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Un uccello intelligente...


di renko
24.07.2019    |    28.792    |    15 9.5
"I capezzoli svettano sulle tettine piccole ma perfette minacciando di bucare il cotone leggero della maglietta..."
E' la settimana di Ferragosto e, anche se il mio è un paesino sulle Prealpi venete, fa un gran caldo.
Sul porfido che pavimenta la piazza del paese ci si potrebbe cucinare una succulenta bistecca. Anche perché è praticamente deserta alle 11.30, un po' per il caldo e un po' perché è tradizione rifugiarsi nel bar che si affaccia proprio sulla suddetta piazza, intitolata a un partigiano caduto nella seconda guerra mondiale.
Sono appena uscito dall'ufficio postale dopo aver pagato il mio bollettino mensile, e dove speravo di incontrare nuovamente Mara, la bella moglie del medico condotto del paese di cui vi ho già narrato nel mio racconto "In coda all'ufficio postale".
Purtroppo non sempre si ha fortuna e della porcellina non ho trovato traccia in posta, peccato perché avevo un presentimento positivo quando sono uscito di casa, in fondo ci eravamo dati appuntamento per la prossima scadenza, che sarebbe proprio oggi.
Attraverso la piazza a passi veloci per schivare i raggi del sole cocente e per raggiungere il bar e rinfrescarmi con uno spritz ghiacciato. Saluto il merlo indiano della barista che mi guarda dalla sua gabbia posta all'ingresso del bar. Come quasi tutti gli uccelli, il mio ritengo lo sia, è molto educato e mi risponde svelto con... una bestemmia! E' impressionante come le Gracule religiose imparino in fretta a parlare, solo che, se come maestri hanno degli avventori di bar veneti, il risultato a volte non è proprio entusiasmante!
La risposta del merlo scatena l'ilarità dei presenti, che non aspettano altro che qualcuno entri nel locale e si becchi le parolacce del volatile. Ognuno di loro, essendo affezionati frequentarori del bar, ha insegnato una bestemmia diversa al merlo e, a seconda di quale imprecazione esca dal becco dell'uccello, l'insegnante riceve i complimenti degli altri compari. Che volete... ci si diverte con poco da noi!
"Questa gliela hai insegnata tu!" dico indicando "Pini", un omone di due metri con delle mani simili a badili. Mi risponde con un'alzata di spalle che conferma il mio intuito... siamo di poche parole quassù.
Passato il momento ridanciano mi avvicino al bancone per ordinare da bere. Non l'avevo vista ma c'è anche Mara in piedi davanti al banco, in mezzo ad una mezza folla di assetati, aspetta il resto che tarda ad arrivare perchè la barista è occupata a riempire i bicchieri che a queste latitudini si svuotano molto rapidamente.
La guardo e ancora una volta la trovo bellissima. Ha tagliato i capelli corti, rasati sulla nuca che così appare ancora più sexy, gonnellina jeans mini che più mini non si può, t-shirt bianca con le maniche corte arrotolate a scoprire la spalla e... non porta il reggiseno... una visione!
Non mi ha ancora visto perché mi dà le spalle. Allora, passandole dietro, con una mano le sfioro il culo, ovviamente in modo molto discreto perché siamo in un locale affollato. Non fa una piega! Mi sorprende un po' ma poi mi accorgo che mi guarda dallo specchio di fronte al bancone, mi aveva visto eccome e forse si aspettava anche lo strusciamento!
"Ciao! Ti sono ancora debitore di un drink, rimediamo subito?"
"Ciao Renko, volentieri, cosa mi offri?"
"Una come te può prendere sempre tutto quello che vuole!"
Sorride maliziosa guardandomi da quelle due fessure infuocate che ha al posto degli occhi.
"Ti aspettavo in posta oggi, hai saltato il pagamento?" mi dice con aria distratta mentre ordina da bere per entrambi.
"No, anzi! Sono stato puntualissimo solo che non abbiamo sincronizzato gli orologi..."
Rispondo sventolando la ricevuta che Matita mi ha appena consegnato con un mezzo sorrisetto beffardo, o invidioso...
Non riesco a staccarle gli occhi di dosso. I capezzoli svettano sulle tettine piccole ma perfette minacciando di bucare il cotone leggero della maglietta. L'ombellico si affaccia al mondo, rotondo e abbronzato, l'ombellico non il mondo! Gli occhi verdi saettano come due preziosi smeraldi alla ricerca di complicità. "You got it baby!" L'hai trovata, cara!
Sale anche lei sullo sgabello e ora siamo uno di fronte all'altra. Brindiamo discretamente per non dare eccessivamente nell'occhio. Ammiro le sue labbra appoggiarsi sul bordo del bicchiere e il liquido entrarle in bocca e non posso non immaginare altri scenari vissuti un mesetto fa...
"Se ti va li possiamo sincronizzarli per questo pomeriggio... alle 18 esco per una corsetta al parco, faccio un giro di una mezzoretta circa." Dicendolo allarga un po' le gambe, la posso vedere solo io in questa posizione, non porta le mutandine... credo di stare per svenire...
Deglutisco a fatica la poca saliva che mi è rimasta e riesco solo a accennare un "sì" con la testa, parole proprio non me ne vengono. Vedo le cosce abronzate e toniche di Mara in bella mostra, intravvedo la sua fichetta completamente depilata che pare chiamarmi come una sirena con Ulisse.
Con perfida cattiveria la maialina interrompe la splendida visione saltando improvvisamente giù dallo sgabello, ovviamente ritiene che possa bastare e di aver ottenuto quello che voleva! Ha ragione da vendere... perché basta così poco per fregare noi maschietti?
"Grazie per il drink, a presto!" Mi lancia un saluto e fingendo noncuranza esce dal bar lasciandomi con mezzo bicchiere ancora pieno, un'espressione ebete stampata sul viso e un'erezione prepotente che nascondo faticosamente restando appollaiato sullo sgabello.
Il Parco è un percorso che si insinua nel boschetto dietro gli impianti sportivi del paese, ci sono piazzole con attrezzi per esercizi ginnici, panche per addominali, travi per l'equilibrio, sbarre per sollevarsi ecc,. E' abbastanza frequentato dai maniaci del fitness, in minoranza qui rispetto ai maniaci dello spritz...
Fa un caldo pazzesco, almeno per me che lo soffro da morire. Il giro del parco poi non l'ho mai sopportato, trenta minuti di inferno!. Caldo e salite mi uccidono, già dai tempi in cui usavamo questo percorso per la preparazione al campionato lo odiavo. E poi sono anche fuori forma, mi maledico per la mia stupidità nel voler correre con questo caldo torrido, su salite ripide, senza allenamento, ma... voi rinuncereste all'invito di Mara? ... nemmeno io!
Così parto per il giro della morte! Canotta e pantaloncini corti con scarpe da jogging che ben presto saranno intrisi di sudore. E' il 12 agosto, fa un caldo tremendo e in giro non c'è proprio nessun'altro pazzo quanto me! Inizio il percorso con un'andatura lenta, voglio conservare le forze per ben altre attività fisiche. Ben presto il sentiero comincia a salire e addentrarsi nel boschetto. L'ombra almeno fa calare la temperatura di qualche grado, ma la salita aumenta lo sforzo e la fatica.
Smadonnando ogni tre passi raggiungo uno spiazzo pianeggiante in cui è prevista una sosta per gli esercizi ginnici. E' il punto più alto del percorso, poi si scende attraverso una discesa ripida e tortuosa che riporta al punto di partenza. Sono le 18 precise, ci ho messo venti minuti per arrampicarmi quassù.
Da questo punto, tra gli alberi, si riesce a vedere la casa di Paolo il dottore e di Mara, e io aspetto di vederla uscire e iniziare il percorso. Puntualissima come una cambiale esce senza richiudere il portone di casa, Paolo il dottore esce insieme a lei, entrambi in calzoncini corti e tenuta da jogging...
Resto perplesso, non mi aspettavo di vedere anche lui questo pomeriggio. Deve aver chiuso prima l'ambulatorio per mancanza di pazienti. Osservo la scena dall'alto nascosto tra gli alberi e vedo Mara raggiungere il punto di partenza e avviarsi per il giro con una leggera ma ritmata corsa. Inutile dire che, anche da lontano, è bellissima!
Paolo il dottore non la segue, cincischia con i lacci delle scarpe, si aggiusta il cappellino, trotterella avanti e indietro ma senza decidersi a iniziare la corsa. Il mistero si infittisce sempre più. Che faccio? Completo il giro e me ne torno a casa con le pive nel sacco, ma in fondo alla discesa potrei incontrare il dottore. Aspetto che Mara mi raggiunga e mi spieghi cosa sta succedendo, ma se arriva anche Paolo cosa gli dico?
Sempre più indeciso lascio passare una decina di minuti, senza mai perdere d'occhio Paolo il dottore laggiù. Lo vedo partire e imboccare finalmente l'inizio del sentiero con una corsa scoordinata. Non mi pare in forma e nemmeno voglioso di fare tanta fatica con questo caldo. Ora so che tra poco arriverà quassù, ma prima arriverà Mara e avremo almeno una decina di minuti per vederci. Le chiederò cosa sta succedendo.
Tempo cinque minuti e la vedo spuntare dal sentiero, completa la salita e mi raggiunge sullo spiazzo. Ci ha messo meno di me per arrivare quassù! E' una donna piena di sorprese, non c'è che dire...
Sulla pelle abbronzata si sono formate delle goccioline di sudore che la rendono ancora più sexy, se possibile. Vedo i piccoli seni sobbalzare ad ogni passo, come al solito liberi da costrizioni elastiche. Sulle gambe, belle e toniche, vedo gonfiarsi i muscoli per lo sforzo fisico. Ha dei movimenti aggraziati e coordinati e una corsa che non si può non ammirare. Si ferma davanti a me senza dimostrare il minimo affanno, nonostante la salita appena superata, allunga una mano a tastare la mia evidente erezione e mi dice: "Mi pare che sei contento di vedermi, Renko!"
Tutto il sangue disponibile si concentra sul mio uccello, ormai è più duro del faggio su cui sono appoggiato. "Ma non sono contento di vedere tuo marito che sta arrivando, tesoro!"
Senza smettere di armeggiare con il mio attrezzo, sbuffando mi spiega: "Ha voluto ad ogni costo venire con me. Forse sospetta qualcosa. Ma gli ho strappato un vantaggio di dieci minuti, gli ho promesso il culo stasera se mi raggiunge prima della fine del giro. Ma tanto non ce la farà mai, è una vera pippa!"
Capisco al volo che abbiamo almeno una decina di minuti prima che Paolo il dottore arrivi in cima, forse qualcosa di più. La porcellina è riuscita furbescamente a fregare il marito, anche se solo per una sveltina. Ci scambiamo uno sguardo eloquente e iniziamo a darci da fare,
La tiro a me prendendola per la vita e la bacio con tutta la lingua che posso! La sua pelle è calda e leggermente salata mentre faccio scorrere le labbra sul collo fino a raggiungere quel piccolo seno che mi fissa impertinente dalla maglietta che le ho alzato. Prendo il capezzolo tra i denti stringendo delicatamente mentre con la lingua gli do dei piccoli colpi. Mara getta indietro la testa, si morde un labbro e emette un gemito di piacere.
La mano che esplora il suo sesso mi conferma che è bagnatissima, e non è solo sudore...
Ad ogni tocco muove il bacino avanti e indietro, mi bacia, non ha mai smesso di segarmi l'uccello che ha rapidamente estratto dai miei pantaloncini. Siamo al culmine dell'eccitazione, siamo all'aperto e potremmo essere visti se qualcuno passasse di qui, suo marito sta correndo verso di noi e ci raggiungerà tra pochi minuti... non abbiamo tempo da perderre!
"Il culo lo voglio io, non farti raggiungere dal cornuto, per favore!"
"Va bene, dai sbrigati..."
La giro selvaggiamente e le faccio appoggiare le mani al tronco davanti a lei, poi le calo i pantaloncini e il microscopico perizoma che porta, non serve lubrificare il buchetto è già abbondantemente pronto! Ci appoggio la cappella che sono faticosamente riuscito a strappare dalle grinfie della maialina e spingo lentamente ma in modo deciso.
Entra come un coltello nel burro! "Mmmmmmmmhhh..... uuuuuuuughhhh.... sìììììììììì!"
"Mi piace quando mi parli così!" Le sussurro all'orecchio mentre aumento forza e intensità dei colpi. Le infilo la lingua nell'orecchio e la cosa la fa rabbrividire di piacere. La sto inculando forte ora, con una mano non trascuro di stimolarle la fichetta fradicia, le mordo piano il collo e finalmente la sento venire con un verso strozzato e uno spasmo che la scuote tutta.
Non mi fermo e dopo qualche colpo ancora le riempio il culo con un fiotto di sperma caldo che mi ripaga della fatica fatta per arrampicarmi fino quassù.
Restiamo qualche istante così, io la abbraccio da dietro e lei riprende fiato lentamente. Poi ci rimettiamo in ordine un po' alla meglio, siamo rossi in viso e sudati, ma non è strano per due che stanno correndo a metà agosto.
Dopo che ha scopato è bellissima, quell'espressione un po' stravolta, gli occhi sognanti e la bocca carnosa semi aperta alla ricerca di più ossigeno la rende meravigliosa. La bacio ancora un'ultima volta tenendole il mento tra l'indice e il pollice.
"Sei una meraviglia della natura! Ma è meglio che ora me ne vada, anche se proprio non vorrei..."
"Non dimenticare il prossimo bollettino, mi raccomando!" Riesce a urlarmi mandandomi un bacio nel vento.
In discesa non ho rivali, raggiungo la fine del percorso in una manciata di minuti e mi fermo per una serie di esercizi di allungamento... non di quello che pensate voi!
Attendo una decina di minuti curioso di vedere se Paolo il dottore è riuscito a raggiungere la mogliettina o se il suo culetto per oggi resterà solo mio.
Arrivano quasi insieme, ma la troietta se lo sta giostrando come vuole, con uno sprint negli ultimi metri lo stacca di un bel po'. Esulta con i pugni al cielo in direzione del cornuto: "Ho vinto! Ho vinto!" Poi, mentre lui arrancando arriva al traguardo, mi strizza l'occhio con quell'espressione da vera troia che la rende unica!
Facciamo tutti tre degli esercizi di respirazione per rallentare i battiti, una volta ripresi completamente Paolo propone una bibita ghiacciata al vicino bar, è un vero signore dopotutto.
Entriamo nel locale e Mara saluta il volatile nella gabbia: "Ciao Merlot!"
Scusate, ma come volete che chiamino un merlo che vive in un bar...?
"Vaffanculo! Vaffanculo! Vaffanculo!"
Risponde pronto Merlot, cogliendo di sorpresa la bella Mara e scatenando le risate dei clienti.
"Già fatto!" Mi sussurra sottovoce la porcona, badando bene che nessun'altro la senta.
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