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Non c'é cosa più divina....


di renko
11.02.2022    |    28.274    |    6 9.8
"Stiamo bene insieme, come da bambini, sempre pronti a farci compagnia e forza a vicenda, qualsiasi cosa accada..."
La storia con Mara è finita, mi sono rintanato a leccarmi le ferite sanguinanti in attesa che le cicatrici chiudano definivamente nel passato un capitolo della mia vita che mi segnerà per sempre. Da qualche mese ormai vivo da lupo solitario, pochissimi contatti con la famiglia, nessuna spiegazione a chicchessia del perché e percome la storia sia improvvisamente finita e nessuna voglia di aggiornare gli altri della mia attuale situazione.
Nel mio nuovo monolocale regna la più assoluta anarchia, disordine e sporcizia mi accolgono ad ogni mio rientro a notte fonda, dopo bagordi a base di alcool e sesso occasionale con chiunque capiti.
Non riesco e non ho voglia, in questo tribolato momento della mia esistenza, di rimettere ordine nel vivere quotidiano. Sono sospeso in una sorta di limbo, in attesa della chiamata per passare alla fase successiva, qualunque essa sia...
La mia famiglia è sparsa per il mondo alla ricerca del posto che la vita ha deciso di assegnarle per vivere. Nessuno ti svela il tuo destino, te lo devi cercare da solo, a costo di vagabondare per anni. Tuttavia le sorti di ogni suo componente sono il principale interesse di questa strana accozzaglia di individui più disparati e disperati.
Io naturalmente non faccio eccezione.
Questa premessa per farvi capire il motivo per il quale una domenica, a pomeriggio inoltrato, vengo improvvisamente strappato ai miei peggiori incubi, alimentati da una abbondante sbronza interrotta solo all'alba, da ripetuti colpi inferti alla porta della mia tana.
In un primo tempo decido di ignorarli. Chiunque sia si stancherà presto di rompermi l'anima e se ne tornerà a occupazioni più interessanti. Ma i colpi non cessano. Anzi continuano ad intervalli più brevi e con maggiore intensità. Mi convinco, non senza difficoltà, ad alzarmi dal letto sfatto e ad aprire la porta per ricoprire di insulti il malcapitato.
Do uno strattone alla maniglia e mi preparo a sputare le peggiori invettive al coraggioso disturbatore, ma mi blocco non appena riconosco mia cugina Mavi che mi sorride candidamente sulla soglia di casa mia.
Mavi in realtà si chiama Maria Vittoria, è la figlia della mia zia preferita, la zia Rosa che ha avuto cinque figli da cinque diversi uomini, nessuno dei quali si è mai lontanamente sognato di sposarla! La zia Rosa è una pazza scatenata, ma l'armonia che ho respirato nei miei anni da bambino a casa sua non l'ho mai più ritrovata in nessun'altra casa.
Mavi è cresciuta in Belgio, con nostra nonna, ha solo tre anni più di me ed è stata la prima figura femminile che mi abbia ispirato pulsioni sessuali prima dei dieci anni. Siamo quasi coetanei e quindi i giochi dottore-infermiera-ammalato sono scontati, come in ogni famiglia. Qualche curiosità anatomica sulla differenza dei due sessi ce le siamo svelate a vicenda poco più che bambini. Siamo sempre stati più che amici, e quindi è forse proprio per questo legame che la famiglia deve averla sguinzagliata alla ricerca di quel che resta di me.
"Buongiorno! Contento di vedermi? Posso entrare?"
Non faccio a tempo a mettere in ordine le domande e a pensare alle risposte che Mavi mi bacia fragorosamente, tre volte sulle guance come usa dalle sue parti, e si fionda in casa mollando il borsone che atterra con un gran botto.
"Ciao Mavi, che ci fai qui?"
Biascico con la bocca impastata e la mente annebbiata dai postumi della sbornia.
"Sono venuta a trovare il mio cuginetto preferito, speravo in un po' più di entusiasmo, veramente..."
La faccina delusa di Mavi che mi scruta sbattendo le ciglia mi strappa definitivamente dallo stato comatoso e ritorno parzialmente in me. Noto solo ora che è dimagrita dall'ultima volta che ci siamo visti. Mora, non molto alta, un seno bello pieno che ho visto sbocciare fin dalle origini... ma soprattutto un visino dai lineamenti bellissimi e un sorriso che conquista chiunque.
"Scusa, hai ragione, è che non ti aspettavo e che ieri sera... vabbé lasciamo stare. Sono felice di vederti invece, dai siediti che faccio un caffé!"
"Ho un'idea migliore, vai a farti una doccia e cambiati i vestiti, che al caffé ci penso io!"
Mi intima decisa, senza ammettere repliche.
"Puzzo tanto?" Azzardo, consapevole della risposta che mi arriva subito dalla sua testolina che va su e giù vorticosamente mentre si pizzica il naso tra indice e pollice!
Obbedisco allora, e abbondo con bagnoschiuma, shampoo e deodorante finché la pelle mi prega di smettere di consumarla. Quando esco dal bagno ho l'impressione di aver sbagliato appartamento. Mavi, non solo ha preparato un caffé il cui aroma invade tutta la stanza, ha anche rifatto il letto, raccolto gli indumenti sparsi ovunque, lavato le stoviglie accatastate sul lavandino, aperto le finestre e cambiato l'aria stantia e puzzolente che ammorbava la casa. Per finire dallo stereo scivolano languide le note di una canzone di Sade che mi rimettono in pace col mondo.
"WOW!!! A saperlo ti avrei chiamata prima, avevo proprio bisogno di una colf! Ma tu sei qui per un altro motivo, vero? Ti hanno mandato a vedere com'ero combinato, visto che non mi sono fatto vivo con nessuno della famiglia. E' così?"
"Beh, è logico che siano preoccupati per te. E poi dovevo comunque venire in Italia in questi giorni. Ma ero soprattutto io che avevo voglia di vederti, lo sai che ti voglio un mare di bene e che non sopporto se stai male. Ma tu sei sempre il solito testone e non chiami mai, nemmeno quando dovresti proprio."
"Come al solito hai ragione, scusami sono proprio uno scemo a volte..."
"Hai voglia di raccontarmi cos'è successo? Ti va?"
Così ci beviamo il caffé seduti sul divano e le racconto tutta la storia con Mara, fino al triste epilogo di tre mesi fa. Se a qualcuno interessasse saperne di più potrebbe leggersi alcuni tra i miei racconti dedicati alla saga di Mara. Mavi mi dice la sua opinione ad ogni passaggio della storia, a volte mi consola e a volte mi bacchetta, ma soprattutto mi aiuta a schiarirmi le idee e, man mano che proseguo nel racconto, le sue parole mi liberano dagli incubi che si erano insediati nella mia mente, mi sento sempre meglio ad ogni parola che mi dice la cuginetta.
"E questo è tutto. Poi sei arrivata tu e mi hai tirato fuori dal buco in cui ero caduto con un buon caffé e tanta pazienza."
La attiro a me e la bacio sulla fronte sinceramente riconoscente. Mi abbraccia forte, forte e mi stampa un bacio sulle labbra. Stiamo bene insieme, come da bambini, sempre pronti a farci compagnia e forza a vicenda, qualsiasi cosa accada. Finiamo la serata in pizzeria tra chiacchiere sulle nostre vite e aggiornamenti su questo o quel parente. Ridiamo di gusto alle stranezze della nostra stirpe, rendendoci conto di quanto sia forte il legame tra noi. Stanchi ma allegri torniamo a casa e ci buttiamo sul divano a guardarci un film alla tv.
Mavi, stanchissima dal viaggio, mi butta un cuscino in grembo e si distende appoggiandoci la testa, mi sa che tra poco prenderà sonno di brutto. Il film poi è abbastanza noioso e anch'io inizio ad appisolarmi mentre le accarezzo un fianco.
Sono già mezzo addormentato, quando sento qualcosa insinuarsi tra il cuscino e le mie gambe. Mavi sembra dormirsela di gusto, ma ha infilato una mano sotto il cuscino. Molti dormono in quella posizione, penso, e continuo a pisolare. Sento anche la testa di Mavi premere sul cuscino, magari cerca di mettersi più comoda... o no?
Solo che, tra il movimento della testa e la mano appoggiata dov'è appoggiata, laggiù qualcosa di mio inizia a risvegliarsi... Sono un po' imbarazzato per quella che ormai è chiaramente un'erezione coi fiocchi ma, appena sento la mano di Mavi che avvolge il mio amichetto, l'imbarazzo lascia il posto ad un piacevole stupore!
Che si trasforma in piacere vero non appena la mano inizia a muoversi ritmicamente stringendo il prezioso (per me) contenuto. Ormai è chiaro che Mavi mi sta facendo una sega, e non mi risulta che sia sonnambula! Allora infilo a mia volta una mano sotto la maglietta e inizio una carezza che parte dal pancino e risale fino al seno, caldo e morbido, come me lo ricordavo tanti anni fa. Non mi ferma, anzi sembra apprezzare il tocco sulla pelle bollente, inizia ad ansimare in modo sensuale per farmi capire che non devo assolutamente interrompere la carezza. Le slaccio il reggiseno e rendo la libertà a quelle due meravigliose creature della natura. Quale ricompensa ottengo subito un aumento della presa sul mio cazzo e movimenti più decisi.
Ormai ce l'ho durissimo, vorrei vedere voi al mio posto! Raggiungo i capezzoli, gonfi e turgidi si fanno stuzzicare dalle mie dita senza opporre resistenza. La stanza è in penombra, illuminata solo dalla luce della tv, alla quale ho tolto l'audio per sostituirlo con il resto del CD di Sade... vuoi mettere?
Finalmente Mavi si libera della maglietta e del reggiseno lanciandoli a terra, li segue il cuscino, fastidioso ostacolo tra la sua bocca dal mio arnese. Me lo bacia dolcemente, ne avvolge la cappella con le labbra regalandomi piccole leccatine d'assaggio. Poi affonda improvvisamente e posso sentire esattamente dove inizia la gola di Mavi. Lo fa sparire completamente ma, magicamente riesce anche a farlo ricomparire bello lubrificato dalla sua saliva. Mi piace questo gioco di prestigio!
Dopo qualche pompata decide che più duro di così è impossibile renderlo. Si alza e mi si siede in grembo, abracciandomi mi bacia sulla bocca sussurrandomi:
"Non dire niente. Ho voglia di farlo e basta. Con te non è una cosa sbagliata..."
Sbagliata? Sbagliata? Arrivati a questo punto sarebbe sbagliato solo spegnere l'incendio che abbiamo appiccato!
Le restituisco il bacio affondando la lingua alla ricerca della sua, la stringo forte mentre sento che dirige il mio uccello proprio dove è previsto che vada. Poi inizia a cavalcarmi freneticamente, sale e scende mentre io le stringo le chiappe sode, agevolando il movimento sussultorio. Le tette di Mavi mi ballano un twist davanti agli occhi, non vanno a tempo con la lenta melodia della cantante nigeriana, ma va bene uguale.
Per qualche minuto alterniamo movimenti lenti e languidi a cariche frenetiche, alla ricerca di prolungare l'attesa per il piacere finale il più possibile. Finalmente la gento gemere, stringere le cosce per sentirmi meglio dentro di lei, aumentare il ritmo della cavalcata e poi esplodere in un orgasmo liberatorio riversando all'indietro la testa con un urlo animalesco.
Si riprende quasi subito, preoccupata per il mio piacere, che ancora non ho avuto. In ginocchio tra le mie gambe riprende possesso del mio fratellino, con la bocca e le mani in perfetta sintonia finisce il pompino che aveva iniziato una mezz'oretta fa. Ansimo, sbuffo, mi irrigidisco sul divano, non faccio in tempo a dirle che sto scoppiando che mi anticipa:
"Vienimi in bocca, ti prego..."
Obbedisco volentieri...
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