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Mentre fuori nevica e il marito......


di PattyeFranco
15.12.2020    |    25.882    |    23 9.7
"Lui si accorge di me e si rende conto che lo sto osservando, chiude la portiera e resta li fermo appoggiato all'auto e si incanta a guardarmi..."
Ed eccomi qua di nuovo, nuova storia, nuova avventura, che dire? La settimana scorsa ha nevicato, e in quel giorno ero in casa a fare niente, a guardare la TV, ma niente, mi stavo leggermente annoiando, ma guardare la neve scendere era troppo bello, vedere fuori tutto bianco con un silenzio irreale ed armonioso nello stesso tempo.
Mio marito era letto che dormiva, quindi vestita com'ero, con addosso una semplice camicia bianca di Franco, mi preparai una bella tazza di thè caldo e mi avvicinai alla finestra a guardare la neve scendere. Il piazzale era totalmente vuoto, tutto bianco e fermo, fino a quando arriva un'auto, che parcheggia proprio li sotto. Scende veloce un tipo, mi sembra di conoscerlo, l'ho già visto, ma ho un leggero vuoto di memoria. Lui si accorge di me e si rende conto che lo sto osservando, chiude la portiera e resta li fermo appoggiato all'auto e si incanta a guardarmi. I nostri sguardi si incrociano e ci scappa il saluto, con la mano e un sorriso, ma restiamo come incantati a fissarci. Mi accorgo in quel momento che la camicia è un po' slacciata, mostrando una vertiginosa ed ampia scollatura.
In quei momenti l'aria si stava caricando di sensualità, lui era sempre più fermo ed incantato ad osservarmi, forse anche abbastanza raffreddato, visto il gelo della neve. Io ero lì che mi stavo riscaldando, ma non solo con il thè. Non so cosa mi abbia spinto, ma con la tazza in mano gli faccio il gesto per fargli capire se gli andava di scaldarsi con una tazza di thè. La sua risposta fu un chiaro gesto di assenso, cosi che gli feci il gesto di raggiungermi e salire e andai al citofono, aprendogli il cancello in giardino ed il portone d'entrata., dicendogli: “Ok! Sali”, lasciando socchiusa la porta sul pianerottolo.
Non so proprio cosa mi fosse preso, far salire una persona così in casa, anche se ero sicura di conoscerlo, nonostante al momento non mi sovveniva dove e quando. Non mi preoccupai nemmeno di coprirmi o vestirmi oltre, ero lì con la camicia di Franco che lasciava l'ampia scollatura, naturalmente senza reggiseno, un paio di autoreggenti e un paio di scarpe con dei tacchi, però gli slip c'erano, anche se di pizzo. (Diciamo che mi ero preparata in quel modo per intrigare un po' Franco, che nell'attesa si era addormentato, comunque a ragione, era parecchio stanco).
Sentii il misterioso personaggio (ma non troppo misterioso), salire le scale, mentre io ero tornata alla finestra a guardare la neve scendere, mentre aspettavo il suo arrivo.
Franco era sempre tranquillo in camera che dormiva inconsapevole del mio invito. Eccolo, il tipo è arrivato al pianerottolo, trovando la porta socchiusa, la spinge un pochino e chiede permesso prima di entrare. Lo vedo, gli faccio segno di entrare, ma appena dentro, chiude la porta e resta bloccato incantato a guardarmi. I nostri sguardi subito si incrociano, ed ecco che mi ricordo tutto, dove e quando ci eravamo conosciuti. Era Alessandro, ci eravamo conosciuti parzialmente una sera durante un mio car-sex ed in seguito al BG-Sex, quindi a questo punto, l'aria si distese un pochino.
Lo faccio accomodare, mentre io vado in cucina a prendergli la tazza di thè. Non lo so che ho dentro, ma l'aria si sta facendo calda, torno con il thè e mentre glielo porgo, i nostri sguardi tornano ad incrociarsi a fissarsi, ma ecco che succede il disastro, lui si alza dalla sedia e subito prende la mia testa tra le sue mani e comincia a baciarmi. Ma che diavolo succede? No non mi ritraggo anzi assecondo il suo bacio. Forse era quello che desideravo? Ma so che dentro di me, sapevo e desideravo che ciò succedesse, le nostre lingue si intrecciarono in un appassionato bacio. Sentivo che anche lui non aspettava altro, forse è da quando ci siamo conosciuti che desiderava questa cosa e forse altro ancora. Ma intanto quel bacio è talmente appassionato e desiderato, che nello stesso tempo ansimo, nel silenzio assordante si sente chiaramente.
Ma come dice una canzone di Zucchero, ha acceso il diavolo in me, si perchè in quel momento, dentro di me c'era veramente un diavolo. Il suo bacio, che sensazione, ansimo.
Ma per lui, sempre come dice Zucchero, è anche una questione di peli, tanto che mi fa sedere sul divano, mi allarga le gambe, scosta le mutandine e parte a baciare la mia passera, scorrendola poi con la lingua, fino ad andare a stuzzicare anche il buchetto dietro.
E tornando a Zucchero, come negare le sue parole? Non siamo dei Santi, le tentazioni sono cose piccanti, belle da prendere al volo; quindi questa situazione non me la lascio scappare di certo.
Non sono proprio riuscita a trattenermi, anzi mi sto lasciando andare ad ogni piacevole sensazione.
Alessandro era li che continuava ad assaporare e gustarsi il mio sesso, e mentre faceva tutto questo con piacevole avidità, alzava il suo sguardo ad incrociare i miei occhi socchiusi, per il piacevole godimento.
Comunque dalla posizione in cui si trovava, sentiva il mio respiro sempre più affannoso e la mia passera contrarsi, segno che stavo raggiungendo il primo momento di grande piacere. Si stavo già per godere, le sue dita, si erano intrufolate nella passera, masturbandomi. Ero così presa dal piacere che presi tra le mani la sua testa, spingendola sempre più contro il mio sesso, la mia intimità. Ed ecco finalmente il mio ansimare, aumentare sempre più, stavo godendo veramente tanto da indiavolata, tanto che stavo inondando del mio piacere la sua lingua, le sue labbra. Complice di questa esplosione, la penetrazione con un suo dito nella rosellina, il buchino dietro, aumentando così il piacere che già stavo provando.
Chissà se Franco si è svegliato in tutto questo trambusto, mi scappa l'occhio verso la porta della camera, ma niente, non vedo movimenti, è ancora chiusa. Alessandro è ancora del tutto inconsapevole della presenza di mio marito in casa, e non ho nemmeno intenzione di dirglielo, rischierei di rompere quella poesia, quella situazione che si era creata all'improvviso.
Alessandro aveva ancora le labbra bagnate del mio godere, ma lo feci alzare e gli sfilai la maglietta, e presi a baciare il suo petto, poi con la lingua andai sui suoi capezzoli e iniziando a leccarli, girandogli attorno, per poi succhiarglieli. Era in estasi, vedevo chiaramente il suo piacere intenso. Nel mentre, con le mani, iniziai ad armeggiare con la cintura dei suoi pantaloni fino ad aprirla, per poi slacciargli anche il bottone dei pantaloni, fino poi a farli scivolare alle sue caviglie.
Lo guardai negli occhi, con tutta la mia carica erotica possibile, tanto che gli risultava difficile resistere a ciò che gli stava accadendo. Poi fu il turno dei boxer, anche quelli finirono ai suoi piedi, liberando così quel suo maestoso membro, iniziando così a scorrerlo delicatamente con le mani, con un lento andirivieni.
In questo dolce accarezzare il suo membro eccitato, lentamente mi abbassai fino ad arrivare a farlo poggiare sulle mie labbra, baciandolo, per poi a farlo affondare dentro la mia bocca. Non so, sembravo fuori di me, ero come ubriaca da questa strana situazione, lo avevo invitato per bere un thè, ora mi ritrovavo qua, con il suo membro tra le mie labbra, affondandolo con piacevolezza nella mia bocca. Gli facevo sentire la mia lingua, muoversi sul suo membro, continuando con un gioco sempre più energico, sicuramente per lui incredibile ed idilliaco.
Certo era piacevole questo gioco, ma correvo il rischio di farlo godere troppo presto, troppa energia, troppa convinta in questo gioco di labbra, bocca e mani, così che rallentai proseguendo in modo più gentile ed dolce.
Ora sentivo più forte un altro desiderio, l'eccitazione era alle stelle, il desiderio di sentirmi penetrata dal suo sesso si era fatto ancora più forte, era al punto giusto per entrambi.
Mi fermai e gli feci cenno di sdraiarsi sul tappetto, ma non prima di avermi sfilato gli slip, poi mi abbassai piano piano mettendomi sopra di lui, poi presi il suo membro tra le mani, puntandolo verso la mia passera, facendolo scivolare lentamente dentro di me. Quando fu tutto dentro, mi fermai e piegando la testa all'indietro, emisi un sospiro, un sospiro di piacere, quel dolce sentirmi penetrare da quel massiccio membro, mi riempi proprio di tanto godimento.
Cominciai cosi un piacevole movimento su e giù, che si univa ogni tanto, al suo spingere quando andavo ad abbassarmi. Le sue mani, nel frattempo si erano andate a posare sul mio seno.
Ogni tanto Alessandro fermava il mio movimento, iniziando a muoversi lui con molta energia, aumentando così i miei gemiti, e più io gemevo, più lui si caricava a 1000. Come rallentavo un po' con i gemiti, lui metteva ancora più energia, per farmi tornare a gemere e godere. Mi resi conto che tutto questo lo caricava sempre di più
Ebbene tutta questa energia, mi portò ad un altro orgasmo, un nuovo momento di estremo piacere.
Ma eravamo tanto eccitati entrambi, che era quasi impossibile staccarci. Nell'abbracciarci e baciarci ci ritrovammo girati al contrario, ora ero io, sotto di lui. Peccato che nel girarci lo aveva sfilato, restammo una attimo a guardarci negli occhi, lui mi ammirava proprio, sembrava in estasi con quei suoi occhi fissi su di me, finché poi riprese a baciarmi sempre con estrema passione, per poi stringermi ed accarezzarmi anche i seni. Attimi di vera passione, finché presa dall'ardore che avevo dentro, presi tra le mie mani il suo membro e sospirando, gli dissi: “Alessandro, ti voglio sentire ancora dentro di me”.
Non so, ma a quelle mie parole, mi sembrò, come se lui si sentisse in paradiso, poi allargò le mie gambe, si abbassò a baciare la mia passera desiderosa, poi si sollevò e restando in ginocchio, poggiò il suo membro alla mia passera, e lo osservò sprofondare dentro di me, tra le mie labbra. Un altro momento intenso, si lo desideravo ancora dentro di me. Quando fu tutto dentro di me, i nostri sguardi si incrociarono di nuovo, e un mio sospiro investi il suo viso, tanto che si abbassò e ricominciò a baciarmi, le nostre labbra si unirono e le nostre lingue iniziarono una piacevole danza tra di loro.
Intanto lui, alternava movimenti lenti ad altri più energici, la stanza, o più precisamente il salotto continuava a riempirsi di mugolii e gemiti di piacere, ormai eravamo tanto concentrati nel dare e ricevere solo piacere.
Avevo l'impressione in quei momenti, che i nostri corpi fossero proiettati in un'altra dimensione, dove noi due eravamo il centro dell'universo, impressione sicuramente reciproca.
Ero talmente ubriaca di questo idillio, di questo godere di nuovo, che ad un certo punto glielo feci sfilare, e dicendogli che volevo assaporare il suo gusto unito al mio, me lo ripresi in bocca tra le labbra, riassaporando quel suo membro eccitato. Fu un breve attimo, perché tutto questo lo mandò totalmente in estasi, tanto che volle rientrare dentro di me, con voglia, foga, ma anche sentimento, iniziando una nuova penetrazione a ritmo sostenuto. A questo punto i miei ansimi e i miei gemiti invasero il salotto, stavo godendo di nuovo. I nostri sguardi si incrociarono all'infinito, e credo che le mie espressioni di piacere lo stessero facendo impazzire, sentivo che il suo piacere stava per esplodere. Sentii che era in procinto di godere, quindi gli dissi: “Voglio vedere il tuo piacere, voglio proprio vedere quanto mi ha desiderato”, così che lui aumentò ancora di più il ritmo, tanto che al culmine lo sfilò, scoppiando letteralmente, riempiendomi del suo caldo piacere, il seno e la pancia in modo copioso, era interminabile.
Poi ancora ansimando, ci lasciammo andare in un bellissimo abbraccio e con dei bellissimi baci.
Eravamo ormai sfiniti, sdraiati ancora su quel tappeto, ma felicemente appagati da tutto quel piacere.
Approfittai in quel momento anche di girarmi verso la finestra, nevicava ancora copiosamente. Ora era tornato quel silenzio che ha sempre dell'assordante, ma a questo punto, di nuovo mi sorge il problema di Franco, possibile che in tutto quel silenzio, non è stato disturbato e svegliato dagli ansimi e gemiti di entrambi?
Ebbene restammo ancora per un attimo sdraiati su quel tappeto, poi mi rialzai e con la scusa di andare e darmi una risciacquata, andai a sbirciare in camera per vedere di Franco. Era sveglio e nudo, nel letto, con tanto di sesso sull'attenti, anche lui in attesa di essere portato al caldo, così che non ci pensai molto e dissi ad Alessandro di aspettarmi in salotto, che ci avrei messo un attimo, poi entrai in camera e andai dritta sul sesso di Franco, e dopo qualche carezza e qualche bacio mi ci misi sopra e lo infilai dentro di me, lo cavalcai con tanta passione, con estremo piacere e tanta intensità. Naturalmente non potè durare a lungo, eravamo entrambi troppo eccitati, così che entrambi godemmo subito con estremo piacere.
Franco mi rivelò, che si era svegliato proprio per i nostri gemiti ed ansimi e dalla porta socchiusa si era goduto una buona parte del nostro piacere, complimentandosi con entrambi per la grande passione che ci stavamo esprimendo, ma che non intervenne per non disturbare quell'idillio che aveva visto tra me ed Alessandro.
A questo punto fui veloce ad andare a sciacquarmi in bagno e infilarmi l'accappatoio, per non far attendere troppo Alessandro, che nel frattempo si era rivestito e sistemato, ed ormai incantato a guardare la TV mentre mi aspettava.
Con Franco decidemmo di fargli la sorpresa, quindi invitai Alessandro a rimanere a cena, invito che naturalmente non rifiutò, ma la sorpresa fu quando tutto sembrava tranquillo.
Francò entrò in salotto, stiracchiandosi, dicendo: “Bestia che dormita che ho fatto, in questo silenzio quando nevica è quasi piacevole, proprio rilassante...” poi guardando Alessandro, fingendo di vederlo solo ora, continuò: “....a ciao Alessandro, che fai in giro con questo tempo? Mi sembri anche fuori zona”.
Alessandro rimase tremendamente sorpreso, sembrava quasi di vedere del terrore nei suoi occhi, osservò me, poi rispose con un leggero balbettio: “ero di passaggio, non sapevo nemmeno che abitaste qua e Patty mi ha visto giù nel parcheggio, così che mi ha invitato a salire per riscaldarmi con un thè, oltretutto mi ha invitato a cena, non vorrei essere di disturbo”, Franco rise e rispose:”ma quale disturbo, è un piacere”. Poi la serata continuò nel più normale dei modi. A parte qualche piccolo imprevisto, ma niente di che, tipo l'accappatoio sempre dispettoso che si apre nei momenti più inopportuni, il tovagliolo che cadeva a terra, ecc... Non ci scappò un seguito di furore, se non qualche toccamento e gioco, ma non di più. Poi alla fine ci salutammo sul tardi, la strada si era fatta brutta e pericolosa, era meglio per Alessandro rientrare.
Franco gli propose di rimanere, ma a ragione preferì tornare a casa, non credo sarebbe successo ancora qualcosa, eravamo già felicemente contenti del pomeriggio super, almeno spero anche per lui. Ma devo ammettere è stato grande e coraggioso.
Comunque Alessandro se ne andò senza immaginare che Franco ci aveva visti.
Mi sa che lo scoprirà solo ora, leggendo questa nostra fantastica avventura.
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