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La targa era quella della macchina di mamma


di alfredCA
23.04.2019    |    34.713    |    15 8.9
"Guardo e vedo mia madre che stava facendo un bocchino ad un uomo sicuramente più piccolo di lei che la incitava e la chiamava troia e puttana..."
Ciao, sono Ivan e ho 32 anni. Ho un bel fisico asciutto perché pratico molto sport e mi piace essere sempre in forma.
Al termine degli studi universitari mi sono trasferito in Inghilterra per dei corsi di specializzazione e per imparare meglio la lingua.
A Londra non lavoravo e tiravo avanti con i soldi di una borsa di studio e quelli che mensilmente mi mandava mia madre.
Al termine del corso, rientro a casa dei miei genitori.
Mio padre lavorava nel campo petrolifero e stava sempre tre o quattro mesi fuori casa per poi fare rientro per una quindicina di giorni per poi ripartire.
Mia madre lavorava come segretaria in una azienda al mattino e al pomeriggio, per il pranzo era sempre a casa perché aveva due ore di pausa.
Io ero impegnato tutti i giorni a fare colloqui di lavoro e a tenermi aggiornato.
A Londra anche se amavo e amo le donne sono stato traviato da amici a fare anche sesso con i maschi e quindi volentieri mi piaceva trovare un bel maschio che me lo succhiasse e mi facesse sborrare, ne avevo bisogno. Avevo diverse amiche ma ancora non avevo trovato la ragazza giusta per me.
Da quando avevo fatto rientro a casa non mi ero più sfogato e lucidavo la vista guardando film porno al pc e sparandomi tantissime seghe.
Mentre navigavo su internet leggo che a pochissimi chilometri da casa vi era una bellissima pineta seguita da un boschetto con piante abbastanza fitte, dove si incontravano copie, donne e gay per fare sesso.
Io conoscevo quella pineta ma non sapevo che era anche un luogo di ritrovo, così un pomeriggio aspetto che mia madre rientri a lavoro e con la macchina mi dirigo verso la pineta per curiosare e magari trovare qualche bella vacca che me la dia oppure qualche maschietto che si faccia inculare o che me la succhi.
Arrivo, vedo che la strada si interrompe per cui sono costretto a trovare parcheggio. Cerco un parcheggio nascosto perché non mi piace che la mia macchina possa essere riconosciuta da qualcuno.
In fondo al viale vedo un piccolo spiazzo, faccio manovra e ci infilo la macchina in retromarcia. Chiudo accuratamente mi avvio a piedi verso il luogo descritto su internet.
Arrivo e vedo che ogni tanto appoggiati sugli alberi vi erano dei ragazzi e anche degli uomini di una certa età che al mio passare mi salutavano e si toccavano la patta. Osservo e cammino e ad essere sincero non ve n’ è uno di mio gradimento.
Giro nel sentiero e vedo in lontananza delle ragazze e delle donne, anch’esse appoggiate agli alberi in attesa di qualche incontro. Alla mia destra il sentiero vede invece un ragazzo, alto quanto me, con una barbetta ben curata che mi fa l’occhiolino. Mi avvicino e dopo averlo salutato gli chiedo cosa cerchi. Mi dice che ama succhiare ed essere penetrato così non ci penso due volte, mi avvicino e tiro fuori il mio arnese che ancora era moscio. Lui si china e con pazienza e abilità lo fa svegliare e inizia un bocchino stupendo.
Non resisto molto, ero veramente da tanto che non sborravo per cui lo ho avvertito che stavo per venire. Con la testa mi fa cenno di si e ingoia completamente il mio cazzo lasciando che la sua bocca sia inondata dalla mia sborra.
Ci ricomponiamo, parliamo un po’ poi ci scambiamo numeri di telefono per eventuali altri incontri. Lui si chiamava Filippo ed era veramente un bellissimo ragazzo, lo avrei sicuramente cercato.
Vado via e molto soddisfatto rientro a casa.
Alcuni giorni dopo decido di andare nuovamente in quel ritrovo con l’idea di percorrere il sentiero dove vi erano le donne, le ragazze e le coppie. Ovviamente non ho avvertito Filippo perché avevo bisogno di figa bella anche matura, l’importante che fosse una bella figa.
Giro un po’, il luogo era abbastanza vasto per cui potevo sbizzarrirmi nello scegliere ma non giro tanto, alla prima svolta trovo una ragazza mulata che stava in mutandine rosse, molto bella e attraente.
Mi avvicino, lei inizia a lisciarmi il cazzo e in poco tempo la stavo chiavando ovviamente dopo essermi messo il preservativo. Mi piaceva tantissimo, sapeva assecondare. Poi non soddisfatto gli ho chiesto il culo che mi ha dato volentieri.
Ho goduto veramente tanto e credo anche lei. Mi sono ricomposto, mi ha chiesto dei soldi che gli ho dato volentieri anche perché lo immaginavo che era li a pagamento e soddisfatto faccio rientro a casa.
Rimango alcuni giorni in pace, frequentando gli amici che piano piano stavo ritrovando e ogni tanto il bel pornazzo al computer ci scappava.
Una mattina mi sveglio con una voglia matta di sborrare, mia madre era ancora in casa, mi sego e svuoto tutto nelle mutande che poi le lascio per terra per riprenderle al rientro dalla doccia magari per darle una pulita perché non volevo che mia madre vedesse la mia sborra.
Vado in doccia, faccio colazione ed esco velocemente dimenticandomi completamente delle mutande sporche lasciate ai piedi del letto. Verso metà mattinata mi ricordo e un po’ mi agito perché poi dovevo nascondermi davanti a mia madre. Una situazione simile potevo evitarmela.
Rientro a casa e vado subito alla ricerca delle mutande che non trovo ma le trovo nella cesta in lavanderia, le prendo ma vedo che sono ripulite dalla sborra per cui era inutile qualsiasi operazione.
Al rientro aspettavo la reazione di mia madre che invece si avvicina, mi da il solito bacio per il saluto e velocemente prepara qualcosa da mangiare. A tavola neppure una parola sull’accaduto ma si discute di argomenti vari.
Diversi giorni dopo, decido di andare nuovamente nella pineta, mi preparo, anche questa volta non chiamo Filippo, cerco di mettere la macchina sempre nel solito parcheggio nascosto, chiudo accuratamente e mi avvio.
Ad una trentina di metri dalla mia macchina nel vialetto, vedo tra le diverse macchine parcheggiate, una macchina dello stesso tipo di quella di mia madre. Osservo la targa e cavolo le prime lettere e cifre mi sembrano le stesse. Non ero molto sicuro ma le prime lettere erano sicuramente quelle FG 86…..
Il cuore comincia a battermi forte, nell’incertezza vengo assalito da forti dubbi. Decido di rientrare in macchina e sedermi ad aspettare per vedere chi era la persona proprietaria di quella vettura.
Aspetto parecchio sempre con la speranza di essermi sbagliato e di non ricordare bene la targa.
Dopo diverso tempo vedo una donna abbracciata con un uomo che si salutano, si baciano e poi lei siede in macchina e lui si allontana.
Questa donna aveva un vestito molto variopinto con una borsetta viola e con paio di scarpe con tacchi non molto alti, dello stesso colore. Non riesco a distinguere chi fosse, non sono riuscito a vedere, mi dava le spalle. La macchina riparte a tutta velocità e la perdo di vista.
Prendo il telefono, parlo con Filippo e gli chiedo di raggiungermi per divertirci un po’, e così è successo.
Rientro a casa, mia madre era già indaffarata per la cena e così finisce di trascorrere la serata.
L’indomani mattina, esco di casa prima di mia madre ma mi fermo a pochi isolati, aspetto che esca e poi faccio rientro a casa. Mi metto a rovistare nel suo armadio per togliermi ogni dubbio e vedo che ha un vestito dello stesso colore di quello che indossava la donna nella pineta e non solo ha anche un paio di scarpe che gli assomigliano. Il dubbio è sempre più forte.
Trascorrono alcuni giorni e prima che mia madre uscisse per far rientro a lavoro osservo gli abiti che aveva indossato e cerco di memorizzare bene la targa per avere un punto di riferimento sicuro.
Vado alla pineta, parcheggio al solito posto e mi avvio nei diversi parcheggi per fare delle verifiche, non tardo a trovare la macchina dello stesso tipo di quella di mia madre e udite udite, la stessa targa.
Ormai non ho più dubbi, è lei la donna che abbracciava quell’uomo e scappava velocemente.
Un po’ incazzato mi fermo a riflettere a come avrei reagito nel vederla e pensando ho anche trovato una giustificazione plausibile ad un eventuale suo comportamento strano, infatti lei rimane tanto tempo sola senza mio padre e forse cerca di sopperire all’assenza, cosa che comunque non mi garba.
Decido di inoltrarmi nella pineta e nel boschetto, passando a debita distanza dai vialetti e dalle piazzuole dove facevano gli incontri, cercando di non farmi assolutamente vedere. Vedo tantissime persone fare sesso senza curarsi di essere osservati, anzi qualcuno mi invita a partecipare.
In mezzo a delle siepi sento del rumore, due stanno scopando, cerco di guardare stando attendo a non farmi vedere. Stavo rischiando, potevo essere sorpreso e poi anche preso a calci, quindi facendo molta attenzione cercavo di vedere chi fosse. Guardo e vedo mia madre che stava facendo un bocchino ad un uomo sicuramente più piccolo di lei che la incitava e la chiamava troia e puttana.
Non so dirvi come stavo in quel momento, ero tra il sorpreso e l’incazzato, tra la voglia di farmi vedere e l’idea di sistemare tutto al rientro a casa. Mille pensieri ma quello giusto era di fare alcune foto per avere delle prove certe.
Finisce di fare il bocchino e poi si gira offrendogli il culo che lui sistematicamente prende e usa. Lei urla e lo incita a spaccargli tutto, a inondarla con la sua sborra. Diceva: “sono la tua troia, rompimi tutto, sborrami dove vuoi, fai più forte, fai godere la tua troia” e tante altre parole. Faccio alcune foto mentre la prende nel culo e poi mentre lo bacia e si scambiano la sborra attraverso le lingue. Si staccano, si ricompongono e vanno via abbracciati mentre io riesco a fotografare anche quella scena.
Si baciano come due innamorati ma non riesco a distinguere se il ragazzo è lo stesso della volta precedente. Penso che non possono essere due innamorati, non sarebbe stato quello il luogo dell’incontro.
Mi avvio a casa e al rientro mia madre era già indaffarata. Mi siedo in salotto e sfoglio le foto mentre la osservo in cucina. A un certo punto vado in camera mia e mi metto in libertà rimanendo in mutande. Ormai mi era balenata l’idea che volevo abusare di lei, la volevo chiavare e volevo dargli la mia sborra, volevo dargli una lezione. In quel momento non la stavo considerando più come madre ma come una sgualdrina che fa pompini e si fa inculare nel boschetto.
Rientro in salotto e mi accomodo sul divano. Mi tocco il cazzo che ormai era duro poi: “mamma puoi venire un attimo” e lei: “Si cosa c’è? Arrivo”
Mentre arriva metto sul telefonino la foto mentre lei era intenta a succhiare il cazzo e quando era vicino gli metto una mano nel culo e con l’altra le facio vedere la foto.
Lei: “Toglimi la mano dal culo, come ti permetti, e poi perché mi fai vedere queste porcherie”
Io: “mamma sei tu, sono le tue porcherie, guarda bene. Ti ho fotografato mentre facevi la troia”
Lei arrossisce e si siede vicino senza dire una parola. Dopo un po’ solleva la testa e mi dice: “amore mio vuoi che faccia la stessa cosa con te? Purchè mantieni il segreto su quello che hai visto”
Io: “si signora, devi fare la puttana e la troia anche con me, dai inizia lurida sgualdrina”. Senza nessun problema si spoglia, facendomi vedere il suo piccolo ciuffetto dove intravedo le due labbra, non si vergogna davanti al figlio così senza alcuna difficoltà, anzi con tanta naturalezza da lasciarmi disarmato e impietrito, inizia a toccarmi il cazzo e a leccarmelo da sopra le mutande. Poi me le abbassa e inizia a succhiare, lecca l’intera asta e poi succhia e con la lingua lecca il glande come fosse un cornetto di gelato, poi lo infila tutto in bocca e succhia e addirittura risucchia. Sono un ebete davanti a tale bravura, non riesco a reagire, lascio fare, non capisco più niente, sono nelle sue mani senza avere la forza di reagire. Non duro molto in quella condizione, sto per sborrare, non gli dico niente, lascio scaricare la mia sborra dentro la sua bocca. Lei ingoia subito tutto, solleva la bocca e con la lingua si lecca le labbra poi lo riprende per pulirlo e succhia nuovamente. Mi fa un po’ male, mi irrita un po’, gli sollevo la testa e lei mi solleva le gambe e infila la lingua nel buchetto, cavolo come è troia e ci sa fare. Penso chissà quanti uomini ha fatto godere e ora senza nessun criterio sta facendo godere il figlio.
Improvvisamente dopo che il mio cazzo è nuovamente in tiro si solleva, mi fa distendere di più e poi si siede sopra di me infilandosi il mio cazzo dentro nel culo. Entra senza nessuna fatica, lo ha aperto come una voragine. Si muove, si solleva con le gambe per dettare il ritmo. Sono fermo. Sento che mi sta bagnando la pancia, è tutta bagnata e sta colando sopra la mia pancia. Non resisto molto, gli faccio il clistere con la mia sborra. Comincio a essere stanco e le dico: “Sei veramente una grande troia e puttana, leccami la pancia e riprendi a leccarmi il buchetto, lo sai fare molto bene troia” Pensavo di offenderla trattandola in quel modo, invece mi incitava a parlarle male, a usare parole forti, le piacevano.
Ci fermiamo un attimo, la vedo davanti a me nuda che con le mani si accarezza tutto il colpo, le passa sopra la sua figa, si infila un dito dietro nel culo poi lo porta in bocca e lo succhia. E’ davanti a me e mi sta dando spettacolo, mi piace, lo ho nuovamente duro e lei: “amore di mamma sei nuovamente pronto, pisciami dentro nel culo, fammi il clistere. La faccio girare e vedo che la mia sborra le sta colando sulle gambe, punto il cazzo nel buco, entra subito senza alcuna fatica, ho la vescica piena e inizio ad urinare. Lei urla, sta godendo come una troia. Mi fermo, trattengo la pisciata, le sollevo la testa e continuo a pisciarle in faccia e in bocca. Lei è contenta ma io no. Mentre sto urinando mi viene la voglia di prenderla a schiaffi e a calci. Cerco di controllarmi, è una donna e per giunta mia madre. Nooo in quel momento non è mia madre, è una sgualdrina, puttana. La ragazza al parco era decisamente meglio di lei fisicamente ma anche mia madre si difendeva molto bene.
Si allontana, va in doccia e io rimango solo in salotto.
Entro in doccia e vuole rimanere pure lei, la lascio fare, mi lava la schiena e mi passa la spugna ovunque. Sono ancora inebetito, la lascio fare, poi mi risciacquo e vado in camera per vestirmi e uscire. Ho bisogno di cambiare aria.
Sono rientrato mentre lei non era più in casa. Quella notte non ho chiuso occhio, pensavo e ripensavo a quello che era successo. In quel momento la amavo e la odiavo, cercavo di trovare giustificazioni al suo essere troia, ma qualsiasi pensiero non giustificava il vederla battere nel boschetto. Esco di casa e rimango tutto il giorno fuori. Un amico mi invita a pranzo e poi io gli chiedo se posso rimanere a dormire a casa sua perché mia madre è fuori. Trascorro la notte fuori casa senza avvertire. Mi chiama al telefono e non rispondo, avevo messo la vibrazione per non far sentire a Luca che qualcuno mi cercava al telefono. Il giorno dopo continuo a rimanere in giro a cercar lavoro e a fare colloqui ma poi verso sera decido di rientrare.
Trovo mia madre seduta sul divano con tutte le luci spente. Mi viene incontro e mi abbraccia, sta piangendo, mi bagna il volto, continua a piangere, cerco di calmarla ma non si da pace. Non pronunziava parola e piangeva. Mi lascio coinvolgere e inizio anche io a piangere, sono disperato, è mia madre che mi ama e mi vuole bene e sento che è sconvolta. La abbraccio forte, cerco di tranquillizzarla, le asciugo le lacrime.
Dopo diverso tempo riusciamo a calmarci, lei mi prende per le guance e mi riempie di baci, non sono baci da troia ma di una mamma che non vuole perdere il proprio figlio per le sue debolezze. Le afferro la testa e inizio a baciarla in bocca, non una parola ma i nostri gesti parlano.
Ci sediamo a tavola e riusciamo quasi a fine cena a trovare un accordo.
Lei: “figlio mio mai e poi mai tradirò nuovamente tuo padre e te. Siete tutto nella mia vita. Se quando ti va e ti fa piacere potrai sostituirti a tuo padre, potrai chiedermi tutto quello che vuoi, sono tua e ti amo da morire” Mi sono alzato e la ho nuovamente baciata dicendogli: “promettimi che non incontrerai mai più nessuno, io sono qui e ti amo” Lei: “promesso” Ogni tanto ci capitava di dormire nel suo lettone e di fare sesso, ma era un sesso diverso.
Grazie per la pazienza, alla prossima, lasciatemi commenti sono sempre graditissimi e scusate per i tantissimi errori.
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