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Ilaria - capitolo ottavo


di MissSerena
04.03.2024    |    1.074    |    3 9.8
"La vedo mentre si toglie il perizoma che è del tipo col gancetto davanti e davanti ai miei occhi compare un sedere perfetto, non un'ombra di cellulite ma solo..."
Capitolo ottavo

La mia 'vacanza' è giunta al termine e mi alzo con un po' di tristezza, ma si sa, le belle cose finiscono sempre.
Solo mi gira in testa ultima frase che mi ha detto Tya ieri sera, come se oggi non dovessi partire, ma forse si è dimenticata che i miei sei giorni sono finiti. Rimetto i vestiti con i quali sono arrivata e ripongo tutto il mio 'guardaroba' in valigia, piegando ogni capo con estrema cura neanche fosse un vestito firmato.
Quando arrivo in sala da pranzo per la colazione m'accorgo che sono l'ultima, ci sono tutte le mie compagne d'avventura, Madame X e le sue assistenti al gran completo.
Come mi vede, la tenutaria della villa mi sorride, nel suo sguardo c'è qualcosa di strano, però non riesco a comprenderlo e così mi metto a mangiare cercando di non pensarci. Parlo un po' con tutte e ci lasciamo i numeri di cellulare, promettendoci di risentirci al più presto, e penso proprio che quello di Daniela lo terrò ben stretto, la mia voglia di lei è sempre più forte. Ad un certo punto Madame X richiama la nostra attenzione.
“Gentili amiche, purtroppo c'è stato un piccolo guasto al nostro mezzo, ma non vi deve preoccupare. Semplicemente non partirete tutte insieme ma in due gruppi. Nel primo ci saranno Nina, Sofia, Maddalena e Maria, nel secondo Ilaria e Daniela. Spero che il soggiorno in questa dimora sia stato di vostro gradimento e che tornerete presto a trovarmi, ora se volete scusarmi ho del lavoro da sbrigare.”
La vediamo andarsene via parlottando a bassa voce con Ingrid, ma non mi preoccupo più di tanto, in fondo non ho nessuna urgenza di tornare a casa. Saluto le ragazze che se ne vanno prima di me fermandomi un po' di più con Nina, con lei è subito nato un feeling particolare, inoltre non abita molto lontano da me e ci diamo un mezzo appuntamento la settimana prossima.
Come le mie compagne partono arriva Ingrid che, brusca come al solito, si rivolge sia a me che a Daniela.
“Venite con me, Madame X vuole parlarvi.”
Penso subito che la mia copertura è andata a farsi benedire, ma poi ragionando non capisco cosa c'entri Daniela col mio lavoro, a meno che anche lei non sia un giornalista in incognito.
Così immersa nei miei pensieri arriviamo nell'ufficio privato di Madame X e, come siamo tutte e quattro dentro, Ingrid chiude la porta dietro di noi.
Come sempre la Mistress non si perde in chiacchiere inutili e arriva subito al punto.
“Dovete sapere che ogni tanto alcune mie ospiti vengono premiate con un giorno in più di soggiorno in base a quello che hanno dimostrato durante la loro permanenza. Non è un fatto frequente, ma lo è ancor meno che lo siano in due, anche se per motivi completamente diversi. Daniela è arrivata qui con la presunzione di chi ha e sa tutto, ma ha capito quale sia la sua vera dimensione, non sarà mai una dominatrice anche se gira con una slave che ovviamente era un'incapace, e si è sottomessa a tutte coloro che la volevano per appagare le proprie voglie.
Ilaria invece si è dimostrata una vera leader come non ne vedevo da tempo, non è solo una questione di superiorità ma proprio di attitudine al comando, insomma una Mistress ancora in erba ma dal sicuro avvenire.
Quello che ora vi propongo è di restare qui tutto il giorno, Daniela sarai la cagna e la schiava di Ilaria che potrà usarti senza alcun limite se non il buonsenso, potrà disporre di te come meglio crede anche cedendoti a chiunque lei voglia. Come riconoscimento per le vostre attitudini riceverete uno speciale collare che vi distinguerà da tutte coloro che sono passate di qui, e che vi farà meritare rispetto ed ammirazione anche dalle vostre presentatrici, che tanto per farvelo sapere non l'hanno. Ora aspetto la vostra risposta, la prima a dovermela dare è Daniela, poi toccherà ad Ilaria.”
Per tutto il suo discorso sia io che Daniela siamo rimaste nel silenzio più totale, di certo nessuna delle due s'aspettava una sorpresa simile, ma la mia compagna non ci pensa neanche due volte, e da subito la sua risposta.
“Si Madame X, sono disposta a vivere tutta la giornata come schiava di Ilaria sapendo che ciò mi porterà a conoscermi meglio.”
Ma anch'io non mi faccio aspettare.
“Madame X sono onorata del suo invito e accetto con gioia, spero solo d’essere degna di tanta fiducia.”
“Bene, sapevo che avreste accettato entrambe, ora Ingrid portale alla vestizione, fra venti minuti le voglio nel dungeon principale.”
“Certo Madame X, come lei vuole.” le risponde secca la svedese.
Ingrid ci fa uscire e ci lascia in due stanze separate, dove entro io ci sono Veronique e Tya che, come mi vede, mi dà subito un gran bacio.
“Sono fiera di te e anche molto contenta, lo sapevo che oggi non saresti partita.”
“E perché non me l'hai detto ieri ?”
“Perché Madame X decide solo l'ultima mattina se qualcuna rimane, io però lo sentivo e non sbaglio mai, ora però basta parlare, dobbiamo preparati al meglio.”
Con Veronique mi spoglia rapidamente ed insieme iniziano a vestirmi seguendo un rito che sembra copiato pari, pari da quello dei toreri. Mi mettono un corpetto in pelle che mi stringono con forza dietro la schiena, dopo indosso un reggicalze anch'esso in pelle, al quale vengono attaccate delle calze in latex. Indosso anche un perizoma sempre in pelle e degli stivali a mezza coscia con le zeppe e i tacchi a spillo in acciaio. Infine, mi vengono messi dei lunghi guanti in latex e vengo portata di fronte ad uno specchio.
Sono un vero schianto, il nero è da sempre il mio colore preferito, ma ora ogni mio indumento è di quel colore ed è di un'eleganza unica.
Quando bussano alla porta Tya mi dà un frustino, poi apre la porta e m'accompagna verso il dungeon.
“Ilaria ti dico solo una cosa, non cercare di strafare, non è questo quello che vuole Madame X, sii dura ma giusta, e accompagna ogni azione che dà del dolore con una che esprima la tua dolcezza.”
“Tya ma io non ho grande esperienza, come posso non sbagliare ?”
“Usa il cuore e non sbaglierai, ora taci che entriamo.”
Quando varco la soglia del dungeon ho un attimo di smarrimento, sarà grande quanto il mio appartamento e vi è una immensa quantità d'attrezzature sia appesa ai muri che in giro per la stanza, senza però dare il minimo sentore di disordine.
Quando m'avvicino a Daniela che è con Madame X, vedo che indossa solo collare, cavigliere e polsiere in cuoi nero. I segni della sera precedente quasi non si vedono né su di lei come su di me, e a stento trattengo la voglia d'iniziare subito.
“Ilaria se hai dei dubbi sulla scelta di qualsiasi cosa non hai che da chiedermelo, io rimarrò qui solo per vedervi e non interverrò se non in caso d'estrema necessità, ma sono certa che non ce ne sarà bisogno.”
“Grazie Madame X, volevo giusto iniziare con un frustino ed un flogger non troppo pesanti.”
“Non credi che prima dovresti sistemare la tua slave ?”
Cazzo che figura di merda !
Cerco di balbettare qualcosa ma subito Madame X mi mette le mani sulle spalle.
“Ilaria non devi dimostrarmi nulla, quindi usa il cervello e fai con calma, il tempo non è certo quello che ci manca, quindi ora prepara Daniela e dopo ti darò quello che mi hai chiesto.”
“Si Madame è che sono un po' emozionata, comunque ora la metto in posizione.”
Mi guardo intorno e vedo subito un basso telaio in ferro con un piccolo tavolo vicino che sembra proprio fare al caso mio. Prendo Daniela per l'anello del collare e la porto vicino al telaio che in realtà visto da più vicino sembra la base d'un tavolo, con calma la fisso usando dei ganci mettendola a pecora e m'assicuro che non stia troppo scomoda. Poi faccio un giro del dungeon per veder cosa posso usare dopo e rimango impressionata dall'enorme quantità di fruste, falli e strumenti di tortura d'ogni genere che contiene.
Quando torno vicino a Daniela sul tavolino ci sono un frustino e un flogger, di certo sono quelli che avevo chiesto a Madame X che nel frattempo si è sistemata poco lontana su una semplice sedia.
“Allora Daniela sei pronta ?”
“Si Padrona inizi quando vuole.”
Comincio ad accarezzarle la schiena, sento che è tesa e voglio che si rilassi, anche lei deve godere fino in fondo di questo momento insieme. Arrivo lentamente al suo sedere, è tonico con una pelle liscia e vellutata, e la mia mano si sofferma a lungo trasmettendole un senso di pace.
Le do un bacio sulla guancia e subito dopo una piccola pacca sul culo, cerco la sua bocca che trovo aperta in cerca della mia e la sfioro continuando a darle schiaffetti sulle natiche.
Sento che ora è davvero pronta o forse lo sono io dopo aver passato quel momento d'indecisione iniziale. Prendo il flogger e tendo le punte con l'altra mano lo faccio passare nel solco del suo bel culo fino al sesso che inizia a dare i primi segnali di voglia inumidendosi pian piano. Anche il mio non è da meno, la pelle del mio perizoma trattiene tutti i miei umori facendomi sentire ancora più bagnata di quello che sono.
Inizio a colpirla piano più per saggiare la durezza della frusta che per farle male, ma poi ci prendo la mano e le frustate sono sempre più forti, decise, frequenti. Lei geme ad ogni colpo, ma non per il solo dolore, prova anche un forte piacere nell'essere usata da me ed io godo di tutto ciò. Avendo la testa vicina alla sua non mi sfugge neanche un sospiro della mia schiava, sento quando gode e quando invece prova dolore e stringe i denti.
Ormai il flogger ha fatto il suo lavoro, il suo culo è rosso fuoco, così lo lascio per prendere il frustino che lego al polso e rincomincio a palparle il sedere. Poi le prendo la testa con una mano e la giro verso di me, è splendida con quell'espressione di dolore misto a piacere e non resisto a non baciarla intensamente.
“Ilaria mi stai facendo impazzire.”
“Chiamami Padrona brutta troia che non sei altro.” le rispondo decisa.
“Perdonami Padrona, ma sto morendo di te.”
“Mi piaci per questo, sai chi sei e non lo nascondi.”
Senza smettere di baciarla mi faccio passare il frustino in mano e la colpisco con forza, il suo gemito mi muore in bocca, e così i successivi, uno per ogni riga rossa che le lascio sul culo.
Sono sempre più eccitata e stento a non ficcarmi due dita nella fica, ma ho anche una gran voglia di scopare quella donna. Però voglio anche portarla al limite, sapere che non ne può più delle mie frustate e che l'unica cosa che desideri sia farsi fottere come una puttana da strada.
Solo che non deve solo desiderarmi, deve anche soffrire quando la possiederò, voglio che ogni colpo che le darò nella fica lo ricordi per sempre e che voglia riprovare le stesse sensazioni diventando solo mia. Così la colpisco dritta sul sesso, lei inarca la schiena ma insieme ad una smorfia di dolore le esce un sospiro di piacere, facendomi capire che posso continuare. Ed io continuo, come in preda ad un raptus che ormai non mi fa ragionare, ma riesco in maniera incredibile a non darle nessuna frustata realmente violenta.
Capisco che è il momento giusto quando lei reagisce sempre di meno al frustino, allora lo lascio e con calma anche per farmi desiderare ancora di più, vado verso gli strap-on in cerca di quello più adatto. Ne scelgo uno con stimolatore interno di media dimensione, che ha alla base della parte esterna dei piccoli aculei in gomma. Quando mi tolgo il perizoma questo cadendo fa un tonfo facendo capire quanto sia bagnato. Mi metto davanti alla mia slave e indosso con movimenti lenti lo strap-on legandomelo ben stretto, la parte che mi entra dentro mi stimola subito e non resisto un attimo di più ad usarlo.
Vado dietro Daniela e comincio a far passare la punta del fallo sulla sua fica che subito si apre coprendolo coi suoi liquidi, poi però lo dirigo decisa verso il suo buchetto e ci entro violandolo con forza.
“No li no, ti prego scopami la fica.”
“Ti sbatto come voglio lurida cagna, ora ti rompo questo culo di merda poi se farai la brava ti sfonderò anche la fica.”
In realtà Daniela gode lo stesso, gli aculei vanno a sbattere là dove la pelle è più delicata resa ancora più sensibile dalle frustate precedenti. La sento urlare di dolore, gemere di piacere e supplicarmi di cambiare idea, per un attimo giro la testa verso Madame X che mi fa un piccolo applauso.
Il piccolo fallo che ho nella vagina mi sta facendo esplodere i sensi, si muove poco ogni volta che sbatto la schiava, ma è un movimento implacabile che mi porta all'orgasmo.
Ma per la prima volta in vita mia provo un piacere realmente diverso, non è solo dovuto al mio sesso ma anche e soprattutto al mio cervello, a tutto quello che è preceduto e quello che ancora ho in mente. Mi blocco dentro di lei quasi a volerne assaporare ogni istante, ogni minima sensazione che provo in quei momenti, temendo forse che siano irripetibili.
Quasi senza accorgermene mi ritrovo sdraiata di pancia sulla sua schiena, i nostri corpi sembrano fondersi in uno solo e quando mi rendo conto che mi devo spostare di lì lo faccio a malincuore. Con calma la libero e mi sfilo lo strap-on, Daniela senza che dica nulla s'inginocchia davanti a me comincia a leccarmi in mezzo alle gambe ripulendomi da ogni goccia d'orgasmo, ma anche facendo risalire la mia eccitazione.
Non le chiedo neanche se vuole continuare, il suo sguardo mi dice già di sì prima ancora che le prenda la mano per portarla vicino al lettino da ginecologo dove lei si sistema senza fiatare.
La lego più per sicurezza che per reale necessità, solo non so bene cosa fare e così faccio un nuovo giro nel dungeon alla ricerca dell'ispirazione. La mia curiosità viene accesa da uno strano dildo collegato con due fili ad una piccola scatola metallica, non sapendo cosa sia lo chiedo a Madame X che subito viene in mio soccorso.
“E' semplicemente un fallo di vetro collegato ad un elettrostimolatore, volendo si possono collegare anche gli elettrodi alle gambe o ad altre parti del corpo per un massimo di quattro.”
Lo prendo e mentre mi dirigo verso Daniela mentre Madame X me ne spiega il semplice funzionamento, in pratica ci sono due manopole per regolare l'intensità delle pulsazioni elettriche e nulla più.
Sempre con l'aiuto della Mistress le metto sull'interno delle cosce le placchette di plastica e dopo le faccio entrare il dildo nella passera.
Come accendo l'apparecchio Daniela comincia a vibrare, ma non dice nulla, la sensazione che prova dev'essere di fastidio e nulla più, così inizio a toccarle il seno e stringerle i capezzoli che sono già turgidi per l'eccitazione.
Man mano aumento sempre di più l'intensità della stimolazione finché la schiva non resiste più.
“Ahh fa male, ti prego non lo alzare di più.”
“Come hai detto lurida cagna ?” le rispondo dandole uno schiaffo in faccia.
“Padrona ti supplico non resisto.”
“E il bello deve ancora venire, ora te la faccio esplodere quella fogna che hai al posto della fica.”
Ormai sono di nuovo in trance e voglio solo vederla soffrire, così prendo un vibratore a microfono e l'appoggio sulle sue grandi labbra e quando lo metto in funzione Daniela urla più di prima.
Ma le sue urla, i suoi gemiti, le sue suppliche non sono che una celestiale musica per il mio udito, ogni sentimento di pietà è ormai scomparso dalla mia persona e godo solo del suo dolore.
Più lei soffre e più io provo piacere, è qualcosa che mi fa quasi perdere la ragione finché non capisco che è al limite e continuare sarebbe inutile. Così diminuisco al minimo la corrente e cerco qualcosa per sbattermela. Solo non voglio uno strap-on o un vibratore, ma qualcosa di diverso e soprattutto di molto grosso, lo trovo in uno strano dildo in plexiglas dalle dimensioni gigantesche e dalla forma liscia, con la punta leggermente a palla. Prima di tornare da Daniela lo ricopro di gel anche se sono sicura che lei è già un lago.
Quando lei lo vede mi fissa con paura non sapendo le mie intenzioni o forse non credendo che lo userò per sfondarla.
“Padrona non con quello ti prego.”
“Preferisci forse un'altra dose di scosse ?”
“No Padrona...quelle no.”
“Allora taci, t'ho messo una mano dentro e ora hai paura di questo ?”
“No Padrona...ha ragione come sempre.”
Le tolgo le placchette ed il piccolo dildo, dopo riprendo quello grande e comincio a farglielo passare sulle labbra intime e sul clito. Daniela con calma prima si rilassa per poi eccitarsi ancora di più.
“Vedi che sei una cagna in calore, prima mi supplichi di non scoparti e dopo ti bagni.”
“Si Padrona scopami mettimelo tutto dentro.”
“Allora eccotelo e godi.”
Comincio a spingerlo dentro anche se non è certo facile, la punta sforza parecchio e lei si trattiene dal non urlare per il dolore. Poi, all'improvviso, la palla che è in cima al dildo scivola dentro, ora si tratta solo di vedere quanto ne può entrare dopo che l'ho sfondata. Vederla così con le gambe oscenamente aperte e quel pezzo di simil vetro dentro mi fa rendere conto di quanto sia davvero puttana Daniela, altro che giovane Mistress è proprio una vacca da monta !
Madame X mi porge il barattolo del gel che uso abbondantemente fino a che il dildo on è quasi tutto dentro.
“Ora te la spacco del tutto, preparati a godere puttana.”
“Si sfondami Padrona non resisto più.”
“Eccoti la prima botta tieni !”
Sfilo quasi del tutto il fallo lasciando solo la punta prima di rimetterlo dentro con un colpo unico, forte e deciso che ne fa entrare ancora più di prima.
“Ahh mi rompi !!”
“Eccotene un altro troia.”
Ripeto la stessa operazione un paio di volte, alla fine lei viene quasi schizzandomi addosso nonostante sia piena come non lo è mai stata.
“Penso che basti vero Ilaria ?”
Per la prima volta Madame X interviene nel nostro rapporto e capisco subito che ha ragione.
“Certo Madame ora la slego.”
“Lascia stare ci penseranno le mie assistenti, ora vieni con me.”
Il suo fare è così veloce che dimentico di rimettermi il perizoma per quanto possa essere inutile in quel momento, come usciamo dal dungeon tre sue assistenti entrano dentro per slegare a aiutare Daniela che di certo è molto provata.
Senza dire neanche una parola entriamo nel suo ufficio dove mi parla col suo solito modo brusco e diretto.
“Ilaria so che sei una giornalista e che sei qui per scrivere di me e della villa. In questa busta c'è già un articolo pronto ed è quello che farai pubblicare senza cambiare neanche una virgola, o dovrai fare i conti con la mia rabbia e t'assicuro che non sarebbe piacevole.”
“Certo Madame capisco perfettamente, si fidi di me e non ne rimarrà delusa.”
“Ne sono certa sei tutto tranne che stupida, ora però tirami giù la cerniera del vestito e inginocchiati.”
Rimango stupida anche perché l'ho sempre vista con un abito lungo di pelle o latex, ma non posso certo disubbidire adesso. Così le vado dietro la schiena e tirò giù la lampo del vestito fino all'inizio del fondoschiena per poi abbassarmi in attesa di una sua disposizione.
“Sganciami anche il reggiseno mentre se li.”
Sono sempre più frastornata ma allungo le mani e le apro il reggiseno senza capirci più nulla. La vedo mentre si toglie il perizoma che è del tipo col gancetto davanti e davanti ai miei occhi compare un sedere perfetto, non un'ombra di cellulite ma solo carne soda. Ma è quando si gira che mi sorprende del tutto.
Mi ritrovo davanti un grosso cazzo già in vistosa erezione.
“Sorpresa mia cara ?” mi chiede con una punta d'ironia.
“Beh non m'aspettavo certo questo.”
“Vuoi uscire da questa stanza, puoi farlo tranquillamente e non succederà nulla.”
“No.” è la mia istintiva risposta detta senza averci pensato su.
“Bene fammi vedere come sai usare quella bella bocca.”
Prendo a leccarlo partendo dalla base dei testicoli fino alla cima della cappella assaporandone a fondo l'odore, stando lì mi ero quasi dimenticata che gusto avesse il cazzo vero. Succhio a lungo quelle palle glabre prima di tuffare l'asta fra le mie labbra e lo sento ingrandirsi ancora di più finché lei non è sazia del mio trattamento.
“Ora sdraiati ti voglio adesso.”
“Si anch'io ti voglio.”
Mi metto per terra a gambe larghe e lei mi è subito dentro, nonostante non sia di certo piccolo entra senza fatica e godo di ogni parte di quel bastone che ho dentro. Come inizia a scoparmi vengo subito, troppa l'eccitazione accumulata con Daniela e con quel veloce rapporto orale, ma lei non si ferma neanche per un istante anzi aumenta sempre di più il ritmo.
“Si scopami ancora dammi tutto il tuo cazzo !”
“Ti fotto fino sfinirti, dimmi quant'è che non scopi eh ?”
“Troppo...sii...fottimi tutta...”
Ho un orgasmo dopo l'altro ma non sarò certo io a dirle di smettere.
Tutti i miei umori non fanno altro lubrificare sempre di più il suo arnese finché, nonostante tutti i miei tentativi di stringere i muscoli vaginali, non si stanca.
“Scoparti è come farlo con un barattolo di vasellina, sei un fiume in piena !”
“Cambia buco ma non smettere tu prego dammelo ancora.”
“T'accontento subito.”
Lo sento uscire dalla fica per entrarmi nel culo, ho un brevissimo momento di fastidio, ma poi è solo di nuovo piacere.
“Hai il culo stretto ma non ti lamenti.”
“E' che mi piace il tuo cazzo ovunque lo metta.
“Ora te lo rompo per bene.” mi dice afferrandomi per i capelli e tirandomi a sé.
“Sii così, spaccami ancora...voglio godere...”
Mentre mi fotte con foga mi ficco due dita dentro la passera svangandomela a tutta forza finché lei non mi viene dentro. Lo fa tenendomi bloccate le gambe e riempiendomi con una doccia di sperma dritta nell'intestino per poi sdraiarsi al mio fianco. Rimaniamo così a sentirci il respiro a vicenda finché non si alza e mi allunga una mano.
“Su in piedi penso tu voglia darti una lavata.”
“Quasi, quasi mi dispiace ma è meglio di sì.”
Dall'ufficio entro direttamente nel bagno privato dove mi concedo un lungo e rinfrescante bidè. Quando esco la ritrovo perfettamente vestita come sempre e m'accompagna alla porta. Come esco trovo tutte le sue assistenti che mi accolgono con un applauso, come se avessi vinto chissà che. La prima che m'abbraccia è ovviamente Tya che mi stampa subito un bacio in bocca.
“Ora sei una di noi e lo sarai per sempre”
“Grazie ma che vuoi dire ?”
La mano di Madame X si poggia sulla mia spalla facendomi girare quasi di scatto.
“Che se vorrai tornare sarà per diventare una di loro, però hai tutto il tempo per pensarci, prima goditi il tuo momento di gloria fuori di qui, ma soprattutto ora andiamo a mangiare.”
La nostra risata generale si alza per tutto il corridoio, e come un gruppo di vecchie amiche andiamo a tavola. Da domani la mia vita sarà diversa devo solo decidere che strada farle percorrere.

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(quelli volgari saranno subito cestinati)
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