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Ed arrivò pure HALLOWEEN


di PattyeFranco
10.12.2023    |    5.279    |    3 9.5
"Ad un certo punto tra l'antipasto ed il primo, l'orchestra suona un vecchio lento e subito Mario si propone ad invitarmi, accetto, anche se con lui è come..."
Ed eccomi qua, dopo tanto tempo, avevo perso un po' la strada, il tempo è sempre tiranno, sia per le varie situazioni che la vita ci propone, sia per poter scrivere di queste situazioni, questa volta spero di riuscire a scrivere qualcosa e di non arrivare a pubblicarlo per Pasqua, ahahahahah!!!!!
Ebbene si è arrivato anche il 31 Ottobre, l'ormai famoso giorno di Halloween, per me una normale giornata di lavoro. Qualche conoscente passando per acquisti, mi raccontava che sarebbero usciti a festeggiare, che sarebbero andati a varie feste, io purtroppo non avevo in programma niente, comunque una tranquilla giornata di lavoro..
Erano quasi le 18:30, quando suona il mio cell., è Franco, che mi dice: “Questa sera usciamo a cena, hai qualcosa per Halloween da metterti? Andiamo a cena con Mario, poi andiamo ad una festa”. Sorpresa e felice per la proposta, gli rispondo che non c'è problema, dopo tanto tempo avevo proprio voglia di uscire una sera a svagarmi un po'.
Naturalmente gli chiedo se fossimo stati da soli o in compagnia, la sua risposta fu: “A cena ci troviamo con Mario e sua moglie (la rompiballe, per chi si ricorda da altri racconti), ma alla fine della cena, lei torna a casa, perché il giorno seguente deve alzarsi presto per andare al lavoro, Mario alla fine, lo riaccompagniamo a casa noi”. Ok! In un primo momento ero un po' dispiaciuta della presenza di lei, ma alla fine mi rincuorò il fatto che se ne sarebbe andata subito dopo, perché normalmente è proprio una rovina feste.
Finito il lavoro, appena a casa, mi faccio una doccia e mi preparo, il mio abito per Halloween è quello da Morticia, un bell'abito nero, modernizzato con due interminabili spacchi laterale, e sotto? Delle autoreggenti nere e un fantastico intimo nero, di pizzo. Certo a parte lo spacco, poco altro si poteva mostrare, ma bastava.
Naturalmente Franco era vestito da Gomez, di Mario e sua moglie non avevo proprio idea, ma immaginavo che lei a cena si sarebbe presentata assolutamente normale.
Appuntamento al ristorante, a Desio, evito il nome del locale (penso non si possa fare pubblicità), parcheggiamo ed aspettiamo l'arrivo di Mario (come sempre in ritardo), ma la sorpresa più grande sapete qual'è? E' solo, la moglie non c'è, scende dall'auto ed è vestito da Dracula, subito ci dice: “Non ha voluto venire, ha detto che non gli piace mascherarsi, poi lei dopo la cena se ne sarebbe andata, quindi....”.
Gli rispondo: “fa niente, qui di gente ce n'è e ci potremo divertire, ho capito che la festa continuerà qui, perché qui c'è cena e musica, conosco il posto, ci sono stata qualche volta”.
Prima di entrare, i soliti baci ed abbracci di rito, Franco aveva prenotato e aveva riservato in una tavolata, sicuramente meglio in quanto ci saremmo trovati in compagnia e più numerosi, altrimenti solo noi tre avrebbe potuto essere triste. Ma che dire? Molti alla tavolata erano già seduti, e nemmeno a farlo apposta, c'era anche Pino, un amico di Mario, un suo ex collega di lavoro, avevo già avuto occasione di conoscerlo, ma mai approfondito l'amicizia, un tipo molto carino e a modo. Ci accomodiamo e subito arriva l'aperitivo e si comincia così la serata. Non so se casualmente o voluto, mi ritrovo seduta tra Franco e Pino, Mario finisce di fianco a Pino.
Mario si innervosì un poco, immagino perché, avrebbe voluto stare lui vicino a me, ma non so come si è ritrovato un posto più in là. Comunque comincia la cena, si chiacchiera, si beve e si balla, si perché c'era anche l'orchestra a tenerci compagnia ed allietare la serata. Comunque mi sembrava che la serata procedeva bene, a Pino ogni tanto scappava l'occhio alle mie gambe, purtroppo lo spacco lasciava bene in vista le autoreggenti. Mario anche lui cercava di dare qualche occhiata, ma gli era quasi impossibile e questo lo innervosiva ancora di più. Ad un certo punto tra l'antipasto ed il primo, l'orchestra suona un vecchio lento e subito Mario si propone ad invitarmi, accetto, anche se con lui è come ballare con un mattone, la pista si riempie e noi ci troviamo proprio nel mezzo, così che Mario comincia a stringere e mi dice: “Cavoli avrei voluto essere io seduto vicino a te, già che mia moglie non c'è, avrei potuto sbilanciarmi un pochino, sempre nel limite”, mi aspettavo questo suo pensiero, il suo debole per me è sempre stato chiaro, visti anche i precedenti. Gli rispondo istigandolo: “e che problema c'è? La serata è lunga”. Quindi, visto il suo essere mascherato da vampiro, simulando il morso di Dracula, mi bacia sul collo, facendomi scorrere addosso un brivido, essendo un periodo di bianca in certe situazioni; tra la pandemia e molti altri problemi di lavoro, poco o niente mi aveva più portato a certe situazioni.
Sotto sotto, mi si stava accendendo qualcosa dentro e a questo punto cominciava a dispiacere anche a me il fatto che non fosse seduto al mio fianco. Arriva l'altra portata, quindi torniamo al tavolo, Pino ridendo dice a Mario che a ballare è proprio una frana, io gli rispondo che non era una novità e giù una bella risata. Durante la cena Pino è molto galante e non appena il mio bicchiere si svuota, da buon cavaliere è subito pronto a riempirlo.
E' una sera di festa, quindi non mi preoccupo di un bicchierino di vino in più, ci mancherebbe, l'importante è non esagerare, meglio restare sempre con la mente lucida. Ma intanto noto che Mario continua a guardarmi e farmi gesti strani, non capisco proprio che cosa volesse, sempre enigmatico lui.
Dopo aver finito il primo, decido di alzarmi ed andare in balconata, così che Mario mi segue, e appena su, mentre guardiamo dall'altro, vedo che Pino si mette sulla mia sedia e si mette a parlare con Franco. Mario intanto, mi sussurra: “ero così felice del fatto che mia moglie non fosse venuta, poi mi ritrovo Pino a mettersi proprio in mezzo, dopo tanto tempo, avevo proprio voglia di starti almeno un pochino vicino”, mi aspettavo una cosa del genere, ma io ero venuta per una serata in compagnia e festeggiare Halloween, nessun altro pensiero.
Ma le sue parole e i ricordi di tante avventure, mi fanno venire qualche prurito e qualche voglia persa negli ultimi anni. Visto che i due, Pino e Franco erano talmente intenti a chiacchierare che nemmeno ci vedevano, mi giro e mi dirigo direttamente ai bagni, quelli in fondo alla balconata, Mario mi segue e ci ritroviamo li nel bagno soli, la gente era ancora seduta a mangiare e qualcuno sotto a ballare. E che poteva succedere con uno sempre intraprendente come lui? mi avvicina, mi prende la testa tra le mani e se la tira a se e comincia baciarmi, un bacio molto convinto, che io condivido con piacere. Che potevo fare? dopo tanto tempo finalmente, con tanta passione ci lasciamo andare a qualcosa di veramente piacevole, un bacio intenso, con la tanta frenesia, con il desiderio che da tempo mancava.
Era troppo bello, durante quel bacio Mario si era lasciato andare con una mano sul seno e una sotto lo spacco ad accarezzarmi la coscia. Bello si, ma non potevamo fermarci troppo a lungo, quindi lo fermo e gli dico: “Mario pazienta un attimo, ci sarà il tempo più avanti”, e mi promisi che prima di andare a casa dovevo veramente mettere a frutto il desiderio che c'era tra noi e il troppo tempo, purtroppo perso.
Scendo prima io e trovo che Pino sta ancora parlando con Franco e appena mi vede fa per alzarsi, io lo fermo subito: “Stai pure li, mi metto io al tuo posto, così chiacchierate tranquillamente”. Quando arriva Mario e mi vede seduta al posto di Pino, vedo in lui una ventata di soddisfazione. Chiacchiere su chiacchiere e tanta allegria e Mario che si strusciava la sua gamba sulla mia, al che gli dico: “Stai tranquillo, è troppo che non si combina più niente, potrei non rispondere di me”. Si perché mi stava salendo quel desiderio, quella gioia che mi mancava da tempo.
Arriva la seconda portata, e ricominciamo a mangiare, tutto ottimo, e anche il vino è super. Mi rendo conto che non solo a Mario scappava spesso l'occhio sulle cosce avvolte dalle autoreggenti ma anche Pino non si lasciava scappare l'occasione. Che ci vuoi fare? Gli uomini sono così.
Mario, ogni tanto si lasciava scappare qualche sfioramento, ma Pino inconsapevole di tutto non osava di sicuro. Mario ogni tanto sottovoce e coperto anche dalla musica, mi raccontava tutti i suoi pensieri, i suoi desideri persi, nel tempo che non ci siamo più visti, tutti discorsi che mi intrigavano sempre più, già era bastato quel bacio e quelle poche carezze in bagno, ora con i suoi discorsi, aumentava sempre più quella voglia di recuperare.
Decido quindi di non perdere ulteriormente tempo, la serata sarà ancora lunga, ma la voglia di soddisfare almeno in parte qualche desiderio che mancava da tempo, è tanta. Conosco abbastanza bene il posto, c'è un locale molto appartato, chiuso con delle tende, che avevo già notato, sufficientemente buio, dove nessuno entra in queste serate, quindi faccio capire a Mario di avviarsi di sopra, che poi con calma lo avrei raggiunto, ormai anche il secondo lo avevamo mangiato, e c'era ancora un po' per attendere il resto. Lui si avvia con la scusa di andare a prendere una boccata d'aria, io dopo poco lo seguo, Franco non ha dubbi, ha già capito la situazione, ma non ne fa certo un problema, Pino invece sembra non sospettare niente vista la tranquillità di mio marito, tanto loro hanno trovato da chiacchierare.
Appena su, mi dirigo verso quel locale, un mezzo ripostiglio, in queste occasioni non ci va quasi mai nessuno, mi sento di rischiare, non ho intenzioni altamente hot. Mario mi segue, ma non fa in tempo ad oltrepassare la tenda, che già gli sono addosso, parto decisa a baciarlo, un bacio ricambiato con la tanta passione che ci stava assalendo. Mario con le mani è già sul seno e sulle cosce e mentre le nostre lingue si rincorrono, la sua mano dalla coscia sale fino alla passera, dapprima da sopra gli slip, poi ci si infila sotto. Per la miseria che piacere, da tempo sognavo una situazione del genere, Mario è sempre stato intraprendente ed anche lui ha sempre amato il rischio, e qui c'era solo tanta voglia, troppo tempo è passato. Le sue dita mi accarezzavano la passera già umida, io mi trattenevo dall'ansimare, ma lui sentiva il mio godimento, tanto che dopo avermi ben stuzzicato il grilletto, finì con il penetrarmi con un dito e poi un altro. Che sensazione, che piacere, non potevo gridare e ansimare più di tanto, anche se la musica poteva coprire il tutto, ma poteva anche capitare che qualcuno sentisse. Mario era anche lui troppo eccitato, lo sentii allungando la mia mano su quel duro passero, pronto ad esplodere ad uscire dalla gabbia, lo sentivo anche dalla sua frenesia e bramosia, ma non solo, mi sussurrò: “E' da tempo che immaginavo e speravo in tutto ciò”.
Comunque la situazione era talmente estasiante, che gli abbassai la cerniera dei pantaloni, mi intrufolai facendo uscire dalla gabbia quel passero desideroso. Per la miseria, quanto era duro, glielo accarezzavo, lo tenevo stretto nella mano, muovendomi avanti e indietro. Che situazione, essere al massimo dell'eccitazione e non poter andare oltre, tanto che Mario mi fermò dicendomi di fermarsi, perché avrei combinato un guaio, ahahahah! Era al limite, da troppo aspettava e avrebbe voluto godersela con più calma. Quindi decidemmo di fermarci, anche perché non potevamo restare li per molto. Dopo questa lunga anteprima, ci sistemammo, poi prima me ne uscii io, raggiungendo il tavolo, così da non far sospettare troppo alcune persone. Mario ci raggiunse proprio mentre stavano portando il dolce. Franco mi guardò e sorrise, aveva capito tutto, poi mi si avvicinò a mi sussurro all'orecchio: “Ho fatto bene allora ad organizzare questa serata?”, il mio sguardo fu subito chiaro e gli risposi: ”Certo che si”, quindi tornò a sedersi e continuare le sue chiacchiere con i commensali vicino a lui e con Pino.
Ormai il fuoco era acceso, a Mario ogni tanto scappava la mano sulle mie cosce, purtroppo non c'erano molte altre opzioni. Ogni tanto quando l'orchestra suonava qualche lento, prendevamo l'occasione per andare a ballare e far scappare qualche sfioramento.
Ma ormai era chiaro che non saremmo tornati a casa, così. Anzi ormai eravamo consapevoli di trovare una soluzione.
Ancora una volta dopo aver ballato, ci ritrovammo in uno dei bagni di sopra, i meno frequentati, dove ancora continuammo le nostre effusioni sempre più accattivanti. Durante il solito e perdurante bacio, presa da tanta bramosia, gli sfilai di nuovo quel passero dalla gabbia e decisi di assaporarmelo, diciamo che dopo il dolce, ci poteva stare, quindi mi abbassai e cominciai con il baciarglielo, per poi affondarlo tra le mie labbra. Un susseguirsi di leccamenti, baci e affondi nella mia bocca, ma vista la tanta brama mia e la tanta sua eccitazione, dovette interrompermi nuovamente, per evitare di godere, anche se ci sarebbe stato bene. Poi la situazione si rivoltò e fu lui ad abbassarsi scostando gli slip, stuzzicandomi con le dita e la lingua che scorreva sulle labbra, per poi penetrarmi decisamente con le stesse, wowww che piacere, dura trattenersi dall'ansimare. Tra le dita che mi penetravano e la lingua sul clitoride, non riuscivo più a trattenermi, stavo per godere, e lui imperterrito, voleva farmi godere, e ci riuscì, fu una cosa strepitosa ma dura, ansimando quasi sottovoce. A questo punto non restò che darci un ultimo bacio e darci l'ennesima sistemata.
Mario comunque non contento e da buon amico di Franco e masochista uguale, mi propose: “che ne dici di toglierti gli slip? Ho visto che nonostante gli spacchi non si vede altro che le autoreggenti, il saperti senza, i miei pensieri saranno sempre più li”. Non ero molto propensa, ma visto il fuoco che avevo addosso, decisi di appoggiare la sua idea, infatti me le sfilai e non avendo dove metterle, le misi in tasca a Mario, dicendogli:”ricordati poi di ridarmele, perché se poi dovesse trovarle tua moglie, non so.....”, piccola risata e me ne tornai di sotto.
Appena giù, andava ancora un lento, Franco, bello sorridente, fu subito pronto a venirmi incontro e farmi ballare. Il suo vero intento ero quello di sapere come andava, naturalmente gli raccontai tutto, tranne che ero senza slip, tanto che mi disse: “Ci avrei scommesso, sapevo che non vedevi l'ora, e anche lui me lo ha sempre detto, nei messaggi mi chiedeva, a quando una bella serata in compagnia e guarda caso, abbiamo trovato l'occasione, ma dopo che facciamo?”, non sapevo che dire: “vediamo l'andamento della serata, poi decidiamo.”, la musica intanto finì mentre ci scambiavamo un bacio veloce e lui dando una toccatina in basso capì che ero senza slip, rise e mi disse: “lo immaginavo, conosco i miei polli, andiamo a berci il caffè”. La serata dunque procedeva, Mario si divertiva a stuzzicarmi, ogni tanto gli scappava la mano sotto lo spacco, ma sempre toccata e fuga, per evitare fraintendimenti da parte di qualcuno, poi c'era Pino, che nonostante l'essere inconsapevole di ciò che succedeva tra me e Mario, ogni tanto con la scusa di sistemarsi la sedia o di una posata che cadeva, approfittava per sfiorarmi la coscia e lanciare qualche sguardo, in poche parole, non gli ero certo indifferente, comunque un tipo carino e anche ben disposto. La voglia che mi aveva messo Mario, mi stava travolgendo, ero troppo desiderosa, non vedevo l'ora di poter combinare qualcosa di concreto con Mario. Ad un certo punto, ecco il colpo di scena, mentre eravamo quasi al termine della serata, Pino se ne esce con una proposta: “Che ne dite di andare a casa mia? E' poco distante da qui? Ci beviamo ancora qualcosa, ho dell'ottimo vino al fresco, tanto per concludere la serata”. In un primo momento fu come darmi un pugno nello stomaco, in quel modo smontò tutti i miei pensieri, la mia attesa, si sarebbe fatto troppo tardi, ma guardando Mario e mio Marito, la decisione fu di accettare. Quindi fu così, appena l'orchestro fece i saluti, per il fine serata, ce ne andammo avviandoci verso casa di Pino, ognuno con la propria auto. Tanto per cambiare, io andai in auto con Mario, che durante tutto il tragitto, non fece altro che stuzzicarmi la passera; comodo l'essere senza slip e uno spacco, tanto per stimolare ancora di più quell'ardore che avevo dentro di me. Furono proprio 5 minuti di strada, ma 5 minuti di estremo piacere per me. Pino faceva strada, Franco dietro di lui e noi dietro a Franco, ma quasi tentati da lasciarli andare e fermarci.
Mario mi aveva letteralmente portato ad un punto di non ritorno, quindi prima di scendere dall'auto, gli piantai un bacio di quelli sonori, Pino era impegnato a farci strada, anche per salire in casa. Una volta dentro, ci mostrò velocemente la casa, poi prese il vino e i bicchieri e lo stappò, riempiti i bicchieri, il brindisi. Poi io e Mario andammo a sederci sul divano, Franco in Poltrona e Pino sulla sedia. Io avevo sempre più un certo prurito dentro di me, tanto che il vino nel bicchiere svanì come acqua, chiedendone dell'altro a Pino, era veramente buono, e certo aiutava, avevo già perso buona parte di inibizione. Tra una chiacchiera e l'altra, ero li che continuavo ad accavallare e scavallare le gambe come niente fosse, sebbene senza slip, non so se a Pino stavo dando un bel vedere, ma ormai poco mi interessava. Ero troppo eccitata, e ripeto anche Pino non era certo male, così che non mi importava più di niente, oltretutto anche il vino mi stava aiutando a sciogliere certi pudori. Dopo il vino, ci mancava anche il Limoncello, ma nel momento in cui Pino andò in cucina a prenderlo, a Mario scappò di baciarmi e di infilare una mano sotto lo spacco, ed ecco il patatrac, Pino ritorna in salotto trovandoci in quello stato, stava per dire qualcosa, ma rimase letteralmente senza parole. Imbarazzo? Impaccio? Per niente, senza scomporsi più di tanto, si sedette osservandoci. Mario sapeva che ormai non mi sarei più fermata, quindi con noncuranza, fece andare lo spacco oltre l'altra gamba, facendomi ritrovare decisamente con le gambe aperte e la passera in bella vista, Pino era lì, quasi stupito, sorpreso, da quella scena del tutto inattesa.
Mario continuava a baciarmi e toccarmi la passera, accarezzandomela e penetrandomi con le dita, a quel punto anche Franco non riusci a restare indifferente a guardare, quindi si alzò e si avvicinò. Mario si scostò e mettendosi in ginocchio davanti a me, iniziò a leccarmi clitoride e labbra, con la passione che sapeva dedicargli, aggiungendo poi, anche le dita; io ero già ansimante di piacere, mio marito mi stava baciando con l'esaltazione naturale della situazione. La loro complicità nella nostre avventure, è sempre stata grande. Ormai ero al settimo cielo, mi stavo gustando tutto il piacere possibile. Che strano, desideravo del piacere e ora ne stavo ottenendo molto. Pino era ancora su quella sedia, impassibile e sempre con stupore, ma allo stesso tempo quasi sconvolto, ma con eccitazione. Io impassibile, mi stavo gustando tutto il piacere che Mario e Franco mi stavano procurando, ma decisi di non restare del tutto passiva ai loro giochi, quindi a Franco slacciai i pantaloni, giù gli slip e via con il suo passero duro, prima tra le mie mani, per poi finire tra le mie labbra e la mia lingua, leccandolo, succhiandolo. Assaporavo ogni momento, me lo volevo proprio gustare. Mario maestro di lingua, su quella passera era superbamente splendido, come Franco che stupendamente assecondava la mia bocca impegnata sul suo passero. Pino era sempre li, fermo a guardare. Lui era li che guardava sicuramente eccitato, io ero li a gambe aperte con passera ben visibile. Mentre mi gustavo il passero di Franco, il mio sguardo era diretto verso Pino, non mi sembrava giusto che stesse solo a guardare e non mi sarebbe dispiaciuta anche la sua partecipazione, ma naturalmente lui non osava, oltretutto nessuno lo aveva ancora invitato a partecipare.
Non volevo essere proprio io ad invitarlo a giocare, cosi feci capire in qualche modo a Mario di stimolarlo a partecipare, cosi che si spostò dalla mia passera e sollevò il vestito, fino a sfilarmelo, anche se dovetti interrompere per un attimo la degustazione del passero di mio marito, quindi lo lanciò verso Pino, facendogli capire di avvicinarsi anche lui. Ora a parte le autoreggenti ero nuda, si perché il reggiseno mancava già, Mario me lo aveva fatto togliere nel tragitto, ristorante casa.
Pino non se lo fece certo ripetere due volte e si avvicinò, anche se un po' titubante, appena mi fu vicino, lo presi per la cintura dei pantaloni, glieli slacciai e abbassandogli gli slip, spuntò subito un superbo passero duro. Mi ci fiondai di botto con baci e lingua, Ora ero con due possenti passeri che mi alternavo prima l'uno e poi l'altro, ma nel giro di poco, non tardò ad arrivare anche quello di Mario. Che meravigliosa situazione, tre passeri duri e vibranti davanti ai miei occhi, che mi stavo gustando con delizia e piacere. Lentamente durante questa triplica stimolazione orale dei loro peni, ebbero tempo di spogliarsi totalmente pure loro. Continuai per un po' così, finché Pino preso da coraggio, decise di abbassarsi verso la mia passera, dimostrando così, capacità di lingua, con un percorrere sulle labbra e il clitoride, in modo magistrale. Stavo provando un piacere immenso, ormai ero preda della loro passione, uno che mi stimolava a livello della passera; l'altro, Mario che si era piazzato sul mio seno, accarezzandolo, baciandolo e succhiando anche i capezzoli turgidi, mentre Franco sempre intento a lasciarsi percorrere il suo pene dalla mia bocca e dalla mia lingua. Ad inizio serata non mi aspettavo tutto questo, ma certo ora era molto meglio. Proseguendo, a turno si scambiarono i compiti, Pino tornò a farsi assaporare il suo passero dalla mia bocca, Mario ritornò sulla passera superlativamente, con lingua e dita, mentre Franco si gustava le mie tette, mentre con una mano gli accarezzavo e masturbavo lentamente il passero.
Che volere di più? Stavo godendo come una matta, un paio di volte ero esplosa in intensi orgasmi, ma dopo l'ultimo, ecco che ricominciano i riposizionamenti, ma questa volta toccò a Franco a passare alla mia passera, con colpi di lingua e con le dita che mi penetravano la passera con tanta vigoria. Ma era troppo eccitato, tanto che non resistette molto in quel modo, per troppo tempo il suo pene era stato al caldo tra le labbra della mia bocca, quindi volle tornare tra le labbra, ma quelle della passera, così che mi sollevò le gambe, tenendomele bene aperte, infilandolo con passione e decisione, una penetrazione decisa e solenne, era troppo eccitato e io a quella vigoria, stavo godendo di nuovo, in modo indecente, urla e ansimi che Mario cercava di smorzare baciandomi, ma aumentando il piacere. Certi baci, durante certe penetrazioni sono come benzina sul fuoco. Pino mi succhiava i seni, mentre con una mano gli masturbavo il pene, che sicuramente presto avrei sentito vibrare dentro di me; si perché Franco era al culmine, stava per godere, ed infatti con tutto il suo ardore, la sua foga ed il mio dimenarmi, scoppiò decisamente, appena il tempo di sfilarlo e godette all'inverosimile, si era già preparato i fazzoletti, per non godermi addosso, anche se non mi sarebbe dispiaciuto. A questo punto sentivo un vuoto dentro, così che feci sedere Pino ed andai a mettermi sopra di lui, era bello turgido, con la mano lo avevo tenuto bene al caldo e in movimento, e dopo averlo fatto giocare un po' tra le labbra della passera lo affondai. Una delizia, tanto era turgido, iniziai a cavalcarlo; anche Pino in quell'istante lanciò un gemito di piacere, strepitoso. Lo cavalcavo lentamente, volevo godermelo un po', era tremendamente duro, e un po' di movimento, bastava per sentirlo tutto, sentirlo vibrare. Mario si era messo in piedi sul divano così che potessi prenderlo tra le mie labbra, anche lui era lieto di questa situazione, quindi tra mano e bocca, me lo gustavo piacevolmente come mi stavo gustando in passera quello di Pino, che contemporaneamente riusciva anche a massaggiarmi il seno. Non urlavo, ma gemevo e sospiravo come una matta, ero pronta all'ennesimo orgasmo, si perché cavalcare quel inaspettato e massiccio pene, mi stava letteralmente facendo impazzire. Tanto era il piacere che l'orgasmo arrivò, aumentando così il ritmo, portando quasi al limite pure Pino, che devo dire stava avendo una grande resistenza, anche lui sospirava e mi pregava di aumentare il ritmo, di farlo godere, ma nonostante la mia veemenza e il mio ardore, riusciva ancora a non esplodere, così che per me stava diventando motivo di maggior piacere. Per la miseria, con tutta l'irruenza dei miei movimenti, del mio cavalcare, Mario dovette ritrarsi per non godere subito. A quel punto mi sentii ancora più irruente, il diavolo mi stava comandando, quindi un altro orgasmo, con quel cazzo di Pino, esplosi letteralmente, così che anche lui arrivò al godimento, sollevandomi e godendo, schizzandosi addosso. A quel punto mi accorsi che Franco era là seduto con tanto di cazzo duro un'altra volta. Diciamo che potevo essere più che soddisfatta, ma Mario si avvicinò, e mi disse: “ora non vorrai lasciarmi così, dopo tutto il tempo che aspetto questo momento”, certo aveva ragione, quindi lo tirai a me, lo baciai con la solita passione, e sdraiandomi sul divano, gli dissi: “ora fammi godere tu e goditi il tuo tanto sospirato momento”, era troppo eccitato e non se lo fece certo ripetere, ora ero sola, tutta per lui, il momento che aspettava; si c'erano gli altri due, ma momentaneamente fuori gioco.
Mario fu pure lui strabiliante, riuscì con le sue strampalate posizioni, con il suo ardore e vigore a farmi perdere il bene dell'intelletto, cominciando a godere e gridando sempre più forte, (fortuna Pino non abitava in un palazzo, ma in una casetta abbastanza isolata).
Mario si stava veramente godendo il momento, mi baciava, mi succhiava e toccava il seno, mi girava e rigirava e mi penetrava in modo superlativo, fino a che arrivò, dopo tanto mio piacere, di godere anche lui, tanto che questa volte si spinse fino a godermi sul seno, inondandolo di quel suo caldo sperma, non poteva evitarlo, da troppo lo aspettava.
Bene così, poi ci fu un bell'attimo di calma, i miei pensieri ormai erano oltre l'immaginabile, Halloween, mi aveva proposto veramente un bellissimo scherzetto, (dolcetto o scherzetto) beh, mi ero presa la parte dello scherzetto da tre ottimi mostri. Ma lo scherzetto non era finito, perché dopo la leggera pausa con un paio di limoncelli belli freschi, io ancora seduta su quel divano, li feci avvicinare davanti a me, e nonostante quei peni si erano messi momentaneamente in pausa, non mi ci volle molto a riportarli alla loro vigoria, e iniziai a saggiarmeli nuovamente tutti e tre alternativamente; prima uno, poi l'altro e poi l'altro ancora, un po' con la bocca e un po' con le mani, li volevo far godere di nuovo, io avevo già goduto tanto, ora toccava loro fare il bis. Ci volle un po', ma per loro fu un altro momento, di appagamento, ancora tutti e tre duri, il primo a scoppiare questa volta fu Pino, quello che precedentemente era stato il più persistente, poi Franco che a fatica si tratteneva dal godere, per ultimo Mario, ancora una volta a chiudere i giochi, ma questa volta si può dire che avevano goduto quasi contemporaneamente, e tutti tre godendo su di me, schizzandomi sul collo, sul seno, un po' ovunque, un caldo sperma che mi aveva inondato e alla fine insieme, me lo spalmarono ovunque, come fosse stata una crema per la pelle, in poche parole, carezze e massaggi ovunque.
Ebbene, Halloween era cominciato con timori, ma finito con piaceri inaspettati per me, ma anche per uno in particolare, Pino che era venuto alla festa da solo, senza programma alcuno, ma ritrovandosi inconsapevolmente in un gioco del tutto inaspettato, ma estremamente piacevole.
Ebbene, dopo esserci sistemati e lavati, e dopo aver fatto quasi l'alba, ce ne tornammo a casa, saluti e baci, sperando, a detta di tutti in una prossima e futura serata in compagnia.
Pino non mi era dispiaciuto, quindi un replay sarebbe stato il ben accetto.
Mi sono già dilungata troppo, quindi finisco così, dicendo: “certo si 'dolcetto o scherzetto', in poche parole, me li presi entrambi, un bel scherzetto, ma anche ottimi dolcetti, ahahahah!!!!.
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