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Pendolari...


di renko
06.05.2019    |    21.435    |    12 9.7
"Bisogna farselo piacere; ha due figlie che ormai convivono con i rispettivi fidanzati; una casa da tenere in ordine e poco tempo per farlo, un marito che la..."
Ristrutturazione! Riorganizzazione! Piano aziendale! Riallocazione! Ecchecazzo!... e così mi sono ritrovato a lavorare a cento chilometri da casa, percorso stradale trafficatissimo, treni che ci mettono quattro ore e mezza tra andata e ritorno!
Faccio il pendolare smadonnando ogni giorno per i ritardi, i disservizi e i guasti di ogni tipo che le ferrovie riescono incredibilmente a mettere insieme quotidianamente.
Sembra impossibile il numero di disagi che riescono a scaricare sulle spalle dei viaggiatori questi signori, potrei scrivere infiniti racconti su questo tema, ma preferisco quelli a sfondo sessuale, almeno finiscono sempre con la soddisfazione dei protagonisti, gli altri mai!
Alle sei di mattina, autunno, inverno, primavera ed estate sono in attesa del mio scalcagnato trenino al binario numero uno, sotto la pioggia, la neve, il vento e il sole cocente, che mi bagnano, mi congelano, mi sferzano e mi cuociono.
Solo chi ha fatto il pendolare per qualche anno può capire cosa significa. In inverno non funziona il riscaldamento, in autunno e primavera piove dentro il vagone, in estate naturalmente non funziona l'aria condizionata!
A darmi una mano a tirare avanti contribuiscono in modo decisivo gli altri pendolari, si instaurano rapporti umani dificilmente ripetibili tra compagni di sventura. Siamo tutti sulla stessa barca, anzi treno, e allora ci diamo una mano per sopravvivere alle quotidiane disavventure sui binari.
Nascono amicizie vere e durature e, a volte, ci scappa anche qualche bella avventura godereccia.
E' consuetudine, chissà perché, sedersi sempre al solito posto in treno, forse la pigrizia, forse l'abitudine, chi lo sa, ma è così.
Anche le facce, a volte assonnate, a volte incazzate, stanche, stufe, sono sempre le stesse, i pendolari potrebbero fare l'appello ogni mattina e, se manca qualcuno, se ne accorgono immediatamente.
Già dai primi giorni imparo a conoscere i personaggi che mi fanno compagnia nel mio pendolare da casa al lavoro e ritorno. Qualcuno mi sta antipatico, qualcuno mi fa ridere, qualcuno mi intriga parecchio.
E' il caso di una signora sulla cinquantina, ben portati però, che si veste in modo molto giovanile a dispetto della sua età.
Jeans a vita bassa, gonne corte o con spacchi vertiginosi, camicette con generosa scollatura, magliette molto aderenti, insomma cattura la mia attenzione e non manco mai di lanciare un'occhiata per vedere cosa offre la casa.
Dopo qualche giorno di sguardi incrociati incominciamo a salutarci con un cenno e poi passiamo ad un timido "ciao" a fil di voce. Ben presto noto, con piacere, che viene a sedersi sempre più vicino a me, all'inizio la incrociavo nel corridoio ma andava a sedersi in fondo alla vettura.
Finalmente una mattina, dopo il consueto saluto discreto, viene verso di me e si siede nel sedile accanto al mio, ci divide solo il corridoio molto stretto. Sistema borse e giacchino sul sedile di fianco e, nel farlo, mi gira le spalle e si china in avanti regalandomi la vista del jeans che si abbassa fino a scoprire il filo del perizoma nero che porta.
"Però!" penso, senza perdermi un fotogramma dello spettacolo gentilmente offerto. Ci sono poche cose più eccitanti di un perizoma che spunta dai jeans e l'accenno del culo di una donna, almeno per me.
Credo proprio che l'abbia fatto di proposito e così, quando si gira verso di me, le sorrido e con un accenno di smorfia le faccio capire che ho apprezzato molto lo spettacolo.
Tutt'altro che risentita ricambia il sorriso, capisco che intende dirmi: "Sono contenta ti sia piaciuto", e spero proprio di non sbagliarmi.
Il vagone è abbastanza affollato e così, purtroppo, tutto finisce lì. Ma l'indomani, quando sale sul treno, viene dritta verso di me e mi chiede: "E' libero, posso?" indicando il posto di fronte a me.
"Ma certo!" mi affretto a rispondere manifestandole tutta la mia felicità nell'averla finalmente così vicina. Partono le presentazioni, finora non eravamo andati oltre al "ciao", si chiama Giulia, anche lei ha cambiato lavoro da qualche anno e ha dovuto prendere il treno per andarci.
Già da subito mi racconta un sacco di cose di lei, io non sono un gran chiacchierone ma so ascoltare e dimostro interesse per tutto quello che mi racconta. Il lavoro non le piace ma, sai com'è... bisogna farselo piacere; ha due figlie che ormai convivono con i rispettivi fidanzati; una casa da tenere in ordine e poco tempo per farlo, un marito che la trascura e non la capisce...
"ALT!" ora non fingo più interesse, sono VERAMENTE interessato a questo particolare. E' un segnale inequivocabile che qui c'é da fare del bene!
Cerco di tenere la discussione su questo argomento chiedendole i particolari e facendole domande alle cui risposte mi dimostro completamente daccordo con lei e assolutamente contro il, speriamo, futuro cornuto.
Sederci di fronte e ascoltare lei che mi racconta tutte le sue pene diventa subito un'abitudine quotidiana. Giorno dopo giorno diventiamo sempre più intimi, mi racconta tutto, proprio tutto, dei suoi problemi matrimoniali, anche quelli sessuali, senza farsene alcuno scrupolo.
Il marito le parla a stento, spesso solo per denigrarla o insultarla, la trascura in ogni modo, passa ore davanti al pc a guardare filmati porno e ha anche un'amante da cui, con la scusa del lavoro, va a passare le serate rientrando a casa solo a tarda notte.
A volte poi la scopa con violenza, senza preoccuparsi minimamente se lei è daccordo e senza farle raggiungere alcun piacere. Insomma un animale!
Naturalmente io le dimostro tutta la mia compassione e cerco di consolarla, per quanto sia possibile, in fondo sono quasi uno sconosciuto per lei.
Dopo un mesetto di viaggi insieme sappiamo molte cose uno dell'altra, o meglio io di lei, e tra di noi c'è ormai una certa confidenza.
Siamo in primavera inoltrata e iniziano i primi caldi, i vestiti pesanti cominciano a restare nell'armadio anche la mattina ed è tutto uno sbocciare di pelle nuda alla ricerca di raggi solari.
Anche Giulia una mattina esibisce una camicetta colorata e molto scollata, ha preso il sole nel week-end e mi mostra l'inizio di una bella abbronzatura sul suo seno, non grandissimo ma molto sfizioso. "Quest'estate voglio proprio diventare nera, nera!" Mi dice con una strizzatina d'occhio.
"Non vedo l'ora di vederti bella abbronzata, integrale, spero!" rilancio per stuzzicarla un po'.
Finge di arrossire, lo so è difficile da credere, ma le donne ci riescono!
Tra battutine e mezze allusioni arriva a destinazione e scende dal treno salutandomi in modo più caloroso del solito.
Mi decido e le mando un messaggio verso metà mattinata: "Grazie per lo spettacolo di stamattina! Un décolleté veramente bello da guardare... e non solo!" e subito dopo un altro messaggio: "Ops, spero di non averti offesa, ma lo credo davvero, è tutto il giorno che ci penso...".
Pochi secondi e mi risponde cinguettando: "No, no non mi offendo, anzi sono molto contenta che ti sia piaciuto, era tanto che volevo farlo, che volevo mostrarti nuovamente qualcosa di me..."
Ecco! L'avevo detto io che il perizoma non era sbucato per caso!
"Mmmmm, peccato che tu abbia aspettato tanto... però adesso non ti fermare, domani cosa mi lasci vedere?"
"Ci devo pensare. A te cosa piace?"
"Di te tante cose, proprio tutto direi. Ma non puoi venire nuda! Direi di continuare da dove hai iniziato. Domani scollata e niente reggiseno, mi accontenti?"
"Vedremo..." e tronca con i messaggi, d'altronde dobbiamo anche lavorare...
L'indomani sono veramente curioso di vedere se mi ha accontentato, quando sale e si viene a sedere di fronte ha indosso uno spolverino nero abbottonato fino al collo.
Ci guardiamo un po' impacciati, un conto è messaggiare e un altro è essere uno di fronte all'altra. Poi ci lasciamo andare con un sorriso che sancisce definitivamente la nostra complicità. Ci salutiamo con un bacio casto sulla guancia, è il primo contatto vero e proprio tra di noi.
"Avevo paura di aver esagerato ieri con quel messaggio, ma era un complimento che ti volevo proprio fare."
"Mi ha fatto molto piacere invece, mi fa sentire bella e desiderata quando mi guardi, specialmente quando cerchi di guardarmi sotto i vestiti..."
"Sì però non mi hai accontentato, cosa ti avevo chiesto ieri?" mi fingo deluso.
"E chi lo dice che non ti ho accontentato?" risponde togliendosi lo spolverino che porta sopra la camicetta leggermente sbottonata come il giorno precedente.
"Ma così non vedo se hai il reggiseno o no..."
Sorride e si guarda intorno per vedere se qualcuno la sta osservando, c'è poca gente oggi in treno e siamo in un posto abbastanza nascosto alla vista degli altri passeggeri. Così si decide e si porta lentamente la mano al seno con un gesto che vorrebbe apparire casuale.
"Se devo proprio dimostrartelo..." e lentamente si sbottona un altro bottone della camicetta, poi fingendo di giocare con il bavero la apre leggermente chinandosi verso di me.
Finalmente posso vedere il suo seno nudo, è eccitata e i capezzoli duri e dritti lo dimostrano inequivocabilmente. Poi si ritrae subito prima che qualcuno si accorrga di cosa sta facendo.
"Molto bello quel poco che sono riuscito a vedere! Però voglio di più. Almeno un altro bottone e più tempo per poter guardare."
Si finge infastidita ma capisco che il gioco le piace molto. Siamo in un luogo pubblico, in mezzo a una ventina di persone molto vicine a noi, e lei mi sta mostrando le tette! La cosa è molto eccitante per entrambi.
"Sei impossibile!" mi sussurra tra i denti, ma con la mano sale lentamente a sbottonare un altro bottone. Adesso la camicetta è aperta fino all'ombelico quasi. Riesco a vederle il seno completamente scoperto. La guardo meravigliato e le sussurro: "Bellissime, sono da mangiare!".
Senza che glielo chieda apre anche gli ultimi due bottoni, tiene i lembi della camicetta chiusi con le mani e, quando è sicura che nessuno ci stia guardando, li apre mostrandosi in topless completo.
Sapere che forse qualcuno si è accorto di cosa stiamo facendo e che forse, fingendo di dormicchiare, ci sta guardando ci eccita molto. La mia erezione è evidente sotto i miei pantaloni leggeri e i capezzoli di Giulia premono contro la stoffa della camicetta quando la chiude.
Il gioco dura qualche minuto, le chiedo di accarezzarsele e lei lo fa in modo molto sensuale, ha una carica erotica pazzesca, avevo intuito qualcosa ma credo che mi sorprenderà questa maialina.
Purtroppo arriviamo alla sua fermata e lei si vorrebbe ricomporre ma io le chiedo di restare così, mettendosi lo spolverino sopra la camicetta completamente aperta, mi accontenta con un'occhiata maliziosa.
Al momento di scendere mi bacia sulla guancia e mi sussurra: "A domani, non vedo l'ora...".
Nei giorni successivi continuiamo a giocare, abbiamo scoperto che i sedili di fianco alla toilette, subito dietro la porta, sono riparati alla vista della maggior parte degli altri passeggeri, l'unico pericolo è la porta che si apre proprio su quei posti.
Ci mettiamo sempre lì e riusciamo anche a scambiarci qualche carezza, sedendomi di fianco a lei riesco ad accarezzarle il seno, pizzicandole i capezzoli, a volte mi chino e glieli succhio delicatamente, le passo la lingua facendoli aumentare di volume e consistenza.
Se tengo la borsa sulle ginocchia per coprirmi Giulia mi apre la zip e me lo prende in mano segandolo con movimenti lenti. Ansima nel sentirlo crescere nella sua mano, si morde il labbro quando mi sente eccitato al massimo.
Un giorno che siamo quasi soli nello scompartimento mi sussurra: "Ho voglia di baciartelo, lo voglio in bocca, voglio bere il tuo succo, pensi di riuscire a venirmi in bocca?"
"Non credo, di solito con i pompini non vengo facilmente. Ma tu provaci, sono eccitatissimo".
Si accerta che nessuno ci stia guardando e si china a prenderlo in bocca. Inizia a leccarmelo piano, mi passa la lingua tutto attorno alla cappella, poi mi lecca tutta l'asta soffermandosi a stuzzicare la punta. Credo di scoppiare! E' bravissima, veramente incredibile con la bocca. Me lo prende tutto e lo fa sparire fino in fondo alla gola, quando lo sfila me lo stringe in un modo irresistibile.
Sento quasi lo sperma salirmi dalle palle fino all'inguine. Giulia continua a succhiarmelo, si aiuta con la mano in un abile massaggio che nessuna mi aveva mai fatto finora, in pochi minuti sento che sto per venire, glielo dico all'orecchio e lei mugula di piacere.
Aumenta la velocita del movimento sia con la mano che con la bocca e ben presto le schizzo in gola un getto di sperma caldo che lei beve avidamente. Continua per qualche secondo a succhiarmi il cazzo aprendo la bocca per mostrarmi il bottino che si è faticosamente guadagnata.
Quando me lo restituisce è ancora gonfio, lucido e pulitissimo, non ne è andata sprecata nemmeno una goccia, mi mostra che ha inghiottito tutto sorridendomi soddisfatta.
"Grazie per la bevuta!" mi dice sottovoce, "avevo proprio una gran sete!".
"Sono contento che ti sia piaciuto perché ne ho parecchio di questo succo da farti gustare!"
Ridiamo entrambi, poi ci guardiamo attorno, chissà se qualcuno ha visto cosa abbiamo appena fatto? Non ci importa poi molto, la voglia di assaggiarci era troppa e, in fondo, è eccitante sapere di poter essere visti da qualche estraneo mentre giochiamo in questo modo.
E' arrivata la sua fermata, questa volta mi saluta con un bacio sulle labbra, le lingue si sfiorano velocemente, non abbastanza però per impedirmi di sentire il sapore del piacere che Giulia mi ha appena regalato.
"A domani!"
"A domani, non vedo l'ora..."
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