succhiando avidamente con forza, vedevo che aveva gli occhi chiusi e che il suo cazzo era sempre più duro, ed ecco uno, due, tre e tanti schizzi dentro la mia bocca. Ingoiai subito tutto, lo tenni dentro il più possibile fino a quando ormai aveva perso consistenza, lo tolse fuori e io con la lingua eliminai le ultime goccioline strizzando con la mano la sua asta. Alla fine si accasciò su di me soddisfatto, contentissimo di avermi conosciuto sotto un altro aspetto. Riprese a baciarmi e incollato al mio corpo mi baciava intensamente. Gli dissi “Michele ora che ci siamo conosciuti intimamente, non molliamoci, voglio fare sempre sesso con te mi piaci, certo abbiamo difficoltà perché come sai in casa mia non possiamo far niente e anche tu difficilmente sei solo” “No tranquillo Sig. Mario, la domenica mattina sono quasi sempre solo e poi ho una casettina con due camerette nel centro storico, è mia e dei miei amici, la usiamo per divertirci” Ci salutammo scambiandoci i numeri di telefono con un avvertimento “mi raccomando, adesso che ci piacciamo sessualmente e sei fantastico, ci sai fare veramente, vieni più spesso a trovarmi nel negozio e la verdura comprala sempre da me” “certo, addirittura pensavo se non era il caso di diventare vegetariano ma in casa …. , comunque mi vedrai sicuramente molto spesso”.
Passarono pochi giorni e su whatsapp trovai un suo messaggio, mi invitava a raggiungerlo nella casa del centro storico dandomi l’indirizzo esatto. Lo raggiunsi subito. Era una casettina piccola ma molto accogliente, un salottino all’ingresso e una bella camera da letto matrimoniale, un bagno molto spazioso. Rimaneva un po’ buia perché l’illuminazione era bassa e ovvio teneva le finestre chiuse. Ci spogliammo in un baleno e iniziammo a baciarci e a toccarci ovunque. Prima gli feci un bocchino da favola, leccandolo ovunque e poi quando era eccitato e in tiro massimo lo presi nel culo. Era bellissimo, non volevo che lo togliesse, una sensazione incredibile, muovevo il culo perché lo volevo sentire e questo a lui piaceva tantissimo, rimaneva fermo ed ero io a muovermi. Quella volta venne dentro il preservativo ma una volta tolto lo misi in bocca per pulirlo a dovere. Era fantastico ormai aveva stabilito un contatto perfetto. Era quello che per tanto tempo avevo desiderato e non riuscivo a realizzare. Era il mio vicino che desideravo e che era irraggiungibile. Ci vedevamo spesso in quella casetta e ogni volta era sempre più bello. Un pomeriggio mi invitò ad andare da lui per vedere una partita di calcio, io ogni volta che mi mandava il messaggio per vederci correvo in bagno per farmi un bel clistere e prepararmi a dovere. Il pomeriggio andai e vidi che in casa sua nel salottino vi erano i suoi 4 amici, me li presentò uno ad uno, Francesco, Giorgio, Antonio e Giampaolo. Erano in mutande e solo Giampaolo aveva i pantaloncini corti. Seduti sul divano e sulle poltrone si parlava soprattutto di calcio in attesa che iniziasse la partita. Portò dei bicchieri e della birra fresca. Iniziò la partita e iniziò il silenzio, interrotto dal rumore dei bicchieri poggiati sul tavolino in vetro. Per il caldo e per la birra tutti iniziarono a togliersi le magliette e le mutande rimanendo nudi, fece così anche Giampaolo. Tutti erano nudi, tranne io che non mi ero assolutamente scomposto. Vedere tutti quei cazzi ancora mosci ma fantastici mi stava procurando un certo gonfiore che ovviamente cercavo di nascondere. Michele si alzò, andò a portare altra birra e poi si inginocchio davanti a me dicendomi a bassissima voce per non farsi sentire dagli altri, anche se la tv era a volume elevato per cui non avrebbero potuto sentire: “Sig Mario, ti da fastidio che ci siamo messi nudi? E’ gente molto tranquilla, adesso smetto anche di alimentarli con la birra, ma mettiti nudo anche tu così stai al nostro pari” e mentre parlava mi mise una mano sulla patta accarezzandolo un po’ “lo hai allegretto, si sta svegliando, mi fa piacere. Ti piacciono i miei amici?” insistette un po’ e in un attimo ero nudo anche io, lui chinò la testa e davanti a tutti mi prese il cazzo in bocca facendomi un bocchino fantastico. In meno di pochi secondi avevo raggiunto l’erezione massima e Michele continuava a succhiare, con un dito cercava di trovare il buchetto, voleva infilarlo dentro. Io mi sollevai un po’ per permettergli di trovarlo, così ci infilò il dito mentre continuava a succhiare. Stavo per venire e gli strinsi forte la testa, lui capì e mi strinse forte le palle per bloccarmi ed evitarmi di sborrare e così fu. Poi si sedette al mio fianco dandomi ogni tanto un bacio in bocca e riprendendo a guardare la partita. Quando mancava pochissimo alla conclusione dell’incontro, Giorgio si alzò e venendo davanti a me mi avvicinò il suo cazzo davanti alla bocca, io lo presi e succhiandolo lo fedi diventare duro. Mentre lo succhiavo gli toccavo le chiappe belle lisce. Mi piaceva. Si alzarono anche gli altri e a turno mi mettevano il cazzo in bocca, un po’ uno, poi un altro e ruotavano. La mia bocca era sempre impegnata, li succhiavo tutti ed erano uno più bello dell’altro. Mi presero le braccia e mi sollevarono facendomi mettere alla pecorina. Sentivo che qualcuno cominciava a lubrificare e leccare il mio buchetto e vedevo che cominciavano ad indossare i preservativi. Michele che era al mio fianco fu il primo ad infilarmi il suo cazzo in culo “Sig. Mario, facciamo piano tranquillo, se non vuoi dillo che smettiamo” non risposi e così iniziarono a sfondarmi il culo uno dopo l’altro. Uno lo toglieva e l’altro lo infilava. Il mio buco doveva essere larghissimo visto che non facevano più nessuna fatica ad infilarmelo, entrava subito dentro e a me piaceva veramente tanto. Da sotto Antonio aveva iniziano a menarmi il cazzo e poco dopo a infilarselo in bocca. Godevo come un matto a sentirmi un cazzo in culo, uno che mi stava facendo un bocchino fantastico. Chi non mi inculava mi metteva il cazzo in bocca, ma succhiarlo con i preservativi non mi piaceva tanto. Dopo un po’ esplosi tanta sborra dentro la bocca di Antonio, si lecco le labbra e visto che era senza preservativo mi mise il suo cazzo in bocca e non ci volle molto ad inondare la mia bocca di una crema bianca fantastica e molto buona. Tutti gli altri amici continuavano a incularmi e piano piano iniziarono a sfilarsi il preservativo e a infilarmi il cazzo in bocca. Uno ne lasciavo e l’altro era pronto poi iniziarono a sborrarmi in bocca e in viso, sui capelli, nel petto. Mi inondarono di sborra ovunque. Quella che era entrata in bocca la avevo bevuta tutta, l’altra sparsa nel corpo veniva spalmata dalle mani fantastiche di Francesco. Qualcuno mi baciò in bocca, non saprei più dire chi fosse ma so che ero ancora in balia dei loro desideri e delle loro toccate dappertutto. Andammo poi in doccia ed entrai dentro insieme con Michele e Giampaolo i quali mi fecero inginocchiare e mi pisciarono in faccia e sopra la testa, poi fecero la stessa cosa tutti gli altri. Mi passarono il bagno schiuma e iniziai a insaponarmi e a lavarmi a dovere, a turno fecero così anche tutti gli altri. Nel giro di poco tempo eravamo tutti vestiti e profumati, seduti nuovamente sul divano e le poltrone a gustarci uno splendido e meritato caffè. Salutai e contento per la serata mi avviai verso la porta, mi accompagnò Michele che abbracciandomi mi morsicò l’orecchio dicendomi: “Sig. Mario ci vedremo sempre, faremo coppia fissa” Un bacio e andai via.
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