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Il parcheggio 2


di iltiralatte
01.11.2023    |    2.408    |    2 8.7
"Ti avevo chiesto un posto da segretaria e tu me ne hai trovato uno da dirigente..."
Come tutte la mie storie pure questa è frutto esclusivo della mia fantasia per cui ogni riferimento a persone o cose realmente esistenti è puramente casuale.

Solo in quell’istante mi resi conto di quello che aveva fatto.
Dopo la prima esitazione gli consentii di spogliarmi completamente e di possedermi usando la vuota scrivania del sig Andrea come talamo.
Avevo tradito mio marito ma non me ne importava: Loris aveva preso il suo posto nei miei pensieri.
Da quella sera prendemmo l’abitudine di uscire assieme e di rifugiarsi in un compiacente alberghetto con cui Loris riuscì a concludere un accordo per l’affitto della camera per 2 ore giornaliere e quello divenne il nostro personalissimo modo di augurarci la buona serata.
Solo dopo tornavo a casa affrontando mio marito che continuava a lamentarsi:
Enr “Lavori troppo. Rientri sempre tardi alla sera ed io mi sento solo. La televisione non mi coccola e non vale neppure una frazione di te.”
Gil “Abbi pazienza Enrico. Ti avevo chiesto un posto da segretaria e tu me ne hai trovato uno da dirigente. Io già ero arrugginita, non mi ricordavo più neppure di come si faceva a lavorare, Debbo proprio ringraziare Loris che si trattiene oltre l’orario e mi indica gli errori che devo correggere.”
Un rapido bacio sulla guancia e mi attaccavo al telefono, proprio davanti a lui:
Gil “Pronto sig Andrea? Come sta? … “ rimanendo in contatto col principale sino a tardi.
La mia vita aveva raggiunto una certa stabilità e prometteva di andare avanti all’infinito.
Non erano vere e proprie menzogne quelle con mio marito, effettivamente mi riunivo con Loris, solo non a fare quanto lui pensava.
Dal manuale del perfetto bugiardo avevo tratto “Ogni bugia deve sempre essere basata su un fondo di verità ed avrà tante maggiori possibilità di essere creduta quanto il suo fondo sia verificabile alla luce del sole”-
Tutto quindi procedeva per il meglio e nulla avrebbe mai potuto tradirmi.
Già: nulla tranne il COVID.
Addirittura il Governo aveva imposto una quarantena in casa e la chiusura forzata di molte attività: la mia tra queste.
Improvvisamente la casa, che avevo sempre giudicato ampia e spaziosa divenne piccola ed angusta.
L’ufficio mi era precluso e Loris con esso.
Giravo continuamente come una zombie per casa cercando qualcosa da fare senza trovarlo.
Enrico trovava conforto nella televisione, aveva trovato il suo programma perfetto: un telegiornale che momento per momento informava sull’andamento della malattia, Quando in video non c’erano numeri e grafici si poteva assistere a dotte dissertazioni da parte di emeriti imbecilli che, benché laureati, trovavano il modo di litigare attorno ad una malattia mortale, parlando di tutto tranne che di questo fatto.
Sembrava di assistere ad una delle famose maratone di Mentana, solo che quest’ultimo dopo 24 ore deve cedere al sonno. Questa trasmissione invece durò 7 giorni di fila, ininterrotta sia di giorno che di notte.
Con Loris potevo comunicare solo coi messaggi del telefonino.
La cosa non mi piaceva proprio.
Non credevo che Enrico potesse sorprendermi: troppo era impegnato col suo programma, ma se casualmente si fosse imbattuto nella mia messaggeria?
La quarantena dura terminò.
Eravamo sempre costretti in casa ma potevamo raggiungere i nostri parenti stretti oppure acquistare provviste ed io, che volevo distogliere anche la semplice possibilità di sospetto ebbi un’idea: invitai mia suocera, con cui non andavo troppo d’accordo, a pranzo da noi.
L’idea era quella di consentire alla madre di parlare un po’ col figlio e consentirle di accudirlo un po’.
Certo Enrico avrebbe finito per odiarmi ma in questo modo lo avrei scosso ed avrei indirizzato la sua attenzione su un fuoco ben lontano dal mio.
Lei accettò.
Potei quindi approfittare della possibilità di abbandonare la mia abitazione per accedere al supermercato dove avrei potuto procurarmi quanto necessitava.
La strada era piena di forze dell’ordine delegate al controllo della quarantena, ma io avevo una motivazione valida. Le oltrepassai con indifferenza e nessuno mi fermò,
Eccomi al supermercato. Tante volte avevo posteggiato l’automobile di fronte al suo ingresso come, avevo notato, quasi tutti i clienti ma, al termine dell’edificio una rampa consentiva alle macchine di raggiungere il piano di copertura dello stesso.
In cima era realizzato un secondo parcheggio, completamente deserto.
Forse la necessitò di evitare le ventole dell’aria condizionata od i camini di areazione, benché tutti rigorosamente ingabbiati sconsigliava i clienti al suo utilizzo.
Immediatamente telefonai a Loris:
Gil “Mi manchi. Mi manchi moltissimo.”
Lor “Anche tu mi manchi e soprattutto mi mancano i nostri saluti della sera. Maledetto COVID.”
Gil “Se ti dicessi che ho trovato il modo di poterci incontrare?”
Lor “Intendi legare tuo marito sul divano, bendandolo poi e turandogli le orecchie perché non scopra quanto stiamo facendo?”
Gil “Ma no scioccone! Diciamo piuttosto un ritorno alla gioventù quando si amoreggiava in macchina.”
Lor “Ma cosa stai dicendo? Sei improvvisamente impazzita?”
Gil “Certo che no Loris. Anche tu puoi liberamente andare al supermercato vero? Oppure hai una moglie di cui non mi hai parlato e che ti sta col fiato sul collo?”
Lor “No niente moglie, sono sempre stato allergico al matrimonio.”
Gil “Allora ascoltami: io ho una famiglia da approvvigionare per cui ho una ottima scusa per uscire sola da casa. A meno che tu non sia un fachiro indiano pure tu hai bisogno di approvvigionarti. Mi segui?!
Lor “Certo ma non capisco dove vuoi arrivare.”
Gil “Il supermercato ha 2 parcheggi: uno a raso terra e l’altro sul tetto, che però è sempre completamente deserto. Forse non è praticato perché ingombro di gabbie a protezione di sfiati e macchine utili al supermercato,
Ci diamo appuntamento qui. Tu vieni con un’oretta di anticipo se devi fare spesa la fa altrimenti prendi solo un litro di latte tanto per giustificare la tua presenza in strada ad un eventuale blocco delle Forze dell’Ordine, comunque devi acquistare per me: io non posso rientrare a mani vuote o mio marito si insospettirebbe.
Dopo un’ora ti raggiungo proprio in fondo al parcheggio. Tu mi consegni la busta della spesa, foderiamo di giornali i vetri della macchina … ed abbiamo il nostro appartamentino mobile privato. Far l’amore sui sedili posteriori sarà una botta di gioventù: ammesso che ne abbiamo bisogno.”
Lor “TI AMOO. Sei semplicemente diabolica. Voglio poterti scopare fino alla fine del mondo! Sono daccordo: mi mancano le nostre coccole birichine.”

Fine ?

Come sempre mi succede mendico critiche motivate (anche negative) e pareri, indispensabili per migliorarsi. In caso di racconti a puntate, la successiva sarà pubblicata unicamente se qualcuno lo chiederà.




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