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Dopo il divorzio 1/2


di MissSerena
06.05.2025    |    593    |    3 8.0
"” Più lei parlava, più il mio desiderio di vendetta si nutriva di puro odio, e tutto ciò non faceva altro che darmi un piacere nuovo, del tutto..."
Uscendo dal tribunale che aveva sancito il mio divorzio da Alfredo, una parte di me non riusciva ad esser felice per quella che era stata una netta vittoria. Il giudice aveva infatti stabilito l’addebito della separazione ai suoi tradimenti, lasciandomi non solo la casa coniugale sino a quando i nostri figli non sarebbero diventati autosufficienti, ma anche un bel mantenimento sia per me che per loro.
Nonostante ciò c’era almeno la metà di me che continuava ostinatamente a non comprendere come un uomo del suo calibro fosse finito a pagare una transessuale per giocare a fare lo schiavetto.
Era stato lui a confessarmi tutto dicendomi che non se la sentiva più di fingere d’essere l’uomo perfetto, e alla mia richiesta di spiegazioni la sua risposta era stata un laconico “non puoi capire”.
Ai nostri due figli ovviamente avevamo raccontato una bugia, e del resto era inutile raccontar loro la verità col serio pericolo che poi l’avrebbero odiato. Così si era detto loro che semplicemente mamma e papà non si ritrovavano più insieme, e che era inutile portare avanti un rapporto morto, ma che per loro non sarebbe cambiato nulla, avendo lasciato ad Alfredo la massima libertà di vederli, che di portarli da lui.

“Dimmi il suo nome, questo me lo devi.”
Erano passate due settimane dalla sentenza di divorzio, ma quel “non puoi capire” non mi aveva mai lasciato pace quasi fossero la mia condanna per la fine del matrimonio. Così alla fine avevo chiamato Alfredo per sapere chi per lui si era dimostrata più importante di me, e dopo qualche tentennamento avevo avuto nome e numero di telefono.

“Buongiorno sono Marika, l’ex moglie di Alfredo, credo che lui ti abbia parlato di me.”
Era iniziata così quella che consideravo una folle conversazione con Kristen, prostituta transessuale specializzata in rapporti di dominazione, dei quali non sapevo di fatto nulla e che consideravo cose per persone strane.
Lei mi aveva risposto con una voce quasi asettica, ma allo stesso tempo calma e suadente, come se dietro a una parete di ghiaccio si celasse un vulcano. Sempre più convinta che solo andando dai lei avrei compreso il mio ex, presi un appuntamento per un pomeriggio infrasettimanale, quando i miei figli erano al doposcuola sportivo, e sarebbero rientrati a casa solo dopo le sei.

Avevo passato un paio di giorni nell’incertezza più totale, tanto d’arrivare a pensare a disdire quel folle appuntamento, ma poi avevo compreso che solo andando da quello che considero un essere perverso avrai avuto le mie risposte. Anche lo scegliere cosa mettere era stato un mezzo incubo, avendo la paura di “sbagliare”, neanche fosse un incontro formale ai quali bisogna presentarsi impeccabili come una Windsor.
Alla fine avevo scelto sia l’intimo un bel raso, che il tailleur di un forte tonalità di viola, cercando d’essere elegante e sexy allo stesso tempo.
Kristen esercitava in pieno centro, ma per mia fortuna vicinissimo a un parcheggio a pagamento, dove lasciai la macchina per poi dirigermi con passo quasi marziale da lei.
Quando la vidi rimasi di sasso, perché ero certa di trovare una gran bella donna, se pur col pene, mentre davanti a me c’era tutto tranne che ciò forse speravo di vedere. Lei aveva sì un bel fisico, anche se il seno era ovviamente frutto della chirurgia, ma un viso bruttino, un po’ troppo schiacciato. Pur sapendo che fosse di colore la trovai “troppo nera”, ma soprattutto di una femminilità fin troppo artificiale, quasi si trattasse di un uomo con le tette e poco più.
“Entra pure, non mi capita spesso d’incontrare la moglie di un mio schiavo.” mi disse facendomi entrare nel suo appartamento “Scommetto che hai molte domandi da farmi.”
“In realtà no, vorrei solo provare quello che fai al mio ex marito, tutto qui.” risposi mentre mi guardavo intorno per cercare di capire chi avevo davanti.
“Per quello non c’è problema, la prima sessione è gratis, così capiamo entrambe se è il caso d’andare avanti, e se sì come, perché vedi non c’è una regola fissa per tutti, ma ognuno ha la sua.”
“Va bene, da dove s’inizia ?”
Lei mi porto in una stanza dove il rosso e il nero sui muri la facevano da padrone, piena di oggetti dei quali non capivo l’utilizzo, nella quale spiccava una sorta di trono fin troppo pacchiano.
“Spogliati lì e poi mettiti a quattro zampe.” mi disse indicandomi un angolo della stanza vicino a una piccola sedia, prima d’andarsi ad accomodare sul suo trono.
Mi spogliai abbastanza velocemente per poi mettermi carponi, in attesa di sapere cosa fare.
“Bene adesso gattona sino ai miei piedi, poi baciali come segno di rispetto.”
La sua voce era piuttosto fredda, ma allo stesso tempo carica di carisma, quasi non avesse bisogno di alzarla per farsi ubbidire. Così eseguii il suo ordine arrivando da lei camminando a quattro zampe, per poi baciarle i piedi e le scarpe di pelle lucida.

Ben presto ebbi ricoperto le scarpe di saliva, così gliene tolsi una per poterle leccare tutto il piede, e vidi che lei gradiva parecchio quello che stava facendo. Non posso dire che stava godendo, ma era certo che il suo ego era sempre più appagato man mano che salivo lungo le gambe, dopo aver passato la lingua su ogni centimetro quadrato dei suoi piedi.
Quando però arrivai al bordo del vestito ebbi un momento d’esitazione, ma allora fu lei a sollevarlo mettendo così in mostra il suo membro, che a occhio era più o meno come quello del mio ex marito, quindi nella media e nulla di più.
Senza bisogno che mi ordinasse qualcosa iniziai a succhiarglielo, anche per farlo diventare più duro di quanto fosse, trovando che aveva un sapore strano, ma forse ciò era solo dovuto al detergente che usava per lavarsi. Inoltre, era la prima volta che vedevo un pene senza alcun pelo vicino, tanto che all’inizio mi venne quasi da ridere trovandolo alquanto insolito.
Tutte le mie perplessità non dovettero passare inosservate alla trans, che poco dopo s’alzò per poi girarsi e di fatto sbattermi il suo sedere in faccia.
“Leccami il culo e fallo bene.” mi disse con un certo disprezzo “Anche perché è chiaro che i pompini li fa meglio tuo marito di te.”
“Ma guarda un po’ il frocio !” pensai senza però far uscire nulla dalla mia bocca, mentre le aprivo le natiche per poterle leccare il buchetto.
Kristen gradì parecchio il mio sentire la lingua girare intorno al suo ano, e la sua erezione ne guadagnò moltissimo, dato che la mazza divenne ben gonfia.
A quel punto mi sarei aspettata che mi prendesse in qualche modo, invece mi fece mettere carponi un su grosso cuscino in pelle, per poi inserirmi nel retto un plug, e quindi usare senza troppa forza un frustino sulle mie chiappe. Capii subito che Kristen era specializzata più che altro in giochetti mentali, che però avevano il loro fascino infatti la mia eccitazione crebbe in fretta, e salì vertiginosamente quando lei cambiò il plug con uno più grande per poi usare direttamente le mani sul mio sedere.
“Sei troia almeno quanto quel frocio di tuo marito.” mi disse facendomi sentire le sue dita fra le grandi labbra “La differenza è che lui ha solo un buco per prenderlo dentro, tu due e stai tranquilla che li userò entrambi.”
Non sapevo cosa rispondere, ma del resto parlare da parte mia era del tutto inutile, e lo fu ancor di più quando lei mi sbatté un grosso fallo nella passera, prima di riprendere a battermi il culo col frustino.
“Chissà quante corna hai messo ad Alfredo, e del resto uno come lui se le meritava tutte, perché è vero che l’hai tradito ?” mi chiese dandomi qualche colpetto più forte.
“Mai !” risposi mentendo “Anche se oggi me ne pento e tanto.”
In realtà l’avevo fatto e non poche volte, iniziando da quando ero diventata la “segretaria particolare” del mio direttore, col quale facevo lo straordinario ma sempre senza mutandine.
“Non ti credo, anzi penso che l’hai riempito di corna, ma adesso pensiamo alla tua fica.”
Kristen mi tolse il fallo dalla passera per metterci dentro la sua mazza, che essendo più piccola, entrò al primo colpo senza farmi provare alcun dolore, ma neanche chissà quale piacere.
“Sai cosa mi piacerebbe fare ?” mi disse mentre mi sbatteva con una certa forza “Avervi tutte e due qui e scoparvi come due troie, o forse sarebbe più divertente fargli fare da guardone mentre ti riempio il culo.”
In quel momento capii come mi sarei potuta vendicare di Alfredo, ma lasciai che la trans continuasse ad insultarmi, cercando di godere il che non era poi neanche così difficile.
Quando poi mi tolse il plug per sodomizzarmi fu quasi una liberazione, anche perché il suo membro era perfetto per un bel rapporto anale, nel senso che non era troppo grande, ma della giusta dimensione, anche se il suo incedere era forse troppo violento.
“Sai cosa mi ha detto il frocio che avevi sposato ? Che prima o poi vorrà andare con qualcuno che ha un gran cazzo per sentirsi completamente troia. Perchè sia chiaro, io non so come scopa, ma a prenderlo nel culo è un numero uno.”
Più lei parlava, più il mio desiderio di vendetta si nutriva di puro odio, e tutto ciò non faceva altro che darmi un piacere nuovo, del tutto sconosciuto, ma non per questo non appagante. Il mio godimento crebbe ancor di più quando Kristen riprese il fallo per poter fare una strana doppia penetrazione, che però non le fu facile, così decise di cambiare nuovamente musica. Il suo membro tornò nella passera che oramai colava umori in modo osceno, mentre il simulacro finì nel retto, aprendolo come non era ancora riuscita a fare.
“Dillo che ti piace, tanto ce l’hai scritto in faccia che godi.” mi disse dandomi due sonori schiaffi sulle natiche.
“Sì godo, e non me ne frega un cazzo che non sei un vero uomo e che ti sei scopata il mio ex, adesso pensa a me e fammi godere ancora di più.” le risposi girandomi il più possibile verso di lei.
La trans fece quello che volevamo entrambe, così non solo mi scopò con una forza che non avrei pensato avesse nelle braccia, ma facendo sì che sia il suo membro, che il fallo entrassero in me nello stesso momento, regalandomi così un orgasmo violento quanto appagante.
Quando fu il suo momento si mise davanti a me, e dopo avermi di fatto bloccato la testa mettendomi una mano fra i capelli, mio schizzo in faccia il suo orgasmo per poi infilarmi la mazza in bocca per farsela pulire, cosa che feci con estremo piacere.
Rimanemmo per diversi minuti ferme, io ancora carponi su quello strano cuscino, lei seduta su un piccolo tappeto poco lontana.
“So che non ci vedremo mai più, e del resto ho capito che questo non è il tuo genere.” mi disse dopo avermi portata al bagno per farmi pulire “Così come so che le corna ad Alfredo gliele hai messe, e sia chiaro che uno così merita d’essere un alce. Non credo neppure che per te finisca qua, ma se non vuoi dirmi nulla va bene lo stesso, in fondo sono affari tuoi.”
È vero che ho tradito mio marito, ma credevo avesse un’amante diciamo ‘normale’, non certo una come te, con tutto il rispetto del mondo.” le risposi mentre mi rivestivo “Quanto alla mia vendetta sarà qualcosa per lui tremendo, ma vorrei fosse lo stronzo a raccontartela la prossima volta che viene a farselo mettere nel culo, perché sappiamo benissimo tutte e due che tornerà da te.”
Ci lasciammo sapendo che ben difficilmente ci saremo riviste, ma senza alcuna rabbia o rancore, anzi da parte mia ricorderò sempre con un certo piacere Kristen, la trans che si scopava il mio ex marito.
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